Analisi parallela - Frankenstein di Mary Shelley vs Povere Creature

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Analisi a cura di...


~ ANGELICA ATTANASI

Siamo tutti creature con aspirazione al divino, ma in quanto creature e non creatori, determinati e finiti, viviamo il sogno di determinare il nostro futuro.


~ A.A.

Questa analisi è figlia della visione recente di “Povere creature”, ammetto che ci ho messo un po’ a decidermi, perché’ immaginavo non fosse un film facile da vedere e comprendere.


Dire che me ne sono innamorata sarebbe riduttivo, a distanza di giorni ancora ci penso e molte scene sono impresse nella mia mente come i dialoghi.


Il concetto che vorrei prendere in esame è creatore vs creatura, concetto che da sempre conduce l’uomo verso il desiderio becero di sostituirsi al creatore, in qualsivoglia forma lo si concepisca.


Per far ciò prenderò in esame i due film in titolo, due visioni del mito di Frankenstein o se vogliamo essere più classicisti il mito di Prometeo, colui che dona il fuoco agli uomini liberandoli dal buio, o più prosaicamente sfida le leggi del divino nel nome del progresso e per questo verrà punito in eterno.

Frankenstein di Mary Shelley - diretto da Kenneth Branagh

Ambientato nel 1794 inizia con il ritrovamento di un Victor Frankenstein (Kenneth Branagh) in fin di vita, da un capitano in viaggio verso il polo nord Robert Walton (Aidan Quinn).


Incalzato da Walton, Victor inizia a narrare gli ultimi dieci anni della sua vita quando era ancora uno spensierato giovane che viveva benissimo in compagnia dei familiari, dell'amico Henry Clerval (Tom Hulce) di Elizabeth (Helena Bonham Carter), sua sorella adottiva, ma Frankenstein ambiva a cercare il segreto per cui esistesse la vita e come potesse essere data da un essere vivente ad un altro organismo, allevato nel ventre materno.


Dopo aver visto degli esperimenti fatti da un suo professore su una zampa di orangutan e su una ranocchia, Frankenstein recupera il corpo di un uomo impiccato, condannato per aver assassinato il professore del giovane ricercatore. Tagliando pezzi dai corpi di altra gente morta di colera e procurandosi il liquido amniotico da donne incinte, Frankenstein compone un corpo e gli dà vita nel suo laboratorio mediante la scarica elettrica. Ma immediatamente prova ribrezzo per quella creatura che ora ha preso vita, e teme che dall'unione di membra di persone cattive possa derivare solo un uomo propenso al male. Frankenstein fugge via dal mostro e ritorna malato di febbre a Ginevra, mentre la Creatura (Robert De Niro) trova rifugio nel bosco, dopo essere stato picchiato dalla folla.


Victor torna alla sua vita mentre la creatura evolve nonostante le avversità, impara a leggere ed aiuta, non visto la povera gente di una comunità rurale. Scopre anche la bontà sebbene sia quella di un uomo cieco che ne legge l’animo prima dei lineamenti orripilanti, ma la famiglia di lui finirà con il cacciarlo nuovamente.

Continuando la lettura del diario di Victor, dallo stesso inavvertitamente smarrito, la creatura scopre di essere un esperimento, impazzito a quella scoperta, decide di partire per Ginevra e tormentare il suo creatore.


Arrivato a Ginevra, la creatura comincia la sua vendetta uccidendo il fratello più piccolo di Victor costringendolo poi a raggiungerlo sulla montagna dove si è rifugiato, li, la creatura rivela a Victor la sua solitudine e gli chiede una compagna, mostrandogli il corpo di Justine, la domestica giustiziata con l’accusa di aver ucciso il bambino.

Victor si rifiuta e torna dalla sua amata chiedendole di sposarlo e di allontanarsi per sempre da Ginevra, con l’intento di sfuggire alla vendetta della creatura. Incarica, inoltre, alcuni uomini di dar lui la caccia per ucciderlo.

La creatura non viene catturata, anzi raggiunge Victor e la moglie e con uno stratagemma riesce a separarli compiendo poi la sua vendetta ed uccidendo Elizabeth.

Victor, affranto dal dolore, porta il corpo di Elizabeth nel suo laboratorio dove tenta di ridarle la vita mediante la cucitura del capo della sposa sul corpo di Justine. Elizabeth non è più quella di prima: affiora solo alla mente qualche vago ricordo del ballo, quando lui prova a farla danzare. Giunge in quel mentre anche la creatura, che vorrebbe prendersi con sé la sua compagna ed andare via, ma Victor glielo impedisce. Elizabeth comprende di essere un essere spaventoso, Urlando e piangendo si getta addosso una lampada ad olio e finisce i suoi giorni in fiamme buttandosi da una vetrata. La creatura, inorridita dal gesto, fugge via, mentre Victor si prepara, armato fino ai denti, a distruggere quell'abominio una volta per tutte.


L'inseguimento dura mesi, fino a quando i due non giungono al Polo Nord, meta allora mai scoperta dall'uomo, dove il mostro rivelandosi più forte e resistente resiste al gelo del luogo. Terminato il racconto, Victor muore di stenti, non riuscendo a convincere il capitano, convinto che fosse solo il racconto di un uomo in delirio; ma poco dopo giunge la Creatura piangente per la perdita di suo padre, facendolo ricredere. Viene allestita una pira funebre per Victor, ma durante le esequie il ghiaccio inizia a sciogliersi. La pira va alla deriva e al capitano e il suo equipaggio tornato in tempo sulla nave, non resta che contemplare la misera scena, guardando il mostro che raggiunge la pira nuotando, vi si issa e si dà alle fiamme insieme al padre.


Film gotico per eccellenza, si avvale della scrittura di Frank Darabont (le ali della libertà ed il miglio verde), un Branagh impeccabile come sempre ed un De Niro spettacolare raccontano una storia che forse mai come oggi è attuale, viviamo in un’epoca in cui le leggi della bioetica impongono una sperimentazione conscia dei propri limiti, ma siamo figli e nipoti di epoche in cui solo il coraggio di medici visionari ha portato a sconfiggere le malattie che hanno decimato l’umanità per secoli.


Tornando alla pellicola, ho trovato il film ben costruito in ritmo ed ambientazione ma privo di quella spinta emotiva se non fosse per la performance di De Niro che è riuscito a costruire una creatura credibile per intensità, la solitudine l’abbandono ed infine la rabbia che esprime sono pennellate di colore su una tela gotica.

Povere Creature - Yorgos Lanthimos

Nella Londra vittoriana una giovane donna si suicida buttandosi nel Tamigi. Tempo dopo, lo studente di medicina Max McCandless (Ramy Youssef) viene invitato dall'eccentrico chirurgo Godwin "God" Baxter (Willem Dafoe), che ha il volto e il corpo sfigurati dagli esperimenti ai quali il padre lo sottopose da piccolo, a collaborare a un esperimento: monitorare i miglioramenti di Bella Baxter (Emma Stone), la donna che si era gettata nel Tamigi e cui lui, dopo averla recuperata dal fiume, ha impiantato il cervello del bimbo che aspettava e che era sopravvissuto.


Bella progredisce rapidamente e dimostra un grande interesse per il mondo esterno nonché una spiccata libido, così Baxter decide di darla in sposa a Max, che intanto si è innamorato di lei. Quando però l’uomo, al fine di stipulare un contratto prematrimoniale, invita in casa il donnaiolo avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), Bella, spinta dalla voglia di conoscere il mondo, decide di seguirlo in un suo viaggio ed al vecchio Baxter, affezionatosi a lei come una figlia, non resta che concederglielo, non volendola privare del libero arbitrio.


Insieme a Duncan, Bella esplora la propria sessualità e l'Europa, ma - dato che la giovane è sempre più ribelle e anticonvenzionale - Duncan, trasformatosi in ciò che ha sempre odiato, cioè un amante appiccicoso e geloso la porta in crociera, sperando così di poterla controllare.


Durante la navigazione Bella incontra Martha (Hanna Schygulla) e Harry (Jerrod Carmichael) che, con disappunto dell'avvocato, la introducono alla filosofia, inoltre, ad Alessandria, Harry, invidioso dell’innocenza di Bella, le mostra la povertà e le disparità sociali al punto che lei, distrutta da tale visione, decide di donare ai poveri tutti i soldi di Duncan. I due, non potendosi più permettere la crociera, vengono fatti sbarcare a Marsiglia, da dove raggiungono Parigi: al fine di raggranellare i soldi per un albergo, Bella va a lavorare al Bordello di Madame Swiney, causando a Duncan un crollo nervoso.

Mentre a Londra Baxter (che ha scoperto di avere un cancro in fase terminale) e Max ripetono l’esperimento su un’altra giovane di nome Felicity, la quale si sviluppa molto lentamente, a Parigi Bella continua a lavorare come prostituta scoprendo molto sul mondo e sulle persone. Inoltre, grazie all'amica e collega Toinette, scopre il socialismo e apprende di aver avuto un figlio È così che Bella ritorna a Londra, si riappacifica con God, decide di diventare medico e accetta di sposare Max. Il giorno delle nozze, però, il generale Alfie Blessington, rintracciato da Duncan che è in cerca di vendetta, irrompe in chiesa reclamando la donna: Bella, infatti, è in realtà sua moglie Victoria.


Bella, incuriosita dal presunto marito e sempre bramosa di nuove esperienze, accetta di tornare a casa con lui, abbandonando nuovamente Max. In breve tempo, Bella si rende conto che era stato proprio il carattere tirannico e sadico di Alfie a spingere Victoria al suicidio e così, dopo aver origliato una conversazione in cui Alfie ordina al medico di mutilarla a livello genitale per tarpare la sua dirompente sessualità, la donna si ribella all'uomo, gettandogli addosso il calice di cloroformio, facendolo addormentare dopo essersi sparato accidentalmente a un piede.


Avendo però aspirazioni di medico, Bella porta Alfie al gabinetto di God, che nel frattempo è morto; insieme a Max, ferma l'emorragia salvando la vita all'uomo, ma al contempo scambia il suo cervello con quello di una capra. Bella, Max, Felicity, Toinette, la loro cameriera e Alfie-capra continuano quindi lo studio della medicina chirurgica e dell'anatomia iniziato da God e permettono anche agli altri di vivere la propria vita come meglio credono.


Tutto altro taglio e respiro per la pellicola di Lanthimos, che pur prendendo spunto dal mito di Frankenstein ne estrapola aspetti diversi senza concentrarsi sulla mostruosità della creatura, che volutamente ha le fattezze delicate di Emma stone, piuttosto, trascina lo spettatore nel concetto di evoluzione e crescita, basti pensare che la prima parte è quasi un bianco e nero esattamente come la visione del bambino nei primi due mesi di vita e che i colori si fanno via via più intensi man mano che Bella evolve.

Anche la libido, scoperta da Bella, ha una sua evoluzione sino alla sublimazione la dove l’intelletto prende il sopravvento, diventando mezzo di conoscenza e di confronto (la scena del bordello).


Siamo solo spettatori impotenti della brama di conoscenza del protagonista e ci doliamo per il dolore inflitto alla creatura toccando superficialmente il concetto di vita, nel secondo siamo immersi nel suo concepimento e sviluppo sino a riconoscere i nostri stessi dubbi, scoperte e paure.

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