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~ LA REDAZIONE DI RC
Il cinema è una macchina del tempo. Ogni film è una finestra su un’epoca, un riflesso delle idee, delle tecnologie e delle sensibilità artistiche che lo hanno generato. Guardando i film che hanno segnato la storia del cinema, possiamo osservare non solo l’evoluzione del linguaggio cinematografico, ma anche i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici che hanno trasformato il modo in cui raccontiamo e viviamo le storie.
Ci sono film che hanno introdotto innovazioni tecniche rivoluzionarie, altri che hanno ridefinito il concetto stesso di narrazione. Alcuni hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, altri hanno cambiato per sempre il modo in cui pensiamo al cinema. Ogni grande film è il risultato di un momento storico preciso, di scelte artistiche coraggiose e di attori, registi e sceneggiatori che hanno saputo trasformare il loro tempo in immagini indimenticabili.
Questa rubrica esplora quei film che, per un motivo o per un altro, hanno lasciato un segno nella storia del cinema. Opere che hanno cambiato il modo in cui il pubblico guarda il grande schermo, influenzato generazioni di cineasti e ridefinito i confini di ciò che il cinema può essere.
Il film di oggi è...
Il cinema americano degli anni ’20 era dominato da storie di eroi, gangster e milionari. Hollywood amava raccontare il successo e la grandezza, anche quando metteva in scena drammi sociali. Ma nel 1928, King Vidor fece qualcosa di completamente diverso: con La folla (The Crowd), decise di raccontare la storia di un uomo qualunque, un anonimo cittadino schiacciato dal sistema, una delle tante vite invisibili che si perdono tra i palazzi e le strade delle metropoli.
La folla è un film radicale per il modo in cui mette in scena l’illusione del sogno americano e l’impotenza dell’individuo di fronte alla società moderna. È un film che si distacca dalle narrazioni eroiche per immergersi nella vita di tutti i giorni, mostrando senza filtri la lotta per la sopravvivenza, le difficoltà della vita coniugale e il peso dell’anonimato in una grande città.
Tecnicamente innovativo, narrativamente rivoluzionario, La folla è un film che ha anticipato il neorealismo e influenzato generazioni di registi, da Frank Capra a Vittorio De Sica. Ma è anche un film che, per la sua visione pessimistica, non venne accolto con entusiasmo dal pubblico dell’epoca. Oggi è considerato uno dei capolavori del cinema muto, un’opera che ha saputo catturare l’essenza della modernità con una sincerità rara per il cinema hollywoodiano.
La trama: la vita di un uomo comune
Il film segue la vita di John Sims, nato il 4 luglio del 1900, simbolicamente lo stesso giorno della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Fin da subito, La folla suggerisce che John rappresenta l’americano medio, un uomo qualunque immerso nell’ingranaggio della società.
Da bambino, John viene incoraggiato dal padre a credere di poter diventare qualcuno di importante. Ma quando cresce e si trasferisce a New York per inseguire il successo, la realtà si dimostra ben diversa dalle sue aspettative. Trova un lavoro come impiegato in un anonimo ufficio tra centinaia di scrivanie identiche e passa le sue giornate svolgendo compiti ripetitivi, senza nessuna prospettiva di crescita.
La sua vita cambia quando incontra e sposa Mary. Inizialmente, il matrimonio sembra felice, ma con il tempo le difficoltà economiche e la routine quotidiana mettono a dura prova la loro relazione. John è convinto di meritare di più, ma il destino sembra giocargli contro: perde il lavoro, fatica a trovare nuove opportunità e si scontra con l’indifferenza della società.
La tragedia raggiunge il culmine con la morte del figlio in un incidente. Il dolore spezza definitivamente l’equilibrio della coppia, portando Mary sull’orlo di lasciare John. Ma proprio quando sembra che tutto sia perduto, un piccolo gesto di affetto li riavvicina.
Il film si chiude con una scena iconica: John e Mary, seduti in un cinema, ridono insieme alla folla. È un finale ambiguo: è un momento di speranza o solo un’illusione temporanea? John è davvero felice o è semplicemente un’altra delle tante facce perse nell’anonimato della città?
Un’innovazione tecnica senza precedenti
La folla è un film rivoluzionario anche per il suo stile visivo. King Vidor si allontanò dalle convenzioni del cinema muto hollywoodiano per adottare un linguaggio più realistico e sperimentale. Uno degli aspetti più impressionanti è l’uso della macchina da presa. In un’epoca in cui il cinema era ancora dominato da inquadrature fisse e teatrali, La folla introduceva movimenti di macchina fluidi e prospettive dinamiche. La sequenza in cui la cinepresa si alza sopra la città e poi si addentra tra le finestre degli uffici fino a inquadrare John immerso nella massa degli impiegati è una delle più celebri della storia del cinema.
Anche la fotografia è innovativa: il film utilizza luci e ombre per enfatizzare il senso di alienazione del protagonista. L’immagine di John che cammina tra le strade affollate, circondato da edifici imponenti, trasmette un senso di oppressione che anticipa i film noir e il cinema espressionista americano.
Vidor girò molte scene in esterni, nelle strade reali di New York, con un approccio quasi documentaristico. Questa scelta contribuì a rendere il film incredibilmente autentico e vicino alla realtà.
Le tematiche: il sogno americano infranto
Il cuore di La folla è la critica al sogno americano. Fin dalla prima scena, il film suggerisce che John è destinato a diventare "qualcuno". Ma il film mostra come, nella realtà, il successo non sia una questione di merito, ma di fortuna e di circostanze.
John non è un cattivo marito o un pessimo lavoratore, ma non riesce comunque a emergere. La società ha bisogno di ingranaggi che facciano funzionare la macchina. Il film mostra come il sistema spinga le persone a credere in un successo che, per la maggior parte, rimane irraggiungibile. Un altro tema fondamentale è l’alienazione dell’individuo nella metropoli moderna. La città è mostrata come un organismo impersonale, dove gli esseri umani si muovono come formiche, inghiottiti da una folla indifferente. Anche nei momenti di gioia o disperazione, John è solo uno dei tanti, un numero tra milioni.
La folla è un film sulla fragilità della felicità. John crede che il successo e il denaro siano la chiave per la realizzazione, ma il film suggerisce che la vera felicità si trova nei piccoli momenti, come ridere insieme in un cinema. Ma anche questo momento è incerto: John è davvero felice o sta solo fingendo di esserlo?
L’accoglienza e l’eredità del film
Quando uscì, La folla ricevette il plauso della critica per la sua innovazione stilistica e narrativa. Fu nominato all'Oscar per il miglior film (all'epoca chiamato "Miglior produzione artistica") e fu considerato un'opera rivoluzionaria.
Il pubblico dell’epoca non lo accolse con lo stesso entusiasmo. Gli spettatori erano abituati a film che offrivano evasione e finali rassicuranti, mentre La folla era troppo vicino alla realtà per essere confortevole. La MGM, preoccupata per il pessimismo del film, impose un finale alternativo più ottimista per alcune proiezioni, anche se la versione originale di Vidor rimase la più nota.
Con il tempo, il film è stato rivalutato ed è oggi considerato uno dei più grandi film della storia del cinema. Registi come Orson Welles, Vittorio De Sica e Billy Wilder hanno citato La folla come un’opera di riferimento. Il suo approccio realistico ha influenzato il neorealismo italiano e il cinema indipendente americano.
Conclusione: un film senza tempo
A quasi un secolo dalla sua uscita, La folla rimane un film incredibilmente attuale. Il suo ritratto di un uomo comune alle prese con le difficoltà della vita moderna continua a risuonare con il pubblico. King Vidor ha dimostrato che il cinema può raccontare storie epiche anche senza eroi, inseguimenti o colpi di scena spettacolari. A volte, la più grande avventura è semplicemente cercare di sopravvivere nella folla.
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