Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo è uno dei nuclei emotivi più intensi di Ricorda con rabbia. Qui Jimmy non sta scavando nella sua infanzia per spiegare – quasi giustificare – la sua rabbia, la sua durezza verso il mondo. È un momento in cui, dietro la sua maschera tagliente, finalmente intravediamo la ferita. Siamo nel cuore del secondo atto della pièce. Jimmy Porter ha già riversato frustrazione, sarcasmo e disprezzo su Alison, Cliff e Helena. Ma in questo momento si apre. Racconta un episodio della sua infanzia che segna il suo rapporto con l'autorità, con la classe sociale e, soprattutto, con l'emotività.
Chiunque non abbia mai visto morire un uomo, soffre di un grave caso di verginità. Per dodici mesi ho guardato mio padre che stava morendo, avevo dieci anni allora. Era tornato dalla guerra di Spagna. Laggiù qualche pio gentiluomo l’aveva conciato in tal modo che non gli restava più molto da vivere. Tutti lo sapevano… anch’io lo sapevo. Ma, vedete, io ero l’unico a cui dispiaceva. La sua famiglia era imbarazzata da tutta la faccenda. Irritata e imbarazzata. Mia madre, poi, non era in grado di pensare che a una cosa sola: al fatto di essersi legata ad un uomo che sembrava trovarsi sempre dalla parte sbagliata, in tutto. Mia madre sarebbe stata lietissima di appartenere alle minoranze, purché fossero quelle che stanno in cima alla scala sociale. Noi tutti aspettavamo che morisse. La famiglia gli mandava un assegno ogni mese, e sperava che la facesse finita tranquillamente, senza volgarità e senza chiasso. Mia madre si limitava ad occuparsi di lui senza lagnarsi. Forse le faceva pena. Credo fosse capace di provare compassione. Ma io ero l’unico a cui dispiacesse veramente! Ogni volta che mi sedevo sull’orlo del suo letto e lo ascoltavo parlare, certe volte mi leggeva dei libri, dovevo lottare per non piangere. E alla fine di quei dodici mesi ero diventato un veterano. L’unica persona che stava ad ascoltare quel pover’uomo fallito e febbricitante era un ragazzino spaventato. Passavo delle ore in quella piccola stanza da letto. Mi parlava ore ed ore, raccontando gli avanzi della sua povera vita a un ragazzo solitario e sgomento, che riusciva a capire appena la metà delle sue parole. E tutto quello che riusciva a percepire era la disperazione e l’amarezza, l’odore dolce e nauseante di un uomo che muore. Capite, ho imparato molto giovane cosa vuol dire l’angoscia, il non poter far niente, l’essere senza aiuto. E non lo dimenticherò mai. Quando avevo dieci anni io sapevo dell’amore, del tradimento… e della morte, molto più di quanto voi ne saprete probabilmente in tutta la vostra vita!
"Ricorda con rabbia" (Look Back in Anger, 1956), un testo scritto da John Osborne, considerato un punto di svolta per la drammaturgia britannica del dopoguerra. Questo testo è spesso citato come l’opera fondativa del movimento degli Angry Young Men, una generazione di autori inglesi disillusi, arrabbiati, frustrati con il sistema sociale, politico e culturale britannico dell’epoca. Siamo nell’Inghilterra degli anni ’50, pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il Paese sta cercando di riprendersi, ma la società è ancora rigidamente divisa in classi. In questo scenario, Osborne porta in scena un personaggio – Jimmy Porter – che è uno schiaffo al perbenismo teatrale borghese di quegli anni. Jimmy è un laureato brillante, ma povero, arrabbiato, disilluso, e si trova bloccato in una vita che sente ingiusta, stretto in un matrimonio con una donna dell’alta borghesia da cui si sente distante.La storia si svolge interamente in un unico spazio: l’appartamento modesto dove vivono Jimmy Porter, sua moglie Alison e il loro coinquilino Cliff.
Jimmy, reduce dall’università, lavora come venditore ambulante di dolciumi insieme a Cliff. È un personaggio tagliente, sarcastico, sempre pronto ad attaccare chiunque rappresenti il mondo borghese e conformista, inclusa sua moglie Alison, che diventa bersaglio costante del suo disprezzo. Il loro matrimonio è logoro, segnato da una guerra fredda fatta di insulti, rinfacci e incomunicabilità. Alison è una donna silenziosa, repressa, spesso passiva, che porta sulle spalle un dolore interno che non riesce a esprimere. La sua origine alto-borghese la rende, agli occhi di Jimmy, il simbolo di tutto ciò che lui odia. Tra loro si muove Cliff, che cerca di mantenere la pace, una figura quasi fraterna e buffa, ma anche rassegnata.
Le cose cambiano quando arriva Helena, un’amica di Alison, anch’essa borghese, che diventa presto un’altra figura contro cui Jimmy riversa la sua rabbia… ma che finirà anche per attrarlo. Dopo un confronto doloroso con Helena, Alison lascia Jimmy. La seconda parte del dramma esplora proprio questa nuova dinamica: Helena e Jimmy iniziano una relazione, mentre Alison è lontana. Ma il nuovo equilibrio è instabile. Quando Alison ritorna, profondamente provata da una tragedia personale (ha perso il bambino che portava in grembo), Helena comprende di non poter continuare la relazione con Jimmy e decide di andarsene. Alison e Jimmy si ritrovano di nuovo insieme, più consapevoli, forse, del dolore che condividono, ma non necessariamente in una posizione di redenzione.
Prima di Osborne, il teatro inglese era dominato da drammi borghesi ben educati, scritti da autori come Noël Coward o Terence Rattigan. Ricorda con rabbia spalanca le porte a una scrittura teatrale nuova: più grezza, più reale, più ruvida. È il primo testo teatrale inglese in cui si sente il rumore della rabbia sociale vera, quella che fermentava sotto la superficie della compostezza britannica.
"Chiunque non abbia mai visto morire un uomo, soffre di un grave caso di verginità." La frase è durissima e volutamente provocatoria. Jimmy introduce subito una distinzione tra chi ha vissuto il dolore vero e chi vive un’esistenza anestetizzata. La morte vista da un bambino di dieci anni diventa un rito di passaggio, un'iniziazione brutale che lo pone – ai suoi occhi – su un piano superiore rispetto agli altri personaggi della pièce. "Era tornato dalla guerra di Spagna. Laggiù qualche pio gentiluomo l’aveva conciato in tal modo che non gli restava più molto da vivere." La guerra di Spagna non è solo uno sfondo storico: rappresenta una scelta politica, un ideale, un fallimento. Il padre è una figura tragica, che ha pagato con la vita una posizione etica. Jimmy lo ammira, lo considera un uomo vero, ma anche un emarginato. In lui, probabilmente, proietta l’immagine di sé.
"La sua famiglia era imbarazzata da tutta la faccenda." C’è un sottile disprezzo verso l’ipocrisia borghese, che non riesce ad affrontare il dolore se non con vergogna e fastidio. Jimmy denuncia una famiglia che voleva semplicemente che il padre morisse “senza volgarità e senza chiasso”. Qui c’è un attacco diretto alla freddezza di un sistema sociale che nega l’espressione autentica del dolore. "Mia madre sarebbe stata lietissima di appartenere alle minoranze, purché fossero quelle che stanno in cima alla scala sociale." Questa frase racchiude tutto il sarcasmo di Jimmy verso la sinistra borghese, quella che si dice vicina al popolo ma che, nei fatti, aspira solo al privilegio. La madre è un simbolo di quel compromesso ipocrita tra forma e sostanza. "E alla fine di quei dodici mesi ero diventato un veterano." C'è un'immagine potente qui: Jimmy, ancora bambino, assume il ruolo dell’adulto, del compagno silenzioso, dell’unico che ascolta. Mentre gli adulti fuggono, lui rimane. L’amarezza nasce da lì. Dal fatto che nessuno, tranne lui, abbia avuto il coraggio o la compassione di restare accanto al padre.
"Un ragazzo solitario e sgomento, che riusciva a capire appena la metà delle sue parole." Il paradosso è che Jimmy comprendeva il dolore pur non comprendendo pienamente le parole. È un apprendimento emotivo, non intellettuale. Ha “assorbito” il dolore, l’odore della morte, la disperazione. E questo ha formato la sua identità molto più di qualsiasi educazione formale. "Quando avevo dieci anni io sapevo dell’amore, del tradimento… e della morte, molto più di quanto voi ne saprete probabilmente in tutta la vostra vita!" Questa è la frase-pugno nello stomaco. Jimmy racconta per colpire. È un’accusa, una rivendicazione, quasi una condanna verso chi – come Alison o Helena – vive protetto da un'esistenza privilegiata, dove il dolore è filtrato, addomesticato. Qui Jimmy rivendica la propria profondità emotiva come una superiorità morale.
Jimmy, in questi minuti, ci mostra il nucleo della sua rabbia: un dolore antico, taciuto, non condiviso. La sua durezza, il suo sarcasmo, la sua aggressività… nascono da qui. Dall'essere stato l’unico a soffrire per la morte di un padre che nessuno voleva vedere. Jimmy mostra la ferita e la usa come lama. E in questo – che ci piaccia o no – ci costringe ad ascoltarlo. A sentire la sua rabbia. A “ricordare con rabbia”.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.