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~ BARTOLOMEO FISHTA
“La guerra. La guerra non cambia mai.”
Lucy McLean, una spensierata abitante del Vault 33, Maximus, uno scudiero della confraternita d’acciaio ed un Goul divenuto immortale a causa delle radiazioni sono i tre principali protagonisti ricamati con la maestria di un abile sarto sulla nuova e fresca trama di Fallout, marchiato Amazon Prime e firmato da Jonathan Nolan e Lisa Joy.
Parliamoci chiaro, Fallout è una di quelle serie tv in cui fai fatica a rimandare l’episodio successivo al giorno dopo, portandola a termine in una sola giornata. La caratterizzazione dei personaggi, un tema retro-futuristico che incrocia l’innovazione tecnologica alla decadenza post-bellica, uniti agli infiniti easter egg e richiami alla saga videoludica che gli occhi più abili e precisi sono riusciti a trovare, hanno ipnotizzato, compreso me stesso, milioni di utenti, portando la serie in pochi giorni a scalare classifiche su classifiche.
Fin dai primi episodi Fallout stabilisce un’atmosfera cupa e desolante, elemento cardine per rispettare e rispecchiare lo spirito e la trama, capace di farci vivere (e rivivere quando si tratta di ricordi) le vite ed i diversi punti di vista dei tre personaggi principali i quali sotto la giusta angolazione possono sembrare rivali, poiché rincorrono tutti la stessa cosa: una bizzarra…testa, che nasconde al suo interno qualcosa di particolare. Una crescente successione di eventi e lo switch tra le vite dei vari personaggi fanno si che la storia non perda di spessore, con una chiave di ironia e sarcasmo che a parer mio aggiungono la ciliegina sulla torta blu e gialla a forma di pollice in su. A proposito…ma perché l’iconico Vault Boy stilizzato dai capelli biondi e la tuta blu è sempre raffigurato con il pollice in su? Ce lo fa capire Cooper Howard (prima di diventare un Goul immortale) quando spiega alla figlia che se mettendo il pollice in su si riesce a coprire l’intero fungo atomico dopo un’esplosione, allora si è salvi.
“I don't want to set the world on fire”
Scenografie impeccabili. A differenza della saga videoludica dove gli scenari sono stati ricreati digitalmente, nella serie tv i luoghi visitati dai personaggi corrispondono a reali location. Tra i luoghi più rappresentativi c’è Shady Sands, ben nota agli amanti del gioco, un tempo fiorente ed ora distrutta ed abbandonata. Un luogo che si intreccia profondamente alle vite dei personaggi, come Maximus, ad esempio, non soltanto è cresciuto lì, ma è uno dei pochi sopravvissuti all’esplosione che ha distrutto l’intera città.
Shady Sands è stata ricreata nella località di Kolmaskop, nel deserto nel Namib, una reale città “fantasma”, in cui è stato girato Mad Max – Fury Road nel 2015.
Altre scene come quella nella stazione di servizio Red Rocket, dove Goul incontra il cane Dogmeat richiamando Fallout 4, sono invece girate a New York nella contea di Rockland, in un luogo tutt’ora abitato (Da umani…dimenticatevi Goul e mutanti).
Non sono mancati riferimenti ed easter egg quasi obbligatori per la riuscita della serie, come la Nuka Cola e l’uso dei suoi tappi come moneta, o il Pip boy al polso di ogni abitante del Vault. Lo stesso che Norman, il fratello di Lucy usa per giocare ad Atomic Command, un minigioco introdotto in Fallout 4.
Le armi ed i consumabili come i siringoni per ricaricare la salute, sono anche essi dei riferimenti al videogioco. Le possenti armature atomiche della confraternita d’acciaio, la famosa pistola laser AER9 fino ad incontrare il fucile che spara qualunque cosa tu ci metta dentro, parliamo del Junk Jet. Parte bizzarra del gameplay di Fallout è sicuramente il cibo. Vedremo i personaggi principali imbattersi negli spiedini di iguana, nelle mucche a due teste, le sugar bomb e le uova speziate. Per non parlare dei due luoghi in cui nel videogioco è garantito trovare qualcosa di cui sfamarsi come il supermercato Super Duper Mart e la stazione di servizio Red Rocket, di cui parlavamo poco fa.
La Soundtrack della prima stagione firmata da Ramin Djawadi, compositore delle colonne sonore di Game Of Thrones ed Uncharted, è stata rilasciata in un vinile, che comprende l’iconico tema ed altre musiche di momenti chiave della serie, rendendo impeccabile l’unione tra effetto visivo e sound design, per non parlare dei brani come “I don't want to set the world on fire” di The Ink Spots del 1941 che solo ad ascoltare le prime note di sfuggita, ci teletrasporta in uno scenario post apocalittico nel futuro, materializzandoci addosso una tuta blu e gialla.
“Scommetto che quell’armatura vi fa sentire grandi, ma in passato ne ho indossata una, e quello che so è che c’era solo un piccolo problema. Un difetto di saldatura… proprio sotto il petto. Mi auguro che l’abbiano sistemato in questi nuovi modelli…”
La creazione di qualcosa di nuovo, costruito sulle fondamenta e le basi di un videogioco nato nel 1997, per crearci una storia nuova e riportare in vita dopo anni dall’uscita dell’ultimo capitolo videoludico lo scenario e le avventure vissute in Fallut, è stato apprezzato da milioni di utenti, me compreso. Una serie tv ideata e pensata per poter essere alla portata di tutti, appassionati di videogiochi e non, che racconta in profondità la vita dei personaggi della serie, i loro obiettivi e gli ostacoli che un mondo in rovina mette loro davanti. Un valido esempio del meraviglioso mosaico che si crea fondendo il cinema ed il gaming, non ci resta che attendere la seconda stagione!
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