Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ MASSIMILIANO AITA
Tu pensi di essere guarito, no?
Credi di aver confinato, per sempre, il passato dentro il famoso vaso.
O all’Inferno, se credi in Dio.
La tua vita prosegue, con picchi inaspettati di felicità e un mood apparentemente inscalfibile di serenità.
Poi ti siedi davanti al televisore, schiacci Play ed è come se Doc avesse portato la DeLorean direttamente dentro la tua camera.
Torni indietro di un anno, torni a quando sentivi salire i brividi solo nel pensarla, a quando disteso per terra piangevi a dirotto – pregando tuo padre di porre fine al dolore immenso che provavi.
E comprendi che certi traumi non si rimargineranno mai.
Certi traumi fanno parte di te.
Scusate, sono te.
E’ questo il messaggio che si può ricavare da “Eulogia”, il quinto episodio della settima stagione di Black Mirror.
Un episodio che racconta di un amore, di un amore finito, di un amore finito con un tradimento.
O forse no?
Forse quell’amore tra Philip e Carol non muore per un tradimento.
Muore per l’insicurezza, per la paura di perdere qualcuno cui teniamo tanto e a cui stiamo dando tutto.
Non lo so.
Non è chiaro.
Ma d’altro canto quale storia d’amore ha un percorso chiaro, limpido, trasparente.
Pensiamo ad uno dei capolavori di Springsteen “The river”.
Lui dice: “Is a dream a lie if it dont come true or is it something worse”?
I sogni quando diventano aspettative rispetto all’altrui agire, all’altrui comportamento si trasformano in qualcosa di peggio di una bugia.
Creano il deserto emotivo, generano la devastazione interiore che ci porta ad allontanarci da tutto e da tutti.
Così accade a Philip che, accecato per le aspettative tradite, si rinchiude nella casa ereditata dai genitori – lontano dal mondo.
Perché il mondo – sembra volerci suggerire la narrazione dell’episodio – è un posto dove le persone tradiscono la tua fiducia, tradiscono i tuoi sogni e li rendono irrealizzabili.
A Philip era già accaduto con il vocalist della band che li aveva abbandonati sul più bello – quando, forse, stavano per spiccare il volo.
E accade, di nuovo, ancora con Carol.
O forse no?
Forse non è vero che Carol se ne è andata senza parlargli, senza spiegare, senza raccontare il perché di una scelta incomprensibile.
Forse Carol amava Philip tanto quanto lui amava lei ma – a differenza di Philly – Carol ha messo la propria felicità nelle mani dell’uomo che amava.
E lui ha ignorato questo gesto di estremo altruismo perché soffrire fa bene, soffrire è catartico, soffrire ti evita un confronto con il tuo vero lui.
Quello che la mattina, guardandoti da dietro lo specchio, vomita il suo disgusto nei confronti del vittimismo che hai eletto a marchio di fabbrica.
Sapete, mentre scrivo queste righe penso a quello che mi ha detto una settimana fa una persona e cioè che io sono vittimista.
E lo sono perché non riesco a fare i conti con i miei fallimenti.
Aveva ragione sapete quella persona.
Io non voglio stare male, non più e quindi nascondo la testa sotto la sabbia.
Sino a quando non incappo in un episodio come “Eulogia” che ricorda chi sono e da dove vengo.
E che se non affronterò e comprenderò le ragioni dei miei fallimenti relazionali, continuerò a ripetermi.
“Eulogia” trae ed esprime la sua forza emotiva ed evocativa dall’interpretazione
straordinaria di un attore straordinario: Paul Giamatti.
Vedete, ogni volta che mi capita di vedere certe perfomance mi interrogo sul perché gli attori italiani (scusate molti attori italiani) siano del tutto incapaci di raggiungere certi livelli di trasmissione delle emozioni.
Paul riesce a rendere rabbia, delusione, rimpianto e amore, si amore con una intensità, una verità così profonde che vorresti entrare dentro lo schermo, battergli una pacca sulla spalla e dirgli “Ehi amico andiamo a fare due passi assieme e parliamo”.
Si, davvero.
Giamatti non interpreta un personaggio, Giamatti è il personaggio.
Non so se vi è mai capitato di condividere con un amico un evento epocale di
quelli che cambiano completamente la vita.
A me è capitato, tanti anni fa.
Il fratello del mio migliore amico si sparò e il giorno dopo noi eravamo dentro
l’appartamento a pulire il sangue. Capite, pulire il sangue?
Ecco, Paul ti invita a condividere con lui questo evento terribile che ha deviato per sempre il corso della sua vita e a renderti conto che anche la tua è stata irrimediabilmente spostata dai binari lungo i quali era incanalata.
C’è un però.
Il però sta nel fatto che l’amore, quello vero, quello che va oltre ogni immaginazione vince sempre.
Sopravvive nel tempo e si fa amico il tempo.
E’ per questo che ho sentito il bisogno di scrivere a quella persona che mi ha definito “masochista” che le voglio bene.
Perché è necessario dirle certe cose prima che sia troppo tardi.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.