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~ LA REDAZIONE DI RC
Il cinema è una macchina del tempo. Ogni film è una finestra su un’epoca, un riflesso delle idee, delle tecnologie e delle sensibilità artistiche che lo hanno generato. Guardando i film che hanno segnato la storia del cinema, possiamo osservare non solo l’evoluzione del linguaggio cinematografico, ma anche i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici che hanno trasformato il modo in cui raccontiamo e viviamo le storie.
Ci sono film che hanno introdotto innovazioni tecniche rivoluzionarie, altri che hanno ridefinito il concetto stesso di narrazione. Alcuni hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, altri hanno cambiato per sempre il modo in cui pensiamo al cinema. Ogni grande film è il risultato di un momento storico preciso, di scelte artistiche coraggiose e di attori, registi e sceneggiatori che hanno saputo trasformare il loro tempo in immagini indimenticabili.
Questa rubrica esplora quei film che, per un motivo o per un altro, hanno lasciato un segno nella storia del cinema. Opere che hanno cambiato il modo in cui il pubblico guarda il grande schermo, influenzato generazioni di cineasti e ridefinito i confini di ciò che il cinema può essere.
Il film di oggi è...
Se c’è un film che incarna l’idea del cinema come strumento di cambiamento politico e artistico, quello è La corazzata Potëmkin (Bronenosets Potyomkin, 1925). Diretto da Sergej M. Ėjzenštejn con la collaborazione di Grigorij Aleksandrov, il film è un’opera che ha riscritto le regole del linguaggio cinematografico.
Divenuto leggendario per la sua potenza visiva e per l’uso rivoluzionario del montaggio, il film ha avuto un impatto enorme sulla storia del cinema. Ed è ironico che, in Italia, sia noto anche grazie a Il secondo tragico Fantozzi (1976), in cui viene sbeffeggiato come il simbolo di un cinema pesante e noioso. In realtà, La corazzata Potëmkin è tutto fuorché noioso: è un film viscerale, carico di tensione e costruito con una precisione narrativa che ha influenzato generazioni di registi.
La trama: la ribellione che accende la rivoluzione
Il film racconta un episodio realmente accaduto nel 1905, quando l’equipaggio della corazzata Potëmkin si ammutinò contro gli ufficiali zaristi. Ėjzenštejn trasforma questo evento in una narrazione epica, divisa in cinque atti:
Uomini e vermi – L’equipaggio della corazzata Potëmkin vive in condizioni disumane. Quando i marinai scoprono che la carne loro assegnata è infestata dai vermi, si rifiutano di mangiarla. Gli ufficiali rispondono con brutalità.
Dramma sul ponte – Il comandante ordina di giustiziare i ribelli, ma l’equipaggio si unisce e si solleva contro gli ufficiali, prendendo il controllo della nave. Il leader della rivolta, Vakulinčuk, viene ucciso.
Il morto chiama – La nave giunge nel porto di Odessa, dove la popolazione, solidale con i ribelli, rende omaggio a Vakulinčuk.
La scalinata di Odessa – Le truppe zariste reprimono nel sangue la rivolta civile, in una delle sequenze più famose della storia del cinema.
L’incontro con la squadra navale – La corazzata Potëmkin si prepara allo scontro con la flotta zarista, ma le altre navi si rifiutano di combattere. La rivoluzione ha vinto.
La sequenza della scalinata di Odessa: il montaggio come emozione pura
Se c’è una scena per cui La corazzata Potëmkin è passato alla storia, è quella della scalinata di Odessa.
Qui Ėjzenštejn utilizza il montaggio per creare una tensione insostenibile:
I soldati avanzano in fila, come una macchina inarrestabile. La folla fugge, ma non c’è scampo.
Il montaggio alternato mostra il caos: una madre viene colpita mentre tiene il suo bambino in braccio, un uomo con gli occhiali viene ucciso e gli occhiali si rompono in primo piano, un bambino in carrozzina rotola giù per i gradini.
Questa sequenza è diventata una delle più iconiche della storia del cinema ed è stata citata e omaggiata in innumerevoli film, tra cui Gli intoccabili (1987) di Brian De Palma.
Il montaggio rivoluzionario di Ėjzenštejn
Uno degli aspetti più innovativi del film è il suo uso del montaggio. Ėjzenštejn voleva provocare una reazione emotiva nello spettatore. Il suo approccio, noto come montaggio delle attrazioni, si basa sull’accostamento di immagini contrastanti per creare un impatto psicologico. In La corazzata Potëmkin, il montaggio non serve solo a collegare le scene, ma a trasmettere emozioni in modo quasi fisico. Le inquadrature si susseguono con ritmo incalzante, creando un senso di inevitabilità e di partecipazione alla rivoluzione. Questa tecnica ha influenzato profondamente il cinema occidentale, da Alfred Hitchcock a Stanley Kubrick, fino al videoclip musicale moderno.
Un film di propaganda, ma con un’anima
La corazzata Potëmkin è stato concepito come un film di propaganda per celebrare la rivoluzione bolscevica, ma la sua forza va oltre l’ideologia. Il film non è solo un’esaltazione della lotta di classe, ma un’opera che parla di ingiustizia, oppressione e speranza. L’uso di volti comuni al posto di attori professionisti, l’attenzione ai dettagli realistici e la capacità di costruire tensione senza bisogno di un protagonista tradizionale lo rendono un film universale.
Il caso Fantozzi: il paradosso della “corazzata Kotiomkin"
In Italia, il film è diventato celebre anche per un motivo completamente diverso. In Il secondo tragico Fantozzi (1976), il ragioniere Ugo Fantozzi è costretto per l’ennesima volta a guardare La corazzata Kotiomkin (una parodia del film di Ėjzenštejn), portandolo alla celebre esplosione di frustrazione:
"Per me... La corazzata Kotiomkin... È una cagata pazzesca!"
Questa battuta, seguita da 92 minuti di applausi, ha trasformato il film di Ėjzenštejn in un simbolo di cinema noioso e imposto, associandolo all’idea di cultura obbligata e pesante.
Ovviamente, questa lettura è ironica. La corazzata Potëmkin non è affatto un film noioso: è un’opera potente, coinvolgente e ancora oggi sorprendente per la sua modernità visiva. Il paradosso è che Fantozzi, con la sua satira, ha reso il film ancora più famoso e ha spinto molte persone a riscoprirlo.
L’eredità di La corazzata Potëmkin
A quasi un secolo dalla sua uscita, il film continua a essere studiato e proiettato nei festival di cinema. È considerato una delle opere fondamentali della storia del cinema e un esempio perfetto di come il montaggio possa essere usato per manipolare le emozioni dello spettatore.
Ha influenzato il cinema d’azione, il cinema politico, il documentario e persino la pubblicità. Ogni volta che vediamo una sequenza di montaggio serrata che crea tensione, possiamo ritrovare l’eredità di Ėjzenštejn.
Conclusione: un film che ha cambiato il cinema (e la cultura pop)
La corazzata Potëmkin è un capolavoro del cinema. Ha ridefinito il linguaggio cinematografico, ha dimostrato il potere del montaggio e ha creato immagini che restano impresse nella memoria collettiva. E se in Italia è noto anche grazie a Fantozzi, forse è il caso di guardarlo con occhi nuovi: non come un’imposizione scolastica, ma come un’opera che ha scritto la storia del cinema. Perché, al di là delle battute, La corazzata Potëmkin è davvero una pietra miliare. E no, non è una “cagata pazzesca”.
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