Dialogo - Padre Amorth si ribella al Vaticano in \"L'esorcista del Papa\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

L'esorcista del Papa

"L'esorcista del Papa" è un horror sovrannaturale diretto da Julius Avery e interpretato da Russell Crowe nei panni di Padre Gabriele Amorth, una figura realmente esistita, noto per essere stato il capo esorcista della Città del Vaticano. Il film prende ispirazione dai suoi scritti e dalle sue esperienze, romanzandole con una narrazione che mescola elementi horror classici e un'indagine sulle forze oscure. Padre Amorth viene incaricato dal Vaticano di occuparsi del caso di un bambino posseduto in Spagna. Il piccolo Henry, trasferitosi in un’abbazia sconsacrata con la madre e la sorella, mostra segni di una possessione sempre più violenta. Giunto sul posto, Amorth scopre che dietro la possessione si cela un’entità maligna con un legame diretto con la storia della Chiesa.


Man mano che l’indagine procede, emergono segreti sepolti sotto l’abbazia, rivelando un passato inquietante legato all’Inquisizione. Il demone che tormenta il bambino sembra conoscere in modo intimo il passato di Amorth, mettendolo alla prova sia sul piano spirituale che psicologico. Il film si sviluppa con una serie di scontri tra Amorth e la creatura, alternando momenti di tensione a rivelazioni sul ruolo del Vaticano nel nascondere verità scomode. Il finale porta a una battaglia diretta tra il sacerdote e il male, lasciando spazio a un possibile seguito che esplori altre indagini dell'esorcista.

Il dialogo

Cardinale Sullivan - Ryan O' Grady

Padre Amorth - Russell Crowe



Cardinale Sullivan: Padre Amorth. Caffèlatte?

Padre Amorth: A quest’ora del giorno? È impazzito? Doppio espresso, gentile sorella, grazie.

Cardinale Sullivan: Zucchero?

Padre Amorth: Lo zucchero è opera del Diavolo, no, grazie. Avanti, vogliamo cominciare con questa cosa?

Cardinale Sullivan: Questa è un’udienza formale, come concordato procederemo con l’esposizione dei fatti.

Padre Amorth: Allora andiamo.

Cardinale Sullivan: La notte del quattro giugno, nella città di Tropea, lei ha eseguito un esorcismo senza l’approvazione dell’arcivescovo di Reggio Calabria.

Padre Amorth: Non era un...

Cardinale Sullivan: Alzi la voce, Amorth.

Padre Amorth: Quello non era affatto un esorcismo.

Cardinale Sullivan: Dalla descrizione di padre Gianni quello che è successo a Reggio Calabria sembrava davvero un esorcismo, con tanto di sacrificio animale, addirittura.

Padre Amorth: Il ragazzo era un disadattato, una temporanea psicosi. Io mi servo di psicologia primitiva. Il potere della suggestione.

Cardinale Sullivan: Lei ha chiamato il soggetto Satana. E gli ha chiesto di mostrare il suo potere. Lei lo nega?

Padre Amorth: No. È ciò che ho fatto.

Cardinale Sullivan: Perché l’avrebbe fatto.

Padre Amorth: Gli esorcismi sono il mio lavoro, ma la stragrande maggioranza dei casi che mi vengono assegnati non richiedono un esorcismo. Richiedono solo una breve conversazione. Un po' di conversione. E a volte, certamente, un po' di teatro.

Cardinale Sullivan: Da quanto ho osservato, il 98% dei casi assegnati a padre Amorth vengono poi passati dallo stesso a medici e a psichiatri. E il restante 2%?

Padre Amorth: Ah, il restante 2% è qualcosa che disorienta tutta la scienza e tutta la medicina da moltissimo tempo. Io lo chiamo “Male”.

Cardinale Sullivan: Ha sollevato un punto interessante, Amorth. Lei non è un medico, ma queste pratiche potrebbero anche avere effetti nocivi sulle persone.

Padre Amorth: Lei ha ragione. Non sono un medico. Non sono uno psicologo. Ma sono un teologo, sono un avvocato, sono un giornalista, e sono un uomo pratico. Sono stato anche partigiano quindi riconosco un plotone d’esecuzione quando ne vedo uno. Allora, di che si tratta?

Cardinale Sullivan: Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha chiesto a questa commissione che la posizione di capoesorcista sia formalmente dismessa.

Padre Amorth: Quindi state dicendo che il male non esiste?

Cardinale Sullivan: La Chiesa subisce costanti pressioni perché diventi più rilevante. È ora di superare queste antiquate credenze.

Padre Amorth: Mi spieghi una cosa, vostra eminenza. Se il male non esiste qual è allora il ruolo della Chiesa? Credo che dobbiamo stare attenti con la Congregazione per la Dottrina della Fede, sembra proprio che ci vogliano licenziare tutti.

Cardinale Sullivan: Abbiamo altre domande per lei, padre Amorth.

Padre Amorth: Come mai sono all’improvviso degno del tempo e dell’attenzione di tutti voi potenti uomini. Ve lo chiedo di nuovo. Di cosa si tratta.

Cardinale Sullivan: Giusto processo, Padre.

Padre Amorth: Quindi non si tratta della ragazza morta, Rosaria Velendez, di cui ho scritto nella rivista Madre di Dio. Qual è la vostra valutazione e giusto processo in merito, la prego cardinale.

Cardinale Sullivan: Io la avverto, io la avverto Padre Amorth, porti rispetto ai suoi servitori.

Padre Amorth: Lo faccio! Io sono il capo esorcista del Vaticano. Non dimenticate che sono stato nominato dal mio Vescovo. La mia diocesi è Roma. Il mio vescovo è il Papa. Se avete qualche problema con me parlatene con il Papa.

Cardinale Sullivan: Padre Amorth non è stato congedato.

Padre Amorth: Cu-cu!

Cardinale Sullivan: Padre Amorth.

Analisi dialogo

Questo scambio tra Padre Gabriele Amorth e il Cardinale Sullivan rappresenta uno dei momenti chiave del film L'esorcista del Papa. Si tratta di un confronto tra due visioni opposte all’interno della Chiesa: da un lato Amorth, che crede fermamente nella realtà del male e nell’importanza degli esorcismi, dall’altro il Cardinale Sullivan, che rappresenta un’istituzione ecclesiastica più razionalista e burocratica, decisa a modernizzare il proprio approccio.

Il dialogo si apre con una nota leggera: il cardinale gli offre un caffèlatte e Amorth risponde con una battuta sul fatto che sia un’assurdità a quell’ora del giorno. Poi rifiuta lo zucchero con un'ironica allusione al diavolo. Questo scambio iniziale è importante perché definisce subito il carattere di Amorth: è diretto, sarcastico e poco incline alle formalità, un uomo di fede che non ha timore di scontrarsi con le gerarchie ecclesiastiche. L’udienza prende una piega più seria quando Sullivan lo accusa di aver eseguito un esorcismo senza autorizzazione. Amorth si difende subito negando che si sia trattato di un vero esorcismo, spiegando il suo metodo: nella maggior parte dei casi, ciò di cui le persone hanno bisogno non è un rito religioso, ma un supporto psicologico. Qui emerge un aspetto interessante del suo personaggio: pur essendo il capo esorcista del Vaticano, non è un fanatico. Anzi, sembra più razionale di chi lo accusa, distinguendo tra disturbi psicologici e vere possessioni.

Quando il cardinale lo mette alle strette sulle sue parole – ha chiamato il soggetto Satana e gli ha chiesto di mostrare il suo potere – Amorth non nega, ma sottolinea come a volte sia necessario un po' di teatro per affrontare certe situazioni. Questa frase è ambigua: suggerisce che Amorth consideri l'esorcismo anche come una forma di suggestione, ma al tempo stesso lascia aperta la possibilità che ci sia qualcosa di reale in quello che fa.

Il punto centrale del dialogo arriva quando Sullivan lo accusa di non essere un medico e di poter causare danni con i suoi metodi. Amorth ribatte elencando la sua formazione e le sue esperienze, compresa la sua partecipazione alla Resistenza italiana (sono stato anche partigiano, quindi riconosco un plotone d’esecuzione quando ne vedo uno). Questa frase è importante perché fa capire che Amorth non teme l’autorità e ha vissuto situazioni ben peggiori di un interrogatorio ecclesiastico. La vera frattura ideologica emerge quando il cardinale annuncia che il Vaticano sta considerando di abolire ufficialmente il ruolo di capo esorcista. A quel punto Amorth pone la domanda cruciale: Quindi state dicendo che il male non esiste? Qui si tocca uno dei temi portanti del film: la Chiesa, nel tentativo di rimanere rilevante, rischia di perdere il contatto con le sue stesse fondamenta. Se non esiste il male, quale sarebbe allora il senso della Chiesa?

Quando Sullivan cerca di riportare il discorso su binari più formali, Amorth lo provoca con una domanda precisa: Quindi non si tratta della ragazza morta, Rosaria Velendez, di cui ho scritto nella rivista Madre di Dio? Questo dettaglio suggerisce che ci sia qualcosa di più dietro l’udienza, un possibile scandalo o una verità scomoda che il Vaticano vuole insabbiare. La tensione cresce, fino a quando Sullivan lo ammonisce di portare rispetto.

Amorth, però, ribadisce con fermezza la sua posizione: il suo unico superiore è il Papa. Quando Sullivan dichiara che non è stato ufficialmente congedato, Amorth risponde con un ironico Cu-cu!, sottolineando ancora una volta la sua insofferenza verso le formalità e ribadendo, con una semplice battuta, la sua vittoria momentanea nel confronto.

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