Monologo femminile - Yumeko Jabami in \"Kakegurui\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Siamo nel cuore della logica di Kakegurui: un duello mentale, una stanza carica di tensione, più simile a un ring teatrale che a un’aula scolastica. Yumeko sta esponendo. Espone tic nervosi, strategie fallaci, illusioni di potere. Questo monologo arriva come un colpo di scena a metà spettacolo, in un momento in cui la tensione cresce e gli altri giocatori cominciano a credere di poterla sopraffare.

E invece, no. Yumeko li ha già letti tutti. E lo fa con il tono di chi non ha bisogno di alzare la voce: è l’effetto sorpresa della calma che disarma, il tono da spettatrice divertita che osserva un gioco troppo facile.

Non sapete giocare

STAGIONE 1 EP 1

MINUTAGGIO: 2:10-3:14

RUOLO: Yumeko

ATTRICE: Minami Hamabe

DOVE: Netflix

ITALIANO

Mia madre mi ha detto di non farlo mai. Se uno gioca solo per soldi, vince soltanto quando li ottiene. Chi gioca per divertirsi… vince ogni volta. E comunque… non mi serve barare per vincere contro di voi. Tu sei troppo aggressivo e speri in colpi di fortuna che non arrivano; tu… quando bluffi sfreghi le unghie l’una contro l’altra; tu sei bellissima, ma credi che la tua scollatura e il tuo aspetto ci distraggano. Allettante, ma non funziona. Sei sempre fatto, non sei ingrato di giocare. E tu… tu sei terribile. E lei, signor Nolan… mhmhmh, inclina la testa inconsciamente di cinque gradi per ogni carta rivelata.

Kakegurui

"L’adattamento anime di “Kakegurui” disponibile su Netflix porta su schermo l’omonimo manga di Homura Kawamoto e Tōru Naomura, e lo fa con uno stile visivo fortemente teatrale, quasi espressionista, che riflette bene la natura esasperata del suo mondo. La storia si svolge all’interno dell’Accademia Privata Hyakkaou, un’istituzione scolastica privata frequentata quasi esclusivamente da rampolli di famiglie potenti: politici, industriali, gente che in futuro sarà al vertice della società giapponese. Ma, a differenza delle tipiche scuole d’élite, qui il valore degli studenti non è misurato in voti o in sport... bensì nella loro abilità nel gioco d’azzardo. E quando parliamo di gioco d’azzardo, intendiamo vere e proprie battaglie psicologiche in cui gli studenti si scontrano scommettendo soldi, status e, nei casi peggiori, la propria libertà individuale. Chi perde e si indebita troppo finisce per diventare un "animale domestico", uno schiavo sociale all’interno dell’istituto. Una gerarchia feroce, regolata più da sadismo che da merito, in cui il Consiglio Studentesco domina con pugno di ferro.

L’ordine imposto viene messo in discussione dall’arrivo di Yumeko Jabami, una studentessa dal volto dolce e dalle maniere eleganti, che però si rivela fin da subito completamente ossessionata dal gioco. A differenza degli altri, Yumeko non gioca per vincere o per salire nella gerarchia sociale. Gioca per il brivido della scommessa, per il piacere puro del rischio, per il momento in cui la razionalità si rompe e rimane solo l’adrenalina. Ed è proprio questo che la rende una mina vagante: non è corruttibile, non si lascia intimidire, non ha niente da perdere. Il suo modo di approcciarsi al gioco rompe le regole psicologiche su cui si fonda la gerarchia dell’accademia, e inizia a mettere in crisi gli equilibri di potere. Uno dopo l’altro, i membri del consiglio studentesco – tutti personaggi con tendenze teatrali e strategiche, tra sadismo e delirio di controllo – tentano di eliminarla. Ma Yumeko si dimostra in grado non solo di sopravvivere, ma anche di esporre le trappole, ribaltare gli schemi e spingere i suoi avversari verso il panico e la perdita di controllo.

Analisi Monologo

Mia madre mi ha detto di non farlo mai. Se uno gioca solo per soldi, vince soltanto quando li ottiene. Chi gioca per divertirsi… vince ogni volta.Questa frase è la chiave di volta del pensiero di Yumeko. Il gioco, per lei, non è un mezzo per accumulare potere o denaro. È una fine in sé, una forma di libertà personale. L’azzardo come esperienza sensoriale, come verità rivelata nel momento in cui la maschera crolla. Lì dove gli altri vedono una scala di valori – vincere/perdere, ricco/povero, sopra/sotto – lei vede una sola cosa: il piacere del rischio. Ed è qui che Yumeko si differenzia da tutto il sistema dell’Accademia Hyakkaou, costruito su calcoli, manipolazioni e controllo. In un contesto in cui chi perde viene umiliato pubblicamente, Yumeko capovolge la logica: non si può perdere se l'obiettivo è semplicemente godersi il gioco.

E comunque… non mi serve barare per vincere contro di voi.” Qui parte il secondo atto del monologo, quello in cui Yumeko smonta i suoi avversari uno a uno. Non solo dichiara di non avere bisogno di barare: dimostra che ha già letto le debolezze di ciascuno. E lo fa con una precisione quasi chirurgica, ma sempre con un sorriso, come se fosse un esercizio di stile.

Tu sei troppo aggressivo e speri in colpi di fortuna che non arrivano: un giocatore impulsivo, che non ha strategia, solo speranza.

Tu… quando bluffi sfreghi le unghie l’una contro l’altra: una spia involontaria, un tic nervoso che rivela l’inganno.

Tu sei bellissima, ma credi che la tua scollatura e il tuo aspetto ci distraggano. Allettante, ma non funziona: Yumeko vede oltre l’apparenza, e denuncia chi usa il corpo come distrazione.

Sei sempre fatto, non sei in grado di giocare: uno smascheramento diretto e impietoso.

E tu… tu sei terribile.”: non c’è nemmeno bisogno di dettagli. È una sentenza.

E lei, signor Nolan… mhmhmh, inclina la testa inconsciamente di cinque gradi per ogni carta rivelata.: l’ultimo colpo, quello più raffinato. Individua un gesto minuscolo e lo trasforma in un punto debole, dimostrando un’osservazione quasi sovrumana.

Ogni battuta è una lama, ma affilata con eleganza. Il tono è quello della sfida, certo, ma anche della leggerezza: Yumeko si diverte, non è arrabbiata, non è nemmeno esaltata. È nel suo elemento. Come un attore che ha già letto l’intero copione e ora lo recita davanti a un pubblico che crede ancora di poter cambiare la storia.

Conclusione

Questo monologo funziona come manifesto ideologico del personaggio: Yumeko non gioca per vincere, gioca per capire. Il gioco per lei è un test di verità, uno spazio dove le persone rivelano chi sono realmente. E in questo discorso lo fa emergere benissimo, smascherando gli altri non con rabbia o superiorità, ma con un tono quasi affettuoso. Come a dire: "Non è colpa vostra. È che non siete fatti per questo."

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