Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Io? Furbizia e tanti libri. Ci sono cose più importanti: amicizia... e coraggio!
~HERMIONE
SBAGLI PRONUNCIA: E' LEVIOSA, NON LEVIOSA'A
Oggi, nel nostro laboratorio creativo, ci immergeremo nell'analisi di una performance che incarna l'essenza della recitazione autentica e spontanea: quella di Emanuela Fanelli nel film "C'è ancora domani". Questa analisi è un esercizio di apprezzamento artistico, ma anche un'opportunità di apprendimento per tutti noi che aspiriamo a lasciare un'impronta nel mondo del cinema.
ANALISI DELL'INTERPRETAZIONE
L'inizio del film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi è una polisucco di eventi. La quantità di informazioni che ci viene data è tantissima. Il bianco e nero, il gioco di ruoli e personaggi, l’espressività, le ambientazioni, la colonna sonora sorprendente fin dalle prime battute… un film dentro un film all’interno del quale inizialmente fatichi ad orientarti. Poi arriva la scena del mercato, subito dopo i titoli di testa, e Delia (Paola Cortellesi), va a trovare la sua amica, la verduriera Marisa (Emanuela Fanelli), le due cominciano a parlare e tutto torna in ordine: ok, la storia è ambientata a Roma, negli anni ’40, e si parlerà di donne.
L’amicizia e la chimica che queste due attrici mettono al servizio del grande schermo è fin da subito a dir poco lampante: tutto si ferma, e ci catapulta nella dimensione che attraverserà il film. Come sempre è un veicolo potentissimo di emozioni e legami con il pubblico, un pò come quando seguivate le avventure di Harry, Ron e me.
In più, la Fanelli rappresenta con spontaneità diverse cose che questo film porta con sé. Iniziamo dal dialetto: questo romano non è il romano che sono abituata a sentire per le strade della città eterna ai giorni d’oggi da voi Babbani, e ci vuole un po’ di tempo per abituarsi a queste sfumature che ci suonano addosso in maniera diversa. La persona che più di tutte aiuta a entrare in dialogo con questa calata, che se ne serve con autenticità e spontaneità, è proprio Emanuela Fanelli, a mio avviso. Lo rende suo con tremenda facilità, forse perché, oltre a essere romana, questo modo di intendere il dialetto è un tratto distintivo dell'attrice, oltre che del personaggio.
La Fanelli è un’attrice autentica, parola che nel suo caso si sposa con una notevole eccentricità (Emanuela, non prenderla a male se leggi queste parole. Eccentrico in senso positivo, non intenderlo come uno degli abiti che puzzano di naftalina della zia di Ronald): è indistinguibile, prendere o lasciare. Chi la conosce e l'ha seguita anche nella trasmissione "Una pezza di Lundini" sa bene di che parlo, e avrà riconosciuto tutto ciò in alcuni sprazzi della caratterizzazione di Marisa. Al di là della caratterizzazione, il suo personaggio risulta sempre estremamente naturale, e si sposa molto bene con il progetto che aveva in testa la Cortellesi, almeno per come l’ho inteso io: un qualcosa di reale e crudo, ma con dei forti elementi di distacco, quasi da favola. In questo film ci sono piccole e grandi magie; si danza nei momenti più disparati, ci sono flashback ai limiti del film americano anni ’80, mix di musiche moderne con musiche d’epoca, e momenti in cui la fantasia diventa realtà. E’ un grande e gigantesco gioco. E la Fanelli pare veramente giocare in casa.Senza nulla togliere a qualunque altro elemento del cast, questo film è pieno zeppo di interpretazioni strabilianti.
NON SONO IL TUO GUFO...
Ogni attore e attrice di questo film è palesemente innamorato di quanto sta facendo e vuole condividerlo al mondo, e basta citare le recenti parole di Vinicio Marchioni per averne prova: “Gli uomini devono venire a vedere questo film”. Il rapporto uomo–donna non è mai stato facile. Non lo è oggi, non lo era di certo nel dopo guerra. Ogni coppia ha e aveva il proprio equilibrio. Se il personaggio di Delia appare fin da subito accondiscendente, succube, tramortita da un certo modo di fare particolarmente “irruento” del marito Ivano (Valerio Mastandrea); nel caso di Marisa questo è parecchio diverso. Non che la relazione con il compagno sprizzi modernità da tutti i pori, dato che l’uomo è evidentemente una persona semplice, interessata a guadagnare bene e godersi la vita. Innocuo. Al negozio, e probabilmente dentro casa, “i pantaloni li porta lei”, senza ombra di dubbio. Marisa è una donna forte, intraprendente, anche un po’ parac*la. In questa storia è l’amica che vorremmo tutti, quella che ti scuote, che ti mette da parte le cose, che cerca di svegliarti se il tuo partner sta facendo qualcosa di sbagliato… una scossa elettrica, uno stupeficium nuovo ogni volta che entra nello schermo, ed è un vero piacere.
Tutte le donne di questo film fanno riflettere: comari, ragazze, negozianti… il film parla di loro. Di donne in lotta. Di cosa vuol dire stare “da quella parte lì” della barricata, quella che deve sempre ringraziare e scusarsi; che non deve farsi problemi se riceve la metà di un uomo per lo stesso lavoro; che non deve guardare o gironzolare intorno agli altri uomini ecc… non è semplicissimo. Non lo è da vivere per chi ha vissuto in queste condizioni; e onestamente non lo è neanche per noi spettatori, che forse siamo anche intimoriti all’idea di rivedere qualcosa che sistematicamente ha fatto parte del nostro passato e inevitabilmente fa anche parte del nostro presente, purtroppo. Il clima rischia di diventare inevitabilmente pesante. Un incanto di allegria e movimento passegero può fare solo bene: e la Fanelli è PERFETTA per questo compito. Quando passa sullo schermo è una ventata d’aria fresca per Delia come lo è per noi.
Guardando lei, e guardando Delia e la figlia Marcella (Romana Maggiora Vergano), non ci si può non chiedere: ok, ma qual è il senso delle donne? Qual è il senso di una donna in questo film? Combatte, ma contro cosa: contro abitudini radicate nella società e che ormai cominciano a puzzare di stantio? Contro una fin troppo palese iniquità sociale? (e qui ci sarebbe da chiedersi in maniera più oggettiva possibile quanto le cose siano cambiate negli ultimi anni) Il senso, per come l’ho inteso io, è in parte l’arte di arrangiarsi in maniera furba e creativa; in parte “danzare” in questa vita, e tentare di ottenere ciò che una donna ha diritto di avere, sperare, e sognare. Marisa è tutto questo, chi altri potrebbe barattare mezzo chilo di puntarelle con un pacchetto di sigarette? E’ l’amica geniale, la compagna di espedienti per guadagnare quel minimo di individualità. E’ sicuramente una donna più libera rispetto a Delia, ma questo solo all’interno del nucleo familiare; fuori da lì anche lei è solo una donna. E quando parlo di “danza”, parlo di una determinata idea di movimento che il film ispira.
L’esordio alla regia di Paola Cortellesi, lo voglio ripetere ancora, è una sorta di favola, dove mondo reale e situazioni irreali si fondono in maniera mai grottesca, un pò come le storie che ho vissuto io! Personaggi spinti e caratterizzati trovano la stessa dimensione coerente che avrebbero all’interno di una Biancaneve in bianco e nero. Questo vale sia per ruoli maschili come Ottorino (Giorgio Colangeli), padre di Ivano; o del portinaio Alvaro (Raffaele Vannoli); sia con ruoli come la stessa Marisa. La Fanelli è semplicemente perfetta per un ruolo del genere: se la situazione è cupa e lei sta in scena, guardala, ascoltala, e riderai; se l’aria intorno a Delia è grigia, guardala, osserva come si muove e noterai anche tu un vento di aria fresca passare intorno alla nube che ogni tanto aleggia in questo film.
UCCIDERE. O PEGGIO, ESPELLERE!
Amici e colleghi amanti delle avventure e del grande schermo, spero che questa analisi vi abbia incuriosito, e mi auguro che vogliate volare in autoa a prendere un biglietto il prima possibile ('Volare' in senso figurativo. Sò bene che le vostre auto non volano, per il momento). A chiunque sia interessato a vedere Delia, Marisa, Ivano, e il resto del cast in azione, non perdete l'occasione di andare al cinema e scoprire... c'è ancora domani.
Con affetto e dedizione alla nostra arte,
Hermione
HERMIONE
Un'icona di saggezza e astuzia nel mondo di Harry Potter, si è reinventata come una voce autorevole nel blogging per il sito di Recitazione Cinematografica. Con la sua rubrica, "L'Atelier di Hermione", offre un laboratorio unico dove aspiranti attori e attrici possono imparare e crescere. La sua esperienza magica si fonde con tecniche d'avanguardia per formare talenti brillanti nel campo cinematografico. Attraverso i suoi articoli, Hermione guida i lettori in un viaggio incantato, trasformando le loro ambizioni in realtà tangibili. Con passione e un pizzico di magia, rende l'arte della recitazione accessibile e affascinante per tutti.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.