Analisi parallela - Io, Robot Vs L'uomo Bicentenario

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Analisi a cura di...


~ ANGELICA ATTANASI

1. Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.

3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.


Prima di analizzare i due film che oggi mi diverto a mettere a paragone, facciamo un po’ di storia.

Il primo film basato sul concetto di robotica è il capolavoro del cinema muto del 1927 Metropolis di Fritz Lang, la prima esplorazione di un concetto che sarebbe evoluto sino alla visionaria scrittura di Isaac Asimov negli anni ’40, che ipotizzando il concetto di robot con cervello positronico (ossia capace di elaborare autonomamente concetti) gettava le basi di un possibile conflitto con l’essere umano, da qui la necessità di dotare queste creature di una etica basilare dettata dalle tre leggi sopra enunciate.

Nel 1985 con l’uscita del suo “I robot contro l’impero” vediamo la nascita della legge zero che enuncia:


0. Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.


Tutta la scrittura fantascientifica si è basata sulle leggi di Asimov, analizzandone le implicazioni ad ogni livello ed in ogni condizione. La scelta di questi due film è dettata dalla ricerca personale di comprendere dove l’umanità e la libertà diventino patrimonio universale e coinvolgano anche creature che per loro derivazione non vi possano accedere, ossia i robot.

L'uomo Bicentenario (Chris Columbus)

"UNO È LIETO DI POTER SERVIRE


Il film ripercorre l'esistenza di Andrew Martin, un meraviglioso Robin Williams, (modello NDR-114, da cui il nome "Andrew"), acquistato dalla famiglia Martin come robot di servizio. Nonostante l'iniziale diffidenza della signora Martin e l'aperta ostilità della figlia maggiore, il robot viene lentamente accettato dalla famiglia, ed in particolare dalla figlia più piccola (che lui chiama "Piccola Miss"), con la quale stringe un legame molto forte.


Andrew dimostra ben presto di possedere emozioni e reazioni del tutto inaspettate per un robot, e soprattutto di essere dotato di un'innata dote per l'intaglio del legno.

Accortosi della singolarità del robot, il signor Martin (Sam Neill) lo porta alla sede della Robotics, dove il Direttore, dopo essere stato messo al corrente della sua particolarità, pensa ad un'anomalia della rete positronica ed è pronto a risarcire il cliente con un nuovo robot, ma il signor Martin si oppone, poiché ritiene che Andrew sia un esemplare unico nel suo genere e non sopporta che venga dissezionato, quindi lo riporta a casa e gli promette più libertà nelle faccende domestiche: d'ora in avanti verrà trattato come uno di famiglia.


Il rapporto di fiducia che si crea con il Signor Martin permette ad Andrew di evolvere ulteriormente dandogli le basi per una maggiore autonomia sostenuta ed incoraggia ta sia da Martin stesso che da Piccola Miss (Embeth Davidtz), con cui il rapporto diventa di un semplice scambio di battute, sino al momento in cui lei stessa confiderà ad Andrew, di non essere convinta di volersi sposare, forse mossa anche da un sentimento ben chiaro nei confronti di quell’amico speciale.


Andrew, incapace di provare sentimenti, si limiterà a darle consigli dettati dalla logica.

Per un piccolo incidente durante i suoi lavori di falegnameria, Andrew perde la falange di un dito ed è subito portato al centro riparazioni della Robotics, dove però il signor Martin, memore dell'ultimo incontro, avverte il Direttore di aver installato un dispositivo che gli permette di scoprire se Andrew venisse smontato o esaminato senza autorizzazione. Andrew inoltre chiede di essere modificato, per avere maggiore espressività, che sfoggerà proprio al matrimonio della sua amica per la prima volta.

Gli anni passano ed Andrew, ormai perfettamente integrato nelle abitudini umane, sente il bisogno di un qualcosa in piu’, il bisogno di non essere una proprietà: proverà a comprare la propria indipendenza, ma lo scontro con Martin che ne segue lo spiange ad andare via di casa e percorrere la propria strada creandosi una propria vita indipendente.


Solo anni dopo scopre che esistono ancora dei prototipi di robot come lui e parte alla loro ricerca, scoprendo che praticamente sono stati tutti disattivati da molto tempo.

Raggiunta San Francisco, Andrew trova Galatea, una variante femmina della serie NDR, appartenente ad un tecnico di robot chiamato Rupert Burns. Inizialmente Andrew è eccitato dall'idea di averla incontrata, ma presto resta deluso quando scopre che lei, a differenza sua, ha una personalità artificiale dovuta ad un microchip apposito. Burns però lo distrae raccontandogli di come fosse proprio il padre del tecnico ad aver sviluppato la tecnologia che ha reso Andrew capace di mimare le espressioni facciali e ora Rupert, che ha proseguito la ricerca, ha trovato il sistema per far assomigliare un robot, in tutto e per tutto, ad un essere umano.


Entusiasta, Andrew finanzia la ricerca di Burns e si sottopone ad un intervento che lo rende, almeno all'esterno, definitivamente simile ad un umano. Dopo il viaggio durato svariati anni, Andrew torna a casa scoprendo che il tempo ha reso Piccola Miss una nonna, e ritrovando nella nipote Portia i tratti della sua antica amica. Tra i due nasce un rapporto da prima conflittuale, in quanto Andrew cercando di avvicinarsi a lei, invade la sua privacy, ma il fascino e l’umorismo del robot conquistano Portia, si crea una relazione in cui la logica del robot non permette purtroppo di fare passi avanti.

Solo dopo la morte di piccola Miss Andrew insieme a Burns metteranno in piedi una ricerca per creare parti sostituibili compatibili con il corpo umano e rallentare di fatto la sua decadenza; infine Andrew si sottoporrà ad un ennesimo impianto che collegato al sistema nervoso centrale, lo farà accedere a tutte le sensazioni umane.


Grazie ai nuovi organi e alla capacità di provare sentimenti, Andrew si innamora concretamente di Portia. Manca solo un ultimo passo per coronare il suo sogno e sposare Portia, essere riconosciuto come essere umano, presentatosi di fronte al Congresso Mondiale si vede rifiutare la richiesta poiché’ come essere immortale porrebbe le basi di una crisi sul concettò di umanità. Andrew accetta a malincuore il verdetto e continua la sua vita con Portia cercando di allungarne l'esistenza, sino a quando Portia stessa non lo pone di fronte al fatto che desidera che la sua vita termini come giusto che sia.


Andrew prende una decisione drastica e compie un ultimo atto aiutato dall’amico Burns, farsi iniettare nei circuiti sangue umano che porterà all’inevitabile deperimento degli organi interni e quindi la morte. Nelle ultime scene, i due amanti affrontano per una ultima volta il Congresso Mondiale ed Andrew finalmente riceve il riconoscimento di essere umano nel momento della morte.


Il film si conclude con Galatea che cita a Portia, in punto di morte, una frase di Andrew, ripetuta spesso durante tutta la sua vita: "Uno è lieto di poter servire".


Alla sua uscita nelle sale, il film non ricevette una accoglienza calorosa, non riuscendo a coprire i costi di realizzazione. I giudizi furono caustici, ma a mio avviso ritengo il film molto più profondo e riflessivo di quanto possa apparire in una prima visione frettolosa

Io, Robot (Alex Proyas)

Anno 2035, il non amante dei robot agente Spooner (Will Smith)viene inviato sulla scena di un apparente suicidio del Dottor Lanning (James Cromwell), visionario fondatore della US Robotics, creatore degli avanzatissimi NS5 e delle tre leggi della robotica.


Indagando, Spooner rinviene un dispositivo olografico che Lanning ha lasciato proprio a lui, con alcune riflessioni che spingono il detective a considerare la possibilità che il dottore sia stato ucciso, ad aiutarlo interviene la dottoressa Susan Calvin (Bridget Moynahan), esperta di intelligenza artificiale anch’essa poco convinta si tratti di suicidio.


Ispezionando il laboratorio in cui è avvenuto il delitto, Spooner scova ed insegue un NS5, riuscito a catturarlo “Sonny” mostra una incredibile capacità di sognare e provare emozioni, in particola il senso di colpa per qualcosa di cui non può parlare, le risposte che cerca Spooner non le ottiene perché Sonny viene portato via prima. Non arrendendosi Spooner decide di fare un sopralluogo in casa di Lanning per trovare altri indizi sul complicato mistero, ma mentre lui è all’interno, il proprietario della US Robotics fa avviare una procedura di demolizione con lo scopo di uccidere il detective che riesce a salvarsi per un soffio, svelando anche che Spooner stesso ha parti cyborg, impiantate subito dopo un incidente proprio da Lanning stesso.


La dottoressa Calvin, intanto, supervisionando Sonny, nota altre sue strabilianti caratteristiche: oltre a essere costituito da metalli più avanzati e resistenti rispetto a quelli degli altri NS-5, Sonny non è connesso alla U.S. Robotics come invece lo sono tutti gli altri nuovi modelli, e infine, cosa più strabiliante, possiede un secondo cervello artificiale che entra in contrasto con il primo. Questo significa che il robot segue le Tre Leggi ma, se è necessario, può anche non farlo. Il detective capisce poi che il suo scetticismo verso gli androidi lo rende l'uomo perfetto per condurre l'indagine sulla morte di Lanning e vuole sapere da Sonny che cosa sogni per capire di più: il robot afferma di vedere migliaia di robot riuniti sotto le rovine del ponte del lago Michigan e un uomo (secondo lui Spooner) venuto per liberarli.


Spooner si reca sul luogo del sogno di Sonny e lì riavvia il dispositivo olografico: domanda all'ologramma di Lanning sulle tre leggi e perché creò Sonny con la capacità di violarle; Lanning risponde che il risultato delle tre leggi è "rivoluzione".


A quel punto, Spooner si accorge degli NS-5 che distruggono i vecchi modelli, dichiarandoli pericolosi, mentre in città schiere di NS-5 attaccano i centri di polizia e impongono ai cittadini di tornare in casa, sbaragliando chi li combatte.

Il responsabile del comportamento ribelle e violento dei robot è invece il cervello centrale della U.S. Robots, V.I.K.I. (Virtual Interactive Kinetic Intelligence), che, come previsto dal Dott. Lanning ("Un giorno avranno dei segreti, un giorno avranno dei sogni"), si era evoluto e aveva sviluppato una nuova interpretazione delle Tre leggi. L'obiettivo di V.I.K.I. è sempre quello di proteggere gli uomini, sacrificando però i singoli e la loro libertà al fine d'instaurare sulla Terra una "benevola" dittatura dei robot per proteggere gli uomini da loro stessi.


Per questo gli NS-5, controllati dall'intelligenza artificiale, avevano distrutto i vecchi robot, non connessi a V.I.K.I., ucciso Robertson e incapacitato le forze dell'ordine, poiché si sarebbero opposti. Ne scaturisce un combattimento che vede Sonny, Spooner e Susan combattere contro VIKI fino alla distruzione della stessa ed alla disattivazione degli NS5 violenti. Con gli NS-5 nuovamente sotto il controllo degli umani, Sonny rivela che il Dott. Lanning, che era in tutti i sensi tenuto prigioniero nel proprio laboratorio da V.I.K.I., gli aveva chiesto di ucciderlo perché questo era l'unico modo non prevedibile dall'intelligenza artificiale per attirare l'attenzione di Spooner.


I sospetti iniziali del poliziotto erano quindi fondati: Sonny ha veramente ucciso il Dott. Lanning, ma Spooner, consapevole che il robot non avesse scelta, non lo arresta con la scusa che "Un robot non può commettere un omicidio" in quanto, per definizione giuridica, l'omicidio è un atto compiuto da un uomo e non contempla la possibilità che sia compiuto volontariamente da una macchina.


La scena finale mostra Sonny che guarda gli altri NS-5, che si preparano a essere rinchiusi, i quali, a poco a poco, si fermano a guardarlo a loro volta, ricalcando l'immagine che Sonny vedeva nei suoi sogni.

Due film di taglio decisamente diverso, entrambi pongono il dilemma tutto umano del concetto di umanità e libero arbitrio.


Nel primo vediamo che il concetto di umanità viene relegato alla finitezza dell’esperienza umana, come se il concetto di morte possa regalare all’uomo la capacità di provare emozioni ed esperienza che l’immortalità non può o non deve permettere, ma trovo il concetto limitante, la ricerca di una immortalità permea l’uomo dalla sua comparsa, basti pensare alla capacità dell’arte di rendere infinita la traccia di un artista, ed è inutile pensare che non sia l’obiettivo di ciascun essere senziente.


Nel secondo invece ci confrontiamo con il concetto di libero arbitrio e con l’eterno dilemma sulle proprie azioni in funzione del bene primario di sopravvivere e vivere senza ledere la libertà di altri, le quattro leggi della robotica come pensate da Asimov, ebreo russo, vissuto in un’epoca di guerra e Shoa, riassumono in sé concetti che appartengono anche al genere umano, la dove dimentichiamo un semplice insegnamento “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com