Dialogo - Varys e Tyrion in \"Game Of Thrones\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Game of Thrones

"Game of Thrones" è stata una delle serie più discusse e influenti della televisione moderna. Andata in onda dal 2011 al 2019 su HBO, è tratta dalla saga letteraria A Song of Ice and Fire di George R.R. Martin. La serie ha ridefinito il fantasy televisivo, portandolo a un pubblico più ampio grazie a una narrazione complessa, personaggi ambigui e una messa in scena spettacolare. La storia ruota attorno alla lotta per il Trono di Spade, il simbolo del potere nei Sette Regni di Westeros. A contenderselo ci sono diverse casate nobiliari, ognuna con i propri intrighi e alleanze. Nel frattempo, minacce più grandi si profilano all’orizzonte: al Nord, gli Estranei avanzano oltre la Barriera; a Essos, Daenerys Targaryen cerca di riconquistare il regno dei suoi antenati con un esercito in crescita.

La serie si distingue per la sua narrazione corale, con numerosi personaggi principali e sottotrame che si intrecciano. Le prime stagioni seguono da vicino i libri, ma col passare del tempo la sceneggiatura si allontana dal materiale originale, soprattutto quando lo show supera i romanzi ancora incompleti di Martin.


Personaggi e Dinamiche


Uno dei punti di forza di Game of Thrones è la caratterizzazione dei personaggi. Non esistono eroi o villain nel senso classico, ma figure complesse che cambiano nel corso della serie.


Tyrion Lannister (Peter Dinklage) incarna l’intelligenza e il cinismo, spesso emarginato dalla sua stessa famiglia ma sempre centrale nella politica di Westeros.

Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) parte come una giovane esule senza potere, ma cresce fino a diventare una regina decisa e spietata.

Jon Snow (Kit Harington) è il classico eroe riluttante, diviso tra il dovere e il desiderio di pace.

Arya Stark (Maisie Williams) e Sansa Stark (Sophie Turner) mostrano due percorsi di sopravvivenza molto diversi: una attraverso la vendetta, l’altra attraverso la politica.


Altri personaggi come Jaime Lannister, Cersei, Brienne di Tarth e Sandor Clegane hanno evoluzioni interessanti, spesso sovvertendo le aspettative del pubblico.


Questo dialogo tra Varys e Tyrion Lannister è uno dei momenti chiave di Game of Thrones per comprendere la natura del potere nel mondo di Westeros. È una scena densa di sottotesto, che mette a confronto due dei personaggi più intelligenti della serie: Tyrion, che ha una visione pragmatica del potere, e Varys, che lo considera un'illusione collettiva.

Il dialogo

Varys: Conleth Hill
Tyrion:
Peter Dinklage



Varys: Immagino sarai felice di sapere che la nostra amica è riuscita a farsi assumere al servizio di Lady Sansa.

Tyrion: Ottimo. Una delle mie idee migliori.

Varys: A quanto sembra, il Gran Maestro è finito nelle celle oscure del castello.
Ottima mossa, Primo Cavaliere. Ma devo stare all’erta: Janos Slynt, Pycelle... il Concilio Ristretto si restringe ogni giorno di più.

Tyrion: Il Concilio ha la nomea di non aver aiutato gli altri Primi Cavalieri. Non ho intenzione di seguire Ned Stark nella tomba.

Varys: Il potere è una cosa curiosa, mio signore. Sei amante degli indovinelli?

Tyrion: Perché? Sto per sentirne uno?

Varys: Tre grandi uomini siedono in una stanza: un re, un prete e un uomo molto ricco.
E in mezzo a loro c'è un semplice mercenario.
Ognuno di questi uomini chiede al mercenario di uccidere gli altri due.
Chi vive, chi muore?

Tyrion: Dipende dal mercenario.

Varys: Sicuro? Non possiede né corona, né oro, né il favore degli dèi.

Tyrion: Ha una spada, il potere di vita e di morte.

Varys: Ma se sono i guerrieri che dominano, perché fingiamo che siano i re a detenere il potere?
Quando Ned Stark è stato decapitato, chi è stato il vero responsabile? Joffrey? Il carnefice? O qualcos'altro?

Tyrion: Ho deciso che odio gli indovinelli.

Varys: Il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda.
È un trucco, un'ombra sul muro. E un uomo molto piccolo è in grado di proiettare un'ombra molto grande.

Analisi dialogo

La scena si sviluppa in tre momenti principali:


L’aggiornamento politico: Varys informa Tyrion che i loro piani stanno funzionando.

La riflessione sulla pericolosità del potere: Tyrion riconosce che il ruolo di Primo Cavaliere è insidioso e potrebbe condurlo alla morte.

L’enigma di Varys: Qui il dialogo si trasforma in una lezione sulla natura del potere.


L’interazione tra i due è costruita su un equilibrio sottile: Tyrion, con il suo sarcasmo e la sua intelligenza, cerca di smontare il discorso enigmatico di Varys, ma quest’ultimo lo porta su un piano più astratto, lasciandolo senza una risposta definitiva.


Varys pone una domanda cruciale: in una stanza con un re, un prete e un uomo ricco, chi comanda davvero? Tyrion risponde in modo pragmatico: "Dipende dal mercenario". In altre parole, chi ha l’arma ha il potere. Ma Varys lo sfida: se il potere fosse solo nelle mani di chi impugna una spada, allora perché tutti fingono che siano i re a governare? La sua conclusione è una delle frasi più significative della serie: "Il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda. È un trucco, un'ombra sul muro."

Questa affermazione ribalta l’idea convenzionale del potere come qualcosa di concreto. Secondo Varys, il potere è una costruzione sociale: un re è tale solo finché la gente crede nella sua autorità, un prete ha influenza solo se i fedeli lo ascoltano, un uomo ricco conta solo se la sua ricchezza ha valore per gli altri. Il potere è un'illusione collettiva, e chi sa manipolare questa illusione è colui che realmente comanda.


L’ultima frase di Varys, "E un uomo molto piccolo è in grado di proiettare un'ombra molto grande", è un’allusione diretta a Tyrion. Nonostante la sua statura e il disprezzo che molti nutrono per lui, è uno dei giocatori più abili nel gioco del potere. Ma la vera domanda è: saprà sfruttare questa consapevolezza o verrà schiacciato da chi sa manipolare le ombre meglio di lui?


Questo dialogo è una chiave di lettura per tutta Game of Thrones. Joffrey è re solo perché il popolo e i nobili lo riconoscono come tale; Daenerys costruisce il suo potere sulle credenze delle persone che la seguono; La caduta di Ned Stark non è avvenuta solo per mano di Joffrey o del boia, ma perché il concetto di potere su cui si basava la sua visione del mondo si è rivelato fragile.


Alla fine, chi vince il Gioco del Trono è sempre chi capisce meglio come manipolare questa illusione. E tra i personaggi della serie, Varys è uno dei pochi a comprenderlo fino in fondo.

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