Monologo femminile - la mamma di Jamie in \"Ted Lasso\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo della madre di Jamie Tartt è uno dei momenti più toccanti della serie, perché rappresenta una voce di amore puro e incondizionato in contrasto con la tossicità e la freddezza del padre di Jamie. Fino a questo punto, Jamie ha sempre vissuto con il peso di dimostrare qualcosa a suo padre, cercando di guadagnare la sua approvazione o, quantomeno, di provargli che si sbagliava su di lui. Questo lo ha spinto a essere arrogante, competitivo e a volte egoista, perché credeva che il successo fosse l’unico modo per riscattarsi agli occhi di quell’uomo.

Sarah, tu lascialo

STAGIONE 3 EPISODIO 11 MINUTAGGIO: 35:11-36:47

RUOLO: Mamma di Jamie

ATTRICE: -

DOVE: Apple TV

INGLESE

Jamie... your father, he is who he is. And he is never, ever, ever gonna change. And like it or not, you've ended up being who you are so that you can prove him wrong. And you are amazing. You are. When you come on for England... Oh. Jesus, Jamie, I wept. I bawled me fսck¡ng eyes out. And, yeah, your dad will be in the stands tomorrow, pissed out of his head, rooting against you. And it won't matter. You don't have anything to prove to that toerag. You're not lost, my sexy little baby. You're just not sure which direction you're going in... yet.

ITALIANO

Jamie, tuo padre… beh, è quello che è. E non potrà mai e poi mai cambiare il modo in cui è fatto. E che ti piaccia o meno sei diventato quello che sei per dimostrare che si sbagliava. E sei un uomo straordinario. Lo sei davvero. Quando hai giocato per l’inghilterra… Oh, santo cielo Jamie quanto ho pianto. Ho pianto fino a prosciugarmi gli occhi. E se domani tuo padre sarà sugli spalti con la solita rabbia a tifare contro di te non avrà importanza, perché non hai nulla da dimostrare a quel pezzente. Tu non sei perduto. Sei il mio piccino bellissimo. E’ soltanto che non sei sicuro della direzione da prendere, ancora.

Ted Lasso

"Ted Lasso" è una serie che, sotto l'apparenza di una commedia sportiva leggera, si rivela una narrazione stratificata e ricca di sfumature emotive. Creata da Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Joe Kelly e Brendan Hunt, la serie ha debuttato su Apple TV+ nel 2020 e si è rapidamente imposta come un prodotto capace di bilanciare umorismo, introspezione e crescita personale.



La storia segue Ted Lasso (Jason Sudeikis), un allenatore di football americano ingaggiato per allenare una squadra di calcio inglese, l’AFC Richmond, nonostante non abbia alcuna esperienza nel calcio europeo. L’assunzione non è casuale: Rebecca Welton (Hannah Waddingham), la nuova proprietaria del club, vuole distruggere la squadra come vendetta nei confronti del suo ex marito, il precedente proprietario, e pensa che assumere un allenatore incompetente sia il modo migliore per farlo.

Ted arriva in Inghilterra con un atteggiamento genuinamente positivo e un approccio fuori dagli schemi. Nonostante il cinismo iniziale di stampa, tifosi e giocatori, il suo metodo si basa sulla costruzione di fiducia e sul rafforzamento dell’identità della squadra, più che sulla tattica. Nel corso delle tre stagioni, la narrazione si sviluppa non solo attorno alle dinamiche sportive, ma anche ai percorsi di crescita personale dei personaggi.



Prima stagione: accettare il cambiamento


L’inizio è segnato dal contrasto tra l’ottimismo quasi ingenuo di Ted e la freddezza dell’ambiente calcistico britannico. All’interno della squadra, il capitano Roy Kent (Brett Goldstein), un veterano dal carattere burbero, e la giovane star Jamie Tartt (Phil Dunster), arrogante e talentuoso, rappresentano due poli opposti della leadership sportiva. Ted, con il suo metodo poco convenzionale, guadagna gradualmente il rispetto del gruppo, in particolare dell’insicuro Nathan Shelley (Nick Mohammed), inizialmente magazziniere, che Ted promuove a vice-allenatore.

Parallelamente, Rebecca, inizialmente intenzionata a sabotare Ted, si ritrova a cambiare idea, grazie anche all’amicizia con Keeley Jones (Juno Temple), influencer e fidanzata di Jamie, che evolve da semplice presenza mondana a figura chiave nella gestione del club. La stagione si conclude con il Richmond che retrocede, ma con una squadra più coesa e un’idea chiara su come ripartire.



Seconda stagione: affrontare i demoni interiori


Se la prima stagione esplora l’adattamento di Ted a un nuovo mondo, la seconda va più in profondità nel lato emotivo dei personaggi. Ted, nonostante la sua positività, inizia a mostrare segni di attacchi di panico, rivelando un lato più vulnerabile. Il tema della salute mentale prende il centro della scena con l’introduzione della psicologa dello sport Dr. Sharon Fieldstone (Sarah Niles), che sfida Ted a confrontarsi con il dolore irrisolto del suo passato, in particolare la morte del padre.

Nathan, da umile assistente insicuro, diventa sempre più ambizioso e rancoroso, sentendosi trascurato da Ted e sviluppando un’invidia crescente. Il suo arco narrativo culmina con il tradimento, quando lascia il Richmond per unirsi al West Ham, ora di proprietà dell’ex marito di Rebecca.

Intanto, Roy Kent, ritiratosi dal calcio giocato, trova una nuova dimensione come allenatore e partner di Keeley, mentre Jamie, dopo un periodo di crisi, cerca di maturare e diventare un giocatore meno egocentrico. La stagione chiude con tensioni irrisolte e un Richmond pronto a tornare in Premier League.



Terza stagione: chi siamo veramente?


La stagione finale affronta le questioni identitarie di ogni personaggio. Ted deve decidere se restare o tornare negli Stati Uniti per stare con il figlio. Nathan, dopo aver raggiunto il successo al West Ham, si rende conto di aver perso il senso di sé nel suo desiderio di affermazione. Rebecca riflette sul suo ruolo nel club, mentre Roy e Keeley affrontano le difficoltà di una relazione in continua evoluzione.

Sul piano sportivo, l’AFC Richmond, dato per sfavorito, diventa una squadra competitiva grazie a un calcio innovativo ispirato al Total Football, simbolo del superamento dei vecchi schemi e della ricerca di un’identità collettiva. La stagione si conclude con Ted che sceglie di lasciare il club per tornare a casa, Nathan che trova un equilibrio e Rebecca che, anziché vendere il Richmond, lo trasforma in qualcosa di ancora più grande.



Tematiche: più di una serie sportiva


Ted Lasso ribalta il concetto tradizionale di leadership. Il suo metodo non è basato sull’autorità o sulla conoscenza tecnica, ma sulla capacità di comprendere e valorizzare gli altri. Il messaggio è chiaro: vincere non significa solo alzare trofei, ma creare qualcosa di duraturo e significativo.


Salute mentale e vulnerabilità maschile


Uno degli aspetti più innovativi della serie è come affronta la salute mentale, specialmente tra gli uomini. Ted, che all’inizio sembra un ottimista incrollabile, si scopre fragile, segnato da traumi irrisolti. Nathan rappresenta il pericolo dell’insicurezza trasformata in rabbia repressa. Roy Kent, apparentemente duro e inscalfibile, impara a esprimere le proprie emozioni.


Trovare una famiglia fuori dalla famiglia biologica


L’AFC Richmond non è solo una squadra, ma una comunità. Ogni personaggio trova nel club un senso di appartenenza che va oltre il calcio: Rebecca si libera dall’ombra del suo ex-marito, Keeley costruisce una

carriera indipendente, Jamie supera il trauma di un padre tossico.


Il concetto di successo


La serie decostruisce l’idea classica di successo. Ted vince senza vincere trofei, Jamie diventa un leader quando smette di pensare solo a sé stesso, Nathan capisce che l’ambizione fine a sé stessa non porta alla felicità.

"Ted Lasso" è una serie che parte da un’idea semplice – un allenatore di football americano nel mondo del calcio inglese – per raccontare qualcosa di molto più profondo: il valore dell’empatia, il peso delle aspettative, la necessità di affrontare i propri demoni. Lo fa con un tono leggero ma mai superficiale, costruendo personaggi credibili e situazioni che parlano a tutti, che si sia tifosi di calcio o meno.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con una constatazione chiara e diretta: "Jamie, tuo padre… beh, è quello che è. E non potrà mai e poi mai cambiare il modo in cui è fatto." Questa frase è cruciale, perché aiuta Jamie a liberarsi di un’illusione. Per tutta la vita ha sperato, in fondo, che un giorno suo padre potesse cambiare, che potesse vederlo per quello che è davvero e finalmente rispettarlo. Ma sua madre lo dice senza mezzi termini: non succederà mai.


Segue poi la rivelazione più importante:"E che ti piaccia o meno, sei diventato quello che sei per dimostrare che si sbagliava." Qui la madre di Jamie dà un senso al suo percorso, anche se è stato doloroso. Il desiderio di provare a suo padre di essere migliore lo ha reso il grande giocatore che è oggi. Ma allo stesso tempo, questa frase suggerisce anche che è ora di lasciarsi alle spalle questa motivazione. Non deve più vivere per dimostrare qualcosa a suo padre. Deve iniziare a vivere per sé stesso.

Poi arriva la parte più emozionante del monologo: "E sei un uomo straordinario. Lo sei davvero. Quando hai giocato per l’Inghilterra… Oh, santo cielo Jamie, quanto ho pianto. Ho pianto fino a prosciugarmi gli occhi." Qui vediamo l’orgoglio sincero e incondizionato di una madre, che ha sempre visto il valore di suo figlio, anche quando lui stesso non lo vedeva. Il contrasto tra la freddezza del padre e l’amore della madre è fortissimo: il padre non gli ha mai dato una parola di incoraggiamento, mentre la madre ha sempre pianto di gioia per i suoi successi.


Subito dopo, lei rafforza ancora di più questo concetto: "E se domani tuo padre sarà sugli spalti con la solita rabbia a tifare contro di te non avrà importanza, perché non hai nulla da dimostrare a quel pezzente." Questa è la frase più potente del discorso. La madre di Jamie lo libera dal giogo del giudizio paterno, dicendogli che non importa cosa faccia suo padre, perché il suo valore non dipende da lui.


E poi chiude con la frase più tenera e rassicurante di tutte: "Tu non sei perduto. Sei il mio piccino bellissimo. È soltanto che non sei sicuro della direzione da prendere, ancora." Questa frase è fondamentale perché smonta completamente il timore di Jamie di essere perso, di non sapere chi è. Sua madre gli dice che non essere sicuri della propria strada non significa essere falliti, ma semplicemente essere in un momento di crescita. L’uso di "piccino bellissimo" è un dettaglio affettuoso che mostra come, per sua madre, Jamie sarà sempre il bambino che ama, indipendentemente da quanto successo abbia nel calcio.

Conclusione

Questo monologo è uno dei momenti più importanti nella crescita di Jamie Tartt. Per tutta la sua vita, Jamie ha cercato l’approvazione di un padre che non gli ha mai dato amore. Questo lo ha reso forte, ma anche insicuro e costantemente in lotta con sé stesso. Ma qui sua madre gli offre una prospettiva diversa: lui non è definito da suo padre. Non è definito dalla rabbia o dal bisogno di dimostrare qualcosa. È già straordinario, e non ha bisogno di nessuna conferma esterna per saperlo.

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