Monologo femminile - \"Le amiche della sposa\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Siamo alla festa di fidanzamento di Lillian e Doug, in “Le amiche della sposa” e Annie — la protagonista — è già sotto pressione. Ha organizzato un discorso semplice e affettuoso, ma viene oscurata completamente da Helen, che prende la parola subito dopo. Questo monologo è il momento in cui Helen ufficializza il suo ruolo di nuova migliore amica di Lillian. Ma lo fa con un tono che mescola affettazione, passivo-aggressività e una patina di perfezione sociale che è il suo marchio di fabbrica.

Sono la tua migliore amica

MINUTAGGIO: 21:00-23:15

RUOLO: Helen

ATTRICE: Rose Bryne

DOVE: Netflix

INGLESE

Thank you, Annie. That was so sweet. Thank you. Lil, remember that trip we took to Miami with the boys? And they were working the entire weekend, and we just sat and drank wine and ate peanut brittle. And I shared things with you that I've never shared with anyone. And you made me realize how I can trust people again. So let me just say, Lillian, you are my best friend. And I'm so proud of you. Sorry. And, Dougly... I'm sorry, inside joke. You better not keep my Lil on a leash because I still need my drunken Saturday nights at Rockin' Sushi, okay? Everybody raise your glasses to the couple of the decade, Doug and Lillian. Have a great night. Dessert wine is out.

ITALIANO

Grazie Annie, è stato toccante. Lillian, ricordi quel viaggio a Miami con i maritini? Loro hanno lavorato tutto il weekend, mentre noi bevevamo vino e mangiavamo noccioline. Con te ho condiviso cose che non ho mai raccontato a nessuno. Tu mi hai fatto capire come… sia possibile fidarsi delle persone. Quindi lascia che ti dica: “Lillian, sei la mia migliore amica” E sono così orgogliosa di te. E Dougghino… scusate, è una cosa nostra. Non tenerti troppo stretta la mia Lillian, perché io ho ancora bisogno dellle bevuto delle bevute del sabato sera al Rocking Sushi, ok? Tutti insieme, in alto i calici per la coppia del decennio. Dough e Lillian! E godetevi la serata, è arrivato il vino da dessert.

Le amiche della sposa

"Le amiche della sposa" (Bridesmaids, 2011), diretto da Paul Feig e scritto da Kristen Wiig insieme ad Annie Mumolo, è una commedia che gioca con la struttura dei film “da matrimonio” ma lo fa spostando tutto il centro emotivo e comico sul punto di vista della damigella d’onore. E già questo basta a far capire che non siamo davanti alla solita commedia romantica.

La protagonista è Annie Walker (Kristen Wiig), una donna sulla trentina che si trova in un momento di stallo esistenziale. Ha perso la sua pasticceria, ha una relazione occasionale con un uomo che la tratta con sufficienza (Jon Hamm), vive con due coinquilini assurdi e lavora in una gioielleria dove odia i clienti e odia se stessa. Tutto cambia quando la sua migliore amica di sempre, Lillian (Maya Rudolph), le annuncia di essere fidanzata.

Annie viene scelta come damigella d’onore, e lì comincia una lenta discesa in una spirale di gelosie, insicurezze e competizioni tragicomiche. Il conflitto principale nasce quando entra in scena Helen (Rose Byrne), una donna elegante, ricca, posata, che diventa quasi subito la rivale perfetta: tutto ciò che Annie non è. Helen si propone come nuova migliore amica di Lillian, e si intromette in ogni aspetto dell’organizzazione del matrimonio.

Ogni evento pre-matrimoniale (l’addio al nubilato, la scelta degli abiti, la cena, il viaggio a Las Vegas...) diventa un'occasione per mostrare questo scontro tra Annie e Helen, tra spontaneità e perfezione, tra disastro e controllo. Ma sotto le gag (alcune davvero spinte, tipo la famigerata scena del negozio di abiti da sposa) c'è una tensione emotiva autentica: Annie non sta solo sabotando i preparativi del matrimonio. Sta sabotando se stessa perché non riesce ad accettare che la sua vita sia andata a rotoli.

Analisi Monologo

“Grazie Alin, è stato toccante.”

Parte subito in modo apparentemente elegante, ringraziando chi ha parlato prima (Annie), ma quel “toccante” suona già ambiguo. Detto da Helen, che è sempre misurata, sembra quasi un modo per chiudere rapidamente il discorso di Annie e introdurre il proprio — come se volesse dire: “Bene, ora lasciamo parlare i grandi”.

“Lillian, ricordi quel viaggio a Miami con i maritini?...”

Qui Helen entra nel cuore della sua strategia: evocare un ricordo intimo, qualcosa che Annie non conosce. Il sottotesto è chiaro: “Io ho condiviso esperienze con Lillian che tu non hai mai vissuto”. Il tono è dolce, ma lo scopo è marcare il territorio emotivo. L’uso del diminutivo “maritini” ha un doppio effetto: da una parte rende tutto più familiare, dall’altra sottolinea una certa esclusività, una bolla a cui pochi hanno accesso.

“Con te ho condiviso cose che non ho mai raccontato a nessuno.”

Questa frase è potentissima. È una dichiarazione di vulnerabilità, o almeno così sembra. In realtà è una mossa calcolata: Helen non è vulnerabile, ma sta usando la vulnerabilità come leva emotiva per affermare una connessione profonda. Sta cercando di convincere non solo Lillian, ma anche tutti i presenti, che lei è la più vicina alla sposa.

“Tu mi hai fatto capire come… sia possibile fidarsi delle persone.”

Questo passaggio rafforza il tono “emotivo” del discorso, ma se ci pensi bene, ha una strana struttura. Sembra improvvisato, come se fosse un pensiero nato lì per lì. Ma conoscendo Helen, sappiamo che è costruito con precisione: è un’esibizione di spontaneità.

“Lillian, sei la mia migliore amica.”

Eccolo, il colpo di grazia. È la frase che Annie non ha osato dire. Helen invece la spara, davanti a tutti, con naturalezza disarmante. Ed è qui che il monologo smette di essere un semplice discorso da festa: diventa una dichiarazione di guerra sottile ma letale.

“E Dougghino… scusate, è una cosa nostra.”

Anche qui: gesto apparentemente affettuoso, ma che crea un altro codice interno tra lei e la coppia. Come se volesse dire: “Io sono dentro la loro intimità”. In realtà è una forma di esclusione verso tutti gli altri, soprattutto Annie.

“Non tenerti troppo stretta la mia Lillian…”

Questa è una delle frasi più affilate dell’intero film. Sembra una battuta simpatica, ma ha un contenuto territoriale: “Non prenderla tutta per te, perché io ho ancora bisogno di lei.” Sottintende una relazione di possesso, una competizione mascherata da amicizia.

“Godetevi la serata, è arrivato il vino da dessert.”

La chiusura perfetta: elegante, sociale, apparentemente innocua. Ma anche qui, Helen usa il contesto per riportare tutto sotto il suo controllo, dando la sensazione che tutto l’evento sia sotto la sua regia.

Conclusione

Il monologo di Helen è un capolavoro di manipolazione emotiva in abito da sera. Ogni parola è scelta per apparire empatica e affettuosa, ma dietro c’è un messaggio preciso: io sono la migliore amica, io sono la nuova figura centrale nella vita di Lillian, e non c’è spazio per te, Annie. Non urla, non attacca direttamente, ma costruisce un discorso in cui ogni frase è un colpo gentile ma efficace.

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