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~ LA REDAZIONE DI RC
Il cinema è una macchina del tempo. Ogni film è una finestra su un’epoca, un riflesso delle idee, delle tecnologie e delle sensibilità artistiche che lo hanno generato. Guardando i film che hanno segnato la storia del cinema, possiamo osservare non solo l’evoluzione del linguaggio cinematografico, ma anche i cambiamenti culturali, sociali e tecnologici che hanno trasformato il modo in cui raccontiamo e viviamo le storie.
Ci sono film che hanno introdotto innovazioni tecniche rivoluzionarie, altri che hanno ridefinito il concetto stesso di narrazione. Alcuni hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, altri hanno cambiato per sempre il modo in cui pensiamo al cinema. Ogni grande film è il risultato di un momento storico preciso, di scelte artistiche coraggiose e di attori, registi e sceneggiatori che hanno saputo trasformare il loro tempo in immagini indimenticabili.
Questa rubrica esplora quei film che, per un motivo o per un altro, hanno lasciato un segno nella storia del cinema. Opere che hanno cambiato il modo in cui il pubblico guarda il grande schermo, influenzato generazioni di cineasti e ridefinito i confini di ciò che il cinema può essere.
Il film di oggi è...
Oggi siamo abituati a vedere saghe cinematografiche svilupparsi su più film, universi narrativi espandersi tra sequel e spin-off, e serie TV che conquistano l’attenzione del pubblico episodio dopo episodio. Ma tutto questo ha radici lontane, e uno dei primi esempi di narrazione cinematografica in forma seriale è Les Vampires, diretto da Louis Feuillade tra il 1915 e il 1916. Si tratta di un'opera che, più che raccontare una storia tradizionale, ha creato un mondo narrativo frammentato in episodi, un esperimento che ha gettato le basi per il concetto di cinema seriale e di serialità televisiva.
Se oggi nomi come Marvel, Star Wars o il fenomeno delle serie streaming ci sembrano normali, è grazie a opere come Les Vampires che hanno tracciato il percorso.
Les Vampires non parla di vampiri nel senso classico del termine. Il titolo fa riferimento a una misteriosa organizzazione criminale che opera nell’ombra, seminando il terrore nella Parigi di inizio Novecento. Il protagonista è Philippe Guérande, un giornalista che si mette sulle tracce della banda per smascherarne le attività e svelarne i membri.
Ogni episodio è costruito come un’avventura a sé, con colpi di scena, fughe rocambolesche, scoperte improvvise e rivelazioni che tengono alta la tensione. Al centro della vicenda c’è Irma Vep (anagramma di "Vampire"), interpretata da Musidora, una delle prime grandi figure femminili del cinema, magnetica e ambigua, che incarna il fascino pericoloso della criminalità.
A differenza di altri film del periodo, dove la narrazione era spesso lineare e chiusa, Les Vampires abbraccia una struttura più aperta e frammentata. Il film è composto da dieci episodi, ognuno con un proprio sviluppo narrativo ma legato a un filo conduttore che attraversa l'intera opera. Questo approccio seriale rendeva il film un evento atteso, proprio come oggi accade con le serie televisive.
All’inizio del Novecento, il cinema era ancora considerato un’attrazione più che una forma narrativa complessa. Molti film duravano pochi minuti e raccontavano storie semplici e autoconclusive. Ma Feuillade aveva intuito che il pubblico poteva appassionarsi a una storia lunga, segmentata in più episodi.
Nascita di una nazione di Griffith, uscito nello stesso periodo, aveva mostrato come il cinema potesse raccontare storie epiche e articolate, ma Les Vampires sperimentò un’altra strada: invece di un unico film monumentale, una serie di episodi più brevi, capaci di mantenere l’attenzione del pubblico per mesi.
L’idea non era nuova: già esistevano i “serial cinematografici”, cortometraggi con personaggi ricorrenti che venivano proiettati a puntate nei cinema. Ma Feuillade portò questo concetto a un livello superiore, creando un racconto coeso che mescolava thriller, mistero, azione e intrighi criminali. Questo formato avrebbe influenzato direttamente il cinema successivo e, più avanti, la serialità televisiva.
Uno degli aspetti più affascinanti di Les Vampires è il suo stile visivo. Feuillade girò molte scene in ambienti reali, utilizzando Parigi come sfondo autentico per le azioni della banda. Questo realismo si mescola però a una dimensione quasi onirica: i membri dei Vampiri appaiono e scompaiono con agilità sorprendente, si muovono nei tetti della città, usano passaggi segreti e costumi iconici.
La messa in scena è semplice ma efficace: Feuillade non usa effetti speciali complessi, ma costruisce la tensione attraverso la composizione dell’inquadratura e il gioco di luci e ombre. La cinepresa è spesso fissa, lasciando che l’azione si svolga all’interno del quadro come se fosse teatro filmato. Ma non è un limite: questa scelta rafforza il senso di mistero e di attesa, con i personaggi che entrano ed escono dalla scena come fantasmi.
Se c’è un personaggio che è rimasto impresso nella memoria collettiva, è Irma Vep. Vestita con una tuta nera aderente, agile e sfuggente, è uno dei primi esempi di femme fatale del cinema. Non è una semplice antagonista, ma una figura carismatica e ambigua, che incarna la fascinazione per il lato oscuro della società.
Il suo impatto è stato tale che il personaggio è stato ripreso in diverse occasioni, fino a diventare oggetto di un meta-film come Irma Vep di Olivier Assayas (1996), che riflette proprio sull’eredità del cinema di Feuillade.
L'eredità di Les Vampires
Anche se oggi è meno conosciuto rispetto ad altri film dell’epoca, Les Vampires ha lasciato un segno profondo nella storia del cinema. È stato un precursore del genere noir e del thriller criminale, ha influenzato registi come Fritz Lang (il suo Dr. Mabuse riprende molte idee di Feuillade) e ha anticipato il gusto per le narrazioni seriali che oggi dominano l’industria dell’intrattenimento.
Ma soprattutto, ha dimostrato che il pubblico era pronto per storie più complesse e strutturate, aprendo la strada ai grandi film a episodi, alle saghe cinematografiche e, in un certo senso, anche alle serie TV moderne. Feuillade, con il suo approccio visionario, ha dimostrato che il cinema non doveva essere per forza un’esperienza chiusa e autoconclusiva, ma poteva diventare un viaggio lungo, avvincente e ricco di mistero.
Ed è proprio questa idea di cinema che, ancora oggi, continua a farci appassionare alle grandi narrazioni che si sviluppano nel tempo, episodio dopo episodio.
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