Monologo Raquel in Dalla mia finestra: analisi e significato

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo è uno dei passaggi più interessanti dell’intero film “Dalla mia finestra”, perché non solo apre la storia, ma ci introduce direttamente nel tono, nello sguardo e soprattutto nella mente di Raquel, la protagonista. È un monologo che funziona come una dichiarazione d’intenti, e che ci fa subito capire che tipo di film stiamo per vedere: un racconto che parte dall’ossessione romantica, ma che è narrato da una voce femminile lucida, ironica, consapevole. La prima frase è già una chiave interpretativa: “Per raccontare una storia non è sufficiente saper scrivere. È necessario anche avere il coraggio per farlo.” Qui Raquel ci dice una verità fondamentale sul raccontare: scrivere è esporre, mettersi a nudo. E quindi, prima ancora che inizi la trama, ci fa capire che quella che stiamo per ascoltare non sarà solo una storia d’amore, ma una storia di rivelazione personale.

Tutto per una password

MINUTAGGIO: 1:11-3:24
RUOLO: Raquel
ATTRICE:
Clara Galle
DOVE: Netflix

Per raccontare una storia non è sufficiente saper scrivere. E’ necessario anche avere il coraggio per farlo. Ecco perché questa storia non inizia qui. Diciamo che questa storia dovrebbe iniziare dalla mia casa. Un posto umile che a causa degli eventi della vita si è ritrovato assediato da un impero circostante: la residenza degli Hidalgo. Una famiglia che sebbene viva una casa accanto alla mia appartiene a un mondo molto diverso dal mio. Perché gli Hidalgo sono i proprietari della Alpha tre, una delle aziende più apprezzate del paese, quella che ha la sua sede nell’edificio più alto, più luminoso e più imponente di Barcellona. Alpha tre come i tre eredi dell’impero. I tre fratelli Hidalgo: Artemis Hidalgo, il più grande, Apollo Hidalgo, il più piccolo, e… il mio preferito, un Dio greco caduto sulla terra, Ares hidalgo, il più misterioso, imperscrutabile e sexy per questo trio di Dei. Diciamo che ho un ossessione un pò malsana per Ares, e l’hard disk del mio computer ne è la prova tangibile. Il punto è che nell’olimpo le cose si fanno veramente bene. Troppo bene per poter distogliere lo sguardo. Con Ares non ho mai scambiato una parola, e lui non mi ha mai notata però so tutto quello che fa: quando si allena, dove va… diciamo che mi limito a raccogliere informazioni. Un bel pò. Molte, molte informazioni. O meglio, le raccoglievo, finché non è successa la cosa del wi-fi. Apparentemente il mio router aveva deciso di ordire un complotto contro di me: uno schema malvagio che stava per insegnarmi che la mia password infallibile non era così infallibile come pensavo, e che la mia connessione ad alta velocità mi avrebbe catapultato più di quanto avessi immaginato. Anche se sembra ridicolo, è iniziato tutto da quella password.

Dalla mia finestra

Dalla mia finestra” è un film spagnolo uscito su Netflix nel 2022, diretto da Marçal Forés, tratto dal romanzo omonimo di Ariana Godoy, diventato popolare su Wattpad prima di arrivare alla pubblicazione. Il titolo originale è "A través de mi ventana", e il film rientra nel filone del teen drama romantico con sfumature erotiche. La storia ruota attorno a Raquel, una ragazza adolescente che vive una vita piuttosto tranquilla con la madre e il fratellino, trascorrendo il tempo fra lo studio, i suoi sogni di diventare scrittrice e... un’ossessione silenziosa per il vicino di casa, Ares Hidalgo.

Ares è uno dei tre fratelli della famiglia Hidalgo, ricchi, affascinanti, e, come da cliché del genere, irraggiungibili. Raquel lo osserva da tempo attraverso la finestra della sua camera, ma tra i due non c'è mai stato un vero dialogo. Almeno fino a quando lui non inizia misteriosamente ad accedere alla rete Wi-Fi di casa sua – letteralmente, è così che inizia il loro contatto. Da lì parte un avvicinamento che mescola curiosità, attrazione fisica e tensione emotiva.

Il film segue lo sviluppo di questa relazione, che passa da un contatto freddo e distaccato a una vera e propria passione. Ma la relazione tra Raquel e Ares non è mai semplice: lui è abituato a controllare le situazioni, ha un passato emotivamente distaccato, e si porta dietro il peso delle aspettative familiari. Lei, invece, è sensibile, molto più coinvolta, e spinta da un desiderio che non è solo fisico: vuole essere vista davvero, non solo desiderata.

Analisi Monologo

C’è un aspetto interessante nella struttura di questo monologo: Raquel costruisce un’intera mitologia personale. Trasforma il suo quartiere in un campo di battaglia fra mondi diversi: da una parte la sua “casa umile”, dall’altra “l’impero Hidalgo”. Le parole sono scelte con cura, sembrano uscite da un romanzo epico o da una favola moderna. La famiglia Hidalgo non viene presentata semplicemente come dei vicini ricchi e irraggiungibili. No: sono "dei", sono potenti, sono archetipi. Artemis, Apollo, e Ares – nominati come le divinità greche – non sono solo fratelli affascinanti: sono figure sovrannaturali, figure mitologiche che governano l’olimpo della vita “perfetta”. In particolare Ares, con cui Raquel ha un'ossessione, diventa il centro gravitazionale del suo universo narrativo.

“Diciamo che ho un’ossessione un po’ malsana per Ares, e l’hard disk del mio computer ne è la prova tangibile.” Qui la scrittura si fa volutamente ironica, e Clara Galle riesce a restituire un tono sospeso tra l’autoironia e la vulnerabilità. C’è il riconoscimento di quanto questa sua fascinazione sia esagerata, quasi patologica (“un po’ malsana”), ma c’è anche il bisogno di legittimarla attraverso la narrazione. In fondo, sta già trasformando la propria ossessione in una storia.

Poi c’è il passaggio fondamentale: la connessione Wi-Fi. Sembra un dettaglio da commedia leggera, ma funziona benissimo come metafora narrativa. Il router che smette di essere sicuro, la password che si rompe, la connessione che “catapulta” Raquel oltre il limite tra osservazione e coinvolgimento diretto. È il momento in cui la storia smette di essere unidirezionale: non è più solo lei a guardare, ma inizia l’interazione. E da lì, tutto cambia.

Conclusione

Questo monologo ha una doppia funzione: ci presenta Raquel, ma soprattutto ci invita ad ascoltare la sua versione della storia. Non è una spettatrice passiva. Non è l’oggetto del desiderio di Ares: è lei a desiderare, a osservare, a costruire un mondo narrativo attorno a questa figura maschile. Ed è proprio questa costruzione consapevole a rendere il suo personaggio interessante, anche in un contesto cinematografico che tende spesso a ridurre le protagoniste femminili a semplici pedine romantiche. E tutto parte da una finestra. Da una password. Da una voce che decide di raccontarsi – anche se fa paura.

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