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~ LA REDAZIONE DI RC
A un anno dagli eventi de La Via dell’Acqua, la famiglia Sully vive ancora presso il clan Metkayina. Pandora sembra aver ritrovato un fragile equilibrio, ma le ferite lasciate dalla guerra sono profonde. Neytiri è consumata dal dolore per la morte del primogenito Neteyam, Lo’ak vive schiacciato dal senso di colpa e Jake si prepara a un nuovo possibile attacco della RDA, attirandosi la disapprovazione dei capi Metkayina, Tonowari e Ronal. Spider, il ragazzo umano cresciuto come un Na’vi, continua a vivere con loro, ma la dipendenza dalla maschera per respirare rende la sua vita un pericolo costante. Quando arrivano i Windtraders, clan nomade del vento guidato da Peylak, Jake e Neytiri decidono, tra mille tensioni familiari, di affidare Spider a loro, per farlo tornare dagli umani e garantirgli una vita più sicura. I figli e lo stesso Spider si oppongono; Neytiri ribadisce che Spider “non è famiglia”, generando un’ulteriore frattura emotiva. Durante il viaggio, però, il disastro si abbatte: il gruppo viene attaccato dai Mangkwan, il popolo della cenere, Na’vi che vivono seguendo la via del fuoco, ostili a Eywa e guidati dalla sciamana Varang. Usano frecce incendiarie e bombe di fuoco, causando un devastante schianto delle navi-medusa. Neytiri viene gravemente ferita; Jake, separato dai figli, cerca di raggiungerli. Lo’ak, Kiri, Spider e Tuk assistono all’orrore: i Mangkwan uccidono i Windtraders e recidono la coda neurale delle vittime, un destino peggiore della morte. I ragazzi riescono a fuggire ma vengono presto braccati.
Jake, nel frattempo, viene catturato da Quaritch e Wainfleet, che avevano intercettato le navi-medusa dal loro campo base. Quando Jake rivela che Spider è disperso e con la maschera in esaurimento, il colonnello accantona temporaneamente la vendetta per rintracciare il figlio perduto insieme a Sully. Durante la fuga Spider resta senza ossigeno e Kiri, connettendosi al terreno, compie un rito che gli salva la vita: il ragazzo, incredibilmente, acquista la capacità di respirare l’aria di Pandora.
Catturati dai Mangkwan, i ragazzi rischiano di essere sacrificati nel grande falò rituale del clan. Jake e Quaritch riescono a intervenire, ma Varang mostra il suo potere collegando la sua coda neurale a quella del colonnello e paralizzandolo. La sciamana è affascinata dalle armi umane e pretende che Quaritch le insegni a usarle, mentre Neytiri viene curata dagli Omaticaya nel lroo rifugio. Mo’at, intanto, rivela a Kiri la verità sulla sua origine: Kiri è figlia di Eywa, concepita quando l’avatar di Grace Augustine era unito all’Albero delle Anime. Non esiste un padre biologico, è figlia di Eiwa, ecco perché non riesce a connettersi ad Eiwa. Spider viene analizzato dagli scienziati: un micelio bioluminescente inserito da Kiri ha modificato il suo DNA, permettendogli di respirare su Pandora e facendogli crescere una coda neurale. Jake teme che l’RDA possa usarlo per colonizzare il pianeta. Neytiri, ricongiunta con il marito, propone di ucciderlo.
Nel frattempo i Tulkun decidono di allontanare Payakan per la sua disobbedienza e la sua propensione alla battaglia. Lo’ak, già fragile, litiga con il padre che lo accusa indirettamente della morte di Neteyam. Il ragazzo tenta il suicidio, ma desiste. Insieme a Kiri e Tsireya riparano l’arco perduto di Neytiri, un gesto che simbolicamente restituisce a Lo’ak una direzione.
Nel frattempo Quaritch, pur di catturare Jake, stringe un'alleanza con Varang: lei avrà armi a volontà, lui userà il suo clan per stanare Jake. Varang rivela la propria storia: da bambina il vulcano distrusse la sua foresta, Eywa non rispose alle preghiere del clan, e per questo scelsero il fuoco al posto della dea. Quando i Mangkwan e la RDA attaccano il villaggio dei Metkayina, Jake si consegna per proteggere il clan e viene portato alla base umana, dove Quaritch, Varang e Ardmore vengono celebrati come eroi. Spider subisce esperimenti invasivi; il colonnello lo ringrazia per averlo salvato in passato e gli dona la sua medaglietta. Neytiri, travestita da Mangkwan, si infiltra nella base per liberare Jake. A supporto interviene anche il biologo Ian Garvin, che disobbedisce agli ordini e lo aiuta a scappare, non sopporta più il piano di conquista degli umani. Durante la fuga Jake, temendo per Pandora, arriva a decidere di uccidere Spider per impedirne la cattura da parte dell’RDA… ma si ferma all’ultimo e lo riconosce come figlio insieme a Neytiri. Lo’ak ritrova Payakan, in fuga dopo lo sterminio del suo vecchio clan: sopravvive solo la tulkun Ta’Nok, cieca e sfigurata. Questo incontro diventa il punto di svolta della ribellione.

Jake raduna i clan Na’vi e cerca l’alleanza dei Tulkun. Le matriarche rifiutano la guerra finché Lo’ak e Payakan non presentano Ta’Nok: unica sopravvissuta del suo branco, simbolo vivente del fatto che combattere può essere l’unica via. La RDA e i Mangkwan convergono sulla baia degli antenati per una caccia di sterminio. Ma Eywa interviene: Payakan, Ta'Nok e i maschi Tulkun attaccano la flotta. I clan Na’vi si uniscono alla battaglia. Quando i Na’vi stanno vincendo, Varang lancia il suo contrattacco di fuoco: Ronal partorisce la sua bambina mentre sta morendo mentre la battaglia infuria, e Neytiri viene catturata con la bambina, e torturata da Varang.
Kiri, Spider e Tuk raggiungono l’Albero delle Anime subacqueo. Kiri supera finalmente il blocco grazie agli altri due ragazzi che si connettono con lei e intravede la stessa Eywa, chiedendo aiuto per salvare la sua famiglia. Pandora risponde: creature marine e terrestri si riversano in guerra contro gli umani. Scoresby viene ucciso da Ta’Nok, Ardmore trascinata in un vortice magnetico. Kiri, ormai in completa connessione con Eiwa salva sua madre paralizzando Varang con la connessione telepatica tra le corde neuronali, e la strega del fuoco fugge terrorizzata. Jake affronta Quaritch sulle rocce fluttuanti. Spider rischia di cadere nel vuoto, Quaritch cerca di salvarlo e rimane appeso con lui. Jake li tira su entrambi. La famiglia Sully lo raggiunge: Neytiri e gli altri vogliono uccidere il colonnello, ma Jake li ferma. Quaritch, riconoscendo la sconfitta, si lascia cadere nel vuoto tra le fiamme, sebbene Jake cerchi di mediare con lui.
La minaccia è finita.
Durante la cerimonia della prima connessione, Spider, ormai parte della famiglia spirituale dei Na’vi, partecipa alla comunione con Eywa, ormai da membro della famiglia. È un rito di unione e rinascita: Pandora ha risposto, i Sully hanno scelto di non fuggire più. La connessione è compiuta.

Miles Quaritch: Stephen Lang
Spider: Jack Champions
Miles Quaritch: Ho detto a quegli sgorbi coi guanti di lasciarti stare per un pò.
Spider: Dov’è Jake?
Miles Quaritch: In una gabbia, è quello il suo posto. Tieni. tI HO PORTATO un hamburger.
Spider: non fargli del male.
Miles Quaritch: Non fa più parte della tua vita. Sei con me adesso. Sono tuo padre.
Spider: Mio padre è morto. Sei solo una imitazione in cui hanno messo i suoi ricordi.
Miles Quaritch: Nono, sono sempre io. Ho controllato. Si guarda. (Mostra la sua medaglietta militare) Colonnello Miles Quaritch.
Spider: Deceduto.
Miles Quaritch: Non abbiamo avuto modo di parlare, quando eravamo nella giungla insieme ma devo ringraziarti. Mi hai tirato fuori da una nave affondata. Mi hai salvato la vita.
Spider: Già, vorrei non averlo fatto.
Miles Quaritch: Si, forse è vero. Ma forse in fondo non lo è. In ogni caso sono in debito, e voglio anche dirti che sono molto fiero di te. Perché sei incredibile: hai fegato, intelligenza, e il cuore. Figliolo, hai il cuore di un leone. Io mi rivedo molto in te. Mi rivedo veramente in te. Vedo tua madre. era… spietata Era dura vivere con lei, ma… la amavo. E credimi, lei amava te. La cosa più difficile per lei è stata salire sull’elicottero quel giorno, e andare a combattere, abbandonando il suo piccolo al proprio destino. Tua madre è morta in modo eroico. Hai anche questo dentro di te. Comunque non sono venuto per fare un tuffo nel passato, sono venuto per dirti che sono qui per te. Se… hai bisogno di me. Sono qui per te.
Spider: Posso tenerla? (La medaglietta militare)
Miles Quaritch: Mangia qualcosa dai. (Gli lascia la medaglietta).
Questo dialogo è uno dei più disturbanti e stratificati di Avatar – Fuoco e Cenere perché mette in scena un rapporto padre-figlio che nasce da una contraddizione insanabile: Quaritch è biologicamente il padre di Spider, ma moralmente è l’uomo che il ragazzo rifiuta di riconoscere. La scena funziona perché Quaritch non prova a imporsi con la forza: usa il linguaggio della cura, del debito emotivo e della memoria per costruire un legame che Spider percepisce come falso e pericoloso. L’apertura di Quaritch è volutamente brutale (“Ho detto a quegli sgorbi coi guanti di lasciarti stare”), un modo per riaffermare il suo controllo sull’ambiente. Spider, però, non risponde sullo stesso piano: chiede subito di Jake. Questo dettaglio è fondamentale. Per Spider, Jake è la figura paterna reale, nonostante le tensioni. Quaritch lo sa, e per questo risponde con una frase crudele ma lucida: “In una gabbia, è quello il suo posto.” Qui l’attore deve essere asciutto, quasi burocratico. La violenza non è emotiva, è ideologica. Il gesto dell’hamburger è uno dei momenti più inquietanti del dialogo. È un atto di normalità forzata, un tentativo di simulare una quotidianità padre-figlio che non è mai esistita. Spider rifiuta questa normalità chiedendo solo una cosa: “Non fargli del male.” Non chiede libertà, non chiede sé stesso. Chiede protezione per Jake. Questo chiarisce definitivamente dove risiede la sua lealtà.
Quando Quaritch afferma “Sono tuo padre”, la scena entra nel suo nucleo tematico. Spider risponde con una frase che è identitaria: “Mio padre è morto.” Non è rabbia, è definizione. Spider distingue tra memoria e presenza, tra DNA e relazione. Il confronto sulla medaglietta militare è centrale: Quaritch ha bisogno di un oggetto per dimostrare di essere “reale”, mentre Spider usa la parola “deceduto” per chiudere ogni spiraglio emotivo. È una dichiarazione fredda, quasi clinica, che ribalta il tentativo di intimità. Il dialogo cambia tono quando Quaritch ringrazia Spider per avergli salvato la vita. Qui emerge una crepa autentica. Non è ancora redenzione, ma è riconoscimento. Spider reagisce con una frase durissima (“Vorrei non averlo fatto”), che però non distrugge Quaritch: lo costringe a riformulare il discorso. Da questo punto in poi, il colonnello usa la strategia più pericolosa: l’affetto. Quando Quaritch dice di essere fiero di Spider, elencandone qualità come coraggio, intelligenza e cuore, non sta mentendo. È proprio questo a rendere la scena disturbante. Il complimento è sincero, e l’attore deve farlo passare come tale. Subito dopo, però, Quaritch allarga il discorso alla madre di Spider, raccontandola come donna dura ma amorevole, e riformula il trauma dell’abbandono come sacrificio eroico. Questo è il punto più manipolatorio della scena: Quaritch riscrive il passato per rendersi compatibile con esso.
Il momento in cui dice “Sono qui per te” è una replica diretta alla battuta che aveva rivolto a Varang. Ma qui il senso cambia: non è un patto di potere, è una promessa emotiva. Spider, però, non risponde con parole. Chiede la medaglietta. È un gesto silenzioso ma potentissimo. Spider non accetta Quaritch come padre, ma prende l’oggetto che rappresenta la sua identità passata. È come se dicesse: prendo il simbolo, non l’uomo. La chiusura di Quaritch (“Mangia qualcosa dai”) è volutamente quotidiana, quasi tenera. Non risolve il conflitto, lo sospende. La scena non parla di riconciliazione, ma di tentazione. Spider non è convinto, ma non è più impermeabile. Ed è proprio questa ambiguità a rendere il dialogo uno dei più riusciti del film: nessuno dei due vince, ma entrambi escono cambiati.

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