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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di Red – la Legata di Adelaide – arriva più tardi nel film Noi (Us), ed è la parte in cui il personaggio svela le motivazioni profonde dietro la sua ribellione. È una confessione, ma ha qualcosa di più grande: è una dichiarazione ideologica. Qui Red non è più solo un’ombra che ha sofferto in silenzio, è diventata una figura politica, quasi religiosa, con una visione. Un disegno. E lo esprime con parole che mischiano l’amarezza del vissuto e la lucidità di chi ha trovato uno scopo.. Red non sta più raccontando una storia privata, ma sta proclamando un manifesto. Il suo dolore personale è diventato una consapevolezza collettiva. Quello che dice è il cuore filosofico del film: cosa rende umani? Chi decide chi è in alto e chi è in basso? E se è vero che abbiamo tutti occhi, denti, sangue... perché alcuni vivono alla luce e altri nel buio?
MINUTAGGIO: 1:35:40-1:42:00
RUOLO: Red
ATTRICE: Lupita Nyong'o
DOVE: Netflix
INGLESE
How it must have been to grow up with the sky. To feel the sun, the wind, the trees. But your people took it for granted. We're human too, you know. Eyes, teeth, hands, blood. Exactly like you. And yet, it was humans that built this place. I believe they figured out how to make a copy of the body, but not the soul. The soul remains one, shared by two. They created the Tethered so they could use them to control the ones above. Like puppets. But they failed and they abandoned the Tethered. For generations, the Tethered continued without direction. They all went mad down here. And then, there was us. You remember? We were born special. God brought us together that night. I never stop thinking about you. How things could have been. How you could have taken me with you. Years after we met, the miracle happened. That's when I saw God and he showed me my path. You felt it, too. The end of our dance, the Tethered saw that I was different, that I would deliver them from this misery. I found my faith and I begin to prepare. It took years to plan. Everything had to be perfect. I didn't just need to kill you. I needed to make a statement that the whole world would see. It's our time now. Our time up there. And to think, if it weren't for you, I never would have danced at all.
ITALIANO
Chissà come sarà stato crescere guardando il cielo, sentire il sole, il vento, gli alberi. Ma la tua gente lo dà per scontato. Siamo umani anche noi, sai? Occhi, denti, mani, sangue, esattamente come voi. Eppure, sono stati gli umani a costruire questo posto. Io credo che abbiano capito come creare una copia del corpo, ma non dell’anima. L’anima resta una sola condivisa tra due corpi. Hanno creato gli incatenati, perché potessero controllare quelli di sopra, come marionette. Hanno fallito, e allora hanno abbandonato gli incatenati. Per generazioni, gli incatenati proseguono senza una rotta. Sono impazziti tutti, qui sotto. E poi, arriviamo noi. Te lo ricordi? Siamo nate speciali. Dio, ci ha permesso di incontrarci, quella notte.Non ho mai smesso di pensare a te. Come sarebbero andate le cose, come sarebbero andate se mi avessi portata con te. Anni dopo ci siamo riunite. E il miracolo è accaduto. E’ stato quando ho visto Dio, e lui mi ha mostrato la via. Lo hai sentito anche tu. Alla fine della nostra danza, gli Incatenati hanno capito che ero diversa, che li avrei liberati dalla loro miseria. Ho trovato la mia fedele. E ho cominciato a preparare. Ci ho messo anni a pianificare. Doveva essere tutto perfetto. Non dovevo semplicemente ucciderti, dovevo lasciare una testimonianza. Che tutto il mondo avrebbe visto. E’ il nostro momento, adesso. Il momento, di stare sopra. E pensare, che se non fosse stato per te, io non avrei mai danzato.
"Noi" (titolo originale: Us) è il secondo film scritto e diretto da Jordan Peele dopo il successo di Get Out. Uscito nel 2019, è un horror che si muove tra thriller psicologico, satira sociale e allegoria politica. La trama, già a una prima lettura, è stratificata. Ma più ci si addentra, più ci si rende conto che Peele ha costruito un film che lavora su due piani: quello della tensione narrativa e quello del significato simbolico. Partiamo dal primo.
Siamo a Santa Cruz, California. La storia si apre con un prologo ambientato nel 1986: una bambina di nome Adelaide, in vacanza con i genitori, si perde in un luna park e si addentra in una casa degli specchi. Lì avviene qualcosa di traumatico: incrocia il suo doppio. Nessuno sa cosa sia successo esattamente, ma Adelaide ne esce profondamente cambiata.
Saltiamo avanti di qualche decennio. Adelaide è cresciuta (interpretata da Lupita Nyong’o) e torna a Santa Cruz con il marito Gabe (Winston Duke) e i loro due figli, Zora e Jason. Sembrano una famiglia normale in vacanza. Ma sin da subito qualcosa stona: Adelaide è inquieta, ha il terrore che accada di nuovo qualcosa di simile a ciò che ha vissuto da bambina.
E infatti accade. Una notte, mentre sono nella loro casa estiva, si presenta davanti a loro una famiglia... identica. Hanno il loro stesso aspetto, ma sono silenziosi, deformati nei movimenti, armati di forbici e indossano delle tute rosse. Li chiamano The Tethered (i Legati).
Da qui inizia un viaggio di sopravvivenza, ma anche di confronto con se stessi. I Tethered sono dei doppelgänger: cloni, copie, ombre. Vivono in un mondo sotterraneo, abbandonati da chi li ha creati, destinati a ripetere le azioni delle loro controparti in superficie in modo distorto, come marionette rotte. Ma ora si sono ribellati.
La struttura del film è divisa in due atti principali. Il primo è più contenuto, quasi un home invasion, e gioca molto con le convenzioni dell'horror domestico. Il secondo si apre al mondo e diventa una storia più ampia: ci rendiamo conto che non è solo Adelaide ad avere un doppio, ma ogni persona in America. La rivolta dei Tethered è collettiva, coordinata, e ha un messaggio simbolico fortissimo: gli emarginati hanno deciso di salire in superficie.
Qui il film si sposta sul piano simbolico. I Tethered sono la rappresentazione materiale di una società divisa, dove una parte vive alla luce e l’altra nell’ombra, ignorata, invisibile. Peele li costruisce come una metafora degli esclusi, di chi è stato sacrificato per mantenere il benessere degli altri.
Sono lo “specchio” della società americana – nel senso più letterale. Lo stesso tema dell’identità è al centro della vicenda: chi siamo quando siamo guardati, e chi siamo quando nessuno ci vede?
“Siamo umani anche noi, sai? Occhi, denti, mani, sangue, esattamente come voi.” Questo è uno dei passaggi più crudi e diretti. Red sta parlando con Adelaide, ma sta anche parlando allo spettatore. È una rivendicazione, ma non urlata: è il promemoria più semplice e più disarmante che ci sia. Siamo come voi. Non ci sono differenze biologiche, solo circostanze diverse. E Peele, attraverso Red, scardina un altro meccanismo: quello della “disumanizzazione” degli emarginati. Il pubblico è stato portato a temere i Tethered come figure mostruose. Ma in questo momento ci viene detto che sono semplicemente persone lasciate marcire nell’oscurità.
“Io credo che abbiano capito come creare una copia del corpo, ma non dell’anima. L’anima resta una sola condivisa tra due corpi.” Qui il film si apre a un livello ancora più simbolico. Red propone una teoria: i Tethered sono stati creati artificialmente, come esperimento di controllo sociale. Ma qualcosa è andato storto. Il corpo si duplica, l’anima no. L’anima è indivisibile. E questo significa che ogni essere umano in superficie condivide la propria anima con un essere umano intrappolato nel sottosuolo. È una metafora fortissima: Peele ci sta dicendo che il nostro benessere, i nostri privilegi, sono spiritualmente collegati alla sofferenza di qualcun altro. Non è solo una dinamica economica o politica: è ontologica. E questo rende ogni individuo responsabile.
“Dio, ci ha permesso di incontrarci, quella notte. [...] È stato quando ho visto Dio, e lui mi ha mostrato la via.” Red parla come un’illuminata. L’incontro con Adelaide, da bambina, è il momento in cui il ciclo si rompe. È un trauma, sì, ma anche un risveglio. È come se per la prima volta, lì sotto, una Tethered avesse sviluppato coscienza di sé, individualità, volontà. Non è solo una ribellione, è l’inizio di una nuova narrazione. Quella che era un’ombra diventa profeta. E la danza – elemento ricorrente nel film – diventa simbolo di espressione umana, di grazia, ma anche di resistenza. La Red che danza è quella che, per la prima volta, sceglie.
“Non dovevo semplicemente ucciderti, dovevo lasciare una testimonianza. Che tutto il mondo avrebbe visto.” Qui Red non è solo motivata dal dolore personale. Vuole lasciare un segno. La sua è una vendetta, sì, ma con una funzione scenica, quasi teatrale. È una dichiarazione al mondo intero. La vendetta non serve se non è visibile, se non viene capita, se non scuote la superficie. E questo rimanda a Hands Across America – il gesto finale del film – che diventa una specie di happening post-apocalittico. La violenza dei Tethered non è cieca: è dimostrativa. Una performance, una scossa.
Questo monologo è il momento in cui Red smette di essere una vittima e si mostra per quello che è diventata: un simbolo. Una leader. Non per scelta, ma per necessità. È l’unica che ha avuto l’occasione – l’incidente – di vedere entrambi i mondi. E proprio per questo diventa un ponte. Una figura messianica, tragica, destinata a scardinare l’equilibrio.
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