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~ LA REDAZIONE DI RC
Interstellar
"Interstellar" di Christopher Nolan è un’opera che mescola fantascienza, dramma umano e interrogativi filosofici. La storia è ambientata in un futuro distopico dove la Terra è devastata da cambiamenti climatici e carestie che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità.
Il Protagonista e l'Incidente Scatenante
Cooper (Matthew McConaughey) è un ex pilota della NASA, ora agricoltore, che vive con i suoi figli, Tom e Murph, e il suocero Donald. Murph, la figlia più giovane, è particolarmente legata a lui e si distingue per la sua vivace curiosità scientifica. Un evento apparentemente inspiegabile nella stanza di Murph – una "forza" che sembra comunicare attraverso una libreria – conduce Cooper a scoprire una base segreta della NASA.
Lì, il professor Brand (Michael Caine) rivela che la NASA sta lavorando a un piano per salvare l'umanità. Brand spiega che un misterioso wormhole, scoperto vicino a Saturno, potrebbe condurre a pianeti potenzialmente abitabili in un'altra galassia. Due piani sono in gioco: il Piano A, che mira a trasferire la popolazione terrestre su uno di questi pianeti, e il Piano B, che prevede di colonizzare un pianeta con embrioni umani, qualora il trasferimento non fosse possibile.
La Missione e i Pianeti
Cooper viene reclutato per guidare l'Endurance, una nave spaziale che esplorerà tre pianeti individuati da precedenti missioni: Miller, Mann e Edmunds. Questi mondi sono stati scelti in base ai dati inviati da astronauti esploratori che li hanno visitati anni prima.
Ogni pianeta presenta sfide significative:
Pianeta di Miller: Un mondo dominato dall'acqua e da onde gigantesche, dove il tempo scorre molto più lentamente a causa della vicinanza a un buco nero, Gargantua. Un’ora sul pianeta equivale a sette anni sulla Terra. Questa visita costa alla squadra decenni a causa di un errore di calcolo.
Pianeta di Mann: Presentato come la scelta migliore, si rivela un inganno. L’astronauta Mann (Matt Damon), pur di essere salvato, ha falsificato i dati. Il suo tradimento porta a un confronto pericoloso.
Pianeta di Edmunds: Rimane l’ultima speranza, un mondo apparentemente adatto alla vita.
Il cuore del film è il legame tra Cooper e Murph. Durante la missione, il tempo trascorso nello spazio allontana Cooper dai suoi figli. Murph, rimasta sulla Terra, cresce e diventa una scienziata brillante, collaborando con Brand per risolvere l’equazione che potrebbe permettere il trasferimento di massa dell’umanità.
Nel frattempo, Cooper e il robot TARS si avventurano dentro Gargantua in una mossa disperata per raccogliere dati sul buco nero. Qui Cooper scopre che la "forza" che comunicava con Murph attraverso la libreria era lui stesso, intrappolato in una dimensione temporale che gli consente di influenzare il passato. Usando il codice Morse, invia i dati raccolti sul buco nero a Murph, che li utilizza per completare l’equazione salvifica.
Murph risolve l’equazione e salva l’umanità, permettendo la costruzione di un’enorme stazione spaziale orbitante. Cooper viene recuperato e si riunisce con una Murph ormai anziana, che lo spinge a cercare Brand, rimasta sul pianeta di Edmunds per completare il "Piano B".
Cooper e TARS: Il Primo Incontro
TARS, un robot progettato per supportare le missioni della NASA, inizialmente si presenta come una macchina efficiente e spoglia di personalità. La sua forma geometrica e rigida, insieme al linguaggio sintetico, trasmette una certa distanza. Cooper, un uomo pragmatico e curioso, inizia quasi subito a stabilire un rapporto più informale con TARS. Fin dalle prime interazioni, emerge l’umorismo del robot, un elemento sorprendente che crea una connessione inaspettata tra i due.
Il Lato Umano di TARS
La personalità di TARS è regolabile, con parametri che includono il livello di sarcasmo e umorismo. Questo elemento diventa una sorta di gioco tra lui e Cooper. L’umorismo del robot non è solo un espediente comico, ma un modo per rendere la relazione meno meccanica e più simile a quella tra due colleghi:
La Collaborazione e il Sacrificio
Verso il climax del film, Cooper e TARS si trovano ad affrontare una delle decisioni più difficili: entrare nel buco nero Gargantua. Qui, la fiducia tra i due raggiunge il massimo livello:
Cooper dipende da TARS per raccogliere i dati necessari al salvataggio dell’umanità. Il robot è consapevole del rischio, ma non esita a procedere. In questo momento, TARS dimostra un grado di autonomia e dedizione che sfiora il concetto di altruismo, un tratto che lo rende più di una macchina. Cooper e TARS collaborano per trasmettere i dati a Murph attraverso la dimensione temporale del Tesseract. Questo passaggio sottolinea come il loro legame sia fondato su una perfetta complementarità: l’ingegno umano di Cooper e la capacità analitica di TARS.
Il Ruolo di TARS nel Percorso di Cooper
TARS, in molti modi, è lo specchio del pragmatismo di Cooper. Entrambi sono focalizzati sulla missione e disposti a sacrificarsi per il bene maggiore. TARS offre anche un contrappunto ironico e razionale alle emozioni più umane di Cooper. Mentre Cooper è guidato dal desiderio di tornare dalla sua famiglia, TARS rappresenta un’ancora logica che bilancia le sue decisioni. L’interazione tra i due sottolinea uno dei temi centrali del film: l’equilibrio tra razionalità e umanità. Cooper non potrebbe portare a termine la missione senza la freddezza calcolata di TARS, ma TARS si rivela una macchina "completa" solo grazie all’interazione con Cooper.
Matthew McConaughey - Cooper
Josh Stewart - TARS
T: Cooper? Cooper? Rispondi, Cooper.
C: Tars?
T: Affermativo.
C: Sei sopravvissuto.
T: Da qualche parte nella loro quinta dimensione. Loro ci hanno salvato.
C: Si… e chi sono questi loro, e poi perché dovrebbero aiutarci.
T: non so, ma hanno costruito questo spazio tridimensionale nella loro realtà pentadimensionale perché tu potessi capirla.
C: Beh, non sta funzionando.
T: Si invece. Hai visto che il tempo qui è rappresentato come una dimensione fisica. Hai capito che puoi usare una forza che attraversa lo spazio-tempo.
C: La gravità, per mandare un messaggio.
T: Affermativo.
C: La gravità… può attraversare le dimensioni, compreso il tempo…
T: Apparentemente…
C: I dati quantici li hai presi?
T: Affermativo, ce li ho. Li sto trasmettendo su tutte le frequenze ma non riescono a uscire, Cooper.
C: Posso farcela, posso farcela.
T: Vuoi dare dei dati così complessi… a una bambina?
C: Non è una bambina qualunque.
T: Anche se riuscissi a comunicarglieli, non ne capirebbe il significato per anni…
C: Nono,.. questo lo so, TARS, va bene? Ma dobbiamo inventarci qualcosa o la terra… tutta la gente morirà… Pensa, pensa, pensa.
T: Cooper. Loro non ci hanno portati qui per cambiare il passato.
Pausa.
C: Dillo ancora.
T: Loro non ci hanno portati qui per cambiare il passato.
C: No, loro non ci hanno portati qui… Siamo arrivati qui da soli. TARS, dammi le coordinate della NASA in codice Binario.
T: In Binario, ricevuto, trasmetto dati.
C inizia a muovere l’aria intorno a sé.
C: Ancora non capisci, TARS? Mi sono portato io, qui. Noi siamo qui per comunicare col mondo Tridimensionale. Siamo il ponte! Pensavo avessero scelto me. Non hanno scelto me. Hanno scelto lei.
T: Per cosa, Cooper?
C: Per salvare il mondo! Tutto questo è una stanza di una bambina, ogni singolo momento. E’ infinitamente complesso. Loro hanno accesso a tempo e spazio infinito, ma non sono legati a niente. Non possono trovare un posto specifico nel corso del tempo. Non possono comunicare. Per questo sono qui. Troverò un modo per dirlo a Murph, così come ho trovato questo momento.
T: Come Coope?
C: Amore, TARS, amore. E’ come ha detto Brand. Il mio legame con Murph è quantificabile. E’ la chiave.
T: Cosa dobbiamo fare, qui?
C: Trovare come dirglielo… L’orologio… L’orologio… Ma certo! Codifichiamo i dati nel movimento della lancetta dei secondi. TARS, traduci i dati in morse e trasmettimeli.
T: Traduco i dati in morse. E se non fosse mai tornata a prenderlo?
C: Tornerà. Tornerà.
T: Come lo sai?
C: Perché gliel’ho dato io.
T: Il morse è punto-punto-linea-punto.
Cooper ripete il morse.
T: (Contd) Punto-linea-punto-punto-punto-punto-punto.
I due finiscono il codice.
C: Ha funzionato?
T: Penso sia probabile.
C: Come lo sai?
T: Perché gli esseri dell’iperspazio stanno chiudendo il Tesseratto.
C: Ancora non ti è chiaro? Non sono esseri. Siamo noi. Quello che io ho fatto per Murph, loro lo fanno per me. Per tutti noi.
T: Le persone non sanno costruire questo.
C: No. Non ancora. Ma un giorno si.
T: Non io e te. Ma altre persone. Una civiltà che si è evoluta aldilà delle quattro dimensioni che conosciamo.
Analisi della Dinamica tra Cooper e TARS
Il dialogo mette in luce la complementarità tra i due:
TARS è pragmatico, logico e legato alla scienza. Ogni sua affermazione è fondata su dati e razionalità. Tuttavia, nonostante sia un’intelligenza artificiale, non manca di umorismo e di un certo grado di empatia funzionale. La sua domanda ironica – "Vuoi dare dei dati così complessi… a una bambina?" – mantiene il tono realistico.
Cooper, d’altro canto, è l’incarnazione del pensiero umano, che si spinge oltre la logica grazie a intuizione, fede e legami affettivi. La sua determinazione di trasmettere i dati a Murph, nonostante le improbabilità, dimostra la resilienza e la speranza tipiche dell’essere umano.
Momenti Cruciali del Dialogo
"Non sta funzionando. / Sì invece." Questo scambio riassume il conflitto interno del film: ciò che sembra impossibile o inspiegabile alla mente razionale può invece trovare una soluzione attraverso connessioni non convenzionali, come l’amore e l’intuizione.
"Non hanno scelto me. Hanno scelto lei." Qui Cooper realizza che la sua missione non è mai stata individuale, ma una parte di un piano più grande. La consapevolezza che Murph è la chiave non solo rafforza il tema del sacrificio generazionale, ma ribalta la narrativa del "prescelto". Non è lui l’eroe definitivo, ma sua figlia.
"Amore, TARS, amore. È come ha detto Brand." Questa frase collega il discorso precedente di Brand sull’amore come forza che trascende tempo e spazio con la risoluzione della trama. Il film gioca con la tensione tra scienza e sentimento, mostrando come entrambe siano essenziali per risolvere i problemi esistenziali.
"Non sono esseri. Siamo noi." Questa rivelazione sottolinea il tema dell’autodeterminazione. Gli "esseri" pentadimensionali non sono entità aliene, ma esseri umani evoluti. Il futuro dell’umanità, suggerisce il film, è nelle sue stesse mani, alimentato dalla cooperazione tra scienza e valori umani.
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