Dialogo - \"We live in time: tutto il tempo che abbiamo\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

We live in time - Tutto il tempo che abbiamo

"We Live in Time - Tutto il tempo che abbiamo" è un film che esplora il tempo come elemento cardine della vita e delle relazioni umane. Al centro della storia troviamo Tobias e Almut, due persone che si incontrano per caso e costruiscono una vita insieme, attraversando amore, malattia e scelte difficili. Non è solo una storia romantica, ma un racconto che affronta la paura del tempo che scorre e di ciò che lasciamo dietro di noi. Fin dal primo incontro tra Tobias e Almut, il film imposta il suo tema principale: il tempo e il modo in cui lo viviamo. Tobias, un uomo nel mezzo di un divorzio, e Almut, una chef focalizzata sulla sua carriera, si trovano in un momento di transizione. Il loro legame nasce in modo spontaneo e cresce velocemente, ma viene messo alla prova dalla malattia. La relazione tra i due segue una traiettoria che passa dal desiderio di costruire qualcosa insieme all’inevitabile confronto con la fragilità della vita. La decisione di Almut di non sottoporsi subito al trattamento è un punto centrale del film: è una scelta che esprime il suo desiderio di vivere il tempo che le resta senza compromessi. Eppure, quando Tobias le propone di sposarsi, lei cambia idea, dimostrando che l’amore e la paura di lasciare chi si ama possono influenzare anche le scelte più difficili.


Uno degli aspetti più toccanti del film è il modo in cui Almut vuole essere ricordata. Non vuole che sua figlia la veda solo come una malata, ma come una persona piena di passione e talento. Questo spiega perché accetta di partecipare al Bocuse d'Or, nonostante le condizioni di salute. È un atto che può sembrare egoistico, ma in realtà è una forma di resistenza contro l'oblio: Almut non vuole essere definita dalla sua malattia. L’ultima parte del film, in cui Tobias ed Ella si trovano da soli, mostra come il tempo continui a scorrere anche dopo la perdita. La scena in cui Tobias insegna alla figlia a rompere un uovo, proprio come Almut aveva fatto con lui, è un momento di trasmissione: non si tratta solo di cucinare, ma di mantenere vivo il ricordo di chi non c’è più. Dalle premesse, We Live in Time sembra avere una regia che punta all’intimità e alla delicatezza, con una fotografia che potrebbe alternare colori caldi nei momenti felici e toni più freddi nelle fasi difficili. Il ritmo probabilmente riflette la crescita del rapporto tra i due protagonisti, per poi rallentare quando il tempo inizia a scarseggiare. Nel complesso, il film racconta una storia che parla d’amore, perdita e memoria senza indulgere in facili sentimentalismi. Non è un dramma che cerca di colpire lo spettatore con la tragedia fine a sé stessa, ma una riflessione su cosa significhi davvero vivere il tempo che abbiamo.

Il dialogo

Tobias: Andrew Garfiled

Almut: Florence Pugh


Tobias: Dov'eri?


Almut: Ero al ristorante.


Tobias: Dovevi andare a prendere tu Ella.


Almut: Porca miseria...!


Tobias: No. Non eri al ristorante. Ho parlato con Sky, non sapeva dove fossi.


Almut: Sei andato a prenderla, è andato tutto bene?


Tobias: No, non è andata bene. Che cavolo. Stavo.... stavo quasi per chiamare il pronto soccorso.


Almut: Mi dispiace.... mi dispiace tanto. Senti... mi sto allenando per il Bocuse d'Or.


Tobias: Mhm... Che hai detto?


Almut: Non per la finale, per gli europei, abbiamo superato le selezioni nel Regno Unito.


Tobias: Da quanto?


Almut: E'?


Tobias: Da quanto tempo dai la priorità alla cazzo di cucina anziché a guarire?


Almut: Le selezioni del Regno Unito sono state in Ottobre e le qualificazioni europee saranno tra poco.


Tobias: All'ospedale sanno di questo? Lo sanno? Tu gliel'hai... ti prego... Ti prego, dimmi che... che loro... che tu..


Almut: Che differenza fa se lo sanno o no?


Tobias: Ohoh, ma cresci un pò! Ti prego Almut! Tu hai il cancro. Tu hai il cancro.


Almut: Tu devi crescrere brutta testa di cazzo.


Tobias: La differenza che potrebbe fare è... è... è enorme. Perché... perché corri questo rischio.


Almut: Non è abbastanza ovvio?


Tobias: No, in realtà no. ALmeno per me.


Almut: Pensi che avrò mai un'altra occasione di questo tipo?


Tobias: Che cosa vuoi dire? Che cosa significa?


Almut: Voglio dire che non mi va di morire senza avere mai dimostrato un cazzo di niente nella vita.


Tobias: Oh, certo... Quindi noi non siamo abbastanza per te. E' questo? E' così? Pluripremiata chef trattino ex pattinatrice fuori di testa.


Almut: Perché dici queste cattiverie??


Tobias: Nononono, non sono cattiverie. Sto solo cercando di capire cos'è che spinge una persona perfettamente sana di mente...


Almut: Ma certo che voi siete importanti per me, stronzo!


Tobias: Allora io non capisco. Mi dispiace, ma sinceramente non ci riesco.


Almut: Il fatto che per la miseria tu non pensi che forse non voglio essere solo la cazzo di mamma morta di qualcuno? Ormai niente mi terrorizza di più del pensiero che lei non abbia assolutamente niente per cui ricordarmi. E' come se ci fosse una parte di me che desidera disperatamente che lei sappia che non mi sono arresa. E non sarebbe fantastico se magari un giorno lei decidesse di ripensare a questo periodo e lei scegliesse di ripensare a questa... cosa tremenda che ci è capitata e pensasse: "Cavolo, quella è la mia mamma!" Io non... Io non voglio che il mio rapporto con Ella rimanga limitato solo alla mia malattia. O magari non sopporto di essere dimenticata. Non so cosa sia peggio.


Tobias: Volere che ricordiamo i tuoi succesi è una cosa; volere che in qualche modo noi ricordiamo i tuoi successi di cui non sappiamo assolutamente un cazzo...


Almut: Si, ho capito. Ho fatto una cazzata. Ti prego, ora basta. Per favore, smettila di parlare.


Tobias: Quando è. Questa cosa. La qualificazione europea, o qualunque cosa sia.


Almut: A giugno.


Tobias: Giugno?


Almut: Giugno. Il... Il 5 e il 6 giugno.


Tobias: Oh certo.


Almut: Mi dispiace tanto Tobias, davvero.

Analisi dialogo

Questo dialogo è uno dei momenti più intensi del film, perché mette a nudo il conflitto centrale tra Tobias e Almut: la paura della perdita contro il desiderio di lasciare un segno. Tobias e Almut affrontano il cancro in modo opposto. Tobias vede la malattia come una battaglia da combattere con ogni mezzo, un problema medico che richiede disciplina e cure. Almut, invece, è ossessionata dall'idea di essere ricordata non solo come una malata, ma come una persona con un’identità ben definita al di fuori della malattia.


Il cuore del conflitto sta tutto in questa battuta: Almut:Ormai niente mi terrorizza di più del pensiero che lei non abbia assolutamente niente per cui ricordarmi.” Almut ha paura di essere ridotta al ruolo della "mamma malata", di sparire dalla memoria della figlia come una presenza fragile e sofferente. La cucina diventa la sua ultima possibilità di affermare chi è. Tobias, però, interpreta questa scelta come un tradimento della loro famiglia. L’elemento più potente del dialogo è la rivelazione finale: la gara di qualificazione è fissata per il 5 e il 6 giugno, la stessa data che Tobias e Almut avevano scelto per il loro matrimonio. È un colpo basso per Tobias, perché significa che Almut aveva già deciso di dare la priorità alla competizione, senza nemmeno parlargliene.


Tobias:Oh certo.” Questa battuta, breve e carica di sarcasmo, racchiude tutta la delusione e la rabbia di Tobias. È il momento in cui capisce che Almut ha fatto una scelta senza di lui, senza considerarne le conseguenze emotive. C’è un crescendo nella tensione del dialogo. Tobias parte con un tono controllato, quasi incredulo, ma man mano che Almut ammette di aver nascosto la verità, esplode:


Tobias:Tu hai il cancro. Tu hai il cancro.”


Ripete la frase due volte, come se volesse costringerla a guardare in faccia la realtà. Almut, però, non si fa mettere all’angolo: Almut:Tu devi crescere, brutta testa di cazzo.”

Qui i ruoli si ribaltano: Tobias si sente tradito e cerca di farle accettare il suo punto di vista, ma Almut gli rinfaccia che è lui a non voler affrontare la sua paura della perdita.

E poi c’è una delle frasi più taglienti: Tobias:Oh, certo... Quindi noi non siamo abbastanza per te.” Qui Tobias mette in dubbio l’amore di Almut, suggerendo che la sua ossessione per il riconoscimento la stia allontanando dalla famiglia. Ma questa accusa è profondamente ingiusta per Almut, che scoppia: Almut:Ma certo che voi siete importanti per me, stronzo!


Questo è il momento in cui entrambi parlano con il cuore in mano, senza più filtri. Tobias vuole che Almut combatta la malattia per loro, Almut vuole essere ricordata per qualcosa di più della sua sofferenza. Due bisogni legittimi, ma inconciliabili. Dopo aver ammesso il suo errore, Almut non cerca più di giustificarsi:

Almut:Ti prego, ora basta. Per favore, smettila di parlare.”

Non c’è più nulla da dire, perché entrambi sanno che questo litigio ha cambiato tutto. Tobias ha scoperto il segreto, Almut ha confessato la sua paura più grande, e il cinque giugno è diventato il simbolo di un divario che forse non riusciranno più a colmare.

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