Dialogo - Uma Thurman e John Travolta in \"Pulp Fiction\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Pulp fiction

"Pulp Fiction", scritto e diretto da Quentin Tarantino, è un intreccio di storie criminali che si incastrano tra loro attraverso una narrazione non lineare. Il film è diviso in segmenti che si alternano e si sovrappongono, creando un effetto a mosaico in cui i personaggi entrano ed escono dalla scena con continui ribaltamenti di prospettiva.

Il film si apre con una coppia di rapinatori, Pumpkin (Tim Roth) e Honey Bunny (Amanda Plummer), seduti in un diner. I due parlano di rapine e improvvisamente decidono di svaligiare proprio il locale in cui si trovano. La scena si interrompe bruscamente, lasciando in sospeso l’esito della rapina.


I gangster Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson), due sicari al servizio del boss Marsellus Wallace, sono in macchina diretti a recuperare una valigetta misteriosa appartenente al loro capo. Durante il tragitto discutono di argomenti apparentemente banali, come il nome del Big Mac in Francia ("Le Big Mac") e i massaggi ai piedi. Arrivati a destinazione, entrano nell’appartamento di alcuni ragazzi che hanno tradito Wallace. Dopo un confronto verbale con uno di loro, Jules recita un passo biblico (una sua versione di Ezechiele 25:17) prima di ucciderlo a sangue freddo.

Dopo l’esecuzione, Vincent riceve un incarico da Wallace: portare fuori a cena Mia Wallace (Uma Thurman), la moglie del boss. Nonostante l’apparente tensione, la serata tra i due è leggera e surreale: vanno al ristorante Jack Rabbit Slim's, un locale in stile anni '50, e partecipano a una gara di twist. Il ritorno a casa prende una piega drammatica quando Mia, frugando nella giacca di Vincent, trova e sniffa eroina pensando che sia cocaina. La dose la manda in overdose immediata. Vincent, preso dal panico, la porta dal suo spacciatore, Lance, che la rianima con un’iniezione diretta al cuore.


La storia si sposta su Butch Coolidge (Bruce Willis), un pugile che ha accettato di perdere un incontro in cambio di soldi da Marsellus Wallace, ma decide di tradirlo e vincere il match. Dopo il combattimento, Butch si rifugia in un motel con la sua ragazza, Fabienne, ma scopre che lei ha dimenticato l’orologio d’oro che suo padre gli aveva lasciato prima di morire in guerra. Tornando a casa per recuperarlo, Butch uccide Vincent Vega in un’imboscata. Mentre fugge, si imbatte casualmente in Marsellus. I due si rincorrono e finiscono nelle mani di Zed e Maynard, due sadici proprietari di un negozio di pegni. I rapitori violentano Marsellus, ma Butch riesce a liberarsi e decide di aiutarlo, armato di katana. Marsellus giura vendetta su Zed, mentre Butch può andarsene libero.


Torniamo a Vincent e Jules dopo la sparatoria dell’appartamento. Mentre stanno uscendo con il loro ostaggio, il revolver di Vincent parte accidentalmente e uccide Marvin, un complice, sporcando di sangue tutta la macchina. I due, nel panico, chiedono aiuto a Winston Wolf (Harvey Keitel), un "risolutore di problemi" esperto in pulizie. Con il suo aiuto, ripuliscono la scena e si sbarazzano dell’auto. Jules, però, è colpito da un momento di rivelazione: crede che la sua sopravvivenza alla sparatoria sia un segno divino e decide di ritirarsi dal crimine. Vincent è scettico e prende in giro il suo collega.


La storia torna al diner del prologo. Pumpkin e Honey Bunny tentano la rapina, ma si trovano di fronte proprio Jules e Vincent.

Jules, invece di reagire con violenza, affronta la situazione con calma, disarmando Pumpkin e spiegandogli che ha deciso di cambiare vita. Alla fine, li lascia andare con i soldi della rapina, mentre lui e Vincent escono dal locale con le loro eleganti giacche da smoking, chiudendo il film.

Il dialogo

MIA WALLACE: Uma Thurman

VINCENT VEGA: John Travolta


MIA: Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua cena è lì che ti aspetta?

VINCENT: Siamo fortunati se ci hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.

MIA: Quale? Ce ne sono due di Monroe.

VINCENT: Ma che dici? Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren. Però non vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.

MIA: Sei molto in gamba.

VINCENT: Sì, sono momenti.

MIA: Hai pensato a qualcosa da dire?

VINCENT: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una persona molto simpatica e io non voglio offenderti.

MIA: Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.

VINCENT: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di non offenderti.

MIA: No. No, no, no. Non si può promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi; tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione spontanea potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia non avrei mantenuto la promessa.

VINCENT: Ti prego, lascia perdere.

MIA: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.

VINCENT: Ne sei convinta?

MIA: E poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?

VINCENT: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne pensi di quello che è capitato ad Antwan?

MIA: Chi è Antwan?

VINCENT: Tony Rocky Horror. Lo conosci.

MIA: È caduto da una finestra.

VINCENT: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì. Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori. Un altro ancora sarebbe che è stato buttato fuori da Marsellus, e ancora un altro modo dire che è stato buttato fuori da una finestra da Marsellus per causa tua.

MIA: Ne sei convinto?

VINCENT: No, non ne sono convinto, è solo quello che ho sentito, quello che ho sentito.

MIA: Chi te l'ha detto?

VINCENT: Loro.

MIA: Loro parlano tanto, non credi?

VINCENT: Parlano, parlano. Parlano eccome!

MIA: Non fare il timido, Vincent, che altro hanno detto?

VINCENT: Beh, io non sono timido. Ehm...

MIA: Per caso c'entra con la parola scopare?

VINCENT: No. No, no, no, no, no. Hanno solo detto che Antwan ti ha fatto un massaggio ai piedi.

MIA: E allora?

VINCENT: E allora? Allora niente, tutto qui.

MIA: Ti hanno detto che Marsellus ha buttato Tony Rocky Horror fuori da una finestra perché mi ha fatto un massaggio ai piedi?

VINCENT: Hm-hm.

MIA: E pensi che sia vero?

VINCENT: Beh, insomma, quando me l'hanno detto mi è sembrato ragionevole.

MIA: Marsellus che gettava Tony fuori da una finestra dal quarto piano perché mi ha fatto un massaggio ai piedi ti è sembrato ragionevole?

VINCENT: No, mi è sembrato eccessivo, ma non vuol dire che non sia successo. A quanto dicono, Marsellus è molto... protettivo nei tuoi confronti.

MIA: Un marito che è protettivo nei confronti di sua moglie è una cosa, un marito che quasi uccide un altro uomo perché ha toccato i piedi di sua moglie è un'altra.

VINCENT: Ma è successo? Dimmi.

MIA: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.

VINCENT: Davvero?

MIA: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony. Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.

Analisi dialogo

Questo scambio tra Vincent Vega e Mia Wallace avviene durante la loro cena al Jack Rabbit Slim’s, una delle scene più iconiche di Pulp Fiction.


MIA: Hm... Non lo trovi piacevole tornare dal bagno e vedere che la tua cena è lì che ti aspetta?
VINCENT: Siamo fortunati se ci hanno servito qualcosa. Non credo che Buddy Holly sia un bravo cameriere. Forse dovevamo sederci nel settore di Marilyn Monroe.
MIA: Quale? Ce ne sono due di Monroe.
VINCENT: Ma che dici? Quella è Marilyn Monroe. Quella è Mamie Van Doren.
MAMIE VAN DOREN: Desidera ancora qualcosa?
VINCENT: Però non vedo Jayne Mansfield, si sarà presa una sera di riposo.


Qui Tarantino costruisce un'atmosfera leggera e surreale. Il ristorante è popolato da sosia di icone degli anni ‘50, e Vincent commenta in modo sarcastico il servizio, suggerendo che Buddy Holly non sia un grande cameriere. Il botta e risposta tra lui e Mia dimostra subito complicità: lei raccoglie il gioco, correggendolo in modo enigmatico (“Ce ne sono due di Monroe”), e Vincent risponde da appassionato di cultura pop. Questa parte del dialogo è un prologo che serve a rilassare lo spettatore prima che la conversazione prenda una piega più tesa.


MIA: Sei molto in gamba.
VINCENT: Sì, sono momenti.
MIA: Hai pensato a qualcosa da dire?
VINCENT: In effetti sì. Comunque... Tu sembri una persona molto simpatica e io non voglio offenderti.

Qui inizia il vero gioco psicologico. Mia e Vincent si stanno studiando, e il loro dialogo è un duello verbale mascherato da conversazione casuale. Mia lancia un complimento ambiguo ("Sei molto in gamba"), e Vincent risponde con falsa modestia ("Sì, sono momenti"), come a dire che la sua intelligenza non è sempre così brillante. Poi arriva il primo segnale di tensione: Vincent vuole chiederle qualcosa di scomodo. Mia ha già capito che Vincent vuole parlarle di Marsellus, e il suo atteggiamento dimostra sicurezza: è lei che tiene il controllo del discorso.


MIA: Uh! Questa non ha l'aria di essere la solita frasetta noiosa lanciata là per fare due chiacchiere. Sembra che tu abbia davvero qualcosa da dire.
VINCENT: Beh, è così. È così. Però tu devi promettermi di non offenderti.
MIA: No. No, no, no. Non si può promettere una cosa del genere. Io non ho idea di che cosa stai per chiedermi; tu vai avanti e chiedimi quello che stai per chiedermi. La mia reazione spontanea potrebbe essere quella di sentirmi offesa, e senza colpa da parte mia non avrei mantenuto la promessa.
VINCENT: Ti prego, lascia perdere.
MIA: Ora pretendi l'impossibile. Lasciar perdere una cosa così intrigante come questa sarebbe un tentativo futile.
VINCENT: Ne sei convinta?
MIA: E poi non è più eccitante quando non si ha il permesso?


Tarantino trasforma una semplice domanda in un gioco di seduzione e potere. Mia è abituata a gestire situazioni in cui gli uomini vogliono qualcosa da lei, e qui lo dimostra con un perfetto controllo linguistico. Vincent cerca di ottenere il suo permesso per fare una domanda imbarazzante; Mia rifiuta di darglielo e lo mette all’angolo, rendendo la questione ancora più intrigante. La frase finale di Mia ribalta il gioco: “Non è più eccitante quando non si ha il permesso?”. È un riferimento sessuale? Forse. Ma soprattutto è un segnale di sfida. Vincent sta entrando nel terreno di Mia, ed è lei che decide quando e come rispondere.

VINCENT: Va bene, va bene. Allora, ecco qua. Ah... che ne pensi di quello che è capitato ad Antwan?
MIA: Chi è Antwan?
VINCENT: Tony Rocky Horror. Lo conosci.
MIA: È caduto da una finestra.
VINCENT: Hm-hm, hm-hm, hm! Questo è un modo per dirlo, sì. Un altro modo sarebbe che è stato buttato fuori.

Finalmente Vincent arriva al punto. Vuole sapere se è vero che Marsellus ha quasi ucciso un uomo solo per aver fatto un massaggio ai piedi a sua moglie. Mia lo smonta subito: “È caduto da una finestra”. Risponde con indifferenza, come se l’evento fosse irrilevante.

Mia preferisce lasciare un alone di mistero, mantenendo il controllo.


VINCENT: Ma è successo? Dimmi.
MIA: La sola cosa che Antwan ha toccato di mio è stata la mano quando me l'ha stretta al mio matrimonio.
VINCENT: Davvero?
MIA: Nessuno ha mai saputo perché Marsellus ha buttato Tony fuori da una finestra del quarto piano, tranne Marsellus e Tony. Quando voi maschiacci vi riunite siete peggio di un circolo di cucito.


Qui Mia chiude il discorso.


Rassicura Vincent: tra lei e Tony non c’è mai stato nulla.

Ma poi lascia intendere che la verità rimarrà sempre un mistero.

La frase finale è una delle più taglienti della scena. Lei sa che i gangster si considerano uomini duri, ma in realtà spettegolano peggio di una comare di paese.

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