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~ LA REDAZIONE DI RC
Fino a quel momento, Charlie in “Love in the villa” era stato il personaggio razionale. Quello che si schermava dietro l’ironia, che aveva fatto del distacco una forma di autodifesa. E questo momento rappresenta, narrativamente, la sua rottura interiore. Il punto in cui decide di esporsi. Julie è tornata dal suo ex. Charlie sembra essere tornato alla sua vita, ma qualcosa è cambiato. Quel “qualcosa” è diventato troppo forte per essere ignorato. E così lo dice. Finalmente.
MINUTAGGIO: 1:46:48-1:47:51
RUOLO: Charlie
ATTORE: Tom Hopper
DOVE: Netflix
INGLESE
I broke up with Cassie. Turns out I'm in love with someone else. You see, the thing is, I think we were both right. I think there is such a thing as destiny. But... you still have to choose whether to accept it or not. And I choose you, Julie. Why? Because I miss laughing with you. I miss fighting with you. I really miss eating fake horse with you. And... I know that you're engaged. I saw last night, and I know I'm probably too late now. But... if you don't feel the same way, then... I think this would be a greater tragedy than Romeo and Juliet ever was.
ITALIANO
E’ finita con Cassie. A quanto pare sono innamorato di un’altra. Il fatto è… che avevamo entrambi ragione. io credo che esista una cosa come il destino. Ma… devi comunque scegliere se accettarlo oppure no. Io ho scelto te, Julie. Perché… mi manca ridere con te. litigare con te. Mi manca tanto mangiare finto cavallo con te. E… lo so che sei fidanzata, vi ho visti ieri sera, e probabilmente ora è troppo tardi. Ma… se tu non provi lo stesso. Allora… credo che questa sarà una tragedia più grande di quella di Romeo e Giulietta.

"Love in the Villa" è una commedia romantica prodotta da Netflix, uscita nel 2022, diretta e scritta da Mark Steven Johnson. Il film si inserisce nel filone classico delle rom-com ambientate in località da cartolina, dove i protagonisti partono da una situazione di contrasto per poi arrivare, attraverso un percorso fatto di incomprensioni, piccoli dispetti e momenti di apertura emotiva, a trovare un punto d’incontro. Nel caso di "Love in the Villa", la cornice è Verona. Città dell’amore per eccellenza, e ombra persistente del mito shakespeariano di Romeo e Giulietta. La storia ruota attorno a Julie Hutton (interpretata da Kat Graham), un’insegnante americana appassionata di letteratura, organizzatrice compulsiva, sognatrice e leggermente fissata con l’idea del destino romantico. Decide di prenotare una vacanza in solitaria a Verona, dopo essere stata lasciata dal suo fidanzato poco prima della partenza. Il viaggio doveva essere l’occasione per rafforzare la loro relazione, ma diventa, per forza di cose, un’esperienza tutta sua. Julie arriva a Verona con un bagaglio sentimentale fragile, ma con ancora il desiderio, quasi testardo, di vivere la favola romantica che ha sempre immaginato. La villa che ha prenotato si rivela però... occupata. Il suo stesso appartamento è stato affittato per errore a un altro ospite: Charlie Fletcher (Tom Hopper), un rigido e sarcastico enologo britannico, in Italia per motivi di lavoro.
Da qui parte la dinamica narrativa classica: due sconosciuti costretti a condividere lo stesso spazio. Julie e Charlie sono due personalità agli antipodi. Lei caotica, appassionata, aperta al coinvolgimento emotivo; lui razionale, preciso, cinico. Il loro rapporto inizia malissimo: si boicottano, si fanno dispetti infantili, cercano di rendersi la vita impossibile, pur di spingere l’altro a lasciare l'appartamento. Questa guerra domestica, a metà tra la screwball comedy anni ’40 e il tono più leggero da commedia Netflix contemporanea, è il cuore della prima parte del film. Le gag, i fraintendimenti, le battute taglienti sono tutti strumenti per portare i due personaggi a scoprirsi a vicenda, a svelare le proprie ferite e, lentamente, a intaccare le proprie convinzioni.
“È finita con Cassie. A quanto pare sono innamorato di un’altra.”
La frase d'apertura è secca, dichiarativa. Niente giri di parole. È il modo in cui Charlie si assume, per la prima volta, una responsabilità affettiva. Sta chiudendo un capitolo e ne apre subito un altro. Il contrasto “Cassie / un’altra” è netto, quasi spietato. Ma serve a dire una cosa chiara: non è una fuga, è una scelta. “Il fatto è… che avevamo entrambi ragione. Io credo che esista una cosa come il destino. Ma… devi comunque scegliere se accettarlo oppure no.”
Qui Charlie riprende uno dei temi che ha diviso lui e Julie all’inizio del film: il destino. Julie era quella che credeva nella magia degli incontri, nelle coincidenze romantiche. Lui, al contrario, razionale, disilluso. E invece eccolo qui, a riconoscere che il destino esiste… ma con una precisazione importante: il destino ti porta in un luogo, ma sei tu che decidi se restarci. È una riflessione sottile e ben costruita: il romanticismo non è solo una forza esterna che ti travolge. È anche una scelta cosciente. Ed è questo che lo rende vero.
“Io ho scelto te, Julie.” È una presa di posizione. Dopo tutto quello che ha detto sul potere nelle relazioni, sulla paura di amare troppo… adesso Charlie sceglie. Prende posizione, senza sapere se sarà ricambiato. Esporsi, qui, è l’atto di coraggio. “Perché… mi manca ridere con te. litigare con te. Mi manca tanto mangiare finto cavallo con te.” Questa è la parte più tenera, quasi buffa. Ma ha un peso importante. Perché non sta elencando cose perfette o idealizzate. Sta parlando della quotidianità con Julie. Delle cose strane, discutibili, vissute insieme. Cose che, però, nel suo ricordo assumono valore. Non perché erano eccezionali, ma perché erano con lei.
È qui che il monologo prende forma concreta: Charlie non è innamorato di un’idea, ma di una persona reale, imperfetta, che lo ha cambiato nel modo più semplice possibile. Stando con lui. “E… lo so che sei fidanzata, vi ho visti ieri sera, e probabilmente ora è troppo tardi.” Charlie si sta assumendo il rischio di un rifiuto. Sta parlando in uno spazio dove potrebbe restare inascoltato. Ed è proprio qui che la sua vulnerabilità diventa totale.
“Ma… se tu non provi lo stesso. Allora… credo che questa sarà una tragedia più grande di quella di Romeo e Giulietta.” Sono a Verona, la città di Romeo e Giulietta. Ma stavolta, la tragedia non è già scritta. Charlie dice: questa volta possiamo scegliere. Non è destino, è azione.

Il monologo di Charlie in Love in the Villa è la chiusura emotiva perfetta del suo arco narrativo. Da uomo chiuso, trattenuto, freddo, diventa una persona che ha imparato a rischiare. E il rischio non è dichiarare il proprio amore: il vero rischio è farlo senza alcuna garanzia.

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