Dialogo - l'incontro in bagno in \"Shining\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Shining

Jack Torrance (Jack Nicholson) è uno scrittore in crisi che accetta un lavoro come custode invernale dell’Overlook Hotel, un albergo isolato tra le montagne del Colorado. L’albergo, chiuso per la stagione fredda, diventa per lui un’occasione di tranquillità per lavorare al suo nuovo libro. Con lui ci sono sua moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny (Danny Lloyd), un bambino sensibile e taciturno che possiede una misteriosa capacità extrasensoriale chiamata "shining" (luccicanza). Durante il colloquio di lavoro, il direttore dell’hotel, Stuart Ullman, avverte Jack che l’isolamento potrebbe rivelarsi difficile da sopportare. Gli racconta anche la storia di Charles Grady, un ex custode che, anni prima, aveva sterminato la sua famiglia impazzendo per la solitudine. Jack, però, minimizza la questione e accetta l’incarico. Nel frattempo, Danny inizia ad avere strane visioni, tra cui due gemelle che lo fissano in un lungo corridoio e un fiume di sangue che scorre dagli ascensori dell’hotel. Tony, l’amico immaginario di Danny, lo mette in guardia dall’Overlook. All’arrivo nell’hotel, la famiglia viene accolta da Dick Hallorann (Scatman Crothers), il cuoco, che riconosce in Danny la capacità di "luccicare". Gli spiega che l’Overlook è un luogo carico di presenze e ricordi, e lo avverte di stare lontano dalla stanza 237.


Con il passare delle settimane, l’isolamento e l’influenza dell’Overlook iniziano a farsi sentire. Jack diventa sempre più irascibile e distante, ossessionato dal suo romanzo che, però, si rivela essere un insieme ripetitivo della frase "All work and no play makes Jack a dull boy" ("Il mattino ha l’oro in bocca" nella versione italiana).

Danny continua ad avere visioni inquietanti e, spinto da una forza sconosciuta, entra nella stanza 237. Ne esce in stato di shock, con lividi sul collo. Wendy sospetta subito di Jack, ma lui nega tutto. In seguito, entra anche lui nella stanza 237 e trova una donna misteriosa nella vasca da bagno, che inizialmente appare giovane e seducente, ma si trasforma in un cadavere decomposto. Da quel momento, Jack inizia a interagire con le presenze dell’hotel, in particolare con il barista fantasma Lloyd e con Delbert Grady, il precedente custode. Grady gli suggerisce che la sua famiglia è un ostacolo e che deve "correggerli" proprio come aveva fatto lui.


Wendy, sempre più spaventata, scopre il manoscritto di Jack e capisce che ha perso completamente il senno. Quando lui cerca di attaccarla, lei lo colpisce con una mazza da baseball e lo chiude nella dispensa. Jack, però, riceve l’aiuto soprannaturale dell’hotel: Grady gli apre la porta e lo libera.

Nel frattempo, Hallorann, preoccupato per Danny, torna all’Overlook, ma viene brutalmente ucciso da Jack con un’ascia. Wendy fugge per l’hotel e si imbatte in visioni disturbanti, come un uomo in costume da orso che compie atti osceni e i cadaveri dei precedenti ospiti.


Danny, inseguito dal padre attraverso il labirinto innevato del giardino, usa l’astuzia per sfuggirgli: cammina all’indietro sulle sue stesse impronte per confondere Jack, che si perde nel labirinto e muore assiderato.

Wendy e Danny riescono a scappare con il gatto delle nevi di Hallorann. La mattina dopo, l’inquadratura si sofferma su una fotografia del 1921 appesa nell’hotel. Tra gli ospiti ritratti in festa, al centro dell’immagine, c’è Jack, suggerendo che in qualche modo sia sempre appartenuto all’Overlook.

Il dialogo

JACK: Jack Nicholson
GRADY: Philip Stone


JACK: Su, prego, entri. Si accomodi, su.

GRADY: Grazie, sir. Grazie. Allora, vediamo se viene via con un po' d'acqua.

JACK: Oh, bene, ecco. Lo poggio qui, il mio bourbon e Advocaat, okay?

GRADY: Eh, eh! Solamente un minuto, sir.

JACK: Ma certo. Senta, Jeeves, qui come la chiamano?

GRADY: Grady, sir, Delbert Grady.

JACK: Grady?

GRADY: Sì, sir.

JACK: Delbert Grady?

GRADY: Esatto, sir.

JACK: Mister Grady, noi due ci siamo mai visti prima?

GRADY: No, sir. Credo proprio di no. Ecco, sì, sta venendo via, sir.

JACK: Ehm... Mister Grady... ma lei non era il custode di quest'albergo?

GRADY: Ma no, sir, non mi pare proprio.

JACK: Eh? Lei è sposato, non è vero, Mister Grady?

GRADY: Certo, sir. Ho moglie e due figlie, sir.

JACK: E... dove sono ora?

GRADY: Oh, da qualche parte, al momento dove non saprei, sir.

JACK: Mister Grady, lei faceva il custode, qui. Io l'ho riconosciuta. Ho visto su dei giornali una sua fotografia. Lei ha... fatto a pezzi moglie e figlie, piccolissimi pezzi, e... poi si è sparato al cervello.

GRADY: È strano, sir. Molto. È una cosa che non ricordo affatto.

JACK: Mister Grady, io lo so che lei era il custode dell'albergo.

GRADY: Mi spiace di doverla contraddire, ma è lei il custode dell'albergo. È sempre stato lei il custode. Io lo so perché... io sono qui da sempre. Deve sapere, mister Torrance, che suo figlio fa tutto il possibile per inserire un elemento estraneo in questa situazione? Lo sapeva, sir?

JACK: No.

GRADY: È così, mister Torrance.

JACK: Chi è?

GRADY: Un negro.

JACK: Un negro?

GRADY: Negro, cuoco.

JACK: E come?

GRADY: Suo figlio ha dei poteri segreti. Credo che lei non sappia quanti ne ha, sir. Ma vede, sta provando ad usare questi poteri contro di lei, capisce?

JACK: Lui è un bambino che ha molta volontà.

GRADY: Certo che ne ha, mister Torrance. Ha molta volontà, suo figlio. Ed è anche... anche birbone, se posso prendermi la libertà di dirlo.

JACK: È sua madre. È lei che si mette in mezzo.

GRADY: Una parolina, forse sarà il caso di dirgliela. Se... Se mi permette, le do un consiglio, e magari più di uno. Le mie figlie, all'inizio, non amavano affatto l'Overlook Hotel. Una di loro, addirittura, rubò una scatola di fiammiferi e cercò di dargli fuoco. Ma io le punii tutte e due. E quando mia moglie si mise in mezzo per impedirmi di fare il mio dovere, io punii anche lei.

Analisi dialogo

Questa scena segna un punto di svolta nella discesa di Jack Torrance nella follia. Qui, nell’elegante bagno rosso dell’Overlook, incontra Delbert Grady, l'ex custode dell'hotel, o almeno così sembra. Il dialogo è un lento gioco psicologico in cui Jack, inizialmente perplesso, viene manipolato da Grady fino a convincersi di essere sempre stato il vero custode dell’Overlook. La conversazione è costruita in modo subdolo e insinuante: inizia come un semplice scambio tra due sconosciuti e si trasforma progressivamente in una sessione di lavaggio del cervello in cui Grady spinge Jack ad accettare il suo ruolo e a eliminare gli "elementi estranei" che minacciano l’hotel.


Il primo scambio tra i due personaggi gioca sull’ambiguità dell’identità di Grady. Quando Jack lo riconosce e lo accusa di essere l’ex custode che ha massacrato la sua famiglia, Grady nega con calma, quasi come se fosse sorpreso dalla domanda.

GRADY: "Mi spiace di doverla contraddire, ma è lei il custode dell'albergo. È sempre stato lei il custode. Io lo so perché... io sono qui da sempre."

L’Overlook sembra esistere fuori dal tempo e dalla logica, e Jack viene lentamente convinto di farne parte da sempre. Grady è un emissario dell’hotel, un messaggero che trasmette il volere dell’entità che governa il luogo. La frase "io sono qui da sempre" introduce il concetto di eternità ciclica dell'Overlook: gli eventi si ripetono, le persone vengono inglobate nell’hotel, le identità si confondono. Questo si ricollega direttamente alla fotografia finale del film, in cui Jack appare in un’immagine del 1921, lasciando intendere che il destino di chiunque diventi custode dell’Overlook sia già scritto.

Una volta che Jack inizia a dubitare della sua stessa realtà, Grady sfrutta la situazione per portarlo dalla sua parte. Qui il dialogo cambia direzione: la conversazione non riguarda più Jack, ma suo figlio Danny e Hallorann, il cuoco.


GRADY: "Deve sapere, mister Torrance, che suo figlio fa tutto il possibile per inserire un elemento estraneo in questa situazione."

Grady cerca di far passare Danny per un sabotatore, un nemico dell’Overlook. Ma il vero problema, secondo Grady, è la volontà di Wendy, che Jack identifica immediatamente come l’ostacolo principale:

JACK: "È sua madre. È lei che si mette in mezzo."


A questo punto il film ci mostra con chiarezza come l’Overlook stia utilizzando Grady per portare Jack all’inevitabile: sterminare la sua famiglia, proprio come Grady aveva fatto prima di lui.

Un elemento chiave di questo dialogo è il linguaggio razzista e sessista di Grady. Quando parla di Hallorann, non lo chiama mai per nome, ma usa termini dispregiativi ("Un negro."), evidenziando l’ideologia perversa che permea l’Overlook. L’hotel è infestato da un passato impregnato di violenza e discriminazione, che cerca di perpetuare il proprio ciclo attraverso Jack.


Il culmine della manipolazione arriva con la confessione di Grady sulle sue figlie:

GRADY: "Le mie figlie, all'inizio, non amavano affatto l'Overlook Hotel. Una di loro, addirittura, rubò una scatola di fiammiferi e cercò di dargli fuoco. Ma io le punii tutte e due. E quando mia moglie si mise in mezzo per impedirmi di fare il mio dovere, io punii anche lei."

L’uso della parola "punire" è agghiacciante: non dice mai esplicitamente di averle uccise, ma il significato è chiaro. È una giustificazione della violenza come atto necessario per mantenere l’ordine e la stabilità dell’Overlook.

Questo passaggio è il punto di rottura: Jack ora ha un esempio da seguire. Grady non è solo un fantasma che racconta una storia, è la prova vivente (o meglio, morta) di ciò che Jack deve fare per servire l’hotel.

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