Dialogo - il primo incontro tra Xavier Collins e il Presidente Cal in \"Paradise\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Paradise

Paradise è una serie che prende il thriller politico e lo fonde con la fantascienza distopica, creando un racconto che esplora il potere, la manipolazione e la sopravvivenza in un mondo in cui le regole del passato non valgono più. Ideata da Dan Fogelman, autore di This Is Us, la serie ha debuttato su Disney+ e ha subito catturato l’attenzione per il suo mix di tensione, mistero e critica sociale. La storia ruota attorno a Xavier Collins (Sterling K. Brown), un agente speciale che un tempo era la guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti, Cal Bradford (James Marsden).


Quando il Presidente viene assassinato in circostanze misteriose all’interno di una comunità d’élite, Collins si trova invischiato in un’indagine che lo porta a scoprire segreti inquietanti. Ma c’è un elemento che complica tutto: il mondo non è più quello di prima. Una catastrofe – inizialmente poco chiara – ha sconvolto il pianeta, lasciando in piedi solo questa comunità chiusa, abitata dai più potenti esponenti del mondo politico ed economico.

A prendere il controllo dopo la morte di Bradford è una donna enigmatica conosciuta come “Sinatra”, un’oligarca senza scrupoli che governa con pugno di ferro e con una visione chiara: proteggere la sua comunità a ogni costo.


Mentre Collins cerca la verità sulla morte del Presidente, inizia a rendersi conto che la vera domanda non è solo chi l’abbia ucciso, ma cosa stia accadendo fuori da quella comunità e quale sia il reale stato del mondo.

La serie utilizza una struttura che alterna passato e presente, unendo episodi autoconclusivi incentrati su singoli personaggi con una narrazione più ampia che svela, pezzo dopo pezzo, il quadro generale. I flashback sono essenziali per capire le dinamiche tra i protagonisti, ma anche il declino del mondo esterno e il ruolo che la comunità ha giocato nella crisi globale.

Come già fatto in serie come Lost, Paradise costruisce ogni episodio intorno a un personaggio o a un evento specifico, mantenendo però un filo conduttore che si dipana lungo l’intera stagione. Ci sono momenti di tensione altissima, seguiti da lunghe sequenze più riflessive che esplorano il significato del potere e delle scelte morali.


L’ambientazione trasmette il senso di isolamento e oppressione che pervade la serie. La comunità di Paradise è lussuosa, curata nei minimi dettagli, ma trasmette un’inquietudine costante: dietro l’eleganza si nasconde un mondo marcio, dominato da giochi di potere e manipolazioni. La fotografia, dai toni freddi e asettici, amplifica questa sensazione di controllo e sorveglianza costante.


Dal punto di vista tematico, la serie affronta in modo diretto la lotta tra apparenza e sostanza. Il Presidente, che in teoria è il leader della comunità, si rivela presto una figura quasi impotente, simbolo di come il potere vero sia nelle mani di chi controlla le risorse e le informazioni. Allo stesso modo, la presenza di una psicologa incaricata di rendere la transizione alla nuova realtà il meno traumatica possibile mostra come la manipolazione psicologica sia un’arma tanto potente quanto la forza bruta.


I Personaggi Chiave


Xavier Collins (Sterling K. Brown): Agente dei Servizi Segreti con un passato difficile, è il punto di vista dello spettatore all’interno della storia. La sua indagine sulla morte di Bradford lo porta a scoprire verità che mettono in discussione tutto ciò in cui credeva.

Cal Bradford (James Marsden): Presidente degli Stati Uniti, il cui omicidio è il punto di partenza della serie. Nei flashback scopriamo il suo rapporto con Collins e la sua posizione ambigua all’interno della comunità.

Sinatra: La donna che, dopo la morte di Bradford, assume il controllo della comunità. È spietata e calcolatrice, capace di qualsiasi cosa pur di mantenere il suo potere.

La Psicologa: Figura chiave nella costruzione della nuova società, il suo ruolo è quello di assicurarsi che i superstiti accettino la nuova realtà senza troppe domande. Il suo episodio dedicato è uno dei più affascinanti della stagione.


Paradise prende elementi del thriller politico e li innesta in un contesto fantascientifico che riecheggia molte paure del presente. Il riscaldamento globale, la paranoia per un possibile conflitto nucleare e la crescente influenza delle oligarchie economiche sono tutti temi che trovano spazio nella narrazione. La figura di Sinatra richiama il concetto di un’élite che si erge a salvatrice dell’umanità, ma che in realtà persegue solo il proprio interesse, un tema che ha fatto discutere molto negli Stati Uniti, soprattutto in relazione a figure come Elon Musk e Jeff Bezos.

Il dialogo

Presidente: James Marsden

Xavier: Sterling K. Brown



Xavier entra nello studio Ovale.


Presidente: Tolga le scarpe, grazie.


Xavier fa per togliersi le scarpe.


Presidente: Stavo scherzando! Mi piace vedere le reazioni. Un ragazzo l’ho fatto sedere a terra. Si sieda pure.


Xavier va a sedersi.


Presidente: Presumo… sappia perché è qui.

Xavier: Ho un buon intuito, signore.

Presidente: Vuole dell’acqua, soda, qualcosa…

Xavier: Sto bene, grazie.

Presidente: Vuole un alcolico? Abbiamo tutto.

Xavier: No, grazie.

Presidente: Bene, l’ho messa alla prova.

Xavier: Si.

Presidente: L’ha superata.

Xavier: Si, signore.

Presidente: Non posso avere un agente che beve sul posto di lavoro.

Xavier: Certo.

Presidente: Io prendo da bere!


Si alza e va a prendere da bere.


Presidente: Ho ancora i postumi della sbornia. Tranquillo, non capita sempre.

Xavier: Mentre è distratto, Xavier ne approfitta per riallacciarsi la scarpa.

Presidente: E’ stata una bella serata, ieri.

Xavier: Congratulazioni, signore.

Presidente: Si… L’altro aveva il quoziente intellettivo di un cane. Presidente in carica che batte a malapena un cane. Non lo definirei un momento brillante.


Il Presidente si siede.


Presidente: Ha presente il basket universitario? “One shiny moment”, la canzone per la fine del torneo.

Xavier: Si.

Presidente: D’accordo. Carte in tavola, ora. Ho battuto un cagnolino, lavoro per altri quattro anni e… poi mi ritiro in un posto bellissimo. Mi sdraierò in piscina su una ciambella, e sarò un ex presidente con poco più di cinquant’anni. Quindi troverò la villa più grande, la riempirò con i migliori alcolici, le migliori opere d’arte, e passerò quattro-cinque decenni su quella ciambella. Sempre che ovviamente qualcuno non mi spari. Cerco qualcuno che eviti che mi sparino, così potrò arrivare a quella ciambella. E’ chiaro?

Xavier: Chiarissimo.

Presidente: Ha qualche domanda da farmi?

Xavier: No, signore.

Presidente: Santo Dio, è il peggior colloquio che mi sia capitato. Forza, mi faccia una domanda.

Xavier: Perché cambia, signore. Conosco l’agente Monroe, è lui il migliore.

Presidente: E’ noioso. Ed è vecchio. Se il mio agente al comando non è divertente, almeno che riesca a sollevare dei pesi. Senta, cerco qualcuno che resti con me per i prossimi quattro anni, e magari nei miei anni in piscina. Come saprà ci concedono protezione anche dopo aver lasciato la Casa. Mi hanno dato una lista con una serie di nomi. Ho guardato la lista e la serie di nomi e ho chiesto di lei. “Perché signore? Perché ha chiesto di vedermi?” E’ un’ottima domanda, agente. Sono felice che l’abbia fatta. Io… (riferendosi al fatto che sta nuovamente prendendo da bere) le assicuro che non è mia abitudine. Beh, in risposta alla domanda che non ha fatto, ho saputo che è il meglio del meglio. E confido nel fatto che sollevi cose pesanti, e non è un male che sia nero. Dovrei essere un progressista del Sud, ma un gruppo di ragazzi bianchi mi segue ovunque.

Xavier: Sono qui perché sono nero.

Presidente: E’ qui perché è bravo. E l’altro era vecchio e noioso. E non è un male che sia nero. La mia franchezza la irrita?

Xavier: No, signore. Ma… no, signore.

Presidente: C’era un ma.

Xavier: Quello che mi chiedo è se avere un nero che la protegge sia davvero un’immagine progressista.

Presidente: Giusta osservazione. Anche il Segretario di Stato e il Segretario alla difesa sono neri, ma non sono vicini a me quando bacio i bambini, quindi… Agente Collins… sono passato da un giorno all’altro dall’essere l’uomo più ricco al mondo all’essere un Presidente con due mandati, e a bere Whisky al centro dello studio ovale. E sono sincero nello svelare a un eventuale nuovo agente che il colore della sua pelle è uno dei motivi che mi muove. Non sono arrivato qui seguendo le regole. non so dirle chi era l’ottavo presidente degli Stati Uniti e non sono certo di dove sia la Siria su una mappa. Ma… la gente mi apprezza, e i leader di altri paesi si fidano. Il mondo è 19 volte più incasinato di quanto si creda, e su quella poltrona mi siederò come un essere umano ragionevole che prova a fare la cosa giusta. Spero che basti per prendersi una pallottola. Se mi andrà bene…

Xavier: Si, signore.

Presidente: Ok, allora… grazie per essere venuto. Ci terremo in contatto.


Xavier fa per andare alla porta, ma poi si ferma.


Xavier: Sud Ovest asiatico, signore.

Presidente: Come?

Xavier: La Siria. E’ nel Sud Ovest asiatico sulla costa orientale del Mediterraneo.

Presidente: Non ci credo. E l’Ottavo presidente?

Xavier: Martin Van Buren.

Presidente: Ovviamente lo sapevo. Era un test, come per il whisky.

Xavier: Si, signore.

Presidente: (Fingendo di parlare alla segreteria telefonica) Masha, puoi informare il governo americano che la Siria non è in Canada?Fino ad ora ci siamo sbagliati.


Xavier ridacchia leggermente.


Presidente: Sono un presidente spiritoso.

Analisi dialogo

Questo dialogo tra il Presidente Cal Bradford e Xavier Collins è un primo incontro che funziona come una partita a scacchi: entrambi i personaggi si stanno studiando, testandosi a vicenda, ma con strategie molto diverse. Il Presidente è un uomo carismatico, spregiudicato e consapevole del proprio potere. Usa un tono apparentemente informale e giocoso, quasi strafottente, ma ogni battuta, ogni provocazione ha un preciso scopo: misurare la reazione di Xavier, capire se è l’uomo giusto per il lavoro. Xavier, dall’altra parte, è composto, professionale, attento a non lasciarsi trascinare nel gioco del Presidente. Non cade nelle provocazioni, mantiene un tono neutro, evita di esporsi troppo. Ma è proprio questa sua calma apparente a renderlo interessante per il Presidente, che sembra apprezzare la sua fermezza silenziosa.


A livello narrativo, questa scena è fondamentale perché segna l’inizio della loro dinamica, una relazione che sarà segnata da tensione, rispetto reciproco e conflitti irrisolti. In questi pochi minuti, vediamo due uomini molto diversi mettersi alla prova l’uno con l’altro. E, senza dirlo apertamente, entrambi cercano di capire se possono fidarsi.


Il Presidente inizia subito con una provocazione: "Tolga le scarpe, grazie." È un test. Vuole vedere come reagisce Xavier di fronte a un ordine strano, apparentemente irragionevole. Xavier sta al gioco e inizia a togliersi le scarpe, ma il Presidente lo interrompe subito:

"Stavo scherzando! Mi piace vedere le reazioni. Un ragazzo l’ho fatto sedere a terra."


Questa frase dice molto sul suo carattere. Bradford non si accontenta di avere il potere, gli piace esercitarlo in modi inaspettati, confondendo le persone, forzandole a mostrare il loro vero istinto.Poi arriva un altro test: l’offerta di un drink.


"Vuole un alcolico? Abbiamo tutto."
"No, grazie."
"Bene, l’ho messa alla prova."
"Sì."
"L’ha superata."


Anche questa è una prova psicologica: il Presidente vuole un uomo disciplinato, capace di dire no, e Xavier dimostra di esserlo. Bradford sembra divertirsi con questi piccoli test, come se volesse smontare ogni formalità per arrivare dritto al nocciolo della questione.


Quando inizia a parlare delle elezioni, Bradford si mostra brutalmente onesto:

"L’altro aveva il quoziente intellettivo di un cane. Presidente in carica che batte a malapena un cane. Non lo definirei un momento brillante." Questa frase è pesante. Bradford non si prende sul serio, o almeno finge di non farlo. Ammette che la politica è spesso un gioco ridicolo, dove anche un candidato mediocre può vincere. Ma poi introduce un concetto chiave:

"Carte in tavola, ora. Ho battuto un cagnolino, lavoro per altri quattro anni e… poi mi ritiro in un posto bellissimo." Qui mostra il suo vero obiettivo: per lui la presidenza non è una vocazione, ma un passaggio temporaneo verso una vita di lusso. La sua ambizione non è cambiare il mondo, ma arrivare sano e salvo alla pensione.


E qui introduce il punto chiave del colloquio: "Cerco qualcuno che eviti che mi sparino, così potrò arrivare a quella ciambella." Bradford non usa giri di parole. Xavier non è qui per ideali o per proteggere il Paese. È qui per impedire che il Presidente venga assassinato. È un compito concreto, senza retorica.

A questo punto, Xavier gli fa la prima vera domanda diretta: "Perché cambia, signore? Conosco l’agente Monroe, è lui il migliore." Xavier ha colto il gioco. Il Presidente non ha scelto il miglior agente sulla carta, quindi dev’esserci un’altra motivazione. E Bradford non si fa problemi a rispondere: "E l’altro era vecchio e noioso. Se il mio agente al comando non è divertente, almeno che riesca a sollevare dei pesi."


Poi arriva la frase più controversa della scena: "E confido nel fatto che sollevi cose pesanti, e non è un male che sia nero." Qui Bradford ammette esplicitamente che il fattore razziale ha giocato un ruolo nella sua scelta. E Xavier, per la prima volta, lo mette in discussione: "Sono qui perché sono nero." Ma Bradford ribatte subito: "E’ qui perché è bravo. E l’altro era vecchio e noioso. E non è un male che sia nero." Questa risposta è volutamente ambigua. Da una parte, il Presidente riconosce il valore di Xavier. Dall’altra, ammette che il suo aspetto gioca un ruolo politico nella scelta.

Xavier, però, incalza: "Quello che mi chiedo è se avere un nero che la protegge sia davvero un’immagine progressista."


Questa frase è il momento in cui Xavier rivela la sua intelligenza e il suo senso critico. Non si limita ad accettare il discorso del Presidente, ma lo sfida sul piano ideologico. Bradford, con la sua solita schiettezza, non si tira indietro: "Anche il Segretario di Stato e il Segretario alla Difesa sono neri, ma non sono vicini a me quando bacio i bambini, quindi…" È un’ammissione brutale. Per Bradford, la politica è anche immagine. E Xavier fa parte di quella costruzione. Nella parte finale, Bradford si lascia andare a una sorta di confessione: "Il mondo è 19 volte più incasinato di quanto si creda, e su quella poltrona mi siederò come un essere umano ragionevole che prova a fare la cosa giusta. Spero che basti per prendersi una pallottola." Qui, per la prima volta, emerge un minimo di serietà. Bradford sa di non essere un politico tradizionale, sa di non essere il più colto o il più preparato. Ma spera che essere una persona ragionevole sia sufficiente per essere un buon Presidente.


E Xavier? Non risponde. Si limita a un semplice "Sì, signore."

Questo dialogo è un confronto sottilissimo tra due uomini molto diversi. Alla fine della scena, il rispetto tra i due è ancora implicito, ma è chiaro che questo colloquio è solo il primo round di una relazione molto più complessa.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com