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~ LA REDAZIONE DI RC
Il cinema è una macchina del tempo. Ogni film è una finestra su un’epoca, un riflesso delle idee, delle tecnologie e delle sensibilità artistiche che lo hanno generato. Guardando i film che hanno segnato la storia del cinema, possiamo osservare non solo l’evoluzione del linguaggio cinematografico, ma anche i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici che hanno trasformato il modo in cui raccontiamo e viviamo le storie.
Ci sono film che hanno introdotto innovazioni tecniche rivoluzionarie, altri che hanno ridefinito il concetto stesso di narrazione. Alcuni hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, altri hanno cambiato per sempre il modo in cui pensiamo al cinema. Ogni grande film è il risultato di un momento storico preciso, di scelte artistiche coraggiose e di attori, registi e sceneggiatori che hanno saputo trasformare il loro tempo in immagini indimenticabili.
Questa rubrica esplora quei film che, per un motivo o per un altro, hanno lasciato un segno nella storia del cinema. Opere che hanno cambiato il modo in cui il pubblico guarda il grande schermo, influenzato generazioni di cineasti e ridefinito i confini di ciò che il cinema può essere.
Il film di oggi è...
Oggi siamo abituati a vedere inseguimenti spettacolari, rapine pianificate nei minimi dettagli e scene d’azione che ci tengono incollati allo schermo. Ma tutto questo ha una radice ben precisa: La grande rapina al treno (The Great Train Robbery), diretto da Edwin S. Porter nel 1903. Un cortometraggio di appena 12 minuti che ha rivoluzionato il modo di raccontare una storia al cinema, gettando le basi del cinema narrativo e del genere western.
Nonostante la sua brevità, il film è considerato uno dei primi esempi di montaggio cinematografico avanzato, introducendo tecniche che sarebbero diventate fondamentali per il linguaggio cinematografico. E, sebbene non fosse il primo film a raccontare una storia, è stato il primo a farlo con un senso di ritmo, tensione e dinamismo che hanno reso il cinema qualcosa di più di una semplice ripresa teatrale.
La storia è semplice: una banda di fuorilegge assalta un treno in corsa, deruba i passeggeri e fugge a cavallo. Nel frattempo, il telegrafista della stazione, preso in ostaggio, riesce a dare l’allarme, permettendo alla legge di organizzare un inseguimento. Dopo una sparatoria tra banditi e sceriffi, i fuorilegge vengono catturati o uccisi, ripristinando l’ordine.
Tutto si svolge in una sequenza di scene ben orchestrate: l’assalto al treno, il furto, l’inseguimento e il confronto finale. È una narrazione estremamente dinamica per l’epoca, dove la maggior parte dei film si limitava a riprendere un’unica scena senza interruzioni.
Il film si chiude con un’inquadratura diventata leggendaria: il capo dei banditi (Justus D. Barnes) punta una pistola verso la macchina da presa e spara un colpo. Questa scena poteva essere inserita sia all’inizio che alla fine del film, e spesso veniva proiettata per ultima per massimizzare l’effetto sorpresa. Il pubblico dell’epoca, che non era ancora abituato a certe tecniche cinematografiche, rimase scioccato da quell’immagine diretta, che sembrava rompere la barriera tra lo schermo e la realtà.
Nel 1903 il cinema era ancora agli albori e i film erano spesso statici, con la cinepresa fissa e inquadrature che assomigliavano a riprese teatrali. Edwin S. Porter capì che il cinema poteva essere qualcosa di più dinamico e sfruttò una serie di tecniche innovative che cambiarono per sempre il modo di raccontare storie sullo schermo.
1. Montaggio narrativo
Una delle innovazioni più importanti del film è l’uso del montaggio parallelo, ovvero l’alternanza tra due scene che avvengono in luoghi diversi ma nello stesso momento. Ad esempio, mentre la rapina è in corso, vediamo il telegrafista legato che cerca di liberarsi e avvertire gli sceriffi. Questo tipo di montaggio aumenta la suspense e permette di seguire più linee narrative contemporaneamente, un principio che diventerà fondamentale per il cinema narrativo.
2. Scene girate in esterni e in movimento
A differenza della maggior parte dei film dell’epoca, girati in ambienti chiusi o teatri di posa, La grande rapina al treno presenta numerose riprese in esterni, con i banditi che cavalcano attraverso paesaggi reali. Alcune scene sono girate in movimento, come l’assalto al treno in corsa, dando un senso di realismo e dinamismo mai visto prima.
3. Uso della profondità di campo
Porter non si limita a inquadrare i personaggi in primo piano o su uno sfondo piatto. In diverse scene sfrutta la profondità di campo, permettendo agli attori di muoversi dentro e fuori l’inquadratura, creando un senso di spazio più tridimensionale.
4. L’iconografia del western
Anche se non è il primo film western, La grande rapina al treno è stato il primo a fissare alcuni elementi iconici del genere: il treno, il paesaggio aperto, i banditi mascherati, lo sceriffo che riporta l’ordine. Tutti questi elementi sarebbero diventati ricorrenti nel cinema western, ispirando generazioni di registi, da John Ford a Sergio Leone.
L’uscita di La grande rapina al treno fu un successo straordinario. Il film venne proiettato in numerosi nickelodeon (le prime sale cinematografiche popolari) e divenne uno dei primi blockbuster della storia del cinema. Il pubblico rimase colpito dal ritmo serrato e dall’azione coinvolgente, un’esperienza completamente diversa rispetto ai film più statici del passato. L’influenza del film è incalcolabile. Il montaggio parallelo e la narrazione dinamica sarebbero stati perfezionati da D.W. Griffith in Nascita di una nazione (1915), mentre il genere western, che in quel momento era ancora in fase embrionale, sarebbe diventato uno dei pilastri della storia del cinema. Anche l’inquadratura finale, con il bandito che punta la pistola contro lo spettatore, è stata omaggiata più volte: Martin Scorsese l’ha ripresa in Goodfellas (1990), mentre Sergio Leone ha costruito buona parte della sua estetica western basandosi proprio sull’impatto visivo di queste prime immagini del cinema d’azione.
Oggi, La grande rapina al treno può sembrare primitivo rispetto agli standard moderni, ma nel 1903 rappresentava qualcosa di completamente nuovo. Edwin S. Porter ha capito che il cinema non doveva essere solo una ripresa statica di eventi, ma poteva raccontare storie in modo dinamico, utilizzando il montaggio, il movimento della macchina da presa e l’interazione tra più linee narrative. Senza questo film, il cinema d’azione, il western e persino il montaggio narrativo come lo conosciamo oggi avrebbero impiegato più tempo a svilupparsi. E tutto è iniziato con una rapina su un treno, 12 minuti di pura innovazione che hanno cambiato per sempre la storia del cinema.
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