In loving memory - Anna Magnani

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Analisi a cura di...


~ ANGELICA ATTANASI

Amo il mio equilibrio instabile, tra saggezza e follia, serenità e rabbia, perché questo mi rende maledettamente vera.

Anna Magnani

Quando pensi a Roma, alla Roma degli anni 50/60, quella che dava il meglio di sé lungo Via Veneto, e celebrava l’arte a Cinecittà, non puoi non pensare ad attori come Alberto Sordi o Aldo Fabrizi per non parlare della immensa Anna Magnani.

Per quelli troppo giovani e troppo smart per conoscerli, dico solamente che hanno rappresentato l’Italia e la romanità nel senso più puro del termine, dipingendo e raccontando pagine di storia che difficilmente potranno essere eguagliate.

In un cinema che non si avvaleva di effetti speciali ma che giocava unicamente sulla bravura dei protagonisti e dei Registi, le loro interpretazioni avevano il profumo dell’autenticità legata alla loro completa immersione nella realtà, una realtà così a ridosso della guerra da essere crudamente pura.

Ho capito che non ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma ci sono voluti tanti anni, tanti errori.

Anna Magnani

Nata a Roma il 7 Marzo 1908 nel quartiere Nomentano, Anna non conobbe mai il padre e fu abbandonata dalla madre in tenera età, visse e crebbe con la nonna materna e le sorelle di lei, un matriarcato a tutti gli effetti che le diede una visione femminile molto intensa e sfaccettata.

La prima passione della giovane Magnani cadde sulla musica spingendola a seguire lezioni presso il Liceo Musicale di Santa Cecilia, allora come oggi una eccellenza nel campo.

Raggiunge la madre ad Alessandria d’Egitto, dove si era trasferita per ricominciare la sua vita, ma l’esperienza la prova profondamente e quando torna, la giovane Anna, abbandona la musica per dedicarsi anima e corpo alla recitazione.

Frequenta la scuola drammatica Eleonora Duse insieme ad altri futuri mostri sacri come Paolo Stoppa.

La sua insegnante Ida Carloni Talli capisce immediatamente che la Magnani è una pietra grezza e si dedicherà molto a lei ed alla sua formazione.

Dopo inizi lenti in cui veniva usata più come caratterista che, come attrice, il salto di qualità arriva con il film Teresa Venerdì del 1941 diretta da Vittorio de Sica, da lì in poi la sua crescita è stata esponenziale sotto la direzione di grandi registi. 

L’affermazione Mondiale arriva con il film la Rosa Tatuata del 1955 diretta da Daniel Mann accanto a Burt Lancaster, per la quale interpretazione vinse il premio Oscar come attrice protagonista, sebbene fosse stata già diretta da autori internazionali come Jean Renoir, la sua fama valicò l’oceano proiettandola in un universo immortale con tanto di stella sulla Walk of fame.

La sua carriera è un susseguirsi di premi e riconoscimenti, ma anche di una vita spesso lontana dai riflettori, poco amante della mondanità vive storie d’amore dolorose soprattutto con Roberto Rossellini, suo grande rimpianto.Per chi si avvicina alla visione del lavoro della Magnani, i film che mi sento di consigliare sono fondamentalmente quattro a mio avviso:

  • Roma città aperta del 1945 diretto da Roberto Rossellini

  • Mamma Roma del 1962 diretta da Pier Paolo Pasolini

  • Bellissima del 1951 diretta da Luchino Visconti

  • La Rosa tatuata del 1955 diretta da Daniel Mann

In ognuno di questi film viene esplorata una sensibilità femminile con una intensità tale da rapire lo spettatore, la maternità, la resilienza, il coraggio, la passione, sentimenti declinati al femminile ed esaltati da una interpretazione che vi lascerà un graffio nell’anima.

La dea. Fantastica. Guardate che occhi! Che intensità. L'impegno completo su ogni cosa che ha fatto. Un impegno che scoppiava in tutto quello che faceva.

Meryl Streep

Al 1972 risale la sua ultima apparizione cinematografica, in un cameo fortemente voluto da Federico Fellini per il film Roma. Di notte, una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di una Roma silenziosa e deserta per rientrare a casa e risponde a Fellini con un tono di sorpresa, lo congeda velocemente e, sorridendo, chiude il portone davanti alla macchina da presa: così l'attrice conclude la sua lunga carriera cinematografica. La sua battuta finale, recitata in romanesco, fu: «No, nun me fido. Ciao. Buonanotte!».

Grazie Anna per tutto quello che ci hai trasmesso ed insegnato.

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