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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel secondo episodio di Death by Lightning, la miniserie Netflix firmata da Mike Makowsky, il racconto entra nel cuore della corsa alla presidenza di James A. Garfield. La macchina politica si mette in moto, le alleanze si rompono, i rapporti si ridefiniscono. Ma il personaggio che continua a orbitare come un satellite instabile è sempre Charles J. Guiteau. Fedeltà al partito approfondisce le crepe all’interno del Partito Repubblicano e mostra le prime conseguenze dell'ascesa improvvisa di Garfield. Ecco la trama dettagliata e la spiegazione del finale.

Il secondo episodio si apre in un clima di tensione e incertezza. A casa Garfield c’è una folla di fotografi in attesa, ma lui non si fa vedere. Intanto, nei corridoi del potere, Roscoe Conkling minimizza l’accaduto: secondo lui, Garfield non durerà, e il popolo tornerà a invocare Grant. Chester Arthur, suo fidato alleato, sembra inizialmente allineato alla visione ottimista di Conkling, ma la frattura è vicina. In Parlamento si discute della vicepresidenza: Blaine propone Chester, considerandolo l’unico in grado di portare i voti di New York grazie al suo controllo del porto e al legame con le pratiche clientelari. La scelta scatena lo sdegno di Conkling, che vive la proposta come un tradimento. Chester, diviso tra lealtà e ambizione, accetta, creando una spaccatura evidente con il suo mentore.
Nel frattempo, Charles è ancora ai margini, ma prova nuovamente a inserirsi nella campagna elettorale, senza successo. Si presenta alla sede del partito e tenta di unirsi al gruppo di Blaine, venendo però ignorato. Garfield, tornato a casa, affronta sua moglie, Lucretia (Crete), che non crede alla casualità della sua candidatura. Lui le promette che guiderà la campagna dalla sua fattoria, senza cedere ai compromessi della politica attiva. Charles continua a coltivare il mito di Garfield: lo racconta come l’esempio vivente che anche un uomo fallito può diventare presidente. Il suo entusiasmo viene condiviso con Myrne, una prostituta a cui confessa la propria ossessione per la politica. Garfield, intanto, incontra una delegazione di soldati veterani. A loro promette che combatterà per i loro diritti, anche se ciò dovesse costargli la vittoria.
La tensione all’interno del partito cresce. Blaine e Chester discutono della strategia, mentre Charles tenta ancora una volta di farsi ascoltare. Parla di un partito che dovrebbe avvicinarsi al popolo e lodare uomini come Garfield. Il suo fervore viene interpretato come fastidio e, come sempre, viene accompagnato alla porta. Ma la situazione politica si complica: il Partito Repubblicano perde il Maine per la prima volta in trent’anni. È un colpo duro. Blaine si chiude nel silenzio, Chester affoga la delusione nell’alcol. In una locanda, incontra proprio Charles, in fuga da uomini che lo stanno cercando. Chester, ubriaco, lo scambia per “Charlie Cousteau”, un nome inventato dallo stesso Guiteau. L’equivoco si trasforma in occasione: Charles lo conquista con la sua conoscenza politica e viene preso sotto la sua ala. Chester gli promette un posto nella macchina politica.
Mentre Blaine cerca conforto da Garfield, Charles va da Conkling. Lo affronta con freddezza e gli propone un’alleanza. Sa che il disastro in Maine è opera sua. Ma gli assicura che c’è ancora margine per collaborare: Garfield è facilmente influenzabile, e Charles potrebbe essere l’uomo giusto per riportare Conkling al centro del potere. La risposta di Conkling è ambigua, ma torna rapidamente a lavorare per Chester.
Segue un comizio decisivo: Chester tiene un discorso carismatico in favore del progresso e del popolo nero. Ma poco dopo, un falso comunicato dal Massachusetts mina la sua credibilità, accusandolo di voler favorire l’importazione di manodopera cinese. A casa Garfield, la figlia Molly è sconvolta. Affronta il padre, chiedendogli se sacrificherà un popolo per vincere. Garfield, esausto, le risponde con onestà: la guerra non ha nulla di eroico. Se c’è un senso, va trovato da soli. Alla fine, nonostante tutto, Garfield vince le elezioni. È il nuovo presidente degli Stati Uniti. Charles piange di commozione, convinto di aver contribuito alla vittoria. Garfield, invece, rimane silenzioso, carico di dubbi e consapevole che nulla sarà più semplice.
Il finale dell’episodio 2 conferma la tensione che domina tutta la serie: Garfield, da outsider, conquista la presidenza, ma la vittoria è amara. È circondato da poteri forti, spinte contrarie e figure ambigue che vogliono modellarlo a loro immagine. Il personaggio di Charles assume sempre più i tratti di un osservatore impazzito: non fa parte del sistema, ma ne è ossessionato. Si illude di avere un ruolo attivo, mentre viene usato, ignorato o frainteso.
Charles, nel suo delirio, crede di essere parte integrante del trionfo di Garfield. Ma è un uomo ai margini, e la sua frustrazione – mascherata da entusiasmo – preannuncia il pericolo. Garfield, intanto, comprende che non potrà mai essere solo "un presidente per caso". Le forze in gioco non glielo permetteranno.

Fedeltà al partito è un episodio che mette in luce la trasformazione del sogno americano in una rete di compromessi, alleanze traballanti e ambizioni pericolose. Garfield appare sempre più isolato, Charles sempre più convinto di essere essenziale. Il meccanismo politico si mostra per ciò che è: un sistema che fagocita tutto, anche chi cerca di resistergli. La tensione cresce, e la traiettoria dei personaggi inizia a curvarsi verso un punto di non ritorno.

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