Dialogo introduttivo - \"Your Friends & Neighbors\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Your Friends and Neighbors

Immagina Don Draper ma senza più Madison Avenue, whisky d’autore e donne in fila per una cena con lui. Immagina invece che abbia perso tutto – carriera, famiglia, rispetto – e sia rimasto con una Maserati, una reputazione da salvare e qualche Rolex da rubare per pagare l’assegno alla ex. Questo è Andrew “Coop” Cooper, il protagonista di Your Friends and Neighbors, la nuova serie di Apple TV+ con Jon Hamm, in uscita dall’11 aprile 2025.

La serie, creata da Jonathan Tropper (Banshee, Warrior), si muove tra dramma, satira e suspense psicologica, con uno stile che richiama Desperate Housewives e Breaking Bad, ma con un tono più sommesso, e uno sguardo impietoso sulla mascolinità upper-class americana, ormai sgretolata. Coop è un ex gestore di hedge fund che aveva tutto: soldi, status, moglie e figli, una casa da catalogo e l’invidia di mezzo Westmont Village, quartiere esclusivo dove la perfezione è d’obbligo. Poi tutto crolla: il tradimento della moglie Mel (Amanda Peet) con il miglior amico (Nick, ex stella NBA), il divorzio, la perdita della casa e, infine, del lavoro dopo una notte fuori luogo con una collega. Due anni dopo, Coop vive con la sorella musicista (mentalmente instabile) in un appartamento modesto, ancora aggrappato all'apparenza: auto costosa, giacca su misura e bugie in quantità.

Non può accettare che il suo mondo lo abbia rigettato, ma non può neanche cedere a un lavoro normale. Allora, l’idea: approfittare della fiducia e della superficialità dei vicini per svaligiare le loro ville mentre sorseggiano vino pregiato in veranda. E finché nessuno si accorge di nulla, Coop riesce a tirare avanti. Il problema è che dietro quelle porte blindate si nasconde un'umanità molto meno perfetta e molto più tossica di quanto si aspettasse.

La serie scava nei peccati privati di una comunità che ha fatto dell’apparenza una religione. Coop, che conosce ogni membro del suo circolo sociale, scopre presto che ognuno ha qualcosa da nascondere. Tradimenti incrociati, conti offshore, dipendenze, perfino un sospetto omicidio. I furti diventano il mezzo per un’indagine personale e quasi antropologica: che razza di persone si nasconde dietro la cortina del privilegio?

La tensione cresce episodio dopo episodio: Coop non è un criminale, ma diventa complice, ricattabile, sempre più immerso in un mondo che sembra perfetto solo visto da lontano. Il personaggio di Hamm, pur restando simpatico, si carica di un’ambiguità affascinante: è spinto dalla disperazione, ma anche dal gusto del rischio, e da un'ironia stanca che lo rende irresistibilmente tragico.

Il dialogo

Liv Cross: Kitty Hawthorne

Andrew Cooper: Jon Hamm

Liv Cross: Macallan 25. Una dritta del barista. 

Andrew Cooper: Whisky costoso. Spero di valerlo. 

Liv Cross: Non preoccuparti. Lo paghi tu. Liv Cross.

Andrew Cooper: Andrew Cooper.

Liv Cross: Lo so. Lavoro per Mike Shepherd.

Andrew Cooper: Ah, scusami, non ti avevo riconosciuta.

Liv Cross: Mike non ci fa salire spesso oltre il settimo piano. I fanboy di Patrick Bateman si stavano scaldando troppo Ho pensato: “”Forse è meglio restare occupata.”

Andrew Cooper: E’ un vero piacere.

Liv Cross: Mi è sembrato che ti stessi facendo avanti ma ero impaziente.

Andrew Cooper: Beh, sono tornato single di recente dopo un bel pò, quindi temo di non avere un grande appeal. 

Liv Cross: Dire che non hai un grande appeal è un grande appeal. 

Andrew Cooper: Piuttosto debole, tu non pensi?

Liv Cross: Sei stato sposato? 

Andrew Cooper: Si, per 18 anni. 

Liv Cross: E quindi sei…

Andrew Cooper: Troppo vecchio per te.

Liv Cross: Ma l’età non è un problema. 

Andrew Cooper: Quanti anni hai, 27?

Liv Cross: 28.

Andrew Cooper: E questo è il tuo appeal.

Liv Cross: Può darsi. O magari sei rimasto bloccato nelle convenzioni del matrimonio e dei figli…

Andrew Cooper: Due.

Liv Cross: … Così a lungo, vivendo tra persone sposate con figli, che non hai considerato che può esistere un segmento di popolazione che fa scelte diverse e che obiettivi diversi.

Andrew Cooper: E i tuoi quali sono? 

Liv Cross: Un amore duraturo, sesso di qualità, benessere economico, pace mentale, armonia… 

Andrew Cooper: Sono gli obiettivi di tutti. 

Liv Cross: Ah, si? E tu quanti ne hai raggiunti? Non so, forse dovresti rivedere un pò le regole. 

Andrew Cooper: Potrei essere tuo padre.

Liv Cross: Ne ho già uno, grazie. Milt. Brav’uomo, e molto più grande di te.  

Andrew Cooper: Strano, suona come una vittoria. 

Liv Cross: Allora dovresti uscire di più. 

Andrew Cooper: Sono uscito, se non sbaglio.

Liv Cross: No, in realtà. Non ancora, almeno.

Andrew Cooper: Scusa, tu parli così con tutti?

Liv Cross: Chiedimi: “Sei stata sposata?

Andrew Cooper: Sei stata sposata?

Liv Cross: Si. Per due anni.

Andrew Cooper: Beh, eri troppo giovane.

Liv Cross: Infatti. E poi a lui piacevano le puttane grasse. 

Andrew Cooper: Questione di gusti.

Liv Cross: Ironia della sorte, io ero obesa da adolescente, cioè, molto prima che lui mi conoscesse. Eppure dopo aver visto la sua cronologia mi sono chiesta: “Forse ha percepito la ragazza grassa in me e questo l’ha attratto”?

Andrew Cooper: No, fidati, non è stato quello.

Liv Cross: Ecco qui il tuo appeal.

Andrew Cooper: (Ridacchia). Senti, capisco che in generale i ragazzi della tua età sono idioti. Guardali quelli lì, con i cazzi a penzoloni ammosciati dal whisky. Bamboccioni narcisisti ben al di sotto del tuo livello, in una conversazione e a letto. Quindi in confronto un uomo della mia età è l’antidoto perfetto. Sono riflessivo, saggio, più uomo, qualunque cosa voglia dire. Tu hai 27 anni, no?

Liv Cross: 28.

Andrew Cooper: 28. Quindi 20 meno di me. E in questo momento la cosa funziona, giusto? Io ho i soldi, tu hai la libertà, potremmo girare il mondo, imparare cose l’uno dall’altra…

Liv Cross: Conversando e a letto.

Andrew Cooper: Si, esatto. Tu mi troverai interessante perché ho due decenni di storie in più di te, e io ti troverò interessante perché vivi il momento con l’immediatezza temeraria che io ho perso un miliardo di anni fa. Non avremo problemi a intrattenerci a vicenda. E funzionerà, per un pò, giusto? Andiamo avanti di dieci anni. Tu ne avrai 38, io 58, inizieranno i problemi. Magari vorrai dei figli, io ne ho già, penserai: “Oh, mi sono persa una delle grandi esperienze della vita”? E sarai ancora splendida.

Liv Cross: Oh, mi trovi splendida? 

Andrew Cooper: Io sarò invecchiato.

Liv Cross: Si vede che invecchierai molto bene.

Andrew Cooper: Si vede perché sta già succedendo, ovviamente. Il punto è che faremo meno sesso e berremo più vino. E magari per un pò funzionerà ancora. 

Liv Cross: Ti hanno mai detto che parli troppo?

Andrew Cooper: Beh, ho perso il mio monologo interiore e mia moglie nello stesso momento. Comunque, adesso andiamo avanti di altri 10 anni.

Liv Cross: Dobbiamo proprio?

Andrew Cooper: Io avrò 68 anni. Per quanto possa prendermi cura di me, la prostata avrà dei problemi, e anche i miei capelli, e tu inizierai a passare le giornate a pensare a come sarà la tua vita dopo la mia morte. Nel frattempo ogni volta che uscirai io mi chiederò: “Con quale giovane stagione starà scopando?”

Liv Cross: Davvero? Sei così insicuro?

Andrew Cooper: Non ancora, ma lo diventerò.

Liv Cross: Vogliamo parlare del carattere?

Andrew Cooper: Il tuo o il mio?

Liv Cross: Sei certo che ti tradirò?

Andrew Cooper: No, solo che me ne preoccuperò.

Liv Cross: Sei uno strano miscuglio di sicurezza e bassa autostima. 

Andrew Cooper: Dunque, io sarò vecchio insicuro e geloso, e tu una donna irrequieta e nel pieno vigore sessuale. E avremo entrambi paura che gli ultimi anni della nostra vita, quindi quelli più difficili, li passeremo completamente  da soli. 

Liv Cross: Wow. Si, wow. Quando hai pensato a tutto questo? 

Andrew Cooper: Oh, nei 10 secondi che ci hai messo a passare da qui a lì.

Liv Cross: Beh, potrei restare qui a controbattere tutto a squarciagola, ma sinceramente volevo solo fare sesso. Pensi che sia un problema per te? 

Andrew Cooper: No, assolutamente.

Analisi dialogo

Questo dialogo che apre Your Friends and Neighbors è una dichiarazione d’intenti in forma di botta e risposta affilatissima. Non è un “flirt” tra due personaggi che si stanno annusando a un bar, è una radiografia istantanea dei due protagonisti – Andrew Cooper e Liv Cross – e del mondo relazionale, cinico e iper-lucidizzato in cui si muovono.

Il setting è perfetto nella sua semplicità: un bar elegante, un bicchiere di whisky da 25 anni, due sconosciuti (ma non del tutto) che iniziano a parlare. In un mondo normale, questa sarebbe una scena da romanticismo soft. In Your Friends and Neighbors, è il preludio a un incontro tra due cinici emotivi che non credono più a nessuna favola, ma che si lasciano comunque tentare dal bisogno umano – urgentissimo – di connessione.

La scelta di far partire la serie con questo scambio di battute è un manifesto del tono, del registro e della dinamica centrale della narrazione.

L’inizio è leggero, ironico, costruito su battute di superficie (“Lo paghi tu”, “Macallan 25”), ma c’è già uno scambio di potere in corso. Liv sa chi è Andrew, sa dove lavora, conosce le gerarchie dell’edificio. È una subordinata che sceglie di presentarsi con sicurezza, abbattendo in partenza il potenziale squilibrio. Andrew, che di solito domina ogni stanza, qui si ritrova ad inseguire.

Quando Liv lo provoca – “Dire che non hai un grande appeal è un grande appeal”sta testando la sua autostima.

Andrew è ossessionato dalla differenza d’età. Il suo monologo sul futuro della loro ipotetica relazione è un lungo flashforward immaginario che alterna lucidità brutale, humor secco e una profonda insicurezza. “Per quanto possa prendermi cura di me, la prostata avrà dei problemi, e anche i miei capelli…” È un uomo in crisi d’identità che prova a razionalizzare la sua attrazione per una donna più giovane, usando l’intelligenza come barriera contro il desiderio. Non c’è idealizzazione: c’è preoccupazione, e anche un sottotesto quasi disperato. Non sta cercando solo sesso, sta cercando un senso. Liv, al contrario, gioca con la provocazione. È spiazzante, diretta, apparentemente immune al romanticismo, ma non superficiale. Quando racconta del suo ex marito (“A lui piacevano le puttane grasse”), lascia cadere una bomba personale con nonchalance. È una donna che usa l’ironia per mascherare traumi e che ha trasformato il proprio dolore in uno strumento di controllo narrativo.

Nel momento in cui dice: “Potrei restare qui a controbattere tutto a squarciagola, ma sinceramente volevo solo fare sesso” sta sovvertendo completamente l’archetipo. Non è più il cliché della donna giovane attratta dal potere, ma una persona consapevole, attiva, che detiene il comando. Il ritmo del dialogo è quello da sparring match: battuta, risposta, contrattacco. È una partita di ping pong verbale dove ogni frase è costruita per mostrare qualcosa del personaggio e mettere l’altro in difficoltà. Non ci sono momenti morti. Anche il monologo più lungo di Andrew è interrotto da Liv in punti strategici, che lo riportano costantemente al presente. E poi c’è una caratteristica molto importante: nessuno dei due è mai davvero vulnerabile nello stesso momento. Quando uno apre una ferita, l’altro rilancia con cinismo o una battuta. È il modo in cui si proteggono.

In poche battute, ci viene detto che Coop è un uomo alla deriva, logorato dalla lucidità, ancora legato a un’idea sbiadita di sé. Liv è invece il prodotto di un’altra generazione, fluida, caustica, apparentemente libera, ma anch’essa ferita. Insieme formano una coppia che funziona sul momento, e proprio per questo destinata a esplodere.

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