Frankenstein di Guillermo del Toro: Recensione, Trama e Significato del Nuovo Film

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!

Articolo a cura di...

~ Nicole Pagella

Frankenstein è il nuovo film scritto, diretto, e co-prodotto dal regista messicano Guillermo del Toro ispirato al romanzo di Mary Shelley. Vediamo come protagonisti Oscar Isaac come Victor Frankenstein, Jacob Elordi come la Creatura, e Mia Goth come Elisabetta Lavenza.

Il film è diviso nelle tre parti in cui è diviso il libro con, tuttavia, alcuni cambiamenti nella trama: Il Preludio, dove viene introdotta la storia con una nave intrappolata nei ghiacci dell’Artico. I suoi marinai trovano ferito in mezzo alla neve, dopo una improvvisa esplosione, lo scienziato Frankenstein, e poco dopo averlo messo in salvo dalla neve nella cabina, vengono attaccati da questa Creatura dotata di forza sovraumana che esige la consegna dello scienziato. Victor poco

dopo spiega che è stato lui ad aver creato quella Creatura e da lì inizia la prima parte effettiva del film: Il racconto di Victor.

Tutta questa parte è raccontata dal punto di vista di Frankenstein, partendo dalla sua infanzia. Si vede come, sin da bambino, Victor aveva un forte rapporto con la mamma, a differenza del rapporto freddo e violento che aveva con il padre, un rinomato medico che esigeva che il figlio imparasse al meglio la materia per poi, dopo la sua morte, poter mantenere alto il suo nome. Dopo la morte della madre e del padre, rimasto da solo con il fratello minore, William, Victor decise di dedicarsi alla medicina e focalizzarsi su un modo per riportare in vita i cadaveri. Trovato poi, dopo anni di studi, un modo per rianimare un corpo usando l’elettricità, Victor chiede aiuto al fratello per costruire il suo laboratorio in una torre abbandonata e così provare a sé stesso e al mondo la verità della sua scoperta. Frankenstein inizia così a raccogliere parti del corpo di cadaveri di criminali impiccati e soldati caduti in guerra per assemblare “il corpo perfetto”. Finché, con l’arrivo di una tempesta, utilizza l’energia elettrica provocata dai fulmini e dà vita alla Creatura.

Frankenstein cerca di mettere a prova l’intelligenza della Creatura, usando metodi sbrigativi e brutali (molto simili a quelli che il padre utilizzava con

lui da piccolo) cercando di insegnargli parole basilari, ma senza nessun successo.

Così lo scienziato, frustrato dalla mancanza di sviluppo intellettuale della Creatura, dà fuoco alla torre, lasciando la Creatura incatenata nei sotterranei.

La terza e ultima parte, Il racconto della Creatura, è invece raccontata tutta dal punto di vista di quest’ultima. Inizia con la Creatura che riesce a scappare dall’incendio nella torre per poi rifugiarsi in un capanno di una casa isolata nei boschi. In questa parte del film si può vedere come la maggior parte delle persone che vedono e incontrano la Creatura, immediatamente sono spaventate dal suo aspetto e provano ad ucciderla. Tutti tranne un anziano cieco con il quale la

Creatura fa amicizia nella casa isolata, e grazie al quale imparerà a leggere e a parlare bene. Dopo la morte improvvisa dell’anziano però, la Creatura decide di intraprendere un viaggio alla ricerca del suo creatore, come consigliatogli anche dal suo unico amico. La Creatura camminerà nei boschi e nella neve fino a trovare Frankenstein nella nave dei marinai, e così avere un’ultima conversazione sincera con il suo creatore, dove entrambi mostreranno la loro vulnerabilità e umanità.

Io sono rimasta sbalordita da questo film.

Guillermo del Toro è riuscito a raccontare questa storia con una umanità mai vista prima, cosa che sembra impossibile dato il protagonista della storia un “mostro”.

E con mostro intendo Frankenstein o la Creatura? Cosa definiamo veramente come mostro? Se si cerca la definizione si trova: “una creatura mitica o fantastica con un aspetto orribile o deforme”. Questa è la definizione che sia nel film ma anche, purtroppo, ancora oggi si ha riguardo questa parola. E secondo me è una delle definizioni più superficiali che si possa dare… perché in questo mondo

ci sono esseri che da fuori possono sembrare “normali”, ma che dentro invece sono i veri mostri, nel modo in cui trattano le persone, nei loro ideali; e dall’altro lato ci sono persone che magari dall’esterno vengono viste come mostri poiché diverse, ma invece dentro sono più pure e umane di chiunque altro. E come la Creatura vengono fraintese, umiliate, nonostante la loro innocenza e umanità.

Jacob Elordi è riuscito a trasmettere questi dettagli della Creatura in un modo

veramente emozionante. I suoi OCCHI dicono tutto nel film, essendo anche la sua una recitazione prettamente fisica. Infatti, il regista ha raccontato in una intervista che lui ha scelto i suoi attori tramite gli occhi, dicendo in particolare riguardo Jacob, che nei suoi poteva vedere vulnerabilità, onestà, ma anche rabbia, un mix di emozioni necessari per interpretare la Creatura. Elordi è riuscito a trasmettere così tante cose... l’innocenza della Creatura nell’affidarsi completamente al suo creatore, pur poi venendo rifiutato; la confusione nel vedere le persone

spaventate da lui; la curiosità nel voler imparare cose nuove; la purezza e la vulnerabilità nel lasciarsi conoscere da Elisabetta (Mia Goth)... e capendo così che alla fine l’unica cosa che voleva, come penso ognuno di noi, era avere una compagna e non rimanere da solo.

Jacob Elordi ha detto che per prepararsi fisicamente al ruolo ha studiato il Butoh: una danza giapponese che interpreta la rianimazione di cadaveri, e usando come ulteriore ispirazione diversi DVD che Del Toro gli aveva mandato prima delle riprese. L’attore veniva sottoposto ad almeno 10 ore di trucco quasi ogni giorno, fatto per lo più dall’applicazione di protesi, e 6 ore invece quando solo il suo viso, collo, parte del torso e mani dovevano essere truccate. Queste ore le utilizzava come un vero e proprio momento di meditazione e transizione nel personaggio. Infatti, in diverse interviste, i truccatori e gli altri attori applaudono la pazienza, l’amore, e l’impegno di Elordi durante tutto il processo. Ho veramente amato il suo lavoro, completamente diverso da altri suoi progetti come la serie Euphoria o il film Priscilla; in questo film si mette veramente a nudo, e lo fa in un modo

straziante ed emozionante.

Oscar Isaac e Mia Goth sono altrettanto bravi. Guillermo del Toro ha detto che ha

lavorato con pochi attori così veri come Mia Goth. Mia Goth ha la capacità di essere così naturale… dire le sue battute con una naturalezza e allo stesso tempo una forza e precisione incredibile. Ho amato i momenti silenziosi che Elisabetta e la Creatura avevano tra di loro; i pochi momenti in cui la Creatura veniva completamente compresa e accettata, e si vedeva negli occhi di Elisabetta, che andava oltre l’aspetto fisico, e le bastava guardare negli occhi la Creatura per sentire la sua umanità. E Oscar Isaac che invece passa da essere un personaggio

buono e positivo, a diventare il cattivo della situazione, come molti personaggi all’interno del film, che vediamo all’inizio sicuro di sé, preciso, forte, poi perdendosi e facendosi guidare solo dalla sua rabbia e il suo egoismo… per poi sgretolarsi piano piano, in mille pezzi, scusandosi alla fine con la Creatura, chiamandola figlio, ritrovando la sua umanità, e capendo che per tutto

quel tempo il vero mostro era stato lui.

Guillermo del Toro spiega anche che secondo lui ognuno di noi può essere il “cattivo” all’inizio della giornata e poi il “buono” alla fine. Cambiamo tutti nelle nostre vite, il nostro mood cambia durante la giornata e di conseguenza

come ci comportiamo. Il lavoro che c’è stato dietro a questo film è veramente incredibile. Guillermo del Toro ha voluto costruire ogni parte del set; partendo dalla nave nel Preludio, lo studio di Frankenstein nella torre, fino a ogni piccolo oggetto che si vede in ogni scena.

OGNI SINGOLA COSA È STATA COSTRUITA.

Infatti, un particolare dello stile di Del Toro è che lui vuole rendere il più possibile reale, lo vuole avere fisicamente davanti a lui, perché sa che il risultato sarà diverso. Ed essendo il regista completamente contro l’Intelligenza Artificiale, dimostra così che qualsiasi cosa si può costruire, e non ci si deve affidare completamente agli effetti speciali. E come ha detto Del Toro: “It’s a movie made by humans, for humans”. Del Toro ha raccontato che sin da piccolo ha avuto un legame speciale in particolare con le storie di Frankenstein e Pinocchio, e che per questo dopo aver realizzato il film di Pinocchio, e avendo vinto l’Oscar nel 2023 come Best Animated Feature, il suo prossimo progetto sarebbe stato l’adattamento cinematografico della storia di Mary Shelley.

E in comune che cos’hanno queste due storie? Due padri che vedono nei loro “figli” qualcosa di sbagliato, che vedono le loro imperfezioni e non ciò che hanno veramente da offrire. Sono storie basate sul rapporto padre-figlio, parte della vita del regista che lo ha segnato profondamente. Creare Frankenstein è stato un modo per il regista per guarire dai suoi traumi passati, per mettere per iscritto e così provare a sé stesso e al mondo che i traumi generazionali si possono fermare e non devono continuare per sempre; e creare questo film ora che il regista

ha il suo proprio figlio, gli ha dato tutt’altro valore e significato…

Come sempre, il cinema e i film sono specchio della realtà, riflessi di vite imperfette, persone e cuori rotti… e come dice la frase di Lord Byron, amico di Mary Shelley e persona importante nella creazione del romanzo, alla fine del film: “And thus the heart will break, and brokenly live on”, “E così il cuore si spezzerà, e pur spezzato continuerà a vivere”.

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.

Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com