Biopic, film biografico e documentario: quando il cinema racconta la vita di una persona (ma cambia tutto)

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Quando il cinema si confronta con la vita vera di una persona realmente esistita, può prendere diverse strade. Il pubblico spesso confonde termini come biopic, film biografico e documentario, usandoli come fossero sinonimi. In realtà, ognuno di questi formati racconta la vita in modo diverso, con scopi diversi, linguaggi diversi e, soprattutto, un diverso rapporto con la verità. E non è un dettaglio da poco.

Oggi entriamo in questo mondo, provando a definire questi tre approcci e, soprattutto, a capire che cosa cambia quando un regista decide di fare un biopic, invece che un documentario, o un film biografico “classico”.

Biopic: la vita come struttura narrativa

Il termine biopic deriva dalla fusione di “biographical” e “picture”, ed è un'etichetta ormai usatissima per indicare quei film che raccontano la vita di una persona realmente esistita. Di solito, si pensa subito a “Bohemian Rhapsody” su Freddie Mercury, “Elvis” di Baz Luhrmann o “La teoria del tutto” su Stephen Hawking. Ma attenzione: un biopic non è solo un film che racconta fatti realmente accaduti. È un film che usa la vita di qualcuno come materiale drammaturgico. Non è la fedeltà ai fatti ciò che conta di più. È la costruzione narrativa.

Un buon biopic sceglie: seleziona episodi, semplifica eventi, a volte ne reinventa altri. Riduce, elimina, accorpa. Non è interessato a raccontare tutto, ma a trovare un filo. Prende un’esistenza – che nella realtà è sempre disordinata, contraddittoria, piena di zone grigie – e la ricompone in qualcosa che funzioni al cinema. Il regista (insieme allo sceneggiatore) cerca un arco narrativo, un tema portante, una linea di trasformazione del personaggio.

Per fare un esempio chiaro: in “Walk the Line”, la vita di Johnny Cash viene ridotta a un percorso che va dall’autodistruzione alla redenzione. Il vero Johnny Cash è stato molte altre cose, ha vissuto più di un crollo e più di una rinascita. Ma il film ne prende una fase, la modella, la amplifica e la mette al centro. Come? Con tecniche da film di finzione: dialoghi costruiti, conflitti drammatici accentuati, scene che servono più a farci entrare dentro il personaggio che a documentare davvero i fatti.

Il biopic, in questo senso, ha un debito fortissimo con il teatro e con la drammaturgia classica: prende un uomo o una donna reali e li rende personaggi, dando loro un arco, un obiettivo, degli ostacoli e una trasformazione.

Film biografico: un'etichetta più ampia e più flessibile

Qui entriamo in un terreno un po’ più scivoloso, perché il termine “film biografico” è molto generico. Si usa spesso come sinonimo di “biopic”, ma in realtà può includere molte altre cose. Ad esempio, un film come “Amadeus” di Milos Forman può essere considerato un film biografico (parla di Mozart), ma non è un biopic nel senso stretto. Perché? Perché prende delle libertà gigantesche rispetto ai fatti storici, e si concentra soprattutto sul punto di vista di Salieri, personaggio che nel film diventa quasi una figura mitologica, molto lontana dal suo corrispettivo storico.

In questo senso, il film biografico è un contenitore più libero, che può includere opere anche molto distanti tra loro per tono, stile e fedeltà ai fatti. Può essere serio o grottesco, realistico o completamente allegorico, può raccontare tutta la vita di una persona o solo un giorno. “Lincoln” di Spielberg è un film biografico. Ma anche “Spencer” di Pablo Larraín, che immagina un weekend della principessa Diana come se fosse un incubo psicologico. Due approcci totalmente diversi, ma entrambi rientrano in questa definizione.

In altre parole, il film biografico può contenere il biopic, ma anche superarlo. Meno regole, meno struttura predefinita, più possibilità espressive. Quello che cambia è il grado di finzionalizzazione: quanto la storia vera viene trasformata in narrazione.

Documentario biografico: la realtà come materiale da interrogare

Il documentario, invece, parte da un altro presupposto. Anche quando racconta la vita di una persona, lo fa con un rapporto molto diverso con la realtà. Non cerca la drammaturgia, cerca la testimonianza. Il suo obiettivo non è costruire una storia, ma esplorare un’esistenza. Il regista di un documentario biografico si avvicina alla vita del soggetto come farebbe uno storico o un antropologo. Non per romanzarla, ma per capirla, analizzarla, restituirla nella sua complessità.

Ci sono molti tipi di documentario biografico: alcuni sono classici e lineari, con voce narrante, foto d’archivio, interviste, materiali originali. Altri sono più sperimentali, poetici, destrutturati. Ma in ogni caso c’è una cosa che li distingue dai biopic e dai film biografici: non fingono. Non c’è recitazione (se non in forma di rievocazione), non c’è sceneggiatura in senso stretto. Il materiale è reale, anche se viene montato, selezionato e interpretato. Ed è proprio qui che il documentario si gioca la sua forza.

Un esempio: “Senna” di Asif Kapadia è un documentario biografico straordinario. Nessuna voce fuori campo, nessun talking head. Solo immagini d’archivio e audio originale. Eppure il ritratto che ne esce di Ayrton Senna è potentissimo, intimo, emotivo. Non ci viene detto chi era. Ci viene fatto sentire chi era. Ma senza mai recitare al posto suo.

Cosa cambia per lo spettatore?

Dal punto di vista dello spettatore, la differenza tra questi formati non è solo tecnica. Cambia il patto narrativo. Quando guardiamo un biopic, accettiamo inconsciamente che ciò che stiamo vedendo è una versione della realtà. Non è un documentario.

È un film che si ispira a eventi veri, ma con libertà creative. Quindi se vediamo un personaggio pronunciare un discorso perfetto nel momento esatto di massimo conflitto, capiamo che quel momento è stato costruito per funzionare al cinema, non per essere esattamente come è accaduto nella realtà.

Con il documentario, invece, ci aspettiamo che la verità venga rispettata. Certo, sappiamo che ogni documentario è un punto di vista (e quindi mai del tutto “oggettivo”), ma il tipo di fiducia che gli diamo è diversa. Pretendiamo una certa onestà, un rigore. Il documentarista ci sta dicendo: “Ti faccio vedere com'era davvero questa persona”. Sta a noi decidere se credergli o meno.

Il film biografico, infine, sta un po’ nel mezzo.

A volte è più vicino al biopic, a volte flirta con l'allegoria o con la fiction pura. Lo spettatore, in questo caso, deve essere un po’ più attento, e riconoscere i segnali che il film stesso dà. Un'opera come “I'm Not There” di Todd Haynes, per esempio, è chiaramente un film biografico “concettuale”: racconta Bob Dylan attraverso sei personaggi diversi, che incarnano aspetti del suo spirito artistico. Non vuole raccontare i fatti. Vuole raccontare un’identità sfuggente. Ma non tutti i film sono così trasparenti nel loro gioco di specchi.

La verità è solo un punto di partenza

La vera differenza tra biopic, film biografico e documentario non sta nel tema (la vita vera di una persona), ma nel modo in cui quella vita viene raccontata. Il biopic cerca la narrazione forte, la trasformazione del personaggio. Il documentario cerca la realtà nei suoi dettagli, nei suoi materiali. Il film biografico può oscillare tra i due, o inventarsi una via tutta sua.

E la verità? È solo il punto di partenza. Nel biopic viene piegata alla struttura narrativa. Nel documentario viene interrogata, filtrata, ma mai ricreata da zero. Nel film biografico può essere rispettata o tradita, a seconda dell’intento artistico.

In un’epoca in cui le vite reali diventano spesso contenuto – dai podcast alle serie TV, dai social ai film – capire queste differenze è importante. Perché non è solo cosa viene raccontato. È come scegliamo di raccontarlo, che cambia tutto.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com