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~ LA REDAZIONE DI RC
Gli Academy Awards premiano ogni anno il talento nel mondo del cinema, e tra i vincitori si trovano attori e attrici di tutte le età. Alcuni conquistano la statuetta dopo una lunga carriera, mentre altri riescono a ottenere il riconoscimento già in giovane età, diventando parte della storia dell’Academy.
In questo articolo analizziamo i due estremi: il più giovane e il più anziano vincitore di un Oscar competitivo.
Il più giovane vincitore di un Oscar: Tatum O’Neal (10 anni, 1974)
Tatum O’Neal entrò nella storia degli Academy Awards nel 1974, quando vinse l’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista per il suo ruolo in Paper Moon (1973). All’epoca aveva solo 10 anni e 148 giorni, diventando la più giovane vincitrice di un premio competitivo nella storia degli Oscar, un record che ancora oggi non è stato battuto. Nel film, diretto da Peter Bogdanovich, O’Neal interpreta Addie Loggins, una ragazzina orfana che si unisce a un truffatore di piccolo calibro interpretato da suo padre nella vita reale, Ryan O’Neal. Il film è una commedia drammatica ambientata durante la Grande Depressione e segue le avventure dei due mentre ingannano ignari cittadini vendendo Bibbie a vedove appena rimaste sole. Nonostante fosse alla sua prima esperienza cinematografica, la giovane O’Neal riuscì a rubare la scena anche a suo padre, regalando un’interpretazione carismatica e intelligente, in grado di equilibrare perfettamente innocenza e furbizia. La sua performance conquistò pubblico e critica, tanto che riuscì a battere attrici del calibro di Linda Blair (L'esorcista), Candy Clark (American Graffiti), Madeline Kahn (Paper Moon) e Sylvia Sidney (Summer Wishes, Winter Dreams).
La vittoria agli Oscar e il discorso di ringraziamento
Quando venne annunciata la sua vittoria, Tatum O’Neal salì sul palco con un sorriso timido ma sicuro di sé. Indossava uno smoking bianco, un look insolito per una bambina, ma che contribuì a rendere la sua immagine ancora più iconica. Il suo discorso fu breve, semplice ed estremamente dolce. Con voce emozionata, ringraziò il regista Peter Bogdanovich, il cast e la troupe, concludendo con un toccante tributo a suo padre, Ryan O’Neal, che aveva recitato con lei nel film. La sua vittoria fu accolta con grande entusiasmo dal pubblico e segnò un momento storico per gli Oscar, dimostrando che il talento non ha età.
Dopo il trionfo agli Oscar, ci si aspettava che Tatum O’Neal diventasse una delle più grandi star della sua generazione. Ma la sua carriera non ebbe lo sviluppo sperato.
Negli anni successivi recitò in film come Una ragazza, un maggiordomo e una lady (1976) e Piccoli gangsters (1976), ma nessuna delle sue interpretazioni raggiunse il successo di Paper Moon. La sua carriera fu segnata da problemi personali e da un rapporto turbolento con suo padre, Ryan O’Neal, che divenne sempre più difficile negli anni. Negli anni 2000, Tatum O’Neal tornò a recitare in serie televisive come Rescue Me e Criminal Minds, ma il suo nome rimase legato soprattutto a quel trionfo storico del 1974.
Molti giovani attori e attrici sono stati candidati dopo di lei, ma nessuno è riuscito a battere il suo record. Tra i più giovani candidati ricordiamo:Justin Henry (8 anni) per Kramer contro Kramer (1979), il più giovane candidato di sempre; Abigail Breslin (10 anni) per Little Miss Sunshine (2006); Quvenzhané Wallis (9 anni) per Re della terra selvaggia (2012), la più giovane candidata come Miglior Attrice Protagonista.
Mentre Tatum O’Neal ha dimostrato che il talento può brillare fin dalla giovane età, Anthony Hopkins ha incarnato l’opposto: la consacrazione di un attore straordinario arrivata dopo decenni di carriera. Nel 2021, all’età di 83 anni e 115 giorni, Hopkins è diventato il più anziano vincitore di un Oscar per la recitazione, ottenendo la statuetta come Miglior Attore Protagonista per il suo ruolo in The Father (2020).
Questa vittoria ha battuto il record precedentemente detenuto da Christopher Plummer, che nel 2012 vinse come Miglior Attore Non Protagonista per Beginners (2010) a 82 anni. In The Father, diretto da Florian Zeller, Anthony Hopkins offre una delle sue prove attoriali più intense e commoventi. Il film racconta la storia di un uomo anziano, Anthony, che soffre di demenza senile e lotta per distinguere la realtà dalle sue allucinazioni e confusioni mentali.
La performance di Hopkins è incredibilmente sfumata: il suo personaggio passa dall’essere orgoglioso e sarcastico a vulnerabile e terrorizzato nel giro di poche scene. L’attore riesce a catturare con straordinaria autenticità il senso di smarrimento di un uomo che vede il proprio mondo sgretolarsi, portando il pubblico a sperimentare in prima persona la sua angoscia. La critica elogiò unanimemente la sua interpretazione, definendola una delle migliori della sua carriera, alla pari con il suo leggendario ruolo di Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti (1991), che gli aveva già fatto vincere un Oscar trent’anni prima.
La vittoria shock e l’assenza alla cerimonia
Il suo trionfo agli Oscar del 2021 fu uno dei più sorprendenti della storia recente. I pronostici favorivano Chadwick Boseman per Ma Rainey’s Black Bottom (2020), dato che il compianto attore aveva già vinto numerosi premi postumi in quella stagione. La cerimonia del 2021 aveva modificato il tradizionale ordine dei premi, lasciando Miglior Attore Protagonista come ultimo annuncio della serata, una scelta che molti interpretarono come un segnale che Boseman avrebbe vinto, chiudendo la cerimonia con un tributo emozionante.
Quando invece Joaquin Phoenix annunciò il nome di Hopkins, la sorpresa fu enorme. L’attore non era presente alla cerimonia, e nessuno era pronto ad accettare il premio al suo posto. Così, gli Oscar 2021 finirono in modo brusco e anticlimatico, lasciando il pubblico disorientato. Il giorno successivo, Hopkins pubblicò un video dalla sua casa in Galles, in cui si dichiarava sorpreso e onorato della vittoria, rendendo anche un omaggio a Chadwick Boseman: "A 83 anni non me lo aspettavo affatto. Devo ringraziare l’Academy. Voglio rendere omaggio a Chadwick Boseman, che ci è stato portato via troppo presto." Quel breve messaggio, sincero e umile, rese il suo trionfo ancora più toccante.
La carriera di Anthony Hopkins e il significato della sua vittoria
Quando vinse nel 2021, Hopkins era già una leggenda vivente. Nato nel 1937, aveva iniziato la sua carriera teatrale con la Royal National Theatre negli anni ‘60, sotto la guida di Laurence Olivier. Il successo cinematografico arrivò negli anni ‘90 grazie alla sua terrificante interpretazione del Dr. Hannibal Lecter ne Il silenzio degli innocenti (1991), ruolo che gli valse il suo primo Oscar. Nel corso dei decenni, aveva dimostrato una versatilità straordinaria, passando da ruoli storici (Nixon, Amistad) a interpretazioni più delicate e riflessive (Vi presento Joe Black, Quel che resta del giorno).
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