Breathe – Fino all’ultimo respiro: trama completa e spiegazione del finale

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~ LA REDAZIONE DI RC

Il film si apre con una sorta di missione all’aria aperta. Ci troviamo fin da subito in una cornice diversa dal pianeta che siamo abituati a conoscere: le strade sono deserte, e, l’aria è irrespirabile. I due uomini, un padre e un figlio, hanno delle tute speciali per monitorare l’ossigeno, mentre svolgono le loro mansioni. Uno dei due è all’aperto, e l’altro si è rintanato in una libreria. Ma a quest’ultimo, il padre, cede il pavimento sotto i piedi e rimane sospeso nel vuoto, in trappola, e con le riserve di ossigeno della tuta compromesse. Darius, il figlio, corre a soccorrerlo, ma è troppo tardi. 

Ci spostiamo all’interno di un bunker, anzi, un laboratorio di ricerca vero e proprio, dove sta il resto della famiglia. Zora, la nipote, e la madre. Darius torna, senza il padre. Dopo aver raccontato l’antefatto, prende la decisione di portare il cadavere al cimitero dove è seppellita anche la madre, a 10 km di distanza. Zora vuole andare con lui, ma non se ne parla. E’ troppo pericoloso, sono 10 ore di cammino. 

Nottetempo, Marcus rileva dei segnali preoccupanti da un monitor, riguardanti i livelli di ossigeno, compromessi. Ma è ancora presto per sapere con certezza di cosa si tratti. Forse della sua tuta. Marcus il giorno dopo è pronto a partire, prima lascia a Zora il libro che aveva trovato il padre in libreria. L’uomo parte, e saluta Zora dall’ultima telecamera di videosorveglianza. Zora come la terra sia al collasso per il cambiamento drastico dei livelli di ossigeno.

Se avessi saputo che quella era l’ultima volta che vedevo mio padre, avrei insistito per andare con lui. Ero un’adolescente quando il mondo è cambiato e tutto è andato a puttane. Si era raggiunto un punto di non ritorno. E’ successo tutto così in fretta. Nel giro di pochi mesi gli alberi, e tutta la flora non esistevano più. Il livello di ossigeno è precipitato dal 27% al 5%. Quindi non si poteva uscire senza un respiratore. La gente è rimasta unita per un pò. Ma… per nostra fortuna, mio padre era un ingegnere, ma era anche un survivalista. Per anni la gente l’ha preso per pazzo, però onestamente avevano ragione. Per prevedere un mondo senza ossigeno, e costruire un bunker a Brooklyn per l’evenienza, uno deve essere pazzo. Peccato che non lo fosse. Così, quando questo casino è arrivato, eravamo pronti fisicamente, emotivamente… e mentalmente… non molto.

Zora

Passano cinque mesi. Il padre non è più tornato. Zora si addentra per la città, armata di una pistola. Entra in un negozio di vestiti per trovare qualcosa, ma la madre, in esplorazione con lei, non è d’accordo. Nottetempo, la ragazza prova a mettersi in contatto via radio con il papà. 

Mentre sta registrando un messaggio radio, per provare a comunicare con il padre, un’interferenza fa presupporre che dall’altra padre il padre ci sia, ma poi nulla. La madre tiene in perfetto stato delle piante, all’interno del bunker. Zora e sua madre si esercitano con il computer del bunker. Le due hanno alcuni momenti di pace, insieme, poi Zora svela a sua madre la sua intenzione di andare a cercare Darius. Le due litigano, anche sul terreno che stanno provando in tutti i modi a coltivare da diverso tempo. Come sempre, Zora e sua madre non si capiscono, e la ragazza si allontana. Il giorno dopo, all’aperto, le due si chiariscono, si aiuteranno a vicenda. Ma, mentre rientrano nel bunker per controllare il giardino, Maya vede due persone, con tanto di casco, in giro per la città. Spaventate, si nascono dietro una macchina per spiarle. Le due figure sembrano in difficoltà. La donna si rende conto che sono dei paraggi, e va verso la macchina dove sono nascoste, col fucile spianato. L’uomo si è arrampicato sul tetto, e vede tracce del bunker e dei pannelli solari in superficie. Maya prende di sorpresa la donna, Maya, le afferra il fucile e con Zora scappa nel bunker. Tess e Maya parlano attraverso la telecamera. I due, Tess e Lucas, affermano di vivere in un rifugio a Philadelphia, e di avere il sistema di filtraggio rotto. Maya afferma di conoscere Darius, lavorava con lui ai tempi dell’Università. E vorrebbe parlare con lui. Ma l’uomo è sparito, come afferma Maya. Tess vuole solo entrare nel bunker e replicare la macchina di Darius. Zora vorrebbe farli entrare, Maya è molto dubbiosa, potrebbe essere una trappola, potrebbero voler rubare il loro spazio. Zora pensa che sarebbe più corretto lasciarli entrare, specie visto che conoscevano suo padre. Magari Tess potrebbe anche aiutare Zora con alcune migliorie di sistema.

Maya le dà retta. Fa allontanare le due persone dal bunker, prende le loro armi e li interroga, all’aria aperta. Non è affatto convinta e fa legare Lucas dalla stessa Tess. Maya lega Tess, e fa per entrare solo lei. Ma, un attimo prima, una terza figura le corre incontro e si lancia contro Zora, rimasta alla porta. Maya riesce a entrare nel bunker, con l’uomo e Zora. L’uomo è con Tess, che, dall’altra parte della porta, lo chiama a gran voce. Tess afferma che lui è Micah, il loro “guardia spalle”. Per Maya non se fa più niente. 



Tess e Lucas cambiano piano, e vogliono letteralmente trapanare il bunker. All’interno, Maya sta curando la ferita di Micah, che afferma di essere un fabbro. All’improvviso, l’allarme nel bunker scatta. Salta la corrente, e si rendono conto del trapano. A questo punto è Zora ad avere un’idea: fabbrica un macchinario con una torcia e un filo di rame e, dall’altra parte della porta blindata, riesce a bloccare il trapano. Tess non demorde, e dall’area di filtrazione fa immettere nello spazio dell’anidride carbonica. Non avranno mai tempo per depurarla. Maya apre il garage sul retro, per andare a prendere i due. Tomas vede l’apertura del garage e afferra un martello. Sia Maya che Zora escono dalla stanza, lasciando Micah ancora legato, e con l’aria che sta per terminare. Maya si nasconde e comincia a sparare con un fucile da cecchino. Zora non riesce a reggere a lasciar morire Micah, e comincia a interrogarlo, fino a quando la luce torna normale e il computer ripristina il sistema. Lucas e Tess elaborano un ultimo piano: visto che comunque maya è rimasta fuori, devono trovare il modo di catturarla. Tess distrae Maya, mentre lucas prova a fare il giro e prenderla di sorpresa. Lucas ci riesce e inizia una colluttazione con Maya. Dentro, Micah si riesce ad alzare e fa per afferrare Zora, che si riesce a divincolare.

Tess e Lucas catturano Maya e vanno alla porta blindata, per entrare. Micah ha legato Zora, ma non sa come aprire la porta blindata. Comincia a sentirsi poco bene. Solo ora Zora si rende conto che Micah ha la schiena completamente forata dal proiettile. Il ragazzo si accascia, morto. Zora potrebbe aprire la porta, ma è legata. Zora riesce a comunicare con l’esterno dal microfono di Micah, e rivela la sua morte. Lei non può aprire la porta, e l’unico modo per entrare è con una chiave elettronica. L’unica chiave elettronica, però, è dentro. L’altra chiave è lontana, c’è da camminare. O meglio, da prendere una macchina. Perché l’altra chiave è con suo marito… morto da qualche parte. Maya e Tess partono, Lucas resta di guardia, nel caso Zora si liberi. Mentre sono in viaggio, e si è fatta notte, Maya spiega che il marito aveva lasciato un biglietto, prima di morire. Si era reso conto di aver sbagliato i calcoli del depuratore di CO2. Si era reso conto che anche senza suo padre, il sistema sarebbe collassato. L’unico modo per dare più tempo alla sua famiglia era quello di andarsene. L’unico tempo per dare più tempo a Zora, geniale come lui, di risolvere le cose e forse salvare il mondo, era quello di andarsene. Zora, molte di queste cose, non le sa.

Nel frattempo, nel rifugio, Zora fa mettere al computer “Favorite Things” di John Coltrane, che sente anche Lucas dall’altra parte della porta. Maya e Tess sono arrivate al luogo dove è morto Darius, Prospect Park. La gamba di Maya è visibilmente peggiorata. Maya arriva davanti al corpo di Darius, e scoppia a piange. Nella borsa di Darius, Maya trova la chiave e… una pistola. I fari della macchina si spengono. Maya non può camminare, ed entrambe sono con l’ossigeno a terra. Maya e Tess si puntano le pistole contro. Ma Maya non ha possibilità, se non fidarsi di Tess. Le consegna la chiave. Tess corre verso il rifugio, lasciando sola Maya. Tess riesce a tornare al rifugio, ma ora lei deve dire a Zora la verità. Tess vuole tornare da Maya, ma Lucas non è d’accordo. Minaccia di uccidere Zora. Tess non ha altra scelta che aiutare Marcus. Tess riesce a vedere il generatore, ma si rende conto che è troppo complicato replicarlo. 

La spiegazione del finale del film "Breathe - FIno all'ultimo respiro"

Non solo, Tess mentre discute con Lucas svela che non conosceva il padre, e che aveva tutte le informazioni via radio, dalle comunicazioni che mandava la stessa Zora. Era convinta di poter replicare la macchina, ma ora che se la trova davanti realizza che è un’impresa impossibile. Non solo, ma anche se lo replicasse, quella macchina potrebbe sostenere solo due persone. Tomas uccide Tess, a sangue freddo. Tomas si rende conto che può vivere qui, e chiede aiuto a Zora, senza liberarla. 

Il giorno dopo, Tess sta per morire, il respiratore ha poco ossigeno. Ma, all’ultimo istante, vede qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: una piccola pianta verde, in mezzo alla distesa arida. Si leva un secondo la maschera, ma l’aria è ancora irrespirabile. Però ora ha la speranza. Fabbrica un sistema di pannelli solari rudimentale e fa di tutto per avviare la macchina. Lucas pulisce dai cadaveri e fa per fare colazione con della zuppa, quando nuovamente salta la corrente al rifugio. Zora svela che sono i cavi solari, che si stanno deteriorando. Può ripararli solo lei. Marcus le dà ossigeno, ma solo per ripararli. Ha poco meno di 10 minuti. La ragazza ripristina tutto. Maya riesce a tornare a casa e si ricongiunge con sua figlia, sul tetto. Le due hanno un piano. Dato che Tomas non la fa rientrare, fingono la morte della ragazza, e fingono un nuovo problema al generatore. Tomas esce, riescono ad avere la meglio su di lui e ad entrare. Ma Tomas, anche se ha perso l’ossigeno, riesce a rientrare con loro nel bunker. Punta loro l’arma, mentre ansima per il poco ossigeno, ma non spara. Se lo facesse, fa notare Zora, salterebbero in aria per il troppo idrogeno nell’atmosfera. Con un’escamotage, lasciano solo l’uomo, che capisce che presto morirà. Spara così al generatore creato da Darius. Il bunker salta praticamente in aria, dall’interno. Prese dalla disperazione, scappano in macchina fino a Philadelphia, in cerca del bunker nominato da Lucas e Tess. Ma nessuno apre loro, e sembra un buco nell’acqua. Zora finisce l’aria e si accascia, seguita da Maya.

Sembra la fine, ma Maya si risveglia in un comodo letto. E’ nel bunker. Un uomo la accoglie, spiegandole che le due sono al sicuro,e che la figlia ha riparato il loro generatore, e raccontato la storia. Sono salve. Il bunker è salvo. Forse la terra sarà salva.

Ho sedici anni, e la mia vita è cambiata per la seconda volta. Io e miei pensavamo di essere gli unici sopravvissuti. Per fortuna ci sbagliavamo. Se c’è qualcuno in ascolto, possiamo offrire quello che sappiamo. COn le competenze di mia madre, e i nostri nuovi amici, pensiamo di poter cambiare le cose. Malcolm X diceva: “L’educazione è il passaporto per il futuro, perché il domani appartiene a coloro che lo pianificano oggi”. Il domani appartiene a noi. 

Zora

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