Monologo Matthew My Secret Santa – Mia mamma è Babbo Natale

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Matthew in "My secret Santa - Mia mamma è Babbo Natale!"

Il monologo finale di Matthew in My Secret Santa – Mia mamma è Babbo Natale è un momento chiave del film, perché trasforma un personaggio incerto in una figura capace di parlare alla propria comunità con sincerità e calore. Il discorso non è solo un saluto natalizio, ma un passaggio emotivo in cui Matthew riconosce i suoi errori, riscopre il valore del gruppo e dà al pubblico la definizione più autentica di Babbo Natale: un’idea di gentilezza, amore e appartenenza.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: My secret Santa - Mia mamma è Babbo Natale! (2025)
Personaggio: Matthew
Attore: Ryan Eggold

Minutaggio: 1:18:30-1:19:30

Durata: 1 minuto

Difficoltà: 4/10 Non è un monologo tecnicamente complesso, ma richiede controllo emotivo, calore relazionale e la capacità di risultare sincero anche in un discorso pubblico. 

Emozioni chiave timidezza e insicurezza iniziale, dolore e vergogna latente, onestà emotiva, calore e senso di appartenenza, rinascita personale

Contesto ideale per un attore Perfetto per situazioni come discorso pubblico in un contesto comunitario (scuola, azienda, squadra sportiva)m scene di redenzione o riconquista del proprio valore

Dove vederlo: Netflix

Contesto del film "My secret santa - Mia mamma è Babbo Natale!"

Taylor Jacobson lavora in una fabbrica di biscotti natalizi. Mentre controlla alcuni dolcetti decorati, compresi dei Babbi Natale dall’espressione curiosamente depressa, viene raggiunta dal signor Clotz, che la licenzia senza spiegazioni. Taylor torna a casa sconvolta: deve dirlo a sua figlia Zoey e, in più, la proprietaria di casa le ricorda che è in ritardo con l’affitto. La giornata però prende una piega ancora più complessa: Zoey è stata ammessa alla prestigiosa Sun Peaks Snowboard Academy. Una notizia incredibile… con una quota di iscrizione enorme. Taylor non sa come permettersela. Il giorno dopo prova a vendere alcuni vecchi vinili. Un uomo, Matthew Lane, la riconosce come ex frontwoman degli Screamin’ Kittens e prova a corteggiarla, ma Taylor lo liquida: non è proprio in modalità “appuntamenti”. Parlano anche di questo con suo fratello, che lavora nel mondo dei costumi: serve trovare un lavoro, subito. E quando il compagno del fratello rivela che i dipendenti del Sun Peaks Ski Resort hanno uno sconto del 50% sulle rette scolastiche… ecco l’obiettivo.

Al resort, però, la situazione è caotica: il Babbo Natale ufficiale si è licenziato e la posizione è libera. È un lavoro molto ben pagato, peccato che Taylor non sia un uomo anziano con la barba bianca. Ma l’idea arriva: travestirsi. Grazie al fratello e al compagno che fanno costumi, Taylor si trasforma in un vecchio Babbo Natale credibilissimo, con parrucca, protesi e abiti su misura. Quando si presenta al resort, ritrova Matthew… che però non la riconosce minimamente. Il travestimento funziona, e Taylor ottiene il lavoro. Viene guidata da Jimmy, il capo degli “elfi”, e si ritrova nello spogliatoio maschile proprio mentre Matthew si sta cambiando. È un momento surreale: Matthew parla con l’anziano “Hugh Mann” (nome fittizio di Taylor), gli confida le sue insicurezze e gli chiede perfino aiuto con la cravatta. Taylor rischia di essere scoperta quando le cade il suo burrocacao rosa all’unicorno… ma Matthew non collega nulla. All’inaugurazione dell’albero di Natale Matthew prova a fare un discorso, ma il pubblico non lo apprezza. Quando arriva Babbo Natale/Hugh, la leva dell’accensione si rompe e le luci esplodono, creando un mezzo disastro. Taylor torna a casa ancora travestita e incontra la vicina Doralee… che rimane colpita dal “padre” di Taylor, non sapendo che è proprio lei.

Il villaggio di Babbo Natale apre. Taylor, nei panni di Hugh, dà consigli un po’ troppo “materni”. Un bambino rompe una parte del costume lasciando trucioli a terra e più tardi alcune bambine prendono in giro Zoey. Nel frattempo le recensioni online sul nuovo Babbo Natale sono pessime: il pubblico non lo sopporta. Matthew vorrebbe licenziarlo, ma parlando con Hugh gli confida i suoi sentimenti verso Taylor. Questo cambia lo sguardo della donna che si nasconde sotto il costume: capisce che Matthew è sincero e comincia a guardarlo con più fiducia. Quando Zoey confida a Babbo Natale che vorrebbe che sua madre trovasse un fidanzato, e che era una cantante fantastica, Taylor capisce che il suo travestimento può diventare un modo per aiutare gli altri. Hugh comincia a funzionare: intrattiene, ascolta, coinvolge i bambini. Insieme a Matthew e a una bambina balbuziente, riesce persino a creare un momento musicale emozionante. Intanto Natasha, vicepresidente marketing, sospetta di Hugh Mann e inizia a indagare. Mentre il resort sale alla ribalta grazie al nuovo Babbo Natale, Taylor e Matthew iniziano ad avvicinarsi. Passano momenti sinceri: cioccolata calda, confidenze sul passato, una giornata sugli sci. Matthew invita Taylor alla festa di Natale.

Durante la festa però Matthew la fa chiamare sul palco per cantare da ex Screamin’ Kittens. Taylor va nel panico: il suo passato musicale è una ferita aperta. Fugge, lasciando di nuovo il burrocacao rosa in vista. Natasha, incrociando dati e dettagli, scopre la verità: Hugh Mann non esiste ed è collegato a Taylor. Taylor torna a casa e paga finalmente l’affitto. Doralee, sempre più infatuata del “padre di Taylor”, la mette in ulteriore difficoltà. Nottetempo, Taylor riprende in mano la sua chitarra, combattuta tra passato e futuro. Intanto, nel villaggio, Babbo Natale console una ragazzina (Ava) che era stata cattiva con Zoey: il primo vero momento in cui Taylor usa il personaggio per aiutare gli altri.

Testo del monologo + note

Un bell’applauso agli aiutanti di Babbo Natale? Bene. Vi ricordate di me? Sono Matthew Lane, sono… beh, lavoravo qui. Avrete sentito tutti cosa è successo con Babbo natale. Stiamo ancora cercando di capire come procedere, ma nel frattempo sembra che quest’anno Sun Peaks non avrà un Babbo Natale. Già. Ma non significa che non festeggeremo il Natale. Perché cos’è Babbo Natale, in realtà? Insomma, non è solo una barba, un vestito, o un simpatico pancione. E’... un’idea. Di cui tutti facciamo parte. Non importa chi siamo. Babbo Natale è… gentilezza. E… generosità e amore. E’ tutto ciò che ci rende una famiglia qui a Sun Peaks. Quindi spero che festeggerete tutti con me, anche solo per stasera, il meglio di ciò che siamo e che possiamo diventare. E Che vi unirete a me nell’augurare buon natale a tutti e a tutti una buona serata!

"Un bell’applauso agli aiutanti di Babbo Natale?": attacco con energia gentile, sorriso aperto; usa la battuta per sciogliere il pubblico e scioglierti tu; piccola pausa durante l’applauso, sguardo che vaga tra i bambini e i genitori.

"Bene.": tono più contenuto, come se prendessi fiato per entrare nel discorso vero; micro-pausa dopo, aggiusta il microfono o la postura.

"Vi ricordate di me?": ironia leggera, come se non fossi così sicuro di essere stato apprezzato finora; sguardo al pubblico in cerca di una reazione, mezzo sorriso autoironico.

"Sono Matthew Lane, sono…": inizio sicuro sul nome, poi esitazione su “sono…”; lascia che il “vuoto” faccia sentire la sua crisi d’identità; micro-pausa prima dei puntini.

"beh, lavoravo qui.": abbassa leggermente la voce, ammissione un po’ amara ma non vittimistica; sguardo breve verso il padre o verso chi sa cosa è successo; accenna un sorriso autoironico per non appesantire.

"Avrete sentito tutti cosa è successo con Babbo Natale.": tono più serio, condiviso; non serve spiegare, “sapete già”; sguardo che abbraccia la sala, come a includere tutti nel fatto.

"Stiamo ancora cercando di capire come procedere,": leggero sospiro prima; metti nel tono un’onestà pratica, “siamo in alto mare ma ci stiamo provando”; lo sguardo è sincero, non da manager freddo.

"ma nel frattempo sembra che quest’anno Sun Peaks non avrà un Babbo Natale.": qui c’è il punto basso emotivo; pausa dopo “nel frattempo”; su “non avrà un Babbo Natale” lascia un filo di tristezza, guarda i bambini o il villaggio spento.

"Già.": brevissima parola, ma pesa; detta piano, quasi un commento a sé stesso; micro-silenzio dopo, lasciando al pubblico il tempo di sentire il vuoto.

"Ma non significa che non festeggeremo il Natale.": piccolo cambio di energia, inizia un leggero crescendo; sorriso accennato, come se volessi rialzare tutti; lo sguardo torna ad aprirsi verso il pubblico.

"Perché cos’è Babbo Natale, in realtà?": domanda sincera, non retorica; prendi una pausa dopo “Perché” e un’altra dopo “Babbo Natale”; cerca gli occhi di qualcuno, come se aspettassi davvero una risposta.

"Insomma, non è solo una barba, un vestito, o un simpatico pancione.": tono colloquiale, quasi da chiacchierata; magari accompagni con un gesto che “disegna” barba, vestito, pancia; fai sorridere leggermente il pubblico.

"È... un’idea.": rallenta molto; pausa lunga sul “È...”; su “un’idea” abbassa il tono, fallo più caldo e raccolto, come se ti sorprendesse mentre lo dici.

"Di cui tutti facciamo parte.": sottolinea “tutti”; guarda in punti diversi della sala, includendo persone diverse; il tono diventa più inclusivo, meno insicuro.

"Non importa chi siamo.": detta con semplicità, niente enfasi retorica; un filo di convinzione in più, come se parlassi anche di te che ti senti “sbagliato”.

"Babbo Natale è… gentilezza.": pausa netta prima di “gentilezza”; dilla con voce morbida, quasi dolce; lo sguardo può andare verso un bambino o un gesto tenero visto in giornata.

"E… generosità e amore.": riprendi dopo una breve sospensione, come se stessi cercando le parole giuste; “generosità” più ampia, “amore” detta più piano, personale.

"È tutto ciò che ci rende una famiglia qui a Sun Peaks.": qui il tono si fa più pieno; sottolinea “tutto ciò che ci rende una famiglia”; puoi guardare il padre, i colleghi, come se finalmente ti riconoscessi parte di quel gruppo.

"Quindi spero che festeggerete tutti con me,": tono di invito, non di comando; apri le braccia leggermente; “con me” non è ego, ma proposta di condividere qualcosa.

"anche solo per stasera,": smorza un poco, quasi timido; come se dicessi “non vi chiedo una rivoluzione, solo una serata”; breve sorriso, sguardo dolce.

"il meglio di ciò che siamo e che possiamo diventare.": qui puoi permetterti un piccolo crescendo emotivo; su “possiamo diventare” lascia trapelare la sua speranza di crescita personale e collettiva.

"E che vi unirete a me": mantieni il filo del discorso, tono caldo; guarda il pubblico come se stessi davvero aspettando il loro “sì” implicito.

"nell’augurare buon Natale a tutti": prepara la chiusa, ritmo leggermente più solenne ma semplice; “buon Natale” con sincerità, senza enfasi da spot.

"e a tutti una buona serata!": chiusura aperta e luminosa; sorriso pieno, lascia vibrare un attimo di silenzio dopo la frase, come se il pubblico dovesse “ricevere” il messaggio prima che partano gli applausi.

Analisi del monologo di Matthew in "My secret Santa"

Il monologo di Matthew si costruisce come un piccolo rito di passaggio: un uomo che non ha mai davvero trovato la sua voce si ritrova, quasi suo malgrado, a parlare a una comunità che lo ha visto fallire, confondersi e poi rialzarsi. L’inizio è goffo, morbido, quasi timido: chiede un applauso agli aiutanti di Babbo Natale, e in quel gesto c’è la necessità di prender tempo, di trovare un punto d’appoggio emotivo.

Quando chiede “Vi ricordate di me?”, l’ironia è un modo per proteggersi: si presenta, si corregge, ammette di “lavorare qui” al passato, ed è come se stesse togliendo un peso dalle spalle senza farne un dramma. C’è un filo di vulnerabilità che attraversa le prime battute, e che rende Matthew immediatamente umano.

Il discorso entra nella sua zona viva quando parla della mancanza di un Babbo Natale. La frase breve, “Già”, è un micro-cedimento: un riconoscimento del vuoto. Ma subito dopo avvia il cambio di energia: non c’è un Babbo Natale, sì, ma il Natale non scompare. Ed è qui che la sua voce trova finalmente una direzione. Chiede al pubblico di farsi una domanda semplice e gigantesca: cos’è Babbo Natale? Non un costume, non una barba, non un pancione. In quella pausa sospesa prima di dire “È un’idea”, Matthew compie il salto emotivo più importante: smette di parlare come un manager e inizia a parlare come un uomo che ha capito qualcosa di sé.

L’idea di Babbo Natale come gentilezza, generosità e amore non è una definizione teorica: è ciò che Matthew ha visto negli altri mentre lui lottava con la propria insicurezza. In quel momento il monologo cambia prospettiva: non parla più a Sun Peaks, ma per Sun Peaks, includendosi per la prima volta nella famiglia che nomina. Quando invita tutti a festeggiare “il meglio di ciò che siamo e che possiamo diventare”, sta dicendo implicitamente anche a sé stesso che può migliorare, che può crescere, che non è definito dai suoi errori. La chiusura, semplice e calorosa, è la firma di un uomo che finalmente ha trovato la sua voce e la mette al servizio della comunità. Un piccolo discorso, ma una grande trasformazione.

Finale di "My secret Santa" (Spoiler)

Arriva la festa di Natale del resort. Taylor deve essere sia se stessa sia Babbo Natale. Col fratello, organizza un sistema rapidissimo di travestimento nei bagni. Natasha osserva, sospetta, controlla. Quando irrompe nella sala e accusa Hugh di essere un truffatore che usa l’identità di Taylor, è pronta a smascherarla davanti a tutti. Ma proprio in quel momento arriva una notizia: Zoey si è fatta male.

Taylor corre fuori dall’hotel travestita da Babbo Natale, usando però la sua voce reale. È chiaro a tutti: Babbo Natale è lei. A quel punto si toglie la maschera, rivelando la verità davanti all’intero resort. La priorità però è la figlia. Zoey è fuori pericolo, mentre Ava racconta come ha chiamato i soccorsi a sua madre, che è proprio Natasha. E qui accade qualcosa di importante: Natasha si rende conto che Taylor ha davvero aiutato sua figlia con parole sincere. Robert, il padre di Matthew, furioso per la gestione del resort, licenzia il figlio che si assume la responsabilità di tutto pur di proteggere Taylor e la stessa Natasha, nonostante tra i due ci fossero frizioni. Natasha sorprendentemente ringrazia Matthew: lo considera un vero leader e gli chiede di fare il discorso finale. Matthew, per la prima volta, parla con il cuore. È un momento chiave della sua crescita.

In quel momento arriva anche Taylor. Sale sul palco, chiede scusa pubblicamente e, finalmente, si apre. Matthew la ascolta, i due si avvicinano, si dichiarano e si baciano davanti alla folla.

Il finale esplode in un momento musicale: Taylor torna a cantare, stavolta non come fuga dal passato ma come scelta libera. Matthew la accompagna con la chitarra, mentre Robert – ora orgoglioso del figlio – osserva felice. Alla piccola festa di Natale Doralee e Robert si scambiano sguardi d’intesa. Natasha diventa direttrice generale. Zoey ottiene la sua scuola. Tutti trovano il proprio posto.

Credits e dove vederlo

Regista: Michael Rohl

Sceneggiatura: Ron Oliver, Carley Smale

Produttore: Howard Braunstein Alexander Braunstein

Cast: Alexandra Breckenridge (Taylor Jacobson/Hugh Mann/Santa Claus); Ryan Eggold (Matthew Layne); Madison MacIsaac (Zoey); Barry Levy (Robert); (Diana) Maria Riva (Doralee) Tia Mowry (Natasha Burton)

Dove vederlo: Netflix

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