Dialogo - Andrea Parisi e Angela Finocchiaro in \"Il mammone\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Il mammone

"Il Mammone" è una commedia italiana del 2023 diretta da Giovanni Bognetti, remake del film francese Tanguy (2001), e ruota attorno a una dinamica familiare apparentemente semplice, ma che mette in luce una questione sociale piuttosto attuale: il cosiddetto fenomeno dei “bamboccioni”, ovvero adulti che restano a vivere con i genitori ben oltre l’età in cui ci si aspetterebbe un’indipendenza. Al centro del film c’è Aldo, interpretato da Andrea Pisani, un quarantenne brillante, realizzato professionalmente, carismatico e colto… ma ancora stabilmente sistemato nella casa dei genitori. E non per necessità. Aldo, in effetti, ha tutto quello che gli servirebbe per vivere da solo – uno stipendio buono, una posizione sociale invidiabile, e persino una vita sentimentale attiva – ma continua a vivere con mamma e papà per comodità. Per abitudine. E forse, sotto sotto, per paura.

I suoi genitori, Anna (Angela Finocchiaro) e Guido (Francesco Mandelli), inizialmente affettuosi e pazienti, arrivano a un punto di rottura. C'è un momento preciso in cui si rendono conto che la situazione non è più "buffa" o "provvisoria", ma strutturale. Aldo è lì, in salotto, in pantofole, mentre loro si avvicinano alla pensione. Da lì parte un vero e proprio piano di liberazione familiare. Il film gioca tutto su questo scontro di strategie: da una parte Aldo, che con nonchalance resiste agli “attacchi” dei genitori, dall’altra Anna e Guido che provano in tutti i modi a rendere la vita domestica insopportabile. Ma ogni tentativo si ritorce contro di loro. Il film entra in una sorta di loop comico, dove il figlio riesce sempre a rimbalzare qualsiasi colpo, spesso manipolando i sentimenti dei genitori, spiazzandoli con la sua dialettica e giocando sul senso di colpa.

Il dialogo

Aldo: Andrea Pisani

Anna Bonelli: Angela Finocchiaro

Aldo si prova una camicia.

Aldo: Che dici?

Anna Bonelli: E’ orrenda. 

Aldo: Perché?

Anna Bonelli: Scusa, cos’è che c’è? Ma cosa sono, piccioni? 

Aldo: Fenicotteri. 

Anna Bonelli: Fenicotteri?? 

Aldo: Si, vanno un casino adesso. 

Anna Bonelli: Ma dai, fanno schifo. Provati questa. 

Aldo: Serve per una serata galante. 

Anna Bonelli: Che serata? 

Aldo: Ho chiesto ad Amalia di uscire. 

Anna Bonelli: Dai. Amalia..:? Ma pensa… No, perché… non pensavo fosse proprio il tuo tipo. 

Aldo: Sono contento di vederla, però… Un pò quella paura, di andar lì, non saper cosa dire… non sono bravissimo, io. 

Anna Bonelli: Amore… 

Aldo: (indossando una camicia)Bella questa 

Anna Bonelli: Questa è bellissima. 

Aldo: Si, peccato che sia la taglia di papà. 

Anna Bonelli: Vabbè, allora prova questa. E scusa, cosa di… mah… devi parlarle… parlale di modellismo. 

Aldo: Ho appena finito di costruire la Musash. 

Anna Bonelli: Mh… 

Aldo: La corazzata più grande nella storia, affondata nel golfo di Leyte nel ’44. 

Anna Bonelli: Eh…

Aldo: Cioè, il modellino più grande che esista di una battaglia in Asia. 

Anna Bonelli: Fascino puro.

Aldo: SI? 

Anna Bonelli: Si. Vuoi sapere un segreto? Alle donne piacciono tantissimo gli uomini che hanno un lato tenero. 

Anna: Si..?

Anna Bonelli: Potresti raccontarle che la domenica mattina cerchi di intrufolarti ancora nel lettone tra mamma e papà. 

Aldo: Ma scusa, mi dite sempre che alla mia età è sbagliato. 

Anna Bonelli: Quello è papà, è un uomo, non capisce niente. Fidati. 

Aldo: Mi stai aprendo un mondo. 

Anna Bonelli: Fidati. 

Aldo: Un mondo peraltro nel quale mi trovo perfettamente a mio agio. 

Analisi dialogo

Il contesto è semplice e quotidiano: Aldo sta per uscire con Amalia, una potenziale nuova fiamma, e si sta preparando con l’aiuto della madre, Anna, che lo assiste nella scelta dell’outfit. In teoria dovrebbe essere un momento di complicità. Ma c’è qualcosa che non torna. E quel “qualcosa” è la sensazione palpabile che Anna non voglia davvero che questo appuntamento vada bene.

La prima parte del dialogo mette subito in chiaro le dinamiche:

Aldo: Che dici?

Anna: È orrenda.

Aldo cerca conferma, Anna risponde con un giudizio tagliente. Non scherza, o meglio: usa l’ironia come forma di controllo. Il rifiuto della camicia con i fenicotteri – simbolo forse di un gusto più eccentrico, personale – è il primo passo per rieducarlo dentro un’estetica che lei approva, quella del “bravo figlio”.

Poi il tono cambia:

Aldo: Serve per una serata galante.

Anna: Dai. Amalia..? Ma pensa… Non pensavo fosse proprio il tuo tipo.

La madre, appena sente il nome della ragazza, finge sorpresa, ma è una sorpresa venata di perplessità. Il tono è subdolo: quella pausa tra “Dai” e “Amalia”, seguita da “Ma pensa…”, è un piccolo capolavoro di sabotaggio passivo-aggressivo. Non lo attacca, ma instilla il dubbio: “sei sicuro che ti piaccia davvero?” Aldo cerca conforto, ammette insicurezze: "Ho un po' quella paura, di andar lì, non saper cosa dire…” Qui il figlio si mostra vulnerabile. Ed è in questa apertura che Anna entra con una strategia più sofisticata: trasformare le sue debolezze in strumenti di disinnesco.

Gli consiglia di parlare di modellismo, un interesse che lei sa bene essere improbabile come argomento seduttivo, e infatti risponde con un neutro “mh”, poi “fascino puro”, ma senza convinzione. La battuta su “la corazzata Musash” viene trattata come un’anomalia esotica, ridotta a barzelletta. E poi arriva il colpo di grazia: Anna: Vuoi sapere un segreto? Alle donne piacciono tantissimo gli uomini che hanno un lato tenero. Potresti raccontarle che la domenica mattina cerchi di intrufolarti ancora nel lettone tra mamma e papà.

Questa è pura arte del sabotaggio mascherata da consiglio amorevole. Suggerire a un uomo adulto, in cerca di una relazione, di rivelare un comportamento infantile così smaccatamente regressivo è un modo elegante per farlo apparire ridicolo, pur fingendo di incoraggiarlo. Anna non sta aiutando Aldo a diventare autonomo o desiderabile. Sta, invece, riportandolo simbolicamente nel lettone, in quello spazio affettivo dove lei può ancora controllarlo. Dove può tenerlo piccolo.

Il momento finale è amaramente comico:

Aldo: Mi stai aprendo un mondo.

Anna: Fidati.

Aldo: Un mondo peraltro nel quale mi trovo perfettamente a mio agio.

Ecco la chiusura perfetta: Aldo cade nella trappola con entusiasmo. La madre è riuscita a rimettere le redini del rapporto, mascherando la manipolazione da complicità. E lui, senza accorgersene, si adagia proprio lì dove lei vuole: nel ruolo del bambino che ha ancora bisogno della guida materna per ogni scelta affettiva.

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