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~ LA REDAZIONE DI RC
"Perfetti sconosciuti" (2016), diretto da Paolo Genovese, è uno dei film italiani più interessanti del decennio scorso, capace di catturare dinamiche relazionali contemporanee attraverso un'idea semplice ma geniale. La trama si concentra su una cena tra amici, trasformando un’occasione conviviale in un gioco al massacro emotivo. La storia si sviluppa attorno a sette amici che si incontrano per una cena a casa di Eva (Kasia Smutniak), una psicologa, e suo marito Rocco (Marco Giallini), un chirurgo plastico.
Durante la serata, Eva propone un gioco apparentemente innocuo: tutti dovranno mettere i loro telefoni sul tavolo, condividendo con il gruppo ogni messaggio, e-mail o chiamata che ricevono durante la cena. Da qui, l’apparente tranquillità della serata si trasforma in un crescendo di tensione.
Il cellulare, simbolo di trasparenza e di connessione nella vita moderna, si rivela un contenitore di segreti e bugie. Ogni notifica, squillo o vibrazione porta alla luce dettagli inaspettati delle vite dei protagonisti, mettendo a nudo infedeltà, tensioni familiari e desideri nascosti. I personaggi si trovano così costretti a confrontarsi non solo con le bugie raccontate ai partner, ma anche con quelle che hanno raccontato a se stessi.
Rocco ed Eva, interpretati rispettivamente da Marco Giallini e Kasia Smutniak, sono la coppia al centro di "Perfetti sconosciuti". Attraverso di loro, il film esplora il tema della complessità matrimoniale e il peso delle scelte personali. Sebbene inizialmente sembrino i padroni di casa ideali, col progredire della serata i loro conflitti interiori e relazionali emergono in modo sempre più evidente.
Rocco: Il Mediatore
Rocco è un chirurgo plastico, un uomo apparentemente stabile e razionale. La sua personalità emerge come quella di un pacificatore, un personaggio che cerca di evitare scontri diretti e di mantenere un equilibrio all’interno del gruppo. Questa facciata tranquilla nasconde un’insoddisfazione personale che si riflette nel rapporto con Eva. Rocco si scontra spesso con Eva sul loro rapporto e sull’educazione della figlia, sottolineando un conflitto generazionale e valoriale. Lui è più tollerante e disposto a lasciare andare le cose, mentre Eva è rigida e critica, soprattutto nei confronti della figlia adolescente. Questo rende Rocco la figura meno autoritaria, ma anche quella più incline al compromesso. La rivelazione centrale che riguarda Rocco è il suo messaggio scambiato con un’amica che si rivolge a lui per un consiglio. Sebbene innocente, il messaggio diventa una miccia che alimenta il conflitto con Eva, rivelando la fragilità della fiducia nella coppia. Rocco è anche un rappresentante di una generazione che fatica ad adattarsi alla completa esposizione tecnologica. Nel film, ironizza spesso sull’eccessiva dipendenza da smartphone e social network, come a voler sottolineare il disagio nel vivere una realtà iper-connessa.
Eva: La Psicologa Che Non Perdona
Eva è una psicologa, ma la sua professione non sembra aiutarla a gestire né il proprio matrimonio né le dinamiche della serata. Ha un carattere deciso, autoritario e talvolta cinico, che la pone in contrasto con la natura più permissiva e conciliante di Rocco. È lei a proporre il gioco con i cellulari, un’iniziativa che sembra mossa da una curiosità che rasenta l’incoscienza. Eva è chiaramente insoddisfatta del suo rapporto con Rocco. La sua tendenza a criticare apertamente il marito e la figlia riflette un senso di superiorità che si scontra con la pazienza di Rocco. Questa rigidità nasconde una vulnerabilità che emerge nel corso della serata. Eva sembra il personaggio più interessato al controllo, il che la rende anche il più minacciato dall’idea di segreti nascosti. Sebbene inizialmente appaia sicura di sé, il gioco dei cellulari la espone come chiunque altro, mettendo a nudo le sue insicurezze. Come psicologa, Eva dovrebbe essere esperta nel leggere e comprendere le dinamiche umane, ma si dimostra cieca rispetto ai propri problemi relazionali. La sua rigidità la rende un personaggio complesso, intrappolato tra ciò che sa e ciò che prova.
La Dinamica Tra Rocco ed Eva
La relazione tra i due è un microcosmo del tema centrale del film: l’impossibilità di conoscere veramente chi ci sta accanto. Nonostante siano sposati e abbiano una figlia, Rocco ed Eva sembrano vivere vite parallele. Il loro conflitto rappresenta un matrimonio in crisi, dove la comunicazione è stata sostituita da accuse velate e malintesi. La tensione tra i due si riflette anche nel rapporto con la figlia adolescente, che diventa un terreno di scontro. Eva critica costantemente la ragazza per il suo atteggiamento e le sue scelte, mentre Rocco tende a essere più indulgente. Eva e Rocco incarnano due modi diversi di affrontare il cambiamento: Eva tenta di mantenere il controllo attraverso il giudizio, mentre Rocco si adatta cercando di minimizzare i problemi. Nessuno dei due ha ragione o torto, ma insieme rappresentano la difficoltà di trovare un terreno comune.
Eva: Perché non me l'hai detto?
Rocco: Cosa?
Eva: Che vai in analisi, perché non me l'hai detto?
Rocco: Guarda, ci vado da poco.
Eva: Quanto?
Rocco: Saranno sei mesi.
Eva: E non è poco.
Rocco: Sei arrabbiata?
Eva: No. Sì. Non lo so, un po'. Perché non sarai mai voluto andare.
Rocco: Adesso sì.
Eva: Adesso sì, perché?
Rocco: Perché forse è vero che l'analisi non serve a niente, ma voglio tentarle tutte. Se ci facciamo almeno non avremo il rimpianto di non averci provato, no?
Eva: E sta servendo?
Rocco: Non lo so, me lo dovresti dire tu se sta servendo. Però una cosa importante l'ho imparata.
Eva: Cosa?
Rocco: Il saper disinnescare.
Eva: Cioè?
Rocco: Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere. Anzi, lo trovo saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, insomma, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti.
Eva: Io non voglio che finiamo come...
Rocco: Barbie e Ken. Tu tutta rifatta e io senza parlare.
Eva: Mattia, la camicia me la devo cambiare perché è tutta appiccicata.
Rocco: Direi di sì.
Questo dialogo tra Eva e Rocco è una delle conversazioni più significative del film, perché svela in modo delicato ma incisivo il cuore della loro crisi matrimoniale e le loro rispettive fragilità. Attraverso un botta e risposta apparentemente semplice, emergono temi come la comunicazione, il compromesso e il peso delle aspettative reciproche.La scena si apre con una domanda diretta di Eva: "Perché non me l'hai detto?".
Questa domanda rivela la sua frustrazione per non essere stata informata di qualcosa di importante, come il fatto che Rocco vada in analisi. La comunicazione tra i due è chiaramente compromessa: c’è un muro invisibile fatto di cose non dette, che alimenta il senso di distanza tra loro. Per lei, la mancata condivisione è un tradimento, non tanto per il contenuto (l’analisi), quanto per il principio. Si sente esclusa da un aspetto importante della vita del marito, il che mette in discussione la trasparenza della loro relazione. Per lui, il fatto di non averlo detto non è una questione di sfiducia, ma di necessità personale. Ha iniziato il percorso per conto suo, e solo ora sente di poterne parlare. Questo sottolinea quanto Rocco sia più incline a riflettere da solo, senza coinvolgere necessariamente Eva in ogni suo passo.
Rocco ammette di essere andato in analisi, e questo rappresenta un cambiamento importante nel suo personaggio. All’inizio del film, Rocco appare come un uomo accondiscendente, forse passivo, che evita i conflitti. Qui dimostra invece di avere una volontà di evolversi. Eva è sorpresa, forse anche infastidita, perché Rocco in passato aveva mostrato disinteresse per l’analisi. La sua domanda "Perché adesso sì?" non è solo curiosità, ma un tentativo di capire il vero motivo dietro questa scelta. La risposta di Rocco ("Voglio tentarle tutte") dimostra una consapevolezza nuova: anche se non è convinto dell’efficacia della terapia, è disposto a provarci per salvare qualcosa. Qui emerge la sua natura pragmatica e il suo desiderio di non avere rimpianti.
Quando Rocco parla del "saper disinnescare", introduce un concetto chiave che riflette la sua crescita personale. Il disinnesco è il contrario del conflitto: è un modo per evitare che le discussioni degenerino, rinunciando al bisogno di avere sempre ragione. Rocco riconosce che molte delle loro discussioni si trasformano in battaglie in cui nessuno vuole cedere. Questo scontro di ego è ciò che logora la relazione. L’idea che “chi cede fa un passo avanti” ribalta la logica comune secondo cui il compromesso è una debolezza. Per Rocco, è un segno di maturità e amore. Questo dimostra il suo desiderio di mantenere il rapporto, ma anche una nuova visione più serena delle dinamiche di coppia.
Eva si apre a sua volta, confessando una paura universale: "Io non voglio che finiamo come Barbie e Ken." Questa frase, apparentemente ironica, è in realtà molto potente. Barbie e Ken rappresentano l’idea di una coppia perfetta solo in apparenza, senza profondità o connessione reale. Eva teme che il loro rapporto diventi un guscio vuoto, una relazione che esiste solo per abitudine o convenienza. Nonostante le sue critiche e rigidità, Eva dimostra di voler salvare il loro matrimonio, ma a patto che resti autentico e significativo.
La scena si chiude con un momento quasi banale: Eva si accorge che la camicia è appiccicata e chiede conferma a Rocco. Questo scambio, apparentemente privo di significato, ha in realtà una forte carica simbolica. Questo dialogo riporta la coppia al livello delle piccole cose, delle interazioni quotidiane che, nonostante tutto, li tengono uniti. Dopo aver affrontato temi così complessi, il tono cambia improvvisamente, suggerendo che, nonostante i problemi, la vita va avanti.
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