Monologo di Vecna a Will in Stranger Things 5: perché ha scelto lui e altri bambini

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Vecna a Will in "Stranger Things 5: il mago"

Il monologo di Vecna in Stranger Things rappresenta uno dei momenti più oscuri e rivelatori dell’intera saga, un passaggio in cui il villain svela finalmente la sua visione sul controllo, sulla debolezza umana e sul ruolo di Will nel suo piano. Attraverso frasi brevi e chirurgiche, Vecna trasforma il trauma in ideologia e la fragilità dei bambini in materia prima per un nuovo mondo. Questo discorso è la dichiarazione di un progetto globale che ribalta il futuro di Hawkins e di Will.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Stranger Things 5 (2025)
Personaggio: Vecna
Attrice: Jamie Campbell Bower

Minutaggio: 1:16:00-1:16:50(Episodio 4)

Durata: 1 minuto

Difficoltà Alta deve dominare con la calma, non con il volume.

Emozioni chiave supremazia calma, disprezzo controllato, compiacimento, intimità disturbante, fatalismo glaciale

Contesto ideale per un attore villain psicologico, approfondimento su personaggi che “non odiano”, ma considerano l’altro inferiore

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Stranger Things 5" - primi 2 episodi

La storia si apre con un flashback del 1983, in cui Will viene catturato dal Demogorgone e consegnato a Vecna, che sembra avviare un piano a lungo termine. Nel 1987, Hawkins è ormai una città in quarantena dopo l’invasione del Sottosopra. I ragazzi, Mike, Dustin, Lucas e Will cercano di mantenere viva la memoria di Eddie e continuano la loro battaglia contro Vecna, mentre la città è presidiata dall’esercito. Undi (Eleven) si allena duramente con Hopper e Joyce, mentre varie squadre dei protagonisti tentano di coordinarsi tramite radio per localizzare Vecna, ormai introvabile da tempo. Durante una ricognizione militare nel Sottosopra, Hopper rimane isolato e Will percepisce attraverso una visione, come se fosse dentro la mente del Demogorgone, che una minaccia sta raggiungendo la casa di Mike e Nancy.

In quel preciso momento, infatti, Holly, la sorellina, viene attaccata dal Demogorgone nella sua stanza Holly riesce a fuggire inizialmente, ma viene comunque rapita e trascinata nel Sottosopra. Nancy e Mike scoprono che la bambina parlava di un misterioso “Signor Cosè”. Indagando e interrogando la loro madre Karen ferita, scoprono che il vero nome dell’entità è Henry. I pezzi si incastrano: Cosè è Vecna, che ha manipolato Holly prima del rapimento. Undi e Hopper si inoltrano nel Sottosopra per cercare la bambina. Nel frattempo, Will capisce che Vecna sta usando un legame mentale con lui e riesce a percepire ciò che Holly vede e sente, come se Vecna stesse sfruttando la sua connessione per comunicare o spiare attraverso i bambini presi di mira. Infine una visione rivela che Holly è nella “casa” di Henry, una versione illusoria e idilliaca creata da Vecna: non è l’unica, perché lui vuole radunare tutti i bambini che ha scelto come vittime...

Testo del monologo + note

Riesci a vederli, William?
Riesci a vedere i bambini?
Sai perché? Perché ho scelto loro per ricreare il mondo?
Perché loro sono deboli.
Deboli nel corpo e nella mente.
Facili da frantumare.
Facili da rimodellare.
Da controllare. Lo strumento perfetto.
E tu… Will… Sei stato il primo.
E sei andato in frantumi così facilmente.
Mi hai mostrato ciò che era possibile, cosa potevo ottenere.
Alcune menti a quanto pare non appartengono al vostro mondo.

Appartengono al mio.

“Riesci a vederli, William?”: tono basso e controllato; sguardo fisso su Will come a verificare una connessione; micro-pausa dopo “William”.

“Riesci a vedere i bambini?” lega la frase alla precedente senza cambiare intensità; inclinazione minima del capo, come se stesse “guidando” lo sguardo di Will.

“Sai perché?”: pausa leggermente più lunga; intonazione che si stringe, come un invito perverso alla rivelazione.

“Perché ho scelto loro per ricreare il mondo?”: voce più lenta; sottolinea “scelto” e “ricreare”; sguardo calmo, quasi didattico.

“Perché loro sono deboli.”: stacco netto; pronuncia “deboli” con freddezza chirurgica, nessun giudizio emotivo.

“Deboli nel corpo e nella mente.:” ripetizione come un martello lento; micro-pausa dopo “corpo”, poi toni più gravi su “mente”.

“Facili da frantumare.” accento sull’immagine; mani o postura impercettibilmente tese, come se ricordasse un gesto reale.

“Facili da rimodellare.” tono più morbido, quasi affettuoso; come se parlasse di un processo “artistico”.

“Da controllare.” respira prima di dirlo; voce che sfiora il sussurro, controllo totale.

“Lo strumento perfetto.” complicità gelida; micro sorriso appena accennato, come un elogio a una sua stessa creazione.

“E tu… Will…” pause pesate su entrambi i puntini di sospensione; sguardo che scivola verso di lui, quasi intimo.

“Sei stato il primo.” detto con calma solenne; come un titolo, una verità inevitabile.

“E sei andato in frantumi così facilmente.” intonazione morbida, non crudele; la frase deve suonare come un’osservazione, non come un attacco.

“Mi hai mostrato ciò che era possibile, cosa potevo ottenere.” voce più bassa; pausa dopo “possibile”; sguardo altrove, come se ricordasse l’epifania.

“Alcune menti a quanto pare non appartengono al vostro mondo.” toni lenti, quasi filosofici; micro-pausa su “non appartengono”.

“Appartengono al mio.” chiusa fredda; sguardo diretto, immobilizzato; lascia un silenzio pieno dopo averla pronunciata.

Analisi del monologo di Vecna a Will in "Stranger Things 5: il mago"

Il monologo si apre con una serie di domande retoriche: “Riesci a vederli, William? Riesci a vedere i bambini? Sai perché?” Qui Vecna non cerca vere risposte. Sta guidando l’attenzione di Will e dello spettatore, come un insegnante che prepara la lezione. Le domande hanno tre funzioni: Creano intimità (usa il nome di battesimo, “William”, non “Will”). Impostano un ritmo lento, inquisitorio, quasi ipnotico. Introducono l’idea che ciò che sta per dire non è un semplice insulto, ma una spiegazione del mondo.

Subito dopo, la costruzione si sposta dalla domanda alla risposta, cioè dalla tensione alla tesi: “Perché ho scelto loro per ricreare il mondo? Perché loro sono deboli.” Qui c’è un salto netto: da “perché?” a “perché sono deboli”. Non c’è attenuante, non c’è sfumatura. È un statement assoluto, che dà il tono a tutto il resto: Vecna non è mosso da caos o vendetta, ma da una logica glaciale. Il monologo poi procede in frasi brevi, martellanti: “Deboli nel corpo e nella mente.” “Facili da frantumare. Facili da rimodellare. Da controllare.”

È un crescendo concettuale: debolezza porta a frantumazione, che porta a rimodellamento, che porta a controllo.

Ogni frase aggiunge un gradino, trasformando il bambino da persona a materia prima. Si arriva così alla definizione finale: “Lo strumento perfetto.” Qui la retorica si chiude: il bambino non è più soggetto, ma oggetto, uno strumento. È il compendio dell’idea di Vecna. Poi il discorso si restringe, da “i bambini” a un solo bambino: “E tu… Will… Sei stato il primo. E sei andato in frantumi così facilmente.” Narrativamente, questa è una bomba. In un attimo: Riscrive il passato di Will: non è stato solo una vittima casuale, ma il progetto Zero. Trasforma la fragilità di Will (la sua sensibilità, il suo isolamento, il suo dolore) in una specie di “merito” agli occhi di Vecna: il soggetto ideale da usare.

Quando Vecna aggiunge: “Mi hai mostrato ciò che era possibile, cosa potevo ottenere.” sta dicendo una cosa devastante: il trauma di Will non è stato un effetto collaterale, ma un test di laboratorio. Per Will, che ha costruito la propria identità anche attorno a quella ferita, sentirsi dire “sei stato il mio esperimento riuscito” è una forma estrema di violenza psicologica. È la rivelazione che il suo dolore ha avuto, per Vecna, un valore strumentale. La ripetizione del termine “deboli” è centrale. Vecna non odia il bambino forte, lo ignora. Quello che lo interessa è il bambino: isolato, insicuro, fragile emotivamente e fisicamente

Per lui, la debolezza non è un difetto morale, ma una caratteristica tecnica che rende l’essere umano hackerabile. “Facili da frantumare. Facili da rimodellare.” Qui entra il nucleo filosofico del personaggio: l’idea che l’essere umano, svuotato, traumatizzato, spezzato, diventi malleabile. E in questo, Vecna si percepisce come un creatore, non solo come un distruttore. Quando parla di “ricreare il mondo”, sta parlando di una vera e propria ingegneria delle menti. La chiusa: “Alcune menti a quanto pare non appartengono al vostro mondo. Appartengono al mio.” è potentissima per almeno tre motivi. Sposta il piano da “ti sto controllando” a “tu non appartieni più al tuo mondo”. Non è solo un’invasione, è uno sradicamento ontologico: ti ho tolto il diritto di essere parte del tuo stesso mondo. Definisce una nuova mappa: mondo umano, mondo di Vecna e alcune menti sono già state trasferite di là. Trasforma il controllo in possesso: non ti sto solo manipolando, ti possiedo. È come dire: la tua mente non è più tua, non è neanche dei tuoi amici, non è di tua madre: è mia proprietà.

Per Will, che ha sempre avuto il tema della non appartenenza (diverso dagli altri, sensibile, “strano”, fuori posto), questa frase colpisce nel punto più vulnerabile. Vecna sta usando, come un bisturi, tutto quello che definisce il senso di identità di Will.

Episodi 3-4 di "Stranger Things 5" (Spoiler)

Vecna prende di mira un altro bambino: Derek. Il piano dei ragazzi è attirare il Demogorgone a casa sua e inserirgli una ricetrasmittente, così da seguire il mostro fino al nascondiglio di Vecna. Intanto Holly, nella falsa realtà costruita da Henry, scopre messaggi misteriosi e si addentra nel bosco, spiata da una creatura. Undi e Hopper combattono contro una squadra dell’esercito nel Sottosopra e distruggono un’arma sonica che stava bloccando i poteri della ragazza, riuscendo poi a riprendere la ricerca della bambina. Will conferma che Vecna sta “raccogliendo” bambini e che il suo legame mentale con la mente alveare non si è mai del tutto spezzato . L’episodio si apre con Derek, ancora sotto shock, che si sveglia nel fienile dove Joyce e gli altri stanno cercando di proteggerlo. La donna tenta di farlo ragionare, ma Derek vuole scappare: Vecna gli ha detto tutt’altro. Proprio allora il Demogorgone irrompe nel fienile. Will, che continua ad avere visioni dal punto di vista della creatura, “vede” tutta la scena attraverso i suoi occhi. Joyce prova a difendere il bambino con un’accetta, ma la svolta arriva quando Steve piomba dentro guidando un’auto e investe il Demogorgone.

L’idea folle è seguirlo nel portale, sfruttando la scia della creatura. La macchina entra nel Sottosopra per un soffio, con a bordo Steve, Dustin, Jonathan e Nancy. Nel Sottosopra, la nebbia è così fitta che a un certo punto perdono di vista il Demogorgone e si schiantano contro un muro viscido, tipico delle superfici organiche create da Vecna. Intanto Will continua a “sentire” il Sottosopra: ha nuove visioni di bambini sedati, collegati a tentacoli come se fossero respiratori viventi. Capisce che Vecna sta seguendo uno schema: vede quattro spirali, un numero che si ripeterà fino ad arrivare a dodici bambini rapiti.

Nel frattempo, Max e Holly danno un nuovo tassello al mistero. Holly, attirata da una lettera scritta da Henry/Vecna, attraversa un passaggio nel muro e viene raggiunta da Max, viva e cosciente dopo la lunga degenza. Max la conduce in un luogo surreale: una casa immersa in una savana luminosa. Spiega alla bambina che ciò che vede non è reale, ma un ricordo composito, la prigione mentale in cui Henry intrappola le sue vittime.

Per recuperare i bambini sequestrati dai militari, Robin propone un piano in stile La Grande Fuga: entrare da un tunnel sotterraneo e liberare i piccoli prigionieri. Ma serve una talpa, qualcuno dall’interno… Derek è l’uomo giusto, ma le cose precipitano e, proprio quella notte… Arriva Vecna.

Credits e dove vederlo

Regista: Matt e Ross Duffer

Sceneggiatura: Matt e Ross Duffer

Produttore: Stephanie Slack Margret H. Huddleston

Cast: Winona Ryder (Joyce Byers) David Harbour (Jim Hopper), Finn Wolfhard( Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson) Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair) Noah Schnapp (Will Byers) Millie Bobby Brown (Undici / Jane Ives)

Dove vederlo: Netflix

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