A Complete Unknown: un film giusto al momento giusto

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Articolo a cura di...


~ CLAUDIA LAZZARI

Chitarra al mattino, chitarra al pomeriggio, chitarra la sera. Chitarra la notte, perennemente insonne, e chitarra alle prime luci dell’alba, insieme alla sigaretta.


Spacca così lo schermo Timothée Chalamet, nella straordinaria interpretazione di Bob Dylan che ci regala in A Complete Unknown. James Mangold narra uno stralcio fondamentale della vita dell’icona: gli anni che vanno dal 1961 al 1965. L’inizio della carriera di Dylan e lo stravolgimento, che da subito, ne consegue.


Quando Robert Allen Zimmerman approda a New York, si fa già chiamare Bob Dylan e ha già posto una pietra gigante dinanzi al sepolcro del suo passato. Non una parola sulla famiglia, non una parola sulle sue origini, eccetto per il circo itinerante, l’unica realtà di cui fa parola con le sue conoscenze. Il diciannovenne Dylan, arriva dal Minnesota con la sua chitarra e uno stralcio di giornale, su cui è riportato il luogo in cui è ricoverato il suo idolo, Woody Guthrie. Nella stanza in cui quest’ultimo si sta consumando a causa della malattia, conosce Pete Seeger (meraviglioso Edward Norton), il suo padre musicale, leggenda della musica folk, colui che lo aiuterà ospitandolo, inizializzando la sua carriera, facendolo approdare a Newport.

Sono anni, i nostri, in cui l’arte fa fatica, in cui la musica non dice niente - o meglio - la musica che va di moda, non dice niente. Ma, in generale, finita l’epoca del folk, termina un mondo in cui la musica è politica, attivismo, coraggio, esposizione. E negli anni ‘60, Dylan coglieva già l’aria del cambiamento, le pulsioni rivoluzionarie di un America piegata dalla guerra fredda, dall’assassinio di Kennedy, dagli albori del Vietnam. Si imponeva con testi pieni di verità e con gli stessi testi era pronto ad assassinare l’unico genere musicale che li promulgava, per sperimentare altri generi, per mischiare gli impulsi, per seguire una personalità che di continuo sentiva minacciata dal pubblico che tanto lo acclamava. Dylan contro Dylan: distruggersi per rinascere ogni volta, a partire dalle proprie ceneri.

Nel film, Chalamet interpreta un giovane Dylan, che già al primo accenno di popolarità comprende che il pubblico vuole un’immagine, un’immagine alla quale attribuire una storia, una conoscenza, un atteggiamento, un incasellamento in una prigione fatta di ciò che gli altri vogliono, e vogliono sentire. In poche parole, che l’anticonformismo stava già diventando conformista. Ancora più al succo: il mondo che conosciamo oggi.

E quindi, quel carattere e quella personalità, già molto celate dalla sua chitarra e dalla sua armonica, sfumano in un'ambiguità sempre più fitta,in un cinismo fresco, in un’arroganza scostante. Un’icona che sfugge all’iconografia. E Mangold, con grande intraprendenza, fa un salto nel vuoto per tentare di cogliere quest’anima di vapore. E lo fa con molto rispetto, perché è fedele alla volontà di Dylan che per tutta la vita ha voluto che ci si riferisse alla sua persona solo attraverso le sue canzoni. Proprio per questo, A Complete Uknow si esprime cantando e suonando. Suona e canta, di continuo.


Emblematico è il focus sul rapporto Dylan-Seeger, il racconto della nascita, dello sviluppo, e della morte gentile di un legame padre-figlio. Profanando il Festival del Folk di Newton, al quale approda grazie a Seeger, Dylan diventa un Edipo che ammazza il padre per sposare la madre-musica, la propria, non quella richiesta di continuo da un pubblico ancora non pronto ad accettare il cambiamento. Un popolo che fa fatica a proseguire il proprio cammino, in quest’America squilibrata. Ma Dylan, che ama la musica, non la fama, non cede. Nel boom della notorietà, durante il Festival del Folk di Newton del ‘65, suona la propria evoluzione del folk, una direzione artistica completamente diversa dagli esordi, e lo fa prendendo insulti e gli oggetti schiaffati sul palco dal pubblico stesso, che lo vorrebbe incasellato in Blowin’ In The Wind a vita. E allora lui li distrugge con Like a Rolling Stone, abbandonando la chitarra acustica per abbracciare quella elettrica. La storia gli darà ragione.


Le spalle di Timothée non sono da meno nelle loro interpretazioni: Elle Fanning è Sylvie Russo, la prima ragazza ufficiale di Bob Dylan, fondamentale per la sua crescita come cantautore e come persona; Monica Barbaro è Joan Baez, talento della musica folk già da prima di Dylan, l’amore della sua vita. Sarà determinante per la sua carriera; Edward Norton è la stella Pete Seeger; Scoot McNAiry è il re del folk Woody Guthrie, e Boyd Holbrook è il genio Johnny Cash. Un “contorno” leggendario.


A Complete Unknown è un tripudio di performance talentuose, di una regia gentile che ci culla con la poetica litania del folk e ci desta dal torpore con il finale da rivoluzione. Un film giusto in tutto e per tutto, partorito al momento giusto. Nel 2025, quando la fama si ottiene con l’ignoranza, quando l’arte fatica a dire e a saper dire, quando la gente impazzisce se non si omologa, James Mangold punta il riflettore su Bob Dylan e ci dice: siate completi sconosciuti, sfuggite al controllo, nuotate controcorrente, con coraggio. Abbiate qualcosa da dire, cercate voi stessi in maniera disperata. E quando vi trovate…sfidate i poteri forti.

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