Dialogo - la dichiarazione di Julia Roberts in \"Notting Hill\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Notting Hill

Notting Hill, una delle commedie romantiche più amate di fine anni '90, uscita nel 1999, scritta da Richard Curtis (autore anche di Quattro matrimoni e un funerale e Love Actually) e diretta da Roger Michell. È il tipo di film che, pur inserendosi nel genere della rom-com, riesce a costruire un equilibrio particolare tra leggerezza e una certa sincerità emotiva. È quella combinazione di situazioni romantiche al limite dell’impossibile e momenti di quotidianità che lo rende così memorabile. William Thacker (interpretato da Hugh Grant) è un libraio di Notting Hill, uno dei quartieri più iconici di Londra. È un uomo ordinario, con una vita piuttosto modesta e quasi monotona, che viene stravolta quando la celebre star di Hollywood Anna Scott (Julia Roberts) entra nella sua libreria. Il loro incontro è l’inizio di una storia d’amore improbabile, tra mondi distanti e complessità emotive che vanno oltre il classico schema da favola. Il film si regge su un’idea tanto semplice quanto efficace: cosa accadrebbe se una superstar incontrasse qualcuno di “normale”? Questa premessa è esplorata con un’ironia delicata e una scrittura che alterna momenti brillanti e spiritosi a sequenze più intime.


Hugh Grant offre un’interpretazione che incarna il suo classico personaggio di uomo timido, goffo, ma irresistibilmente affascinante. William Thacker è l’"everyman", una figura in cui è facile immedesimarsi: un uomo ordinario che non cerca il grande gesto, ma che si ritrova a viverlo quasi per caso. Julia Roberts, invece, porta sullo schermo una versione più sfumata di ciò che potremmo immaginare come una diva di Hollywood. Anna Scott è affascinante e sicura di sé in pubblico, ma vulnerabile e incerta nella sua vita privata. Roberts gioca con questa dicotomia, offrendo un’interpretazione che sfugge al rischio di stereotipi, mostrando sia il peso della fama che il desiderio di una normalità impossibile. Un plauso speciale va al cast secondario, in particolare a Rhys Ifans, che interpreta Spike, il coinquilino di William. Spike è il classico personaggio comico che ruba la scena ogni volta che appare: stravagante, fuori luogo, ma assolutamente memorabile.


Il quartiere di Londra in cui si svolge la storia è quasi un personaggio a sé. Le strade colorate, il mercato di Portobello Road, le case vittoriane: tutto contribuisce a creare un’atmosfera accogliente e romantica. Notting Hill non è solo un contesto geografico, ma diventa un simbolo di vita quotidiana, che si contrappone al mondo patinato di Hollywood. È un luogo che esiste e respira, un piccolo microcosmo dove tutto sembra possibile.

Notting Hill è un film che continua a essere ricordato e citato per la sua capacità di bilanciare umorismo, romanticismo e un pizzico di malinconia. È una favola moderna che, pur rimanendo leggera, riesce a toccare corde autentiche. La scrittura di Curtis, il carisma dei protagonisti e l’ambientazione suggestiva lo rendono un classico che si può rivedere ancora e ancora.

Il dialogo

William: Hugh Grant
Anna: Julia Roberts

William: Ciao.

Anna: Sei sparito.

William: Sì, sì. Dovevo andare via, non volevo disturbare.

Anna: Come te la passi?

William: Bene, bene. È tutto più o meno lo stesso. Quando cambierà la legge, Spike e io ci sposeremo subito.
Mentre tu... ti ho seguito con ammirazione. Premi, glorie.

Anna: No, no, sono tutte sciocchezze, puoi credermi. Non avevo idea di quanto poco contassero, ma è così, l'ho scoperto.
Bene, ieri era il nostro ultimo giorno di riprese, perciò sto partendo. Ma... ho portato questo per te da casa mia, così ho pensato di dartelo.

William: Grazie. L'ho...

Anna: No, no, non aprirlo adesso, mi imbarazzerebbe.

William: Grazie, non so che cos'è, ma grazie lo stesso.

Anna: Vedi, l'avevo nel mio appartamento e ho pensato che ti... Ma poi è arrivato il momento, non sapevo come fare. Mi ero comportata così male, due volte.
E così è rimasto lì in albergo. Poi sei apparso e ho pensato...
Il fatto è... il fatto è...

William: Qual è? Qual è il fatto?
(Spike entra)
William: Non ci pensi neanche. Se ne vada immediatamente. Fuori!
(Dopo che Spike esce)
Dicevi?

Anna: Sì. Oggi devo partire, ma mi chiedevo se non lo facessi...
Insomma, tu mi lasceresti frequentarti un po'? O molto, magari? Per vedere se ti piaccio ancora.

William: Ma ieri quell'attore ti ha chiesto chi fossi e tu mi hai liquidato in 448. Ti ho sentito. Tu avevi un microfono, io la cuffia.

Anna: Ti aspetti che io racconti la mia vita alla persona più indiscreta d'Inghilterra?
Non fa niente, c'è sempre una pausa quando la giuria si ritira per decidere il verdetto.

William: Anna, senti, io sono un tizio con un decente equilibrio e con poca disinvoltura in amore, ma posso dire di no alla tua gentile richiesta e smetterla qui?

Anna: Sì, benissimo, ma certo io... ma certo... beh, me ne devo andare, è stato bello vederti.

William: La cosa è che con te corro un grosso pericolo. Sembra essere perfetta come situazione, a parte quel tuo brutto carattere.
Ma il mio cuore è relativamente inesperto, ecco, ho paura che non si riavrebbe se venissi ancora una volta messo da parte, cosa che assolutamente mi aspetto che accada.
Vedi, ci sono tante, troppe foto di te, troppi film. Tu mi lasceresti e io rimarrei fregato, per dirla tutta.

Anna: È un no bello deciso, vero?

William: Io vivo a Notting Hill, tu vivi a Beverly Hills.
Tutto il mondo sa chi sei, mia madre ha difficoltà a ricordare il mio nome.

Anna: Bene, bene. Ottima decisione, ottima decisione. La faccenda della fama non è una cosa reale, sai? E non dimenticare che sono anche una semplice ragazza, che sta di fronte a un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla. Addio.

Analisi dialogo

Questa scena di Notting Hill è una delle più emblematiche e rappresentative della tensione emotiva che attraversa l'intero film. È un confronto intimo, ma potente, tra due persone che si trovano su fronti opposti del mondo — non solo fisicamente (Notting Hill vs Beverly Hills), ma anche simbolicamente, con William che rappresenta la normalità e Anna la straordinarietà del successo e della fama. Qui il tema centrale del film esplode: quanto può essere complesso e vulnerabile innamorarsi quando il divario tra due mondi sembra insormontabile.


Il dialogo è costruito con una scrittura apparentemente semplice ma incredibilmente stratificata. Ogni battuta rivela qualcosa di più profondo sui personaggi e le loro insicurezze.


William è chiaramente combattuto. Da una parte, il suo cuore lo spinge a fidarsi, a credere che l’amore possa vincere su tutto, ma la sua razionalità lo frena. La sua risposta iniziale — quando le dice "posso dire di no alla tua gentile richiesta e smetterla qui?" — è quasi una forma di auto-difesa, un modo per proteggere il proprio cuore dalla possibilità di soffrire ancora. Hugh Grant riesce a interpretare questo momento con una sottigliezza incredibile: la tensione tra ciò che dice e ciò che sente è tutta nei suoi occhi e nel suo tono esitante. La battuta "Tu mi lasceresti e io rimarrei fregato" è l’epitome della vulnerabilità di William. Non si tratta solo della paura di perdere Anna, ma del fatto che perdere lei significherebbe perdere una parte di sé stesso. È una paura terribilmente umana, che rende il personaggio incredibilmente credibile.


Julia Roberts qui offre una performance che si distacca dall’immagine della "star inarrivabile". Anna si spoglia (emotivamente) di ogni artificio. È disarmante la sua insistenza, quasi titubante, quando chiede a William di concederle una possibilità: "Mi chiedevo se non lo facessi. Insomma, tu mi lasceresti frequentarti un po’?". È una domanda semplice, ma detta con una delicatezza che mostra quanto Anna stia abbattendo le sue barriere. La frase che chiude la scena è ormai diventata iconica: Sono anche una semplice ragazza, che sta di fronte a un ragazzo, e gli sta chiedendo di amarla.” È il cuore pulsante dell’intero film. Dietro la patina di fama e glamour, Anna si mostra per quello che è: una persona che desidera essere amata per ciò che è davvero, al di là delle immagini patinate e del mito creato dai media.


William teme che la relazione con Anna sia destinata a fallire e che, quando accadrà, ne uscirà distrutto. È una paura universale, quella di essere vulnerabili di fronte all'amore, amplificata dalla loro differenza di "mondi". Anna sottolinea che "la faccenda della fama non è reale". Questo è un punto centrale del film: la fama viene mostrata come una costruzione vuota, che spesso nasconde più insicurezze di quanto immaginiamo. Anna non è solo una star, è anche una persona che lotta per connettersi con gli altri in modo autentico. Per William, Anna è circondata da un’aura quasi mitologica. Ma in questa scena, lei prova a rompere quella distanza, a mostrarsi come una persona comune. È un momento in cui la dicotomia tra "la star" e "la ragazza" si scioglie, lasciando emergere la vera Anna.

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