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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel secondo episodio della miniserie Il Mostro, diretta da Stefano Sollima, l’attenzione si sposta su Francesco Vinci, figura centrale del mistero e nuovo sospettato nell’indagine sul Mostro di Firenze. Tra fughe, interrogatori e segreti di famiglia, l’episodio scava nel passato e nel presente di un uomo ambiguo, mostrando legami torbidi e dinamiche disturbanti. In questo articolo ti guidiamo attraverso la trama completa dell’episodio e ti offriamo una spiegazione del finale, che apre nuovi scenari.

Francesco Vinci fugge di notte con un borsone. Nasconde l’auto tra i cespugli e sparisce. A casa, la moglie finge con la polizia che sia via per lavoro, ma la verità è un’altra: Francesco è in fuga. Inizia a cercare un passaporto per espatriare il più lontano possibile. Australia, se serve. È evidente che sta scappando da qualcosa. O da qualcuno. Nel 1967, lo vediamo partecipare a una rapina. Nasconde l’arma, poi incontra casualmente Stefano Mele, che accompagna a casa. È il giorno in cui incontra Barbara Locci per la prima volta. Tra i due nasce subito un’intesa silenziosa. Da quel momento, la figura di Barbara lo ossessiona. Torna a casa sua, apre le finestre della stanza da letto, dove Barbara si rifugia al buio. L’attrazione è reciproca.
La loro relazione si sviluppa nel tempo, fatta di fughe, intimità e confessioni, mentre Stefano Mele è due mesi fuori per lavoro, a Livorno. Barbara confessa a Francesco ciò che ha subito dal fratello di lui, Salvatore: l’umiliazione, la violenza. Francesco la ascolta, le crede, la abbraccia. Ma è un equilibrio fragile.
Barbara cambia, si rinnova, sembra rinascere grazie a Francesco. Ma la loro relazione è destinata a incrinarsi: Francesco è sposato, Stefano rientra da Livorno, le tensioni esplodono. Stefano, ferito nell’orgoglio e negli affetti, vorrebbe cacciare Francesco e riprendersi la moglie, ma è Francesco che prende il sopravvento e trasforma la propria casa in una prigione: costringe Stefano a servire lui e Barbara e ad assistere all’intimità con sua moglie. Questo fine all'arresto dell'uomo.
Nel 1982, Francesco è di nuovo in fuga. Ma viene arrestato. Gli indizi contro di lui si accumulano: l’auto è stata trovata, le intercettazioni lo incastrano. Francesco viene interrogato. Dice di essere innocente. Ma qualcosa non torna. Stefano Mele viene fatto entrare nella stanza degli interrogatori. Lo mette davanti ai fatti. Francesco reagisce con rabbia e lo aggredisce. L’ombra dell’odio e della frustrazione affiora, e diventa difficile continuare a credere alla sua innocenza.
Torniamo agli anni ’60: Salvatore confessa a Francesco di aver avuto un rapporto con Barbara mentre lui era in carcere. Lei, al bar, gli racconta tutto: è stata abusata da Salvatore e Stefano. Ma viene umiliata di nuovo anche da Francesco. I rapporti tra i personaggi si fanno sempre più morbosi, sfociano nella violenza, nel controllo.
Nel 1982, la dottoressa Della Monica lo incalza: perché aggredisce le sue donne? Le odia? Francesco nega, ma la tensione cresce. Anche la moglie viene interrogata. Lo difende. Troppo. Per i magistrati, lo sta coprendo. Senza il suo alibi, le prove sarebbero molto più solide. Intanto, si ricostruiscono nuovi tasselli del delitto del ’68. Francesco aveva fatto sparare anche a Stefano, per lasciare le sue impronte sull’arma. Tutto, pur di confondere le indagini.
Francesco finisce in carcere.
Nel finale dell’episodio, ci troviamo nel 1983. Due giovani tedeschi, appartati in un camper, stanno per fare l’amore. La radio passa la colonna sonora di Blade Runner, e uno dei due recita il monologo di Rutger Hauer. È un momento di calma, intimo, quasi poetico. Ma viene interrotto da una pioggia di proiettili. Ancora una volta, il Mostro ha colpito.
E Francesco Vinci è in prigione.
Il finale smonta tutto ciò che abbiamo visto. Se il killer continua a uccidere, allora Francesco non può essere il Mostro. O non può esserlo da solo. L’episodio chiude lasciando lo spettatore con la consapevolezza che il mistero è ancora lontano dalla sua soluzione, e che le verità parziali, in questa storia, non bastano.

Francesco Vinci: fuggitivo, sospettato, ambiguo. È vittima? O manipolatore?
Barbara Locci: il fulcro emotivo di tutta la vicenda, usata, amata, tradita.
Stefano Mele: schiacciato dalla vergogna, complice silenzioso, testimone fragile.
Salvatore Vinci: fratello di Francesco, figura violenta, disturbante, ombra costante.
Dottoressa Silvia Della Monica: la mente lucida dell’indagine.
La moglie di Francesco: fedele al punto da diventare complice, o solo una donna terrorizzata?
Il secondo episodio de Il Mostro entra nella psiche di Francesco Vinci, costruendo un puzzle in cui ogni pezzo sembra incastrarsi… fino a crollare. La sua figura resta sospesa tra vittima e carnefice, ma ciò che resta è l’eco di un male che continua a colpire anche mentre lui è dietro le sbarre. Sollima non cerca colpevoli facili: preferisce mostrarci il volto torbido della verità.

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