Monologo femminile - Jennifer Lawrence in \"Fidanzata in affitto\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Maddie, tratto da Fidanzata in affitto, è uno dei momenti più significativi e rivelatori del film. In una commedia che gioca spesso con il paradosso e con il registro comico, qui invece ci troviamo di fronte a una crepa sincera nella corazza del personaggio. Un momento di esposizione totale, dove cadono tutte le maschere e Maddie smette per un attimo di interpretare un ruolo – quello della donna disinvolta, cinica, invulnerabile – per raccontare la sua origine ferita. Questo monologo arriva in una fase avanzata del film, quando la relazione tra Maddie e Percy ha superato la soglia del contratto iniziale e sta entrando in un territorio più umano e fragile. Percy, ragazzo sincero e curioso, fa domande che vanno a scavare nel passato. Ed è proprio da una di queste – “perché tuo padre non si è preso cura di tua madre?” – che si apre il racconto. Maddie non lo aveva mai verbalizzato davvero, nemmeno a sé stessa. Ma qui, qualcosa cede.

Non ci sono andata al ballo

MINUTAGGIO: 41:30-43:30

RUOLO: Maddie

ATTRICE: Jennifer Lawrence

DOVE: Netflix

INGLESE

I didn't even go to prom. Everyone asked me. The teachers asked me. I had a date and a dress. It was a long time ago. Well, you asked why my father didn't take care of my mother when she was sick. That's because he was in town with his family. They spend the summer here. They had a relationship. And then I came. I was just a mess he didn't want to deal with so he got his lawyers to clean everything up, gave my mom some money and a house to get us out. Years later, I wrote my father a letter asking him why he wanted nothing to do with me. But on the morning of graduation, the letters were returned to me, unopened. And so after that, I didn't want to go to prom, I didn't want to do anything, I just stayed in my room and cried.

ITALIANO

Non ci sono andata al ballo. Facevano a gara per invitarmi, perfino i prof. Avevo un ragazzo, e il vestito… E’ stato tanto tempo fa, a chi interessa… Mi hai chiesto perché mio padre non si è preso cura di mia madre quando era malata. Perché erano in città con la mia famiglia. Passava qui l’estate. Hanno avuto una storia. E poi sono arrivata io… E’ solo… un pasticcio di cui non voleva occuparsi, così… i suoi avvocati hanno sistemato le cose dando a mia madre un pò di soldi e la casa, per farci sparire. Anni dopo, gli ho scritto una lettera, chiedendogli perché non voleva saperne di me. Ma… la mattina del ballo la lettera è tornata indietro, ancora chiusa. A quel punto mi è passata… la voglia di andare al ballo, non mi andava più di fare niente, sono rimasta in camera a piangere. 

Fidanzata in affitto

Fidanzata in affitto” (titolo originale: No Hard Feelings) è una commedia del 2023 diretta da Gene Stupnitsky, con protagonista Jennifer Lawrence. Dietro la patina da teen comedy e gag da commedia spinta, il film in realtà si muove su un confine interessante tra la satira sociale, il racconto di formazione e una certa malinconia generazionale. Ma andiamo per gradi. La storia ruota attorno a Maddie Barker, interpretata da Jennifer Lawrence, una donna sulla trentina che vive a Montauk, nello stato di New York. Maddie è una guida turistica, vive alla giornata, e sta per perdere la casa ereditata dalla madre. Si ritrova con il conto in rosso, l’auto sequestrata, e nessuna prospettiva concreta. È in questo contesto che accetta un annuncio molto singolare: una coppia di genitori benestanti cerca qualcuno che “frequenti” il loro figlio diciannovenne, Percy, un ragazzo brillante, introverso e totalmente disconnesso dalle dinamiche sociali.

Il lavoro è chiaro: farlo uscire dal guscio prima che parta per il college. In cambio, le danno una Buick Regal. Maddie accetta.

Maddie si avvicina a Percy con l’idea di sedurlo, portarlo a vivere esperienze più "adulte", svegliarlo da quello che i genitori percepiscono come torpore emotivo. Ma il cuore della narrazione non sta tanto nel piano in sé, quanto nel modo in cui la relazione tra i due si sviluppa: in modo completamente diverso da quanto previsto.

Percy non è il classico nerd da commedia americana anni 2000. È un ragazzo intelligente, sensibile, consapevole di non essere "alla moda", ma non disposto a forzarsi per diventarlo. E Maddie, da parte sua, non è solo la donna cinica e spregiudicata che il film inizialmente ci presenta. La maschera della “tosta” inizia a incrinarsi scena dopo scena. Il film diventa così una doppia traiettoria di crescita: lui impara a uscire da sé stesso, lei è costretta a guardare la propria vita per quello che è, e non per come la racconta agli altri.

In questo senso, "Fidanzata in affitto" è una commedia che parla molto di solitudine, ma con leggerezza. Il tono rimane quello da commedia R-rated, piena di momenti spinti e situazioni assurde, ma sotto c’è uno strato più interessante: due personaggi che imparano qualcosa l’uno dall’altro, nonostante siano partiti da una dinamica totalmente squilibrata.

Analisi Monologo

La struttura del discorso è frammentata, esitante. Frasi brevi, sospensioni (“E poi… sono arrivata io”), ripensamenti (“È stato tanto tempo fa, a chi interessa…”), come se Maddie cercasse di tenere insieme una memoria che fa ancora troppo male. La prima parte del monologo è una distrazione – un diversivo quasi ironico – quando parla del ballo, dei professori che volevano invitarla, del vestito. È una specie di preambolo difensivo, un modo per dire: “non ero una sfigata, stavo bene”. Ma è solo una porta d’ingresso.

La verità emerge subito dopo: suo padre aveva una famiglia, passava l’estate con la madre di Maddie, e quando è nata lei è stata trattata come una complicazione da risolvere con un assegno e una casa lontana dagli occhi. Il punto più denso è quello della lettera: un gesto disperato, ma anche pieno di dignità. Maddie non chiede affetto, chiede spiegazioni. Vuole solo sapere perché. Ma la lettera torna indietro, chiusa. Nemmeno letta. E lì si spezza qualcosa.

Il ballo, in quel momento, diventa il simbolo di una vita normale che le è stata negata. Non è solo la festa in sé, ma tutto quello che rappresentava: essere vista, essere scelta, avere un padre che ti manda un messaggio, che ti dice "sono fiero di te". Niente di tutto questo le è arrivato. Ed è da quel momento che Maddie ha iniziato a isolarsi. Quella sera non è andata al ballo, è rimasta in camera a piangere. È lì che si è creata la frattura che l’ha portata a diventare la persona che conosciamo nel film: sarcastica, dura, indipendente ma autodistruttiva.

Conclusione

Questo monologo è la chiave di lettura emotiva del personaggio di Maddie. Non è una giustificazione, ma una rivelazione. Ci mostra la bambina dietro la donna, la solitudine dietro l’ironia, la ferita che ancora sanguina dietro la corazza da donna "tosta". È anche uno dei pochi momenti del film in cui il tono della commedia si ferma per lasciare spazio al dramma, in modo onesto e senza retorica.

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