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~MIRANDA
QUALCUNO E' VENUTO A LAVORARE OGGI!
Cari lettori, oggi vi presento qualcosa di veramente esclusivo. Non è il solito pettegolezzo hollywoodiano, ma un'intervista che merita la nostra attenzione. Sto parlando di Alaqua Cox, la stella emergente della serie "Echo" prodotta dalla Marvel. E chi meglio di me, Miranda Priestley, può svelarvi i dettagli più succosi e significativi di questa intervista? Preparatevi, perché ci addentreremo in un mondo di sfide, innovazioni e, naturalmente, eleganza.
L'ESTRATTO DELL'INTERVISTA A ALAQUA COX
INTERVISTA: Alaqua Cox a Variety
ESTRATTO INTERVISTA E PUNTI SALIENTI
Alaqua Cox, la star della serie "Echo" prodotta dalla Marvel, ha condiviso in un'intervista con Variety il suo rapporto con l'industria cinematografica e l'emozione di poter rappresentare in modo significativo le comunità dei sordi e degli indigeni.
Nel 2020 la Cox ha esordito come attrice nella serie tv "Hawkeye" dei Marvel Studios, prima di allora la giovane Alaqua non aveva mai preso in considerazione l'idea di intraprendere questa carriera. A spingerla a fare il provino per "Hawkeye" furono le ripetute pressioni dei suoi amici, che le mostrarono insistentemente i volantini con i quali gli studios ricercavano delle donne indigene sorde. Quella che poteva sembrare un'esperienza fortuita si è evoluta in un estenuante processo di audizione della durata di tre mesi, conclusosi con l'ottenimento del ruolo di Maya Lopez in "Hawkeye". La sua performance di debutto è stata così coinvolgente da spingere i Marvel Studios a produrre una serie spinoff incentrata sul suo personaggio, "Echo".
ESTRATTO INTERVISTA
Cosa ricordi dei personaggi sordi quando eri piccola?
Ricordo di aver visto ruoli di sordi interpretati da persone udenti, che ovviamente non è giusto. Pensavo, "Perché fanno segni sbagliati?" o "Le espressioni facciali non sono completamente accurate con i segni." Si capisce che non è una persona realmente sorda. Vorrei che ci fossero stati più ruoli di sordi interpretati da sordi crescendo, ma ora abbiamo "CODA," che ovviamente ha vinto l'Oscar, e stiamo abbattendo le barriere ora per la comunità dei sordi. Dovrebbero scegliere attori sordi per questi ruoli sordi per renderli autentici, e sembra che lo stiamo facendo.
Il cast di "Echo" composto prevalentemente da attori indigeni, tra cui le figure di spicco di Graham Greene e Tantoo Cardinal, ha arricchito moltissimo la giovane attrice a cui ricordavano i suoi nonni, e il processo di produzione della serie è stato notevolmente agevolato grazie all'immediata coesione creatasi per via della loro connessione culturale.
L'attrice ha anche espresso le sue perplessità in merito alla rappresntazione storica dei personaggi sordi nel mondo dei media, spesso interpretati da attori udenti, i quali non erano in grado di fornire una rappresentazione autentica. Ovviamente considera un passo in avanti significativo il suo ruolo da protagonista nella serie Marvel, che ha contribuito a dare visibilità e rilevanza ai personaggi ed alle persone sorde, citando anche il succeso di film come "CODA", a dimostrazione del processo d'evoluzione in corso.
ESTRATTO INTERVISTA
Che tipo di risposta stai vedendo dalle persone nella tua riserva natale in Wisconsin al tuo lavoro con Marvel?
Nella riserva in cui sono cresciuta, la tribù Menominee, siamo tutti molto uniti. Le persone venivano da me subito, dicendo, "Siamo così orgogliosi di te per aver ottenuto questo ruolo e per essere in grado di mostrare una rappresentazione autentica delle persone indigeni. I nostri antenati sono così orgogliosi di te." È così bello sentire questo. Ovviamente, le comunità indigene e dei sordi, entrambe sono molto piccole e sotto-rappresentate. Vogliamo far brillare questa comunità, e finalmente abbiamo la capacità di farlo grazie al MCU. È una piattaforma così grande. E sono così entusiasta che le nostre storie possano essere raccontate da persone autenticamente [indigene e sorde].
Riuscire ad adattare l'utilizzo dell'ASL al set di "Hawkeye" prima e di "Echo" poi, non è stato facile, ha richiesto pazienza e tanta pratica. E' stato fondamentale ridurre la velocità del linguaggio dei segni per adattarlo al ritmo delle riprese, e per facilitare la comunicazione l'intera troupe e l'intero cast hanno preso lezioni di ASL, un gesto significativo per la Cox che si è sentita maggiormente accolta.
E' stato anche necessario studiare delle innovazioni tecniche per affrontare le riprese, come ad esempio nelle scene tra lei e Vincent D'Onofrio (Kingpin). Le scene con Vincent erano particolarmente intense e per aiutarla a capire quando era il suo turno di parlare la troupe ha pensato di utilizzare un dispositivo vibrante, una soluzione innovativa che però complicava il mantenimento della concetrazione emotiva dell'attrice.
ESTRATTO INTERVISTA
Maya è un ruolo molto fisicamente ed emotivamente impegnativo. Come hai affrontato la tua interpretazione, dato che non avevi mai recitato prima?
Sono stati in grado di assumere persone sorde dietro la macchina da presa che mi hanno aiutato. Avevo un consulente ASL sordo sul set, e mi ha aiutato con la traduzione in ASL delle mie battute dall'inglese. Avevo anche un coach di recitazione sordo e un personal trainer sordo. Ho detto [alla Marvel] che mi piacerebbe poter avere conversazioni faccia a faccia con loro, invece di passare attraverso un interprete. E loro l'hanno effettivamente reso possibile.
Quando eri sul set e circondata da così tante persone che non sono sorde, come hai gestito la situazione?
Prima di iniziare la produzione, ho detto: "Frequentate le lezioni di ASL" e hanno ascoltato. Tutto il cast e la troupe frequentavano le lezioni di ASL due o tre volte a settimana su Zoom. Quindi, quando sono arrivato sul set, sono stato accolto con un "Ciao, come stai?" in linguaggio dei segni. Erano le basi, ma era così bello poter comunicare. Mi ha fatto sentire molto più a mio agio e benvenuto. Avevamo tre o quattro interpreti di ASL sul set in un dato momento e tutti gli interpreti erano incredibili. Mi hanno aiutato a comunicare con le persone che non erano così esperte di ASL. Abbiamo fatto funzionare tutto insieme.
Data la diversità nelle strutture linguistiche, un'altra sfida impegnativa è stata l'adattamento del copione dall'inglese all'ASL. Questo processo ha messo ulteriormente in evidenza come l'ASL non fosse solo un mezzo di comunicazione sul set, ma anche un potente strumento espressivo importante ai fini dello storytelling.
Gettando un occhio al futuro Alaqua spera di poter interpretare nuovi personaggi oltre a quello di Maya in "Echo", possibilmente non quelli che la categorizzino come cattiva, cosa che spesso accade. Vorrebbe poter spaziare e sperimentare in dei nuovi ruoli.
La sua ascesa nel mondo della recitazione è stato un cambiamento radicale nella sua vita; prima di "Hawkeye" Alaqua non aveva idea di quale direzione professionale prendere e cambiava frequentemente lavoro. Il mondo della recitazione le ha offerto nuove opportunità e le ha permesso di pianificare un futuro che prima non avrebbe mai immaginato. Il suo percorso ha avuto un impatto significativo anche sulla comunità in cui è cresciuta, e racconta con orgoglio come la sua interpretazione abbia avuto un impatto positivo anche sulla sua riserva natale Menominee nel Wisconsin.
La storia personale e professionale di Alaqua Cox evidenzia sia le sfide che le opportunità all'interno dell'industria cinematografica, e offre uno sguardo unico su come le barriere linguistiche e culturali possono essere superate in modo creativo e rispettoso.
NON E' TUTTO AZZURRO CERULEO
Bene, cari lettori, immergiamoci più a fondo in questa intervista che, oserei dire, è tanto rivelatrice quanto una collezione di alta moda in passerella. Parliamo di Alaqua Cox, la protagonista di "Echo". La sua storia inizia quasi per caso, un po' come scoprire un diamante grezzo in un mare di banalità. Non aveva mai pensato di diventare un'attrice, immaginate un po'. E poi, con un colpo di fortuna e, ovviamente, talento nascosto, eccola trasformarsi in Maya Lopez in "Hawkeye". Una performance così mirata che ha spinto la Marvel a dedicarle un'intera serie. È il genere di storia che anche il più cinico dei critici non può ignorare.
Ora, parlando del cast di "Echo", è come trovarsi di fronte a un carosello di cultura e storia. Un cast prevalentemente indigeno, con figure come Graham Greene e Tantoo Cardinal, che portano con loro ricchezza di esperienza e saggezza. Cox ne parla con un calore che odora di connessione culturale, un legame che trasforma un set in una famiglia. E in un'industria dove l'autenticità è spesso sacrificata sull'altare del commercio, questo è un respiro di aria fresca.
La storica rappresentazione dei personaggi sordi, spesso interpretati da attori udenti, è una pratica che lascia molto a desiderare anche a mio modo di vedere, o meglio, non è sempre totalmente efficace. Cox, con la sua esperienza sta cambiando le regole del gioco. È un passo avanti verso una rappresentazione più autentica e rispetttosa. E non dimentichiamo il successo di film come "CODA", che hanno aperto la strada a questa evoluzione.
Le sfide sul set di "Echo" sono state, come dire, un'esperienza formativa per Cox. Adattarsi all'uso dell'ASL in un ambiente di produzione cinematografica non è un compito da poco. Richiede una precisione e una pazienza che molti potrebbero trovare soverchianti. Per non parlare del famoso dispositivo "vibrante". Mantenere la concentrazione emotiva in scene intense, mentre si dipende da un dispositivo esterno per i segnali, è una sfida complicata, voi ce la fareste?
La sfida di adattare il copione dall'inglese all'ASL è un esercizio di creatività e ingegnosità. È una forma d'arte in sé, e Cox la padroneggia con grazia e, soprattutto, consapevolezza.
Guardando al futuro, Cox non vuole essere rinchiusa in una scatola, etichettata come il "cattivo" di turno. Vuole esplorare una varietà di ruoli, sfidare le convenzioni e le aspettative. È un desiderio che condivido profondamente. In un'industria che troppo spesso si affida a stereotipi e tipizzazioni, aspirare a una gamma più ampia di ruoli è necessario.
Del resto ora si trova al centro di una delle più grandi produzioni cinematografiche, e la sua comunità, la riserva Menominee nel Wisconsin, ne è giustamente orgogliosa. È una fonte di ispirazione e di ciò me ne compiaccio!
E' TUTTO!
L'intervista con Alaqua Cox è una testimonianza dell'evoluzione in corso nell'industria cinematografica. Una rappresentazione più inclusiva e autentica è ciò che tutti dovremmo aspirare a vedere. Vi lascio riflettere su quanto sia importante il cambiamento, l'innovazione e, naturalmente, il talento. Fino alla prossima volta, quando vi porterò dietro le quinte di un altro affascinante angolo del nostro mondo. Questa è stata Miranda Priestley, e vi ho appena regalato un po' della mia preziosa attenzione.
Alla prossima, se sarete così fortunati.
MIRANDA
Miranda Priestly, un tempo temuta direttrice di una prestigiosa rivista di moda, ha reinventato la sua carriera diventando una influente redattrice in un blog di recitazione cinematografica. Con la sua acuta percezione e un occhio critico per il dettaglio, Miranda si dedica ora a curare interviste approfondite con attori e registi, portando alla luce aspetti unici del mondo del cinema. La sua esperienza nel mondo della moda le conferisce una prospettiva unica, permettendole di esplorare l'intersezione tra moda e film in modo innovativo. La sua reputazione di leader esigente e di visionaria rimane intatta, influenzando profondamente il modo in cui il pubblico percepisce e apprezza l'arte cinematografica.
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