Monologo di Taylor in My Secret Santa – Mia mamma è Babbo Natale

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Taylor in "My secret Santa - Mia mamma è Babbo Natale!"

Il monologo di Taylor in My Secret Santa – Mia mamma è Babbo Natale rappresenta uno dei momenti più intensi del film, perché trasforma una semplice scusa in una dichiarazione di verità e vulnerabilità. Di fronte a Matthew e a tutta la comunità del resort, Taylor ammette gli errori, racconta le sue paure e riconosce per la prima volta di meritare qualcosa di bello. È un discorso imperfetto, sincero, costruito su esitazioni reali: proprio per questo diventa uno dei passaggi emotivi più autentici della storia.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: My secret Santa - Mia mamma è Babbo Natale! (2025)
Personaggio: Taylor
Attrice: Alexandra Breckenridge

Minutaggio: 1:19:45-1:21:00

Durata: 1 minuto 15 secondi

Difficoltà: 5/10 Richiede controllo emotivo + vulnerabilità autentica. Non è difficile tecnicamente, ma è molto facile scivolare nell’enfasi. 

Emozioni chiave Vergogna, paura del giudizio, senso di colpa, tenerezza e amore, speranza fragile, accettazione del proprio valore

Contesto ideale Ottimo per lavorare su scene di scuse pubbliche o confessioni emotive, personaggi sotto pressione che trovano il coraggio di dire la verità

Dove vederlo: Netflix

Contesto del film "My secret santa - Mia mamma è Babbo Natale!"

Taylor Jacobson lavora in una fabbrica di biscotti natalizi. Mentre controlla alcuni dolcetti decorati, compresi dei Babbi Natale dall’espressione curiosamente depressa, viene raggiunta dal signor Clotz, che la licenzia senza spiegazioni. Taylor torna a casa sconvolta: deve dirlo a sua figlia Zoey e, in più, la proprietaria di casa le ricorda che è in ritardo con l’affitto. La giornata però prende una piega ancora più complessa: Zoey è stata ammessa alla prestigiosa Sun Peaks Snowboard Academy. Una notizia incredibile… con una quota di iscrizione enorme. Taylor non sa come permettersela. Il giorno dopo prova a vendere alcuni vecchi vinili. Un uomo, Matthew Lane, la riconosce come ex frontwoman degli Screamin’ Kittens e prova a corteggiarla, ma Taylor lo liquida: non è proprio in modalità “appuntamenti”. Parlano anche di questo con suo fratello, che lavora nel mondo dei costumi: serve trovare un lavoro, subito. E quando il compagno del fratello rivela che i dipendenti del Sun Peaks Ski Resort hanno uno sconto del 50% sulle rette scolastiche… ecco l’obiettivo.

Al resort, però, la situazione è caotica: il Babbo Natale ufficiale si è licenziato e la posizione è libera. È un lavoro molto ben pagato, peccato che Taylor non sia un uomo anziano con la barba bianca. Ma l’idea arriva: travestirsi. Grazie al fratello e al compagno che fanno costumi, Taylor si trasforma in un vecchio Babbo Natale credibilissimo, con parrucca, protesi e abiti su misura. Quando si presenta al resort, ritrova Matthew… che però non la riconosce minimamente. Il travestimento funziona, e Taylor ottiene il lavoro. Viene guidata da Jimmy, il capo degli “elfi”, e si ritrova nello spogliatoio maschile proprio mentre Matthew si sta cambiando. È un momento surreale: Matthew parla con l’anziano “Hugh Mann” (nome fittizio di Taylor), gli confida le sue insicurezze e gli chiede perfino aiuto con la cravatta. Taylor rischia di essere scoperta quando le cade il suo burrocacao rosa all’unicorno… ma Matthew non collega nulla. All’inaugurazione dell’albero di Natale Matthew prova a fare un discorso, ma il pubblico non lo apprezza. Quando arriva Babbo Natale/Hugh, la leva dell’accensione si rompe e le luci esplodono, creando un mezzo disastro. Taylor torna a casa ancora travestita e incontra la vicina Doralee… che rimane colpita dal “padre” di Taylor, non sapendo che è proprio lei.

Il villaggio di Babbo Natale apre. Taylor, nei panni di Hugh, dà consigli un po’ troppo “materni”. Un bambino rompe una parte del costume lasciando trucioli a terra e più tardi alcune bambine prendono in giro Zoey. Nel frattempo le recensioni online sul nuovo Babbo Natale sono pessime: il pubblico non lo sopporta. Matthew vorrebbe licenziarlo, ma parlando con Hugh gli confida i suoi sentimenti verso Taylor. Questo cambia lo sguardo della donna che si nasconde sotto il costume: capisce che Matthew è sincero e comincia a guardarlo con più fiducia. Quando Zoey confida a Babbo Natale che vorrebbe che sua madre trovasse un fidanzato, e che era una cantante fantastica, Taylor capisce che il suo travestimento può diventare un modo per aiutare gli altri. Hugh comincia a funzionare: intrattiene, ascolta, coinvolge i bambini. Insieme a Matthew e a una bambina balbuziente, riesce persino a creare un momento musicale emozionante. Intanto Natasha, vicepresidente marketing, sospetta di Hugh Mann e inizia a indagare. Mentre il resort sale alla ribalta grazie al nuovo Babbo Natale, Taylor e Matthew iniziano ad avvicinarsi. Passano momenti sinceri: cioccolata calda, confidenze sul passato, una giornata sugli sci. Matthew invita Taylor alla festa di Natale.

Durante la festa però Matthew la fa chiamare sul palco per cantare da ex Screamin’ Kittens. Taylor va nel panico: il suo passato musicale è una ferita aperta. Fugge, lasciando di nuovo il burrocacao rosa in vista. Natasha, incrociando dati e dettagli, scopre la verità: Hugh Mann non esiste ed è collegato a Taylor. Taylor torna a casa e paga finalmente l’affitto. Doralee, sempre più infatuata del “padre di Taylor”, la mette in ulteriore difficoltà. Nottetempo, Taylor riprende in mano la sua chitarra, combattuta tra passato e futuro. Intanto, nel villaggio, Babbo Natale console una ragazzina (Ava) che era stata cattiva con Zoey: il primo vero momento in cui Taylor usa il personaggio per aiutare gli altri.

Testo del monologo + note

Volevo solo scusarmi con te e con il resort e con tutti quanti. La verità è che mi serviva un lavoro, a te un Babbo Natale, volevo aiutare mia figlia, forse le cose mi sono sfuggite di mano. Sai… la parte peggiore è che io non credevo che avrei potuto avere una cosa così. NOn pensavo di meritarmelo. Ma… Eccoti qui e… ecco… non speravo di conoscere qualcuno come me. E soprattutto che mi sarei innamorata di te. Ehm… comunque, volevo… volevo scusarmi per tutti i guai che ho causato, e spero che passerai un buon Natale. Scusa.

"Volevo solo scusarmi con te e con il resort e con tutti quanti.": attacco basso, quasi esitante; “solo” minimizza, come se volesse ridurre il danno; accenna uno sguardo rapido alla sala, poi torna su Matthew, il centro emotivo resta lui.

"La verità è che mi serviva un lavoro, a te un Babbo Natale, volevo aiutare mia figlia, forse le cose mi sono sfuggite di mano.": detta quasi tutta in un fiato, come una confessione che le scappa; ritmo leggermente accelerato; su “forse le cose mi sono sfuggite di mano” rallenta, abbassa lo sguardo, ammette la colpa.

"Sai… la parte peggiore è che io non credevo che avrei potuto avere una cosa così.": “Sai…” come gancio intimo verso Matthew, tono più morbido; pausa prima di “la parte peggiore”; su “una cosa così” guarda brevemente intorno, includendo lavoro, relazione, nuova vita.

"Non pensavo di meritarmelo.": frase corta, centrale; detta piano, quasi a sé stessa; micro-pausa prima, respira; lo sguardo si abbassa, come se fosse difficile ammetterlo in pubblico.

"Ma… eccoti qui e… ecco…": gli “inciampi” (“ma…”, “ecco…”) vanno rispettati; sono il segnale di una persona che cerca le parole mentre sente l’emozione salire; qui alterna lo sguardo tra Matthew e il vuoto, in cerca di coraggio.

"non speravo di conoscere qualcuno come me.": tono tenero, sorpresa genuina; sottolinea leggermente “come me”, come se riconoscesse in lui lo stesso tipo di “outsider”; sguardo diretto su Matthew, momento molto intimo anche se sono in pubblico.

"E soprattutto che mi sarei innamorata di te.": piccola pausa prima di questa frase; la dice quasi in un soffio, senza enfasi; lascia che sia la semplicità a colpire, non il volume; possibile mezzo sorriso timido subito dopo, poi lieve imbarazzo.

"Ehm… comunque, volevo… volevo scusarmi per tutti i guai che ho causato,": l’“Ehm… comunque” è un tentativo di sdrammatizzare, di tornare “in controllo”; ripetizione di “volevo” segna l’emozione che inciampa; qui torna a includere gli altri, non solo Matthew.

"e spero che passerai un buon Natale.": torna direttamente su di lui, tono dolce, quasi privato; “spero” va detto con sincerità, non come formula; sguardo fisso su Matthew, il resto della sala sfuma.

"Scusa.": chiusura minuscola ma potentissima; detta piano, dopo una breve pausa; lascia un silenzio subito dopo, senza affrettarti a riempirlo: è lo spazio in cui il perdono può (o non può) arrivare.

Analisi del monologo di Taylor in "My secret Santa"

Il monologo di Taylor è una confessione pubblica che nasce come un atto profondamente privato. Quando sale sul palco non è una performer, né una donna pronta a difendersi: è una madre che ha perso il controllo delle proprie scelte e una persona che tenta di recuperare la propria verità davanti a chi ha ferito. La frase iniziale, in cui si scusa “con te, con il resort e con tutti quanti”, introduce subito la sua fragilità. Taylor non tenta di giustificarsi, non costruisce un discorso formale: lascia che la sincerità arrivi per prima, anche se la sua voce trema e i pensieri si accavallano. La spiegazione del suo comportamento arriva come un flusso naturale: il bisogno di un lavoro, la necessità di sostenere la figlia, il fatto che tutto le sia “sfuggito di mano”. È una linea che funziona perché in scena l’attore deve mantenere la sensazione del respiro irregolare di qualcuno che dice la verità per la prima volta. La parte centrale del monologo è il cuore emotivo: Taylor ammette di non aver mai creduto di poter avere “una cosa così”, di non meritarsela.

Questo è il punto in cui l’interpretazione richiede maggiore delicatezza. Non va caricata, non va resa melodrammatica. È una rivelazione detta sottovoce, come un pensiero che prende forma mentre viene pronunciato. Quando poi guarda Matthew e gli dice che non sperava di conoscere “qualcuno come me”, la scena cambia tono: diventa un avvicinamento sincero, non più una giustificazione. L’amore dichiarato (“che mi sarei innamorata di te”) arriva come un inciampo, quasi involontario, ed è proprio questa spontaneità che lo rende potente.

Il finale torna alle scuse, ma su un livello diverso. Non è più la Taylor spaventata dell’inizio, ma una donna che ha accettato le proprie responsabilità. Il suo “spero che passerai un buon Natale” non è solo un augurio, ma un ponte emotivo: un modo per dire “non so se mi perdonerai, ma ti rispetto abbastanza da non pretendere niente”. La chiusura, un semplice “Scusa”, è forse la parte più importante. Un atto minimo, quasi sussurrato, che però lascia lo spazio per una risposta: un vuoto che Matthew può scegliere di riempire. Questo monologo funziona proprio per la sua imperfezione: perché è vivo, sincero e costruito su micro-cedimenti che rivelano molto più delle parole.

Finale di "My secret Santa" (Spoiler)

Arriva la festa di Natale del resort. Taylor deve essere sia se stessa sia Babbo Natale. Col fratello, organizza un sistema rapidissimo di travestimento nei bagni. Natasha osserva, sospetta, controlla. Quando irrompe nella sala e accusa Hugh di essere un truffatore che usa l’identità di Taylor, è pronta a smascherarla davanti a tutti. Ma proprio in quel momento arriva una notizia: Zoey si è fatta male.

Taylor corre fuori dall’hotel travestita da Babbo Natale, usando però la sua voce reale. È chiaro a tutti: Babbo Natale è lei. A quel punto si toglie la maschera, rivelando la verità davanti all’intero resort. La priorità però è la figlia. Zoey è fuori pericolo, mentre Ava racconta come ha chiamato i soccorsi a sua madre, che è proprio Natasha. E qui accade qualcosa di importante: Natasha si rende conto che Taylor ha davvero aiutato sua figlia con parole sincere. Robert, il padre di Matthew, furioso per la gestione del resort, licenzia il figlio che si assume la responsabilità di tutto pur di proteggere Taylor e la stessa Natasha, nonostante tra i due ci fossero frizioni. Natasha sorprendentemente ringrazia Matthew: lo considera un vero leader e gli chiede di fare il discorso finale. Matthew, per la prima volta, parla con il cuore. È un momento chiave della sua crescita.

In quel momento arriva anche Taylor. Sale sul palco, chiede scusa pubblicamente e, finalmente, si apre. Matthew la ascolta, i due si avvicinano, si dichiarano e si baciano davanti alla folla.

Il finale esplode in un momento musicale: Taylor torna a cantare, stavolta non come fuga dal passato ma come scelta libera. Matthew la accompagna con la chitarra, mentre Robert – ora orgoglioso del figlio – osserva felice. Alla piccola festa di Natale Doralee e Robert si scambiano sguardi d’intesa. Natasha diventa direttrice generale. Zoey ottiene la sua scuola. Tutti trovano il proprio posto.

Credits e dove vederlo

Regista: Michael Rohl

Sceneggiatura: Ron Oliver, Carley Smale

Produttore: Howard Braunstein Alexander Braunstein

Cast: Alexandra Breckenridge (Taylor Jacobson/Hugh Mann/Santa Claus); Ryan Eggold (Matthew Layne); Madison MacIsaac (Zoey); Barry Levy (Robert); (Diana) Maria Riva (Doralee) Tia Mowry (Natasha Burton)

Dove vederlo: Netflix

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