Monologo femminile - Ted Lasso

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Rebecca Welton, pronunciato a Ted Lasso, è uno dei momenti più intensi e trasformativi della sua storia. All'inizio della serie, Rebecca è stata presentata come una donna fredda e calcolatrice, determinata a distruggere l'AFC Richmond per vendicarsi del suo ex marito, Rupert Mannion, un uomo tossico e manipolatore che l’ha umiliata pubblicamente. Ma questa confessione segna un punto di svolta definitivo per il suo personaggio. Qui, Rebecca ammette apertamente il suo tradimento, esponendosi in tutta la sua vulnerabilità. Per la prima volta, non è la donna in controllo, non è la dirigente impenetrabile: è solo una persona che ha commesso errori e che ora deve affrontarne le conseguenze.

Sarah, tu lascialo

STAGIONE 1 EPISODIO 9
MINUTAGGIO
: 11:10-12:35

RUOLO: Lucia
ATTRICE:
Vanessa Scalera
DOVE:
Apple TV



INGLESE


I have something I need to tell you. I'm a fսck¡ng bitch. Ted, I lied to you. I hired you because I wanted this team to lose. I wanted you to fail, and I sabotaged you every chance I've had. It was me who hired that photographer to take the photo of you and Keeley. I set up the interview with Trent Crimm, hoping that he would humiliate you. And I instigated the transfer of Jamie Tartt, even though you'd asked me not to. This club is all that Rupert has ever cared about, and I wanted to destroy it. To cause him as much pain and suffering as he has caused me. And I didn't care who I used or who I hurt. All you good people just trying to make a difference. Ted, I'm so sorry. Mm. If you want to quit or call the press, I'll completely understand.



ITALIANO


C’è una cosa che devo dirti. Sono una maledetta stronza. Ted, io ti ho mentito. Ti ho assunto perché volevo che la squadra perdesse, volevo che fallissi, e ti ho sabotato ogni volta che potevo farlo. Sono stato io a chiamare quel fotografo, per fotografare te e Kayle. Ho organizzato l’intervista con Trent Grimm sperando che lui ti umiliasse, e ho insistito io per il trasferimento di Jamie Tart, anche se sapevo che non volevi. Questa società è l’unica cosa a cui tiene Rupert, per causargli lo stesso dolore e sofferenza che lui ha causato a me. E non importava chi dovessi usare, o dovessi ferire. Tutte voi brave persone che volevate fare la differenza. Ted, mi dispiace tanto. Se vuoi andartene o raccontarlo alla stampa posso capirlo.

Ted Lasso

"Ted Lasso" è una serie che, sotto l'apparenza di una commedia sportiva leggera, si rivela una narrazione stratificata e ricca di sfumature emotive. Creata da Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Joe Kelly e Brendan Hunt, la serie ha debuttato su Apple TV+ nel 2020 e si è rapidamente imposta come un prodotto capace di bilanciare umorismo, introspezione e crescita personale.



La storia segue Ted Lasso (Jason Sudeikis), un allenatore di football americano ingaggiato per allenare una squadra di calcio inglese, l’AFC Richmond, nonostante non abbia alcuna esperienza nel calcio europeo. L’assunzione non è casuale: Rebecca Welton (Hannah Waddingham), la nuova proprietaria del club, vuole distruggere la squadra come vendetta nei confronti del suo ex marito, il precedente proprietario, e pensa che assumere un allenatore incompetente sia il modo migliore per farlo.

Ted arriva in Inghilterra con un atteggiamento genuinamente positivo e un approccio fuori dagli schemi. Nonostante il cinismo iniziale di stampa, tifosi e giocatori, il suo metodo si basa sulla costruzione di fiducia e sul rafforzamento dell’identità della squadra, più che sulla tattica. Nel corso delle tre stagioni, la narrazione si sviluppa non solo attorno alle dinamiche sportive, ma anche ai percorsi di crescita personale dei personaggi.



Prima stagione: accettare il cambiamento


L’inizio è segnato dal contrasto tra l’ottimismo quasi ingenuo di Ted e la freddezza dell’ambiente calcistico britannico. All’interno della squadra, il capitano Roy Kent (Brett Goldstein), un veterano dal carattere burbero, e la giovane star Jamie Tartt (Phil Dunster), arrogante e talentuoso, rappresentano due poli opposti della leadership sportiva. Ted, con il suo metodo poco convenzionale, guadagna gradualmente il rispetto del gruppo, in particolare dell’insicuro Nathan Shelley (Nick Mohammed), inizialmente magazziniere, che Ted promuove a vice-allenatore.

Parallelamente, Rebecca, inizialmente intenzionata a sabotare Ted, si ritrova a cambiare idea, grazie anche all’amicizia con Keeley Jones (Juno Temple), influencer e fidanzata di Jamie, che evolve da semplice presenza mondana a figura chiave nella gestione del club. La stagione si conclude con il Richmond che retrocede, ma con una squadra più coesa e un’idea chiara su come ripartire.



Seconda stagione: affrontare i demoni interiori


Se la prima stagione esplora l’adattamento di Ted a un nuovo mondo, la seconda va più in profondità nel lato emotivo dei personaggi. Ted, nonostante la sua positività, inizia a mostrare segni di attacchi di panico, rivelando un lato più vulnerabile. Il tema della salute mentale prende il centro della scena con l’introduzione della psicologa dello sport Dr. Sharon Fieldstone (Sarah Niles), che sfida Ted a confrontarsi con il dolore irrisolto del suo passato, in particolare la morte del padre.

Nathan, da umile assistente insicuro, diventa sempre più ambizioso e rancoroso, sentendosi trascurato da Ted e sviluppando un’invidia crescente. Il suo arco narrativo culmina con il tradimento, quando lascia il Richmond per unirsi al West Ham, ora di proprietà dell’ex marito di Rebecca.

Intanto, Roy Kent, ritiratosi dal calcio giocato, trova una nuova dimensione come allenatore e partner di Keeley, mentre Jamie, dopo un periodo di crisi, cerca di maturare e diventare un giocatore meno egocentrico. La stagione chiude con tensioni irrisolte e un Richmond pronto a tornare in Premier League.



Terza stagione: chi siamo veramente?


La stagione finale affronta le questioni identitarie di ogni personaggio. Ted deve decidere se restare o tornare negli Stati Uniti per stare con il figlio. Nathan, dopo aver raggiunto il successo al West Ham, si rende conto di aver perso il senso di sé nel suo desiderio di affermazione. Rebecca riflette sul suo ruolo nel club, mentre Roy e Keeley affrontano le difficoltà di una relazione in continua evoluzione.

Sul piano sportivo, l’AFC Richmond, dato per sfavorito, diventa una squadra competitiva grazie a un calcio innovativo ispirato al Total Football, simbolo del superamento dei vecchi schemi e della ricerca di un’identità collettiva. La stagione si conclude con Ted che sceglie di lasciare il club per tornare a casa, Nathan che trova un equilibrio e Rebecca che, anziché vendere il Richmond, lo trasforma in qualcosa di ancora più grande.



Tematiche: più di una serie sportiva


Ted Lasso ribalta il concetto tradizionale di leadership. Il suo metodo non è basato sull’autorità o sulla conoscenza tecnica, ma sulla capacità di comprendere e valorizzare gli altri. Il messaggio è chiaro: vincere non significa solo alzare trofei, ma creare qualcosa di duraturo e significativo.


Salute mentale e vulnerabilità maschile


Uno degli aspetti più innovativi della serie è come affronta la salute mentale, specialmente tra gli uomini. Ted, che all’inizio sembra un ottimista incrollabile, si scopre fragile, segnato da traumi irrisolti. Nathan rappresenta il pericolo dell’insicurezza trasformata in rabbia repressa. Roy Kent, apparentemente duro e inscalfibile, impara a esprimere le proprie emozioni.


Trovare una famiglia fuori dalla famiglia biologica


L’AFC Richmond non è solo una squadra, ma una comunità. Ogni personaggio trova nel club un senso di appartenenza che va oltre il calcio: Rebecca si libera dall’ombra del suo ex-marito, Keeley costruisce una

carriera indipendente, Jamie supera il trauma di un padre tossico.


Il concetto di successo


La serie decostruisce l’idea classica di successo. Ted vince senza vincere trofei, Jamie diventa un leader quando smette di pensare solo a sé stesso, Nathan capisce che l’ambizione fine a sé stessa non porta alla felicità.

"Ted Lasso" è una serie che parte da un’idea semplice – un allenatore di football americano nel mondo del calcio inglese – per raccontare qualcosa di molto più profondo: il valore dell’empatia, il peso delle aspettative, la necessità di affrontare i propri demoni. Lo fa con un tono leggero ma mai superficiale, costruendo personaggi credibili e situazioni che parlano a tutti, che si sia tifosi di calcio o meno.

Analisi Monologo

Rebecca inizia il monologo con una frase brutale e diretta: "C’è una cosa che devo dirti. Sono una maledetta stronza." Questa apertura non lascia spazio a interpretazioni. Rebecca non cerca di giustificarsi. Definirsi "una maledetta stronza" è il suo modo di prendersi la piena responsabilità delle proprie azioni.


Poi arriva la vera confessione: "Ted, io ti ho mentito. Ti ho assunto perché volevo che la squadra perdesse, volevo che fallissi, e ti ho sabotato ogni volta che potevo farlo." Questa è una rivelazione devastante. Rebecca ammette esplicitamente di aver manipolato Ted fin dal primo giorno, assumendolo non perché credesse in lui, ma perché voleva distruggere il Richmond. Ogni gesto gentile, ogni parola di supporto che gli ha rivolto, era inizialmente una menzogna.


Segue poi un elenco dettagliato delle sue azioni: "Sono stata io a chiamare quel fotografo, per fotografare te e Keeley. Ho organizzato l’intervista con Trent Crimm sperando che lui ti umiliasse, e ho insistito io per il trasferimento di Jamie Tartt, anche se sapevo che non volevi." Rebecca dettaglia ogni singolo tradimento, come se volesse assicurarsi che Ted capisca la portata del danno.


Il passaggio successivo spiega le sue motivazioni, rivelando il dolore che l’ha portata a prendere queste decisioni: "Questa società è l’unica cosa a cui tiene Rupert, per causargli lo stesso dolore e sofferenza che lui ha causato a me." Qui Rebecca esplicita il suo vero obiettivo: non ha mai voluto ferire Ted o la squadra per odio personale, ma perché voleva colpire Rupert nel modo più doloroso possibile. Il problema è che nel farlo, ha perso di vista il confine tra vendetta e giustizia, finendo per ferire persone che non lo meritavano.

Poi arriva la frase più importante, quella che dimostra la sua vera trasformazione: "E non importava chi dovessi usare, o dovessi ferire. Tutte voi brave persone che volevate fare la differenza." Qui Rebecca riconosce il suo errore più grande. Si rende conto che la sua ossessione per la vendetta l’ha portata a usare e tradire persone buone, che non avevano nulla a che fare con il suo dolore. Chiude il monologo con un atto di resa totale: "Ted, mi dispiace tanto. Se vuoi andartene o raccontarlo alla stampa posso capirlo." Questa è la definitiva dimostrazione di sincerità. Rebecca lascia a Ted la totale libertà di scegliere cosa fare.

Conclusione

Questo monologo è il punto di svolta definitivo per il personaggio di Rebecca. Fino a questo momento, Rebecca ha sempre cercato di nascondere il suo dolore dietro una facciata di forza e controllo. Ma qui si toglie ogni maschera e si mostra per quello che è realmente: una donna ferita, che ha fatto scelte sbagliate per rabbia, e che ora è disposta ad accettarne le conseguenze.

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