Monologo di Murray in Sandokan: Marianna e la linea della vita

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Murray a Brooke in "Sandokan (2025)"

Il monologo di Murray in Sandokan è un ricordo che esplode mentre la tensione narrativa è al suo massimo. Murray racconta a Brooke un episodio del passato di Marianna, rivelando quanto fosse già allora una bambina forte, segnata dalla perdita e decisa a sfidare il proprio destino. È un monologo di dolore trattenuto, costruito su memorie che riaffiorano mentre la ricerca di Marianna diventa sempre più disperata.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Sandokan (2025)
Personaggio: Murray
Attore: John Hannah

Minutaggio: 38:02-30:10 (Episodio 3)

Durata: 2 minuti 8 secondi

Difficoltà: 6/10 È un monologo apparentemente semplice, ma pieno di micro-strati emotivi. La difficoltà sta nel non esagerare: Murray non è un uomo melodrammatico, è un soldato, un tutore, un uomo abituato al controllo.

Emozioni chiave preoccupazione crescente, tenerezza paterna nascosta, rabbia silenziosa, senso di colpa, ammirazione

Contesto ideale per un attore scene di affetto trattenuto, preparazione a ruoli militari o di comando

Dove vederlo: Rai Play

Sandokan (2025) - Episodi 1 e 2

EPISODIO 1 – La tigre della Malesia

Sandokan, sotto il falso nome di Ismail, si muove a Labuan per partecipare a una caccia alla tigre organizzata dal console inglese e da Brooke. Qui incontra Marianna, la figlia del console, e tra i due nasce un’attrazione immediata. Nel frattempo, a palazzo, avvengono tensioni politiche fra il console, Brooke e il Sultano del Brunei. Durante la caccia, Sandokan salva Marianna dall’attacco della tigre, anche se poi l'animale viene ucciso da Brooke, che reclama il “premio”: un ballo con la ragazza. Un primo conflitto sotterraneo tra i due uomini inizia a emergere.

EPISODIO 2 – La perla di Labuan

Marianna ripensa alla morte della madre e si confida con Sani, promettendole che un giorno la porterà con sé a Londra. Intanto Yanez prigioniero, è destinato all’impiccagione con il resto della ciurma del pirata; Sandokan prepara un piano di fuga. Sani rivela al pirata di sapere che è un pirata, ma gli offre un’alleanza: lei lo aiuterà a liberare la sua ciurma se lui aiuterà a liberare suo fratello dalle miniere.

Durante il compleanno di Marianna, Sandokan e Marianna si avvicinano, ma lui nota un braccialetto che la ragazza porta al polso: un oggetto che aveva regalato a un membro della sua ciurma. Ne nasce un litigio. Brooke chiede ufficialmente la mano di Marianna al console, mentre il Sultano del Brunei si irrita per gli scontri politici e giura di scoprire i segreti di Brooke. Sani, umiliata e percossa dal Sultano, trova conforto in Sandokan e i due stringono un patto: liberare insieme sia la ciurma sia suo fratello.

Testo del monologo + note

Saranno passati dieci anni. Marianna era solo una bambina. Giocavamo a carte con sua zia, che insisteva che una vera lady inglese dovesse conoscere le regole del Whist. Marianna ci provava, ma perdeva sempre. Allora la zia le disse: “Sei davvero sfortunata, come la tua povera mamma”. Poi le prese la mano e le disse: “Tua madre aveva la linea della fortuna corta come quella della vita”. Marianna rimase calma, si guardò il palmo della mano e si ritirò in camera. Ma la mattina seguente era scomparsa. La cercammo tutto il giorno, c’era un intero plotone con me. Il console era fuori di se, non lo vedevo così sconvolto dalla morte della moglie. Al calar della notte perdemmo ogni speranza. Temevamo che qualche bestia l’avesse… e poi, eccola lì, comparire dall’oscurità. A parte una mano insanguinata stava bene. Mi presi cura della sua mano ferita e capii che cosa era accaduto. Non era stato un incidente. Aveva un taglio netto lungo il taglio della mano. Aveva allungato la linea della vita. Questa è Marianna. 

“Saranno passati dieci anni.”: attacco calmo, quasi cronachistico; breve pausa dopo “dieci anni”, lo sguardo è avanti, concentrato sul percorso più che su Brooke, come se aprisse un cassetto della memoria senza volerlo davvero.

“Marianna era solo una bambina.”: tono leggermente più morbido; micro-sorriso amaro sul ricordo; accenno di calore nella voce su “bambina”, poi uno sguardo rapido a Brooke, come a ricordargli quanto fosse piccola.

“Giocavamo a carte con sua zia, che insisteva che una vera lady inglese dovesse conoscere le regole del Whist.”: ritmo più discorsivo; sottolinea con un filo di ironia “vera lady inglese”; occhi che si stringono appena ricordando la rigidità della zia, come se la giudicasse in ritardo.

“Marianna ci provava, ma perdeva sempre.”: tono affettuoso, quasi indulgente; breve pausa dopo “ci provava”, poi “ma perdeva sempre” con un sorriso triste, come a vedere ancora la bambina frustrata al tavolo da gioco.

“Allora la zia le disse: ‘Sei davvero sfortunata, come la tua povera mamma’.”: cambia leggermente timbro per imitare la zia, più tagliente, più rigido; non esagerare l’imitazione, ma lascia intravedere il giudizio nel modo in cui pronuncia “povera mamma”.

“Poi le prese la mano e le disse: ‘Tua madre aveva la linea della fortuna corta come quella della vita’.”: guarda un attimo la propria mano mentre lo dice, come se ricordasse il gesto; la frase va detta con fastidio trattenuto, soprattutto su “linea della vita”, come se quella superstizione lo irritasse ancora oggi.

“Marianna rimase calma, si guardò il palmo della mano e si ritirò in camera.”: tono più basso, quasi sussurrato; rallenta leggermente su “rimase calma”, a sottolineare la forza della bambina; su “si ritirò in camera” uno sguardo lontano, colmo di rimorso per non averla seguita.

“Ma la mattina seguente era scomparsa.”: piccola pausa prima di “Ma”; frase secca, senza fronzoli, quasi militare; lo sguardo si indurisce, torna al presente, come se sentisse ancora il colpo allo stomaco di quella scoperta.

“La cercammo tutto il giorno, c’era un intero plotone con me.”: ritmo più incalzato, come se rivivesse la corsa; su “intero plotone” un accenno di orgoglio professionale, subito sporco di impotenza.

“Il console era fuori di sé, non lo vedevo così sconvolto dalla morte della moglie.”: accento sull’ultima parte della frase; guarda verso Brooke, testandone la reazione; su “morte della moglie” la voce si fa più rispettosa, ma con una punta di giudizio trattenuto: quel dolore per Marianna gli è rimasto impresso più di tutto.

“Al calar della notte perdemmo ogni speranza.”: rallenta; tono grave, spegne leggermente il respiro dopo “speranza”; magari abbassa appena lo sguardo, come se rivedesse il buio della giungla.

“Temevamo che qualche bestia l’avesse…”: lascia sospesa la frase, non completarla emotivamente; la sospensione è un’immagine orribile che Murray preferisce non nominare; lo sguardo resta avanti, duro, quasi a scacciare il pensiero.

“e poi, eccola lì, comparire dall’oscurità.”: leggero rilascio di tensione, quasi un sospiro; voce che si scalda un filo su “eccola lì”; lo sguardo si illumina per un istante, come se la vedesse davvero spuntare dal buio.

“A parte una mano insanguinata stava bene.”: tono pratico, da soldato che valuta i danni; su “mano insanguinata” un velo di colpa negli occhi; “stava bene” va marcato, come sollievo reale, non recitato.

“Mi presi cura della sua mano ferita e capii che cosa era accaduto.”: la voce si abbassa di nuovo; su “mi presi cura” emerge la tenerezza paterna che lui non ammetterebbe mai; “capii che cosa era accaduto” con una leggera durezza, come se si accusasse per non averla capita prima.

“Non era stato un incidente.”: frase corta, netta, quasi tagliata come la ferita; guarda un attimo Brooke negli occhi, cercando di fargli capire la portata del gesto senza bisogno di altri dettagli.

“Aveva un taglio netto lungo il taglio della mano.”: descrizione clinica, precisa, quasi da rapporto militare; accompagna magari con un gesto minimo, disegnando la linea sulla propria mano; il tono rimane controllato, ma sotto c’è sgomento.

“Aveva allungato la linea della vita.”: qui il sottotesto è potentissimo; pausa prima di dirlo, come se cercasse le parole; la frase va detta con un misto di ammirazione e tristezza, la voce si fa più morbida ma vibra leggermente.

“Questa è Marianna.”: chiusa netta; micro-pausa prima della frase; guarda Brooke in faccia, fermo, quasi sfidandolo a capire chi stanno cercando davvero; tono di definitiva dichiarazione di identità, non romantico ma profondamente rispettoso.

Analisi del monologo di Murray a Brooke in "Sandokan (2025)"

Il monologo di Murray nasce come un ricordo raccontato mentre si è immersi nell’urgenza del presente: stanno cercando Marianna, la pressione è alta, e lui apre una ferita che teneva cucita da anni. L’attore deve mantenere un tono controllato, come un uomo che non ama indulgere nei sentimenti ma che non può evitare di essere segnato da ciò che racconta. L’incipit sul “sono passati dieci anni” è quasi un modo per giustificare la propria memoria, come se volesse distanziarsi dal coinvolgimento emotivo. Ma già alla seconda frase emergono calore e responsabilità: ricordare Marianna bambina significa ricordare un tempo in cui lui era il suo riferimento adulto. Quando parla della zia, Murray non la attacca apertamente: ne restituisce il tono rigido, quasi classista, lasciando però trapelare quanto fosse inadatta a prendersi cura di una bambina fragile.

Il passaggio sulla “linea della vita” è il cuore emotivo del monologo: un adulto che non capì davvero cosa stava accadendo, una bambina che interiorizzò il lutto e la paura fino a ferirsi pur di modificare il proprio destino. Murray racconta quell’episodio con il peso di chi ha compreso troppo tardi la profondità del dolore di Marianna. Non c’è mai un’esplosione sentimentale, solo un crescente sgomento nel ricordare la sua scomparsa e la tensione della ricerca: lui e un intero plotone che non trovano una bambina di poche ore prima. Quando la descrive comparire dall’oscurità, il monologo si apre a un sollievo tenue ma immediatamente incrinato dal sangue sulla mano: un dettaglio che Murray porta ancora addosso come un fallimento personale.

La cura della ferita è il momento in cui il ricordo e l’interpretazione coincidono: è lì che capisce chi è Marianna, una bambina che ha provato a cambiare con le proprie mani ciò che la vita le aveva negato. La frase finale, “Questa è Marianna”, è una dichiarazione di identità detta senza enfasi, come un marchio che non ha bisogno di essere spiegato. Per l’attore, è il punto di massima verità: un riconoscimento che unisce ammirazione, dolore e un senso di protezione che non può essere espresso in altro modo.

Sandokan - Episodi 3/4

EPISODIO 3 – In ostaggio

Il passato di Yanez riemerge: in Paraguay, anni prima, aveva perso la sua fede assistendo al massacro di una chiesa da parte degli inglesi. Sul praho, Sandokan rapisce Marianna affinché curi Yanez, febbricitante. La ragazza è costretta ad aiutare per non rischiare la vita del padre. Brooke parte per inseguire Sandokan insieme a due uomini del Sultano del Brunei (che però complottano alle sue spalle). Alle miniere, Marianna scopre l’orrore della schiavitù e vede per la prima volta il “progresso” del padre da un’altra prospettiva. Sandokan libera gli schiavi, incluso il fratello di Sani. Per depistare Brooke, ordina a Yussuf di pilotare lo scafo degli schiavisti: “Una vita per una vita”. Quando Brooke circonda la ciurma, Yanez usa Marianna come ostaggio, obbligando tutti a deporre le armi. Sandokan fugge e dirige il praho verso Singapore: è pronto a chiedere un riscatto per la ragazza.

EPISODIO 4 – Singapore

Un flashback racconta il primo incontro tra Sandokan e Yanez: anni prima, durante incontri clandestini di lotta, Yanez gli salva la vita e gli propone di unirsi alla ciurma. Sandokan accetta solo quando sua madre, gravemente malata, ha bisogno di cure. Nel presente, la ciurma giunge a Singapore per negoziare il riscatto di Marianna. Brooke arriva poco dopo, disorientato dall’oppio e fuori dal suo territorio. Marianna viene accudita da Nur, la madre di Sandokan, che le racconta come il pirata l’avesse salvata anni prima da un bordello. Sani invece viene corteggiata da un giovane pirata, mentre Yanez teme le sue idee rivoluzionarie.

Durante il Capodanno lunare, Sandokan e Marianna finiscono per ballare insieme, in un momento di sorprendente tenerezza. Ma l’incontro per il riscatto si trasforma in un massacro: un gruppo di uomini vestiti di nero, non inglesi, ma del Sultano del Brunei, assalta il rifugio. Brooke viene quasi ucciso, e Marianna rischia la vita. La madre di Sandokan viene colpita da un proiettile destinato alla ragazza. In punto di morte, Nur rivela a Sandokan la verità: non è suo figlio. È stato trovato da bambino, unico superstite di un massacro. Sani dà a Sandokan la risposta definitiva: “Tu sei uno di noi”.

Credits e dove vederlo

Regista: Jan Maria Michelini, Nicola Abbatangelo

Sceneggiatura: Dai romanzi di Emilio Salgari

Cast: Can Yaman (Sandokan) Alanah Bloor (Marianna Guillonk) Ed Westwick (James Brooke) Madeleine Price (Sani) Owen Teale (Lord Guillonk); John Hannah (sergente Murray); Alessandro Preziosi (Yanez de Gomera)

Dove vederlo: Rai Play

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