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~ LA REDAZIONE DI RC
"Ritorno al futuro" (1985), diretto da Robert Zemeckis e prodotto da Steven Spielberg, è uno dei film più iconici degli anni '80, una miscela perfetta di fantascienza, commedia e avventura. Al centro della storia c'è Marty McFly, interpretato da Michael J. Fox, un adolescente qualunque che finisce coinvolto in un'incredibile avventura temporale. Marty vive nella piccola città di Hill Valley nel 1985 e conduce una vita piuttosto ordinaria, ma non priva di problemi: la sua famiglia è disfunzionale, il padre George è un uomo sottomesso e goffo, mentre la madre Lorraine è depressa e nostalgica.
Marty ha una relazione stretta con uno scienziato eccentrico, il dottor Emmett "Doc" Brown (Christopher Lloyd), che lo coinvolge nel test di una macchina del tempo che ha costruito a partire da una DeLorean DMC-12, un'auto sportiva. Durante il test, Doc spiega che la macchina del tempo funziona grazie al flusso canalizzatore e necessita di 1,21 gigawatt di potenza, forniti dal plutonio, per viaggiare nel tempo. Proprio quando il test ha successo, un gruppo di terroristi libici, da cui Doc ha rubato il plutonio, irrompe sulla scena e lo uccide. Marty, in fuga, usa la DeLorean per scappare, ma accidentalmente attiva la macchina del tempo, venendo trasportato indietro al 1955. Nel passato, Marty incontra i suoi genitori da giovani e complica irrimediabilmente le cose: impedisce involontariamente l'incontro che avrebbe fatto innamorare George e Lorraine. Questo crea un paradosso temporale che rischia di cancellare Marty e i suoi fratelli dall'esistenza.
Per tornare al 1985, Marty e Doc sfruttano l'energia di un fulmine che colpirà la torre dell'orologio di Hill Valley, un evento predetto da un volantino che Marty aveva trovato nel presente. In un crescendo di tensione, Marty riesce a rientrare nel 1985, ma non prima di assistere impotente alla morte di Doc, avvenuta nel 1985. Doc, avendo letto una lettera che Marty gli aveva lasciato nel 1955, si protegge con un giubbotto antiproiettile, salvandosi. Marty scopre che le sue azioni nel passato hanno migliorato il presente: George è diventato un uomo sicuro di sé e di successo, Lorraine è felice, e la sua famiglia è prospera. Proprio quando tutto sembra risolto, Doc riappare con la DeLorean, ora modificata per viaggiare senza plutonio, utilizzando spazzatura come combustibile grazie all'invenzione di Mr. Fusion. Doc porta Marty e la sua ragazza Jennifer nel futuro, dando il via al sequel. La battuta finale, "Strade? Dove andiamo noi non ci servono strade!", è diventata leggendaria.
Marty McFly: Il ragazzo qualunque che diventa straordinario
Marty è il classico adolescente degli anni '80, ma con sfumature che lo rendono unico. Marty è ironico, curioso e pieno di energia. È un musicista aspirante che sogna il successo con la sua band, ma deve fare i conti con una realtà familiare che sembra soffocare ogni speranza. Vive una vita modesta, circondato da figure poco stimolanti: un padre insicuro e succube di Biff Tannen, una madre nostalgica e un fratello e una sorella che sembrano condannati alla mediocrità. Il suo talento con la chitarra (emblematica la scena del ballo in cui suona "Johnny B. Goode") e il desiderio di emergere lo rendono un personaggio empatico per chiunque abbia sognato un futuro migliore.
Marty è un ragazzo impulsivo, ma con un grande senso del dovere. Quando si rende conto di aver alterato il corso degli eventi, si assume la responsabilità di rimediare, pur non avendo idea di come farlo inizialmente. Il suo percorso lo porta a crescere: da un adolescente che vuole scappare dalla monotonia, diventa una figura attiva nel migliorare non solo la propria vita, ma anche quella dei suoi genitori. È un ragazzo ordinario in un contesto straordinario. Questo lo rende un perfetto "proxy" per il pubblico: attraverso i suoi occhi, viviamo la meraviglia e la tensione del viaggio nel tempo. La sua più grande debolezza è la tendenza a reagire in modo impulsivo quando viene provocato, come quando si arrabbia se qualcuno lo chiama "codardo", un tratto che verrà approfondito nei sequel.
Doc Brown: Il genio eccentrico e visionario
Se Marty è il cuore del film, Emmett "Doc" Brown è la mente. Interpretato da Christopher Lloyd con un'energia inimitabile, Doc è il prototipo dello scienziato pazzo, ma con un calore e un'umanità che lo rendono più di un semplice cliché.
Doc è un inventore con una mente brillante, ma il suo approccio è spesso imprevedibile. La DeLorean, per esempio, è un’idea tanto folle quanto geniale: "Se devi costruire una macchina del tempo, perché non farlo con stile?" dice a Marty, rivelando il suo lato eccentrico. Ha dedicato la sua vita alla scienza, spesso a scapito della sua stabilità finanziaria e sociale. Vive ai margini della società, in un laboratorio pieno di strumenti bizzarri e invenzioni improbabili.
La dinamica tra Doc e Marty è uno degli aspetti più affascinanti del film. Nonostante la differenza di età, i due formano una squadra perfetta: Marty è pratico e rapido nell’azione, mentre Doc è il cervello dietro il piano. La loro relazione è basata su un'ammirazione reciproca: Marty ammira la genialità di Doc, mentre Doc vede in Marty una sorta di eroe giovane e dinamico che può fare ciò che lui non può. Questa amicizia è priva di gerarchia. Doc non tratta Marty come un ragazzo ingenuo, ma come un pari, una scelta che rende il loro legame speciale.
Doc è un sognatore. La sua visione della scienza non è utilitaristica, ma profondamente filosofica: vuole esplorare le possibilità dell’universo, spinto dalla curiosità e dalla voglia di superare i limiti del tempo e dello spazio. Nonostante la sua eccentricità, è incredibilmente umano. La scena in cui legge la lettera di Marty, in cui il ragazzo lo avverte del pericolo che corre, mostra la sua vulnerabilità: capisce che il suo rapporto con Marty va oltre la scienza e l’avventura.
Marty: Ora è la mia, Doc!
Doc: Non dire una parola!
Marty: Doc! Non mi dire il tuo nome! Ascolta, Doc! Non mi dire niente di te!
Doc: Zitto! Leggerò i tuoi pensieri. Vediamo... Tu... vieni da molto lontano.
Marty: Sì, esattamente!
Doc: Non mi dire niente! Oh... Tu vuoi farmi fare un abbonamento a una rivista scientifica?
Marty: No!
Doc: Non parlare! Non parlare! Non parlare! Vediamo... Tu vuoi che... Tu vuoi che faccia un'offerta al club dei giovani marinai?
Marty: Doc, io vengo dal futuro! Sono arrivato qui con una macchina del tempo che tu hai inventato. E ora ho bisogno del tuo aiuto per tornare all'anno 1985!
Doc: Mio Dio... Lo sai che cosa significa questo? Significa che questo dannato aggeggio non funziona! Sei mezzo di lavoro per...
Marty: Doc, mi devi aiutare! Tu sei l’unico che sa come funziona la tua macchina del tempo!
Doc: Macchina del tempo? Io non ho inventato nessuna macchina del tempo.
Marty: Ok, va bene. Adesso te lo provo! Questa è la mia patente. Scade nel 1987. Guarda la data di nascita, guarda! Io non sono ancora nato. E... Guarda questa fotografia: mio fratello, io e mia sorella. Guarda bene la sua maglietta, classe 1984.
Doc: Foto montaggio... e anche brutto! Hanno tagliato i capelli di tuo fratello!
Marty: Dico la verità, Doc! Mi devi credere!
Doc: Allora dimmi, ragazzo del futuro, chi è il presidente degli Stati Uniti nel 1985?
Marty: Ronald Reagan.
Doc: Ronald Reagan? L'attore?! E il vicepresidente chi è? Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la first lady!
Marty: No, Doc! Aspetta!
Doc: E John Wayne è il ministro della guerra?!
Marty: Doc, ti prego!
Doc: Ne ho avuto abbastanza di sciocchezze per stasera. Buonanotte, ragazzo del futuro.
Marty: No! Aspetta, Doc! Doc, quella ferita che hai in testa... So com’è successo, mi hai raccontato tutta la storia! Stavi in piedi sul water attaccando un orologio. Sei caduto e hai battuto la testa sul lavandino. Ed è stata allora che ti è venuta l’idea del flusso canalizzatore, che rende possibile il viaggio nel tempo.
Doc: C’era qualcosa che non andava con l’accensione. Così l’ho nascosta qui. Dopo che son caduto in bagno, ho disegnato questo... Il flusso canalizzatore!
Marty: Funziona!
Doc: Funziona! Ho inventato qualcosa che funziona!
Marty: Funziona pure troppo!
Doc: Bisogna portarla di nascosto nel mio laboratorio. Devo farti tornare a casa!
Questo dialogo è uno dei momenti più esilaranti e significativi di "Ritorno al futuro", in cui si consolidano il legame tra Marty e Doc e si sottolineano i contrasti tra i loro personaggi, nonché il tema della fiducia nella scienza e nell'amicizia. Marty ha appena incontrato il Doc del 1955, che ovviamente non ha idea di chi sia Marty né di aver inventato una macchina del tempo. Questo crea una dinamica comica e surreale: Marty conosce ogni dettaglio del Doc, ma il Doc lo vede come un perfetto sconosciuto con un racconto strampalato.
La scena sfrutta il contrasto tra il tono serio di Marty, che cerca disperatamente di convincere il Doc, e l’atteggiamento scettico e caustico di Doc, che interpreta tutto come assurdità. I momenti più comici nascono dalla reazione di Doc a ogni tentativo di Marty di provare la verità: "Ronald Reagan? L'attore?!" – Questa battuta è perfetta non solo per il pubblico contemporaneo, che può ridere della percezione di Reagan come improbabile presidente, ma anche per il contesto del 1955, quando l’idea di un attore alla Casa Bianca sembrava assurda. L'escalation delle battute (Jerry Lewis, Marilyn Monroe, John Wayne) amplifica la comicità. Foto montaggio e patente – La diffidenza di Doc verso le prove di Marty, tra cui il suo scetticismo sui "fotomontaggi brutti", mostra quanto sia radicato nel Doc del 1955 un certo pragmatismo, pur essendo un personaggio eccentrico.
Il Doc del 1955 è ancora lontano dall'essere il visionario che Marty conosce nel 1985. Qui è presentato come un uomo sì geniale, ma intrappolato in un momento della sua vita in cui la sua creatività è frenata dal dubbio e dal disincanto. Il suo scetticismo verso il racconto di Marty e la sua iniziale negazione dell'idea di una macchina del tempo ("Io non ho inventato nessuna macchina del tempo!") riflettono la sua insicurezza di fondo. Questo rende la sua reazione al flusso canalizzatore così significativa: l’idea che la sua invenzione possa effettivamente funzionare lo entusiasma e lo spinge a credere in se stesso.
Marty, è l’opposto: pur essendo giovane e inesperto, ha una visione chiara del genio che Doc diventerà e della portata della sua invenzione. La sua determinazione nel convincere Doc è una manifestazione del suo senso di responsabilità: sa che deve farlo credere per poter tornare a casa e salvare la sua famiglia. Il momento in cui rivela la storia della ferita di Doc ("Quella ferita che hai in testa... So com’è successo!") è la chiave per superare il muro di scetticismo del Doc. Questo passaggio è essenziale non solo per lo sviluppo del dialogo, ma anche per il rapporto tra i due: Doc capisce che Marty non è solo un folle, ma qualcuno che conosce dettagli personali e profondi, cose che nessun estraneo potrebbe sapere.
Questo dialogo incarna uno dei temi centrali del film: il conflitto tra il dubbio e la fede nell’innovazione. Doc, nonostante sia un genio, ha bisogno di prove tangibili per credere al racconto di Marty. Questa resistenza lo rende un personaggio tridimensionale, non un semplice stereotipo del "visionario pazzo". Marty e Doc iniziano qui a collaborare davvero. Doc deve mettere da parte il suo scetticismo, mentre Marty deve adattarsi alla personalità di un Doc più giovane e inesperto, rispetto a quello che conosce nel 1985. Quando Doc finalmente accetta la verità ("Funziona! Ho inventato qualcosa che funziona!"), il dialogo esplode di entusiasmo. È un momento di trionfo per Doc e una conferma per Marty di essere sulla strada giusta.
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