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~ LA REDAZIONE DI RC
"The Bear" è una di quelle serie che sembrano partire da un concetto semplice per poi rivelarsi un viaggio stratificato e, a tratti, travolgente. La storia segue Carmen "Carmy" Berzatto (interpretato da Jeremy Allen White), uno chef di alta cucina che, dopo il suicidio del fratello, torna a Chicago per gestire la sua vecchia paninoteca italiana, The Original Beef of Chicagoland. Da qui parte un racconto che mescola il ritmo frenetico della ristorazione con il peso delle emozioni irrisolte, dei traumi e delle relazioni complicate. Quello che colpisce subito in The Bear è il modo in cui la serie riesce a rendere tangibile la pressione della cucina. Se sei familiare con l'ambiente, riconoscerai immediatamente quel senso di urgenza, i comandi urlati, gli spazi stretti e il costante rischio che tutto vada a rotoli in un secondo. Ma The Bear è una serie sulle persone che ci lavorano dentro.
Carmy è un uomo che porta sulle spalle un’eredità familiare pesante, con il rimorso di non aver potuto salvare il fratello e l’ossessione di dimostrare a se stesso di poter trasformare quel locale in qualcosa di valido. Ma per farlo deve affrontare un team sgangherato, con dinamiche consolidate e resistenze al cambiamento.
Oltre a Carmy, il cuore della serie è il cast di supporto, composto da personaggi che sembrano archetipi inizialmente, ma che episodio dopo episodio rivelano profondità sorprendenti.
Sydney (Ayo Edebiri) è il braccio destro di Carmy, talentuosa e ambiziosa, ma anche consapevole che il suo talento non sempre trova il riconoscimento che merita. Il suo rapporto con Carmy è tra i più interessanti: è una collaborazione basata sul rispetto reciproco, ma anche sulla tensione costante.
Richie (Ebon Moss-Bachrach) è il cugino di Carmy, caotico e apparentemente incapace di adattarsi ai cambiamenti. Ma più lo conosciamo, più capiamo che il suo atteggiamento nasconde una profonda insicurezza e un legame indissolubile con il passato.
Marcus (Lionel Boyce) è il pasticciere del locale, il personaggio che forse incarna meglio il tema della crescita personale: parte come un semplice impiegato, ma trova nella pasticceria una passione autentica.
Ogni personaggio ha il suo spazio, il suo percorso, i suoi momenti di crisi e di rivelazione.
DONNA: Jamie Lee Curtis
PETE: Chris Witaske
Donna esce dal ristorante. Prima di andare via si accende una sigaretta. La raggiunge Pete, con il suo entusiasmo.
PETE: Dee-dee.
DONNA: O, cazzo. Nonono. Non devi dirgli che sono qua fuori.
PETE: No, no, no, è tutto ok. Ti stanno aspettando.
DONNA: Si, si, lo so. E’ che, stavo riflettendo e...
PETE: Oh mio Dio, qua fuori fa così freddo. Dai, andiamo. Nat sarà felicissima. Sarà divertente. Carm è incredibile.
DONNA: Si, si, il fatto è che...
PETE: Sarai fierissima di loro.
DONNA: O, e... lo sono Pete. Credimi, credimi, è che non credo di riuscire a farcela.
PETE: Cosa, cosa non puoi fare.
DONNA: Voglio che torni dentro, e non dirgli che mi hai visto, perché è imbarazzante. PETE: Dee-Dee, che vuol dire che non ce la fai.
DONNA: Io li amo da morire, Peete. Non lo so dimostrare. Non so come dire mi dispiace. Però per favore tu ora entra e dimmi che va bene.
PETE: Dee-Dee, io non...
DONNA: Io non merito, io voglio che si godano la serata. E non voglio rovinarla.
PETE: Non rovinerai nulla, promesso, promesso. E poi dobbiamo goderci tutte le serate prima del bambino.
DONNA: Quale bambino... Oh, tu e Natalie...
PETE: Credevo che lei...
DONNA: E’ magnifico. E’ magnifico Pete.
PETE: Donna, io... Io non so cosa fare. Potresti aiutarmi? Puoi etnrare con me, e poi... DONNA: Pete, sei così dolce, dico davvero. Ma ora me ne vado e... ti prometto, io li chiamerò, verrò a trovarli, verrò a parlare, ma tu... devi dirmi che va bene.
PETE: Donna, io...
DONNA: Ho bisogno che tu me lo dica.
PETE: Io...
DONNA: Per favore.
PETE: Va bene.
DONNA: Ti ringrazio.
Donna se ne va.
Questo scambio tra Donna Berzatto e Pete è uno dei momenti più silenziosamente devastanti della stagione. In una serie caratterizzata da tensioni esplosive e dialoghi frenetici, qui il ritmo rallenta, lasciando spazio a un dolore più sommesso, che si insinua tra le parole non dette.
La fuga di Donna: invece di entrare nel ristorante per festeggiare con la famiglia, sceglie di restare fuori, visibilmente a disagio.
L’intervento di Pete: cerca con dolcezza di convincerla a entrare, ignaro della profondità del suo tormento.
La resa di Pete: di fronte all’ostinazione di Donna, non può fare altro che acconsentire alla sua richiesta.
La scena si apre con Donna che esce dal ristorante e si accende una sigaretta, un gesto che racchiude tutto il suo stato emotivo: ha bisogno di una pausa, di prendere aria, di mettere distanza tra sé e l’evento che sta accadendo dentro.
DONNA O, cazzo. Nonono. Non devi dirgli che sono qua fuori.
Il primo istinto di Donna è quello di nascondersi. È già in fuga. Il solo pensiero che qualcuno possa sapere che è lì fuori la mette a disagio.
PETE No, no, no, è tutto ok. Ti stanno aspettando.
Pete, con la sua naturale ingenuità e gentilezza, non capisce subito la portata della situazione. Crede che sia solo un attimo di esitazione e cerca di riportarla dentro con leggerezza.
DONNA Sì, sì, lo so. È che, stavo riflettendo e...
Il modo in cui Donna si interrompe suggerisce che sta lottando con qualcosa di più grande di un semplice ripensamento. Lei sa che dovrebbe essere dentro, che dovrebbe partecipare alla serata, ma c’è qualcosa che la frena.
PETE Sarai fierissima di loro.
Pete prova a convincerla facendo leva sull’orgoglio materno. Ma Donna è già un passo avanti.
DONNA O, e... lo sono Pete. Credimi, credimi, è che non credo di riuscire a farcela.
Questa è la prima vera ammissione di Donna. Non si tratta di orgoglio, non si tratta di Carmy, di Natalie o del ristorante. Si tratta di lei. Del suo sentirsi inadeguata.
PETE Cosa, cosa non puoi fare?
Pete rimane spiazzato. Non capisce ancora.
DONNA Voglio che torni dentro, e non dirgli che mi hai visto, perché è imbarazzante.
Qui Donna esprime la sua vergogna. Non è solo il senso di colpa, è il sentirsi fuori posto, il non sapere come gestire l’affetto, la celebrazione, la presenza.
Pete insiste, ma poi arriva la frase più dolorosa del dialogo:
DONNA Io li amo da morire, Pete. Non lo so dimostrare. Non so come dire mi dispiace.
Questa è la confessione più brutale di tutta la scena. Donna sa di aver ferito i suoi figli, sa che la sua assenza ha lasciato un segno, ma non sa come rimediare. E il paradosso è che, proprio per questo, sceglie di andarsene ancora una volta.
DONNA Io non merito, io voglio che si godano la serata. E non voglio rovinarla.
Qui Donna si condanna da sola. Non aspetta che gli altri la rifiutino: lo fa lei per prima. È un classico esempio di autosabotaggio emotivo.
Pete, però, fa un ultimo tentativo per ancorarla alla realtà:
PETE Non rovinerai nulla, promesso, promesso. E poi dobbiamo goderci tutte le serate prima del bambino.
Questo è il momento in cui la conversazione prende una piega inaspettata. Pete menziona il bambino, pensando che Donna già lo sappia.
DONNA Quale bambino... Oh, tu e Natalie...
È il segnale definitivo che lei è tagliata fuori dalla vita della sua famiglia. La madre dovrebbe essere tra le prime a sapere di una gravidanza, e invece Donna lo scopre per caso, nel bel mezzo di una conversazione in cui sta cercando una scusa per andarsene.
Ma la sua reazione è sincera:
DONNA È magnifico. È magnifico Pete.
Non c’è traccia di rancore in questa frase. Solo un misto di sorpresa e rimpianto.
Pete allora fa il suo ultimo tentativo:
PETE Donna, io... Io non so cosa fare. Potresti aiutarmi? Puoi entrare con me, e poi...
Pete sta anche chiedendo aiuto. Sta riconoscendo di essere spaesato, di non sapere come muoversi in questa famiglia spezzata.
Ma Donna sa già cosa fare. O meglio, cosa non fare.
DONNA Pete, sei così dolce, dico davvero. Ma ora me ne vado e... ti prometto, io li chiamerò, verrò a trovarli, verrò a parlare, ma tu... devi dirmi che va bene.
A questo punto Donna non sta più cercando di convincere Pete. Sta cercando una giustificazione per sé stessa. Vuole che qualcuno le dia il permesso di andarsene senza sentirsi in colpa.
Pete cerca di resistere:
PETE Donna, io...
Ma Donna lo interrompe. È disperata.
DONNA Ho bisogno che tu me lo dica.
Questa è la frase chiave della scena. Donna ha bisogno di sentirsi perdonata, anche se non ha fatto nulla per meritarselo.
E Pete, alla fine, cede:
PETE Va bene.
DONNA Ti ringrazio.
E se ne va.
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