I Migliori Libri per un Attore Emergente: Guida Essenziale - Parte Uno

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~BELLE

VOGLIO AVVENTURE IN LUOGHI SCONOSCIUTI!

Benvenuti nella "Biblioteca di Belle", un luogo incantato dove la magia del cinema e l'arte della recitazione si fondono con la meraviglia della lettura. Immaginate di varcare la soglia di una biblioteca incantata, dove ogni libro aperto è una porta verso nuove avventure, sogni e scoperte. Oggi, cari attori e attrici emergenti, vi accompagnerò in questo viaggio attraverso le pagine che hanno ispirato e formato i grandi nomi del palcoscenico e del grande schermo. Questi libri, scelti con cura, sono molto più di semplici testi: sono alleati fedeli nella vostra crescita artistica, amici che vi guideranno e ispireranno nella vostra carriera.

I MIGLIORI LIBRI PER UN ATTORE ESORDIENTE: GUIDA ESSENZIALE - PARTE UNO


1) Konstantin Sergeevič Stanislavskij


Il lavoro dell’attore su sé stesso


L'attore, l'uomo che, senza perdere se stesso, deve creare il personaggio, è il protagonista di questo celebre diario. Le vie interiori di questa creazione, i modi della sua realizzazione psicologica, gestuale, sonora, scenica: queste le fasi del "metodo Stanislavskij", la grammatica elementare di tutto il teatro del Novecento. Attore, regista e teorico dell'espressione scenica, Konstantin S. Stanislavskij (Mosca 1863-1938) fu costretto, durante la Rivoluzione d'Ottobre, a lasciare la Russia per una tournée in America dal 1922 al 1924. In realtà fu proprio questa fortunatissima tournée a far conoscere al mondo il suo "metodo".


2) Uta Hagen:


Rispetto per la recitazione


Basato sui 25 anni di insegnamento tenuti dall'autrice presso l'HB Studio con decine di allievi-attori tra cui Geraldine Page, Jack Lemmon e Steve McQueen, il libro si divide in tre parti. La prima, "L'attore", tratta le tecniche che permettono all'attore di mettersi in moto fisicamente, verbalmente ed emozionalmente. La seconda parte, "Gli esercizi", offre un lavoro per l'attore, coprendo una vasta area dei suoi problemi. La terza parte, "La rappresentazione e il ruolo", riguarda la definizione di recitazione e l'identificazione col personaggio che l'attore intraprenderà.


3)Viola Spolin:


Esercizi e improvvisazioni per il teatro


Al suo patrimonio di esercizi e giochi proposti in questo libro, apparso nel 1963 sul mercato USA, continuano ad attingere insegnanti e professionisti di cinema e teatro. Viola Spolin è legata al celebre Second City Theater di Chicago e ha lavorato come trainer con giovani studenti di teatro a Hollywood, dove fondò laYoung Actors Company nel 1946, e a Chicago dove fu cofondatrice del Game Theater e dei Second City Theater, la palestra del teatro d'improvvisazione da cui sono passati decine di attori e registi.


4) Michael Caine:


Recitare davanti alla macchina da presa


“Michael Caine scrive questo libro in seguito a un laboratorio sulla recitazione cinematografica da lui tenuto e registrato per la BBC nel 1987. Sono passati più di trent'anni ed è sorprendente quanto le sue indicazioni, gli aneddoti e l'etica rigorosa con cui si rapporta al lavoro siano attuali e ancora utili a introdurre il lettore al mondo della recitazione davanti a quella lente d'ingrandimento che è la macchina da presa. Un'arte complessa, che richiede una combinazione unica di abilità tecniche e profonda comprensione emotiva. [...] Perché è proprio in questa apparente contraddizione tra metodo e istintività che risiede la natura più magica e unica del talento, in grado di dar vita a interpretazioni di uno spessore e una tridimensionalità tali da restituire al pubblico la complessità di un personaggio, rendendolo dunque più credibile, vero e vicino allo spettatore. [...] Come casting director ho visto e vedo tanti attori durante i provini, e il primo presupposto per una buona audizione, non mi stancherò mai di ripeterlo, è la memorizzazione delle battute. Dunque quell'ossessività che Caine raccomanda nell'esercitare la memoria del testo fino a non doversene più preoccupare, ha lo scopo di rendere l'interprete libero di navigare all'interno delle emozioni, delle reazioni e, solo a quel punto, anche di improvvisare." (Dalla Prefazione di Laura Muccino)

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5) Lee Strasberg:


A Dream of Passion - un sogno di passione


È l'estate del 1974 quando Lee Strasberg, poco più che settantenne, comincia a mettere finalmente per iscritto una descrizione organica del Metodo. Ne. nasce Un sogno ,di passione.― citazione di un celebre verso dell'Amleto ―, che costituisce uno dei libri fondamentali nella pedagogia teatrale del Novecento. Il libro è una biografia del Metodo che si intreccia con l'autobiografia dell'autore. Non dell'uomo Strasberg, ma del teatrante, dell'attore, dell'insegnante, del regista, del teorico. E, ancor prima, dello spettatore, dell'attore non professionista e dell'allievo. Si assiste così agli spettacoli del Teatro d'Arte, della Duse e di Giovanni Grasso. Si leggono pagine degli appunti alle lezioni presso l'American Laboratory Theatre, primo vero punto di incontro con il Sistema Stanislavskij, al quale è dedicato un intero capitolo che ne mette in luce lo sviluppo pioneristico senza tralasciare di sottolinearne alcuni limiti. A Stanislavskij si torna, poi, in molteplici luoghi del libro in cui si declinano sia i punti di continuità che di divergenza tra Metodo e Sistema. Si riflette inoltre sull'attività.di regista e insegnante presso il Group Theatre e l'Actors 'Studio, ma soprattutto si va dal problema di base della recitazione ― cioè quello di riuscire a produrre emozioni a comando quando si è sulla scena ― a quello di liberare - gli attori dalle abitudini di comportamento che ne bloccano il talento. Si approfondiscono quindi il lavoro sull'improvvisazione e sulla memoria affettiva, e si scoprono gli esercizi "leggendari" del momento privato e del song-and-dance. Grazie alla voce e alla straordinaria vita artistica di Strasberg, in "Un sogno di passione" si assiste alla genesi e alla messa a punto del Metodo, il più discusso ma indiscutibilmente efficace training per attori che esista oggi in circolazione.


6) William Reich:


Ascolta, piccolo uomo


"Ascolta, piccolo uomo!" di Wilhelm Reich è un testo che esplora le dinamiche del potere e della psicologia umana. Scritto nel 1946, questo libro rappresenta una critica appassionata e diretta alla natura autoritaria della società e agli atteggiamenti comuni degli individui all'interno di essa.

Reich, noto per i suoi contributi nel campo della psicoanalisi e per la sua teoria dell'orgone, si rivolge direttamente al "piccolo uomo" - una figura simbolica che rappresenta l'individuo medio, sottomesso e conformista. Attraverso questo dialogo, Reich esplora come il piccolo uomo sia condizionato dalla società a rinunciare al proprio potenziale e alla propria individualità in cambio di sicurezza e accettazione.

Il libro critica aspramente l'atteggiamento passivo e la paura del cambiamento che Reich percepisce nel piccolo uomo, sottolineando come queste caratteristiche favoriscano il sorgere di regimi autoritari e dittatoriali. Reich collega la psicologia individuale con i fenomeni sociali più ampi, dimostrando come le strutture di potere siano sostenute e perpetuate dalle insicurezze e dall'auto-sabotaggio degli individui.

"Ascolta, piccolo uomo!" è anche un appello emotivo per il risveglio e l'emancipazione personale. Reich incoraggia il lettore a riconoscere e superare le proprie paure e limitazioni, promuovendo un senso di responsabilità personale e di potere individuale.

Nonostante la sua natura polemica e a tratti controversa, il libro rimane un testo influente, apprezzato per la sua approfondita analisi della condizione umana e per il suo messaggio di speranza e di potenziale umano.


7) Joseph Campbell:


L’eroe dai mille volti


Il mito è da sempre oggetto di analisi da parte di storici, filosofi, antropologi, sociologi, che ne hanno proposte le interpretazioni più disparate, riconfermandone però sempre l'importanza nell'ambito della vita associata. Anche gli psicoanalisti si sono rivolti a esso: per loro il mito, come il sogno, rivela la struttura stessa della psiche. Secondo Jung, il mito sarebbe un sognare a occhi aperti, il sogno una continuazione del mito ed entrambi la manifestazione di motivi arcaici, che rivelano l'esistenza di elementi strutturali della psiche inconscia. Questi motivi o immagini, da lui chiamati archetipi, dimostrano che esiste un inconscio collettivo comune da sempre a tutti gli uomini. Nello scrivere questo saggio sul mito dell'eroe, Joseph Campbell si è rifatto alle concezioni psicoanalitiche, in particolare a quelle di Jung, ma ha tenuto conto anche delle altre interpretazioni. Perciò "L'eroe dai mille volti" è un fantasmagorico viaggio attraverso le culture di tutto il mondo e di tutte le epoche. Centinaia di miti, favole e leggende, una folla di uomini, eroi, mostri, spettri, fate e geni, un pantheon di dèi clementi e terribili, maestosi e beffardi, costituiscono la materia di un libro che dalla sua prima pubblicazione, nel 1949, si è imposto come un grande classico.


8) Joseph Chaikin:


La presenza dell’attore


Il libro "La presenza dell'attore" di Joseph Chaikin è una risorsa essenziale per chiunque sia interessato al teatro e alla recitazione. In questo lavoro, Chaikin, un influente regista e attore teatrale, esplora in profondità i processi e le tecniche dell'arte dell'attore.

Attraverso il libro, Chaikin condivide la sua vasta esperienza e le sue osservazioni sul mestiere dell'attore, focalizzandosi particolarmente sull'importanza della presenza fisica e emotiva sul palcoscenico. Discute vari aspetti della performance, come il movimento, la voce, l'interazione con gli altri attori e l'impegno emotivo, sottolineando l'importanza di una connessione autentica con il pubblico.

Il libro si distingue per la sua approfondita analisi della psicologia dell'attore e dell'impatto che la presenza scenica ha sulla performance globale. Chaikin offre esercizi pratici e consigli per aiutare gli attori a sviluppare la loro presenza e autenticità sul palco.

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