Monologhi famosi del cinema da recitare: i più belli di sempre

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~ LA REDAZIONE DI RC

Ci sono monologhi che non hanno bisogno di presentazioni: sono legati a volti, voci e momenti che hanno fatto la storia del cinema. Se sei un attore in cerca di testi con forza drammatica o carica emotiva, questa raccolta fa per te. Abbiamo selezionato alcuni dei monologhi più famosi del grande schermo, pensati per essere recitati, studiati, portati in provino o semplicemente vissuti. Parole che hanno lasciato il segno, e che ora aspettano di passare per la tua interpretazione.

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI - MILDRED (FRANCES MACDORMAND)

In una cittadina americana, una madre affitta tre cartelloni pubblicitari per denunciare l’inerzia della polizia riguardo all’omicidio della figlia. Il gesto innesca una spirale di tensione tra i cittadini e le autorità. Il film scava nel dolore, nella rabbia e nella complessità del perdono, senza mai offrire risposte comode.

INTRO MONOLOGO

Sa che cosa stavo pensando, oggi? Stavo pensando a quelle gang di strada che hanno a Los Angeles, i Crips e i Bloods. E mi sono venute in mente le nuove leggi che sono uscite negli anni ’80 se non sbaglio, proprio per combattere quelle gang, i Crips e i Bloods.

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MONSTER- AILEEN WUORNOS (CHARLIZE THERON)


Basato sulla vera storia di Aileen Wuornos, una prostituta che diventa serial killer, Monster segue la sua discesa verso la violenza in un mondo che non le ha mai dato una possibilità. Il film mette a nudo le cicatrici di una donna profondamente ferita, tra momenti di tenerezza e brutalità. Charlize Theron regala una performance fisica e psicologica che trasforma la percezione dello spettatore.

INTRO MONOLOGO

Io ho sempre voluto fare il cinema. Quando ero piccola così, ero, ero certa che sarei diventata una grandissima star, come la Garbo, Joan Crawford, o una di quelle. O magari solo bellissima. Bellissima e ricca, come le donne della televisione… Avevo un sacco di sogni, e sai una cosa, tesoro? Credo proprio che tu potresti definirmi una vera romantica, sì perché…

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ERIN BROCKOVICH - ERIN (JULIA ROBERTS)

Erin è una madre single, disoccupata e senza alcuna preparazione legale, che si ritrova a indagare su una multinazionale responsabile di aver avvelenato l’acqua di una comunità. La sua ostinazione e il suo linguaggio diretto diventano le sue armi. Julia Roberts incarna una donna qualunque che combatte contro un sistema enormemente più grande di lei.

INTRO MONOLOGO

Ah, vede, ecco, già mi fa incazzare. Prima di tutto, dall’inizio del caso noi abbiamo più di quattrocento querelanti e, diciamoci la verità, sappiamo tutti che ce ne sono altri. Non saranno persone sofisticate, ma sanno fare una divisione. 20 milioni di dollari non è un cazzo se si divide tra tutti;

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BIRDMAN - SAM (EMMA STONE)


Un attore caduto in disgrazia, famoso per aver interpretato un supereroe, tenta di rilanciare la sua carriera con uno spettacolo teatrale. Mentre cerca il riscatto, combatte con la voce interiore del suo alter ego e con un mondo che lo ha dimenticato. Il film gioca tra realtà e finzione in un lungo piano sequenza che riflette sul senso stesso dell’identità artistica.

INTRO MONOLOGO

Che conti davvero per chi? Tu ce l'avevi una carriera papà prima di quel terzo fumettone di film! Prima che la gente si dimenticasse chi c'era sotto quel costume da uccello! Stai facendo una commedia basata su un libro scritto sessant'anni fa per un migliaio di vecchi rincoglioniti bianchi, la cui preoccupazione è dove andarsi a prendere un dolce e un caffè a fine serata!

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BARBIE - GLORIA (AMERICA FERRARA)

In "Barbie", ci troviamo di fronte a un monologo che scava nelle profondità dell'esperienza femminile. È un discorso che parla di come la società impone alle donne di essere, di comportarsi, di apparire. È un grido di frustrazione e di stanchezza, ma anche di consapevolezza e forza

INTRO MONOLOGO

È letteralmente impossibile essere una donna. Tu sei così bella e così intelligente e mi fa impazzire che non ti consideri abbastanza. Cioè, dobbiamo essere sempre straordinarie, ma in qualche modo, noi sbagliamo sempre ogni cosa. Devi essere magra, ma non troppo magra. Non puoi mai dire che vuoi essere magra. Devi dire che vuoi essere sana, ma devi comunque essere magra.

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IL SIGNORE DEGLI ANELLI - GALADRIEL (CATE BLANCHETT)

Il monologo di Galadriel, un momento iconico da "Il Signore degli Anelli", serve come prologo all'epica trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson. Questo passaggio introduce lo spettatore all'universo di Tolkien e imposta anche il tono emotivo e narrativo dell'intera saga. Galadriel, l'Elfa Sovrana di Lothlórien, è uno dei personaggi più potenti e saggi della Terra di Mezzo. La sua voce guida lo spettatore attraverso la storia antica degli Anelli di Potere, delineando la caduta di molte razze e l'ascesa di Sauron, l'Oscuro Signore. La scelta di Galadriel come narratrice sottolinea la sua importanza e la sua conoscenza degli eventi passati, presenti e futuri.

INTRO MONOLOGO

Il mondo è cambiato. Lo sento nell'acqua. Lo sento nella terra. Lo avverto nell'aria. Molto di ciò che era, si è perduto... perché ora non vive nessuno che lo ricorda. Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei Grandi Anelli. 3 furono dati agli elfi, gli esseri immortali più saggi e leali di tutti. 7 ai re dei Nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne. E 9, 9 anelli furono dati alla razza degli uomini, che più di qualunque cosa, desiderano il potere. Perché in questi anelli erano sigillati la forza e la volontà di governare tutte le razze. Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un atro Anello.

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RAGAZZE INTERROTTE - LISA (ANGELINA JOLIE)


Ambientato in un ospedale psichiatrico femminile alla fine degli anni Sessanta, il film segue il percorso di Susanna, una ragazza ribelle e confusa, e il suo rapporto con Lisa, una paziente carismatica e pericolosa. Tra libertà apparenti e prigioni mentali, il film esplora l’identità, il disagio e i confini sfumati della sanità mentale.

INTRO MONOLOGO

Non ti sono più simpatica? Perché sei libera? Credi di essere libera? Io sono libera. Tu neanche lo sai che cos'è la libertà. Io sono libera! Perché io respiro. Invece tu ti ci strozzerai con la tua mediocre piccola vita del cazzo. Sai ci sono troppi muri nel mondo.

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IL DIAVOLO VESTE PRADA - MIRANDA (MERYL STREEP)

Andy, giovane laureata ambiziosa, entra nel mondo della moda come assistente della temibile Miranda Priestly, direttrice di Runway. Quel mondo, che le sembrava superficiale, si rivela spietato e assorbente. Meryl Streep domina ogni scena in un ritratto gelido e tagliente del potere declinato al femminile.

INTRO MONOLOGO

Oh, okay, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso. Ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo

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MILLION DOLLAR BABY - MAGGIE (HILARY SWANK)

"Million Dollar Baby", diretto da Clint Eastwood, è un film che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema moderno. Vincitore di numerosi Premi Oscar, tra cui quello per la Migliore Regia e Miglior Film, la pellicola è divenuta un classico contemporaneo. Eastwood non solo dirige ma interpreta anche il personaggio di Frankie Dunn, un allenatore di boxe vecchio stile che si trova a gestire un talento grezzo ma promettente in Maggie Fitzgerald, interpretata da Hilary Swank. La performance di Swank è stata talmente straordinaria da valerle l'Oscar per la Migliore Attrice. Maggie Fitzgerald è un personaggio che incarna la determinazione, la resilienza e la lotta per il riconoscimento in un mondo difficile e spesso ingiusto. Swank si è preparata per mesi, sia fisicamente che emotivamente, per rendere giustizia al ruolo, imparando la boxe e trasformando il suo corpo e la sua mente per vivere autenticamente il personaggio. Questo monologo affronta tematiche profonde come la determinazione, la resilienza davanti alle avversità, e il desiderio di cambiare la propria vita contro ogni previsione.

INTRO MONOLOGO

Compio 32 anni signor Dunn, e festeggio il fatto che ho passato l'ennesimo anno a lavare piatti e a fare la cameriera cosa che faccio dall'età di 13 anni. E secondo lei dovrò compierne 37 prima di diventare un pugile decente... e dato che è un mese che tiro pugni a questo sacco veloce senza risultati comincio a rendermi conto della verità...

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BARRIERE - ROSE (VIOLA DAVIS)

Nel film "Barriere" del 2016, diretto e interpretato da Denzel Washington, ci troviamo di fronte a un intricato tessuto di relazioni familiari, conflitti generazionali e barriere sociali, tutto ambientato nell'America degli anni '50. Basato sull'acclamata opera teatrale di August Wilson, il film traccia un ritratto vivido e complesso di Troy Maxson e della sua famiglia, esplorando le ripercussioni delle scelte di Troy sulla sua vita e su quella dei suoi cari. Un elemento chiave del film è il monologo di Rose, espone il suo sacrificio personale e la resilienza, ma offre anche una profonda riflessione sulle dinamiche di genere e le aspettative coniugali del periodo.

INTRO MONOLOGO

Io sono rimasta con te! Sono rimasta qui accanto a te, Troy. Ho una vita anch’io! Ho dato diciotto anni della mia vita per restare nello stesso posto accanto a te. Non credi che anch’io volessi altro? Non che che avessi sogni e speranze? E la mia vita allora?! E io allora?! Non credo che abbia avuto voglia di conoscere altri uomini, che abbia voluto spassarmela e dimenticare le mie responsabilità. Qualcuno che mi facesse ridere per farmi sentire bene.

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GONE GIRL - AMY DUNNE (ROSAMUND PIKE)

Amy Elliott Dunne, protagonista di "Gone Girl", è un personaggio complesso e affascinante che incarna l'essenza del thriller psicologico. Interpretata da Rosamund Pike, Amy è una donna intelligente e manipolativa, capace di controllare chiunque intorno a lei attraverso una combinazione di astuzia, freddezza emotiva e profondo narcisismo.

INTRO MONOLOGO

Sono molto più felice ora che sono morta. Tecnicamente scomparsa. Vicina a essere morta presunta. Andata. E quel pigro, bugiardo, fedigrafo, ignaro di mio marito andrà in prigione per il mio assassinio. Nick Dunne si è preso il mio orgoglio, la mia dignità, le mie speranze e i miei soldi. Non ha fatto che prendere, finché non ho smesso di esistere. Questo si chiama omicidio. Che il castigo sia adeguato al delitto. Per inscenare un omicidio convincente ci vuole disciplina.

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WILL HUNTING – GENIO RIBELLE (1997)


Will è un ragazzo dei sobborghi di Boston, geniale con i numeri ma incapace di affrontare i traumi del passato. Dopo l’ennesima rissa, viene costretto a seguire una terapia con un professore fuori dagli schemi. Il cuore del film è il loro rapporto, fatto di silenzi rotti e verità scomode. Non si tratta di intelligenza, ma di coraggio emotivo.

INTRO MONOLOGO



Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti… Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto… mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici.

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FORREST GUMP (1994)


Forrest attraversa la seconda metà del ‘900 americano senza mai davvero capirla, ma lasciandoci dentro un’impronta. È lento, sincero, e racconta la sua storia seduto su una panchina, mentre aspetta un autobus. Ma ogni sua tappa — guerra, sport, amore — diventa un pezzo della grande narrazione collettiva. Più che capirlo, bisogna lasciarsi trasportare.

INTRO MONOLOGO

Sei morta un sabato mattina. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l'ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola.

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APOCALYPSE NOW - COLONNELLO KURTZ (MARLON BRANDO)

"Apocalypse Now", diretto da Francis Ford Coppola, è un epico film di guerra che ha incantato e turbato pubblico e critica sin dalla sua uscita nel 1979. Basato in parte su "Cuore di Tenebra" di Joseph Conrad, il film trasporta la tematica del colonialismo e della corruzione dell'anima umana nel contesto della Guerra del Vietnam. Il Colonnello Walter E. Kurtz, interpretato magistralmente da Marlon Brando, è un ufficiale dell'esercito americano che ha abbandonato la civiltà per diventare il capo di una tribù nel bel mezzo della giungla cambogiana. Il suo monologo finale rappresenta un punto culminante del film, offrendo uno sguardo nella sua psiche tormentata e nella sua visione distorta della guerra e dell'umanità.

INTRO MONOLOGO

Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei... Ma non ha il diritto di chiamarmi assassino. Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo. Ma non ha il diritto di giudicarmi. E’ impossibile trovare le parole per descrivere ciò che è necessario a coloro che non sanno ciò che significa l’orrore. L’orrore ha un volto. E bisogna farsi amico l’orrore… orrore, terrore, morale e dolore sono i tuoi amici.

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LA VENTICINQUESIMA ORA - MONTY (EDWARD NORTON)

Al centro di "La 25ª ora", film diretto da Spike Lee, troviamo un monologo crudo e viscerale pronunciato dal protagonista, Montgomery Brogan. Questo monologo è sia un flusso di coscienza rabbioso rivolto contro la città di New York e i suoi abitanti, che un'incursione profonda nella psiche di un uomo che si trova sull'orlo di un abisso personale e morale. Attraverso queste parole cariche di dolore e disillusione, il film esplora temi universali di colpa, pentimento e la ricerca di redenzione.

INTRO MONOLOGO

Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e di chi ci abita. In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi, e che mi ridono alle spalle. In culo ai lavavetri, che mi sporcano il vetro pulito della macchina. In culo ai sikh e ai pakistani, che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti. Puzzano di curry da tutti i pori, mi mandano in paranoia le narici. Aspiranti terroristi. E rallentate,cazzo!

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THE BIG KAHUNA - PHIL COOPER (DANNY DE VITO)

Nel mondo del cinema, i personaggi spesso fungono da veicoli per esplorare verità sulla condizione umana, offrendo agli spettatori riflessioni che li invitano a esaminare la propria vita. "The Big Kahuna", un film che si addentra nel mondo delle vendite industriali attraverso gli occhi di tre venditori in cerca del grande colpo, offre uno scenario ricco per tali esplorazioni. In particolare, il personaggio di Phil Cooper, (Danny DeVito), emerge come una figura di saggezza e umanità, offrendo intuizioni che vanno ben oltre le strategie di vendita.

INTRO MONOLOGO

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare! Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto, e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

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FIGHT CLUB - TYLER DURDEN (BRAD PITT)

Basato sul romanzo di Chuck Palahniuk, "Fight Club" di David Fincher, del 1999 ha rappresentato una penetrante critica sociale e culturale. Attraverso la storia di un uomo in crisi di identità e del suo incontro con l'enigmatico Tyler Durden, "Fight Club" si avventura nelle profondità del disagio moderno, mettendo a nudo le contraddizioni di una società ossessionata dal consumismo, dalla ricerca dell'apparenza e da una costante insoddisfazione personale.

INTRO MONOLOGO

Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono.

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LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO - NOVECENTO (TIM ROTH)

"La leggenda del pianista sull'Oceano" di Giuseppe Tornatore sfiora il mitico attraverso la vita di un uomo che fa del mare la sua unica casa e del pianoforte il suo mondo intero. Basato sull'opera teatrale "Novecento" di Alessandro Baricco, il film ci porta attraverso la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, Tim Roth, il cui talento pianistico nasconde una profonda riflessione sull'essenza della vita, l'arte e la scelta. Attraverso le sue esperienze e il suo emblematico monologo finale, il film si fa portavoce di tematiche universali, toccando corde intime nell'animo dello spettatore e offrendo uno sguardo contemplativo sulla condizione umana.

INTRO MONOLOGO

Tutta quella città… non si riusciva a vederne la fine… La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? Era tutto molto bello, su quella scaletta… e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c’era problema. Non è quello che vidi che mi fermò, Max

È quello che non vidi. Puoi capirlo? Quello che non vidi… In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine. C’era tutto.

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TRAINSPOTTING - RANTON (EDWARD NORTON)

"Trainspotting" di Danny Boyle ha catturato l'essenza ribelle e la critica incisiva della generazione degli anni '90 . Attraverso le vicende di Mark Renton ed i suoi amici, il film dipana una narrazione cruda e disarmante sull'heroin chic, l'alienazione giovanile e il rifiuto del conformismo. La pellicola si fa anche portavoce di una generazione disillusa, servendosi di uno stile visivo audace e di una narrazione che non teme di affrontare tematiche scomode. Tra le scene più emblematiche del film, il monologo di Renton sullo "scegliere una vita".

INTRO MONOLOGO

Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete lavatrice, macchina, lettore cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai-da-te e il chiedetevi chi siete la domenica mattina

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LO SQUALO - QUINT (ROBERT SHAW)

"Lo Squalo" di Steven Spielberg è come una pietra miliare che ha ridefinito il genere thriller e introdotto il concetto di blockbuster estivo. Tra le scene memorabili del film, il monologo del Capitano Quint rappresenta un punto di svolta cruciale, un momento di narrazione intensa che arricchisce la trama e approfondisce il carattere del personaggio. Questo monologo non solo serve a fornire un contesto storico per il conflitto uomo contro natura al centro del film, ma svela anche il trauma e la complessità emotiva di Quint, il cacciatore di squali ossessionato e segnato dal suo passato.

INTRO MONOLOGO

Un sommergibile giapponese ci mise due siluri dentro la pancia. Stavamo tornando dall’isola di Tinian, avevamo portato la bomba, quella che scoppiò a Hiroshima. 1.100 uomini finirono in mare... la nave affondò in 12 minuti. Il primo squalo si fece vivo dopo una mezz’ora, un tigre di 4 metri. Sai da cosa ti accorgi se uno squalo è grosso quando sei in acqua? Dalla distanza fra la pinna dorsale e la coda. Noi non lo sapevamo, ma la nostra missione era talmente segreta che non era neanche stato mandato l’S.O.S. Per una settimana non si accorsero che eravamo spariti.

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IL GRANDE DITTATORE - ADENOID (CHARLIE CHAPLIN)

Il monologo finale di Chaplin ne Il grande dittatore è un discorso che trascende il film stesso, diventando un vero e proprio manifesto umanista contro la tirannia e l’oppressione. In un’epoca segnata dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla minaccia nazista, Chaplin utilizza le parole del suo personaggio per parlare direttamente agli spettatori, opponendosi alla disumanizzazione della società. Questo discorso è una critica ai dittatori e alle ideologie oppressive, ma anche un richiamo alla riscoperta dei valori di empatia, libertà e solidarietà.

INTRO MONOLOGO

Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore, non è il mio mestiere, non voglio governare ne conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile, ebrei, ariani, uomini neri e bianchi, tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.

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