Analisi - \"Io prima di te\"

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Analisi a cura di...


~ ANGELICA ATTANASI

Luisa Clark (Emilia Clarke) vive in una piccola cittadina inglese, lavora in un bar e conduce un’esistenza semplice, circondata da una famiglia che conta su di lei e da un fidanzato, Patrick (Matthew Lewis), ossessionato dal fitness più che dalla loro relazione. È un personaggio solare, con un modo di vestire eccentrico e un’energia che sembra inarrestabile. Ma quando il bar chiude improvvisamente, si ritrova a dover cercare un nuovo lavoro.


L’occasione arriva dalla famiglia Traynor: cercano qualcuno che possa occuparsi di William (Sam Claflin), un giovane uomo d'affari diventato quadriplegico dopo un incidente in moto. L’incontro tra i due non è dei più semplici. Will è sarcastico, cinico, respinge qualsiasi tentativo di gentilezza. Ha costruito una corazza di freddezza per proteggersi da ciò che è diventata la sua vita, lontana da quella che aveva prima: sport, viaggi, avventure. Luisa, invece, con il suo entusiasmo e la sua vitalità, rappresenta tutto ciò che Will crede di aver perso per sempre. Nonostante la sua iniziale diffidenza, Luisa non si lascia scoraggiare. Con il tempo, riesce a incrinare quella barriera che Will ha costruito intorno a sé. Lo coinvolge in piccole sfide quotidiane, gli restituisce momenti di leggerezza.


E qualcosa cambia. Will inizia a sorridere, a lasciarsi andare, a provare emozioni che credeva sopite. Tra loro nasce un’intesa profonda che, giorno dopo giorno, si trasforma in qualcosa di più. Ma proprio quando il legame tra i due sembra consolidarsi, Luisa scopre una verità che la scuote nel profondo: Will ha deciso di sottoporsi al suicidio assistito in una clinica in Svizzera. Per lui, vivere in quelle condizioni non è un’esistenza degna di essere vissuta. La sua scelta è ponderata, razionale, e nonostante l’amore crescente tra lui e Luisa, non ha intenzione di cambiarla.


Luisa, sconvolta, prova con tutte le sue forze a fargli vedere la vita con occhi diversi. Organizza viaggi, esperienze, lo porta al mare, lo fa ridere, lo fa sentire amato. Ma Will è fermo nella sua decisione. Non vuole che il suo corpo diventi una prigione sempre più limitante, non vuole essere un peso per chi lo circonda. Il film affronta il tema con delicatezza, senza cercare facili risposte. Mostra il dolore dei genitori di Will, divisi tra il desiderio di tenerlo con loro e il rispetto della sua volontà. Mostra la frustrazione di Luisa, il suo senso di impotenza di fronte a una scelta che non può cambiare.


Quando Will parte per la Svizzera, Luisa lo segue. È con lui fino alla fine, lo accompagna nel momento più difficile, pur sapendo che perderlo sarà devastante. Ma il gesto di Will non è privo di significato: prima di andarsene, le lascia una lettera con un messaggio che cambierà la sua vita. Le dice di vivere senza paura, di inseguire i suoi sogni, di non accontentarsi.


Il film tocca in modo delicato la tematica dell'eutanasia, presentandone un aspetto profondo legato alle emozioni di chi vive accanto a qualcuno che compie una tale scelta, genitori amici compagni.

Regia e montaggio


Thea Sharrock (regia) mantiene il film senza scivoloni nel drama grazie a scene serrate e coloratissime, che permettono allo spettatore di calarsi nella storia con un ritmo veloce con la stessa velocità con cui la protagonista affronta la nuova sfida. Merito della pellicola è il non scadere mai nel moralismo facile, visto l’argomento trattato, ma portare lo spettatore ad una valutazione libera da condizionamenti.


Da sottolineare è la prova attoriale di Sam Calflin in una parte non facile da sostenere, ha mostrato una maturita’ artistica notevole. Presentato al Giffoni festival per un target adolescenziale, ha valicato questo limite dimostrandosi una pellicola valida che emoziona e fa riflettere senza angosciare.


Personalmente ho adorato questo film sebbene sia una spettatrice piu’ dedita a drammi, guerre e temi distopici, e non nego che se mi capita lo rivedo volentieri come un vecchio amico che ha qualcosa da raccontare.

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