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~ LA REDAZIONE DI RC
"Vi presento Joe Black" (1998), diretto da Martin Brest, è un dramma romantico che mescola elementi di realismo e metafisica, esplorando temi come la vita, la morte e l'amore. Si tratta di un remake del film del 1934 La morte in vacanza, ma rivisitato con un tocco più intimista e riflessivo. Il cuore della trama ruota attorno a una domanda esistenziale: cosa accadrebbe se la Morte, in persona, decidesse di prendersi una pausa dal suo lavoro? La storia segue William Parrish (interpretato da Anthony Hopkins), un potente e rispettato magnate dei media che si avvicina al suo 65º compleanno. William è un uomo carismatico ma pragmatico, che inizia a percepire segnali di un’imminente crisi nella sua vita. Sente delle voci, percepisce presenze e, in modo quasi inspiegabile, avverte che qualcosa di straordinario sta per accadere.
Questa sensazione si materializza quando la Morte, incarnata in forma umana, entra nella sua vita sotto il nome di Joe Black (interpretato da Brad Pitt). La Morte, affascinata dall'esperienza umana, ha deciso di prendersi una pausa dal suo eterno compito e di "studiare" la vita dal punto di vista dei mortali. Per fare ciò, Joe si presenta a William, proponendo un accordo: in cambio di un po' di tempo extra prima di morire, William dovrà fare da guida a Joe, introducendolo al mondo umano. William accetta con riluttanza, consapevole che non potrà sottrarsi al suo destino, ma incuriosito da questa strana entità.
La trama si complica quando Joe incontra Susan Parrish (Claire Forlani), la figlia di William. Susan è una dottoressa sensibile e riflessiva, che all'inizio del film sta vivendo una relazione poco appagante con Drew (Jake Weber), uno degli uomini di fiducia di suo padre. Tra Susan e Joe nasce un’attrazione immediata, ma c’è una tensione sottile: lei non sa chi sia davvero Joe, e lui, come incarnazione della Morte, si trova diviso tra il desiderio di vivere un amore umano e la sua natura inevitabile e definitiva. Mentre Joe esplora le emozioni umane – il piacere, il desiderio, la vulnerabilità – William si ritrova in una posizione sempre più difficile. Da un lato, cerca di proteggere la sua famiglia e la sua eredità dai piani subdoli di Drew, che mira a manipolare l’azienda per i suoi interessi personali. Dall’altro, affronta il dolore e il senso di impotenza nel sapere che la sua vita è giunta al termine. Il film culmina con il 65º compleanno di William, un evento maestoso che funge da metafora per la celebrazione della vita. Durante la festa, tutte le tensioni accumulate trovano risoluzione: William affronta Drew, smascherando il suo complotto, e accetta finalmente la sua mortalità con dignità e serenità. Nel frattempo, Joe si rende conto che, per quanto ami Susan, non può sottrarla alla vita che merita di vivere pienamente. In un finale agrodolce, Joe decide di rispettare il ciclo naturale delle cose, separandosi da Susan e accompagnando William verso il suo destino. La loro partenza è ritratta con una delicatezza che sottolinea il mistero e la bellezza dell’ignoto, lasciando lo spettatore con un senso di riflessione sulla fragilità e la preziosità della vita.
Uomo nel bar: Brad Pitt
Susan: Claire Forlani
Uomo nel bar: Buongiorno.
Susan: Buongiorno.
Uomo nel bar: Stavo parlando ad alta voce. Scusami.
Susan: Non c'è di che. Era affascinante.
Uomo nel bar: Che cosa c'era di tanto affascinante?
Susan: Tu e... tesoro?
Uomo nel bar: È la mia sorellina. Ha appena rotto col suo ragazzo e pensava di lasciare giurisprudenza.
Susan: Ah, mi dispiace.
Uomo nel bar: Non c'è niente di cui dispiacersi. Va così fra uomini e donne, no?
Susan: Così come?
Uomo nel bar: Niente dura.
Susan: Ah sì, concordo.
Uomo nel bar: Davvero? Perché? No, mi interessa.
Susan: Cercavo di essere gentile, e basta.
Uomo nel bar: D'accordo, d’accordo, sono stato invadente.
No, solo che questa storia del "niente dura" era il problema del ragazzo di mia sorella. Non sapeva quello che voleva, e faceva lo scemo in giro, e così lei lo ha beccato. Come se una sola non gli bastasse.
Susan: Così sei uno da una sola donna?
Uomo nel bar: Sì, infatti. È vero.
Susan: Certo.
Uomo nel bar: Sono alla ricerca, in questo momento.
Susan: Certo.
Uomo nel bar: Chissà, potresti essere lei. Non ridere!
Sono appena arrivato in città, ho un nuovo lavoro, cerco di avere un appartamento. Comunque, così sei un dottore?
Susan: Come lo sai?
Uomo nel bar: Tutti sono dottori qui attorno.
Dov'è questo appartamento? Tutti hanno gli zoccoli verdi come le divise.
Il tizio che aspetto che traslochi…
Susan: È un dottore.
Uomo nel bar: Che tipo di dottore?
Susan: Tirocinante. Medicina interna.
Uomo nel bar: Se mi serve un dottore, potresti essere tu.
Susan: Potrei essere io, sì.
Uomo nel bar: Potresti essere lei.
Susan: Sì, potrei. Io lavoro all'ospedale, perciò...
Uomo nel bar: Capisco. È il mio giorno fortunato.
Arrivo nella grande città cattiva e non solo trovo un dottore, ma pure una bellissima donna. Mi sono spinto oltre?
Susan: Oh sì, no, certo. No, va bene, va bene. È solo che…
Uomo nel bar: Ti posso offrire una tazza di caffè?
Susan: Io ho dei pazienti che mi aspettano. Farei meglio ad andare.
Uomo nel bar: Dovrei andare all’appartamento e poi al lavoro.
Susan: Già.
Uomo nel bar: Però vorrei offrirti un altro caffè. Te lo posso offrire?
Susan: Beh, sì, d'accordo.
Uomo nel bar: Intesi… lavoro pro bono.
Susan: Pro bono?
Uomo nel bar: Sì.
Susan: Nel senso di fare del bene?
Uomo nel bar: Esatto.
Susan: Fare del bene tutta la vita?
Uomo nel bar: So che cosa vuol dire. Non rende molto, ma mi piace.
Alla fine tutto dipenderà dalla donna che sposerò, credo. Forse vorrà molti figli, cambiare casa, una macchina più grande. L’università non costa poco, sai. Non lo so...
Susan: Beh, rinunci a quello che vuoi per la donna che sposi?
Uomo nel bar: Sì, lo sai, lo farei.
Susan: Sì?
Uomo nel bar: Con piacere. Perché uno fa delle scelte, sai? Se tu e io fossimo sposati... no, è un esempio. Se tu e io fossimo sposati, vorrei darti quello che ti serve. Tutto qui.
Parlo di prendersi cura a vicenda, nel miglior modo. Che c’è di male a prendersi cura di una donna? Lei si prende cura di te.
Susan: Non ti sarà facile trovare una donna così, oggi.
Uomo nel bar: Accidenti, tu credi?
Non lo so. Esiste il colpo di fulmine?
Susan: Devo… devo andare.
Uomo nel bar: Sì. Ho detto qualcosa di sbagliato?
Susan: No.
Uomo nel bar: No? Sicura?
Susan: No, era così giusto che mi fa paura. Tutto qui, è solo…
Uomo nel bar: Sai, pensavo... non voglio che tu sia il mio dottore. Non voglio che tu mi visiti.
Susan: Perché?
Uomo nel bar: Perché mi piaci tantissimo.
Susan: Io non voglio visitare te.
Uomo nel bar: Non vuoi? Perché no?
Susan: Perché mi piaci tantissimo. Oh mamma... d'accordo, adesso devo andare, perciò...
Uomo nel bar: Sì.
Susan: Bene.
Uomo nel bar: Capito, capito. D’accordo.
Susan: Già.
Uomo nel bar: È più che giusto. Ci vediamo.
Susan: Ciao.
Uomo nel bar: Ciao.
Susan: Ciao.
Questo dialogo, tratto da "Vi presento Joe Black", è uno dei momenti più delicati e intensi del film, in cui viene mostrata l'alchimia tra Susan (Claire Forlani) e il personaggio interpretato da Brad Pitt, che qui appare prima di essere posseduto dalla Morte. È una scena che combina vulnerabilità, attrazione spontanea e un senso di connessione profonda, unendo realismo e romanticismo in modo molto naturale.
La scena si apre in un contesto apparentemente casuale: un bar affollato, due sconosciuti che si scambiano battute. Ma sin dalle prime battute emerge una tensione particolare, come se entrambi fossero disposti a spogliarsi delle convenzioni sociali per mostrare qualcosa di autentico. L’uomo, nel suo approccio diretto e disarmante, si presenta come una persona trasparente e genuina. La frase iniziale, “Stavo parlando ad alta voce. Scusami”, mostra subito una certa leggerezza e un tono informale, che crea un’atmosfera confortevole e non minacciosa. Susan, invece, si muove tra l’interesse sincero e una lieve riservatezza. Lei è attratta, ma prova a mascherare questa attrazione dietro risposte cortesi e brevi (“Ah sì, concordo”). La sua curiosità cresce man mano che il dialogo procede. Questo scambio iniziale è costruito su una serie di dettagli che fanno sembrare l'incontro casuale, ma il modo in cui parlano di temi personali rivela un desiderio più profondo di connessione.
L’intero dialogo è permeato da un tema centrale: la ricerca di autenticità nelle relazioni umane. L’uomo espone subito il suo credo personale, parlando di “una sola donna” e di scelte che danno valore alla vita. È chiaro che vuole impressionare Susan, ma lo fa con un approccio diretto, senza artifici o presunzione. Frasi come: “Che c’è di male a prendersi cura di una donna? Lei si prende cura di te.” mostrano un personaggio che crede ancora in un ideale romantico forse datato, ma espresso con tale semplicità e sincerità da sembrare quasi rivoluzionario. Susan risponde con una certa ironia, ma la sua attrazione è evidente. Il suo dubbio, espresso con la frase: “Non ti sarà facile trovare una donna così, oggi,” non è solo una critica alla società contemporanea, ma anche una difesa nei confronti di ciò che sente. Susan è spaventata dalla possibilità di incontrare qualcuno che potrebbe davvero farle desiderare tutto ciò che l’uomo dice di volere.
Il dialogo esplora l'attrazione istantanea tra i due personaggi, ma questa attrazione è continuamente bilanciata da una sottile paura dell'ignoto. Questo tema emerge con chiarezza in due momenti chiave:Quando l’uomo chiede: “Esiste il colpo di fulmine?” si capisce che entrambi stanno vivendo qualcosa di simile. Susan, però, reagisce con un misto di paura e incredulità, quasi incapace di accettare che una connessione così forte possa accadere così velocemente. La scena culmina con una doppia confessione speculare:
“Non voglio che tu sia il mio dottore… perché mi piaci tantissimo.” È un momento di disarmo totale, in cui entrambi riconoscono l’intensità del loro sentimento senza più barriere.
Questa ammissione, che arriva quasi con un senso di urgenza, non è solo romantica, ma anche incredibilmente vulnerabile. Entrambi i personaggi si trovano a confrontarsi con emozioni che non avevano pianificato, e questo crea un momento di grande tensione emotiva. Questo dialogo è costruito su una tensione che non trova una risoluzione completa. Susan e l’uomo si salutano, entrambi sapendo che qualcosa di importante è accaduto. Non c'è un finale chiaro per questa scena, perché il senso di mistero è ciò che la rende così memorabile. È proprio questo "non detto", questa connessione appena sfiorata, a far sì che la scena risuoni profondamente nello spettatore.
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