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Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo dell'avvocato difensore Judalon Smyth di Erik Menéndez è un esempio di strategia retorica in un'aula di tribunale. Si tratta di un'arringa che va ben oltre la semplice difesa legale, cercando di costruire una narrazione in grado di umanizzare gli imputati e spostare il focus dalle accuse di omicidio premeditato al contesto di abusi e sofferenza in cui sono cresciuti. Attraverso una combinazione di fatti, testimonianze, e un forte appello emotivo, la difesa cerca di convincere la giuria che l'azione compiuta dai fratelli non sia stata motivata dal denaro, ma piuttosto da una situazione di estrema paura e disperazione. Monologo tratto da "Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez".
STAGIONE 1 EP 8
MINUTAGGIO: 22:10-27:00
RUOLO: Judalon Smyth
ATTRICE: Ari Graynor
DOVE: Netflix
INGLESE
The burden of proof in this case is on the prosecution. Beyond a reasonable doubt. Now, you're going to be instructed on imperfect self-defense, which means that when somebody has an honest and in-good-faith belief that they are in danger and they defend themselves, they cannot be convicted of more than manslaughter. Now, the prosecution is gonna say that this was about money. But you heard from Marta Cano that the boys knew they were out of the will. And they knew they weren't getting that $5 million life insurance policy because Jose wouldn't take the physical. So if they had waited two weeks, they would have gotten that $5 million. So why not just wait if it was all about the money? The prosecution is gonna point to the fact that they bought shotguns. Does that mean they were planning to shoot their parents? Let me ask you this. If you live in a neighborhood and there's been a lot of burglaries and you buy a gun, are you planning to kill? No. You're defending yourself. If they were planning to kill, why wouldn't they just wait two weeks for handguns? Why buy two great booming shotguns? The prosecution is hoping that you're going to forget about Cousin Andy, who Erik told when he was 12, how his father massaged his pen¡s and how it hurt. And he had to ask him if that was normal. Or how about Cousin Al, who said that Jose made Erik and Lyle shower together. How he beat them black and blue. How when the abuse started at the age of six, Erik went from being a totally happy kid to completely withdrawn. Or Cousin Diane, who said that Erik and Lyle would have to fight for the privilege of not having to sleep with their mother. Or Coach Wadlington, who testified, and I quote, "Jose Menendez was the worst parent and the harshest person he had ever met." "Erik and Lyle, they win us glory and bring us fame, and they'll be our perfect little lab rats." Pins and tacks like this into his thigh and scraped along his pen¡s. It's ironic that Jose and Kitty should die under the trophy case because that's all those boys were to them. Trophies. They did not talk in this family. Perverted sеxual experiments and serious abusers are very possessive of their experiments. Well, the problem is that children that have been abused the way these two were, they don't always turn out to be such perfect little products. We don't respect children very much in this country. We think they lie. We think they make things up. We think they fantasize. Well, no wonder children who were abused have a hard time trusting adults. If my clients' names were Lila and Erika Menendez, would it make any difference to you? Because if it would, it shouldn't. Boys are not supposed to be the victims, but sometimes they are. And you must not... you must not blame the victim. I realize I've given you a long closing argument. ( dramatic music continues ) And that is because the minute I am finished, Erik is out of my hands. And I don't want to let him go. Just like Jill doesn't want to let go of Lyle. You know, people have asked me... what I want out of all of this. And... my answer is not necessarily a legal one. I want to see Erik walking down the street. No handcuffs. No shackles. Just walking. Free from all of this. Whatever happens now depends on you. You've been a remarkable jury. And I thank you.
ITALIANO
L'onere della prova, in questo caso, spetta totalmente all'accusa. Oltre ogni ragionevole dubbio. Vi verranno fornite delle informazioni sull'imperfetta legittima difesa. Significa che quando un individuio crede sinceramente e in buona fede di essere in una situazione di pericolo, e decide di difendersi, può essere condannato al massimo per omicidio colposo. Ora, l'accusa proverà a dire che l'hanno fatto per soldi ma... Marta Cano ha detto che i ragazzi sapevano di non essere nel testamento, e che non avrebbero tenuto la polizza sulla vita da cinque milioni perché Josè non si era fatto visitare. Ma se avessero solo aspettato due settimane, avrebbero ottenuto quei cinque milioni, quindi... perché non aspettare. Se era solo per i soldi... l'accusa vorrà sottolineare il fatto che hanno acquistato dei fucili. Significa che stavano progettando di sparare ai loro genitori? Riflettiamo su una cosa: se viveste in un quartiere dove ci sono ci sono stati diversi furti, e compraste una pistola, avreste in programma di uccidere? No! Vorreste difendervi e basta. Se avessero avuto intenzione di uccidere, perché non aspettare due settimane per avere le pistole. Perché comprare due fucili così rumorosi. L'Accusa spera anche che tutti voi dimentichiate le parole del cugino Andy, a cui Erik raccontò, quando aveva 12 anni di come suo padre gli "massaggiasse il pene", e di quanto gli facesse male. E fu costretto a domandargli se ciò che subiva fosse normale. O del cugino Hal, che ha detto che Josè costringeva Erik e Lyle a fare la doccia con lui. E che li picchiava, riempiendoli di lividi. O di come gli abusi subiti alla tenera età di 6 anni abbiano trasformato Erik da bambino del tutto felice a estremamente introverso. O la cugina Diane, che ha detto che Erik e Lyle dovevano lottare per il privilegio di non dover dormire con la loro madre. O il coach Wedlington, che ha dichiarato, cito le sue parole: Josè Menéndez era il genitore peggiore e la persona più severa che avesse mai incontrato. Erik e Lyle ci riempiranno di gloria e ci faranno diventare famosi, i nostri perfetti topi da laboratorio. Puntine e chiodini. Li metteva all'interno della sua coscia e li raschiava lungo il suo pene. E' buffo che Josè e Kitty siano morti sotto la teca dei trofei, perché è così che vedevano i figli, come trofei. Non si parlava mai in questa famiglia: esperimenti sessuali perversi, e gli autori di abusi sono molto possessivi nei confronti dei loro esperimenti. Il problema è che i bambini che hanno subito abusi, come è accaduto a loro, non sempre finiscono per rivelarsi degli elementi così perfetti. Non rispettiamo molto i bambini in questo paese, pensiamo che mentano, pensiamo che inventino le cose, pensiamo che fantastichino. Non c'è da stupirsi che per loro non sia semplice fidarsi degli adulti. Se i nomi dei miei clienti fossero Lyla ed Erika Menéndez, per voi cambierebbe qualcosa? Perché se è così, non dovrebbe. Spesso non sono i maschi a subire certi abusi, ma purtroppo a volte succede e non bisogna mai, ripeto mai, incolpare la vittima. Mi rendo conto di aver fatto un'arringa piuttosto lunga. L'ho fatto perché nel momento esatto in cui finirò Erik sarà fuori dal mio controllo, e io non voglio lasciarlo andare. Così come Jil non vuole lasciar andare Lyle. Sono stati in molti a chiedermi che cosa volessi da tutto questo e... la mia risposta non deve essere necessariamente di stampo legale. Io voglio vedere Erik camminare per la strada senza manette. Senza catene. Vederlo camminare libero da tutto questo. Ciò che gli capiterà adesso dipende da voi. Siete stati una giuria meravigliosa, e vi ringrazio.
La serie "Monsters: La Storia di Lyle ed Erik Menéndez" è la seconda stagione dell'antologia "Monsters" creata da Ryan Murphy, già noto per serie di successo come American Horror Story e The Watcher. Questa nuova stagione si concentra sulla storia di Lyle ed Erik Menéndez, due fratelli accusati e condannati per l'omicidio dei loro genitori, José e Kitty Menéndez, avvenuto nel 1989.
La vicenda dei Menéndez è uno dei casi di cronaca nera più famosi degli Stati Uniti, poiché, oltre alla brutalità dell'omicidio, il processo ha attirato l'attenzione mediatica per la difesa presentata dai due fratelli. Lyle ed Erik hanno infatti sostenuto che il loro gesto fosse conseguenza degli abusi psicologici e sessuali subiti per anni da parte del padre, un potente imprenditore.
La serie esplora i retroscena familiari, mettendo in luce la complessità delle dinamiche disfunzionali all'interno della famiglia Menéndez, così come la pressione sociale e il contesto di potere in cui i due fratelli erano cresciuti.
Si nota subito come la difesa cerca di ribaltare completamente la narrazione proposta dall'accusa, facendo leva su fatti, ma soprattutto sull'aspetto umano e psicologico della storia di Erik e Lyle Menéndez. Questa arringa ha il chiaro obiettivo di umanizzare i due fratelli agli occhi della giuria, presentandoli come vittime prima di essere carnefici. Si fonda su diverse strategie retoriche:
Onere della prova e legittima difesa: Viene immediatamente messo in evidenza che spetta all'accusa dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio la colpevolezza di Erik e Lyle, introducendo poi il concetto di legittima difesa imperfetta. Si cerca di costruire l'idea che i fratelli abbiano agito in un contesto di paura e pericolo percepito, piuttosto che per premeditazione.
Il movente economico messo in discussione: La difesa demolisce l'idea che i fratelli abbiano ucciso i genitori per denaro, sottolineando che non avrebbero guadagnato nulla dalla loro morte in quel preciso momento. Questo passaggio è cruciale per smontare l'accusa di omicidio premeditato per avidità.
Paragone con il possesso di armi: Un'analogia molto forte è quella relativa all'acquisto dei fucili. La difesa invita la giuria a riflettere sulla differenza tra acquistare un'arma per proteggersi e comprarla con l'intenzione di uccidere. L'idea è quella di insinuare il dubbio che i fratelli non avessero pianificato nulla, ma fossero spinti dalla paura e dal bisogno di difendersi.
Le testimonianze sugli abusi: Il cuore del monologo ruota attorno agli abusi sessuali e psicologici subiti dai fratelli. Le testimonianze dei cugini e di altre figure vicine alla famiglia vengono utilizzate per costruire un quadro tragico e disturbante di una famiglia profondamente disfunzionale. La violenza e il controllo esercitati dai genitori diventano il fulcro della difesa, che suggerisce che gli omicidi siano stati l'atto disperato di due ragazzi spezzati e manipolati per anni.
Riflessione sociale sugli abusi: Un altro aspetto interessante del monologo è l'invito a riflettere su come la società tende a non credere alle vittime di abusi, soprattutto quando si tratta di uomini. La difesa gioca su questo tabù sociale, cercando di far emergere un senso di ingiustizia latente verso i due fratelli, quasi come se fossero già stati condannati dalla cultura stessa prima ancora che dalla legge.
Appello finale emozionale: La chiusura dell'arringa è particolarmente toccante. L'avvocato si confessa, ammettendo che il suo desiderio più grande non è solo di vedere Erik libero legalmente, ma di vederlo libero dalle catene emotive e psicologiche che lo hanno imprigionato per tutta la vita. Questo appello emotivo mira a toccare il cuore della giuria, invitandola a guardare oltre i fatti giuridici per considerare il dramma umano dei fratelli Menéndez.
In questo monologo, la difesa tenta di scardinare pregiudizi sociali profondi, come la difficoltà di credere agli uomini vittime di abusi. Facendo leva su emozioni, testimonianze di violenza familiare e un appello alla comprensione umana, l'avvocato cerca di costruire una giustificazione morale che sfumi i confini tra colpevolezza e vittimizzazione.
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